Sono 17.000 le confezioni di farmaci veterinari, sequestrati pochi giorni fa dal Corpo Forestale dello Stato, per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro. A chi erano destinati? A bovini e suini allevati sul nostro territorio italiano. Nello scandalo sono stati coinvolti farmacisti, allevatori, grossisti e veterinari attivi in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, coordinati da un grossista specializzato nella rivendita di farmaci veterinari. Il fatto ha destato sconcerto per l’ampiezza dell’area e per il numero di persone che è stato coinvolto nel traffico clandestino. 101 perquisizioni che hanno portato a 65 persone indagate.
Come entravano in possesso dei farmaci? Un gruppo di allevatori acquistava un quantitativo superiore a quello che veramente veniva somministrato agli animali e le dosi in eccesso venivano smerciate clandestinamente.
Quali erano i farmaci?
Sostanze illecite come: cortisonici, ormoni ed antibiotici.
Quali sono le conseguenze?
Che carne, latte e formaggi possono subire alterazioni o quantomeno il consumatore non è avvisato che sta ingerendo attraverso le carni e i suoi derivati antibiotici, ormoni e cortisone.
Il trucco era semplice, un gruppo di allevatori compiacenti acquistava farmaci in quantità superiore a quello somministrato realmente agli animali e le dosi in eccesso venivano utilizzate per il mercato clandestino.
Lo scandalo poi, secondo il “Fatto Alimentare”, ha un grande impatto sull’alimentazione essendo quasi il 15% dei capi bovini trattati con farmaci e medicinali illegali per aumentare la massa muscolare. I dati sarebbero stati diffusi attraverso un centro specializzato, istituito dal Ministero della salute.