Olimpiadi di Sochi 2014: verso il boicottaggio?

olimpiadi-sochi-gay-tuttacronacaIl presidente tedesco, Joachim Gauck, non parteciperà alla cerimonia di apertura delle olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, a febbraio. E ora arriva un annuncio simile anche dalla Francia: neanche Francois Hollande, infatti, sarà presente. Lo ha annunciato Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese: “Non è previsto che le autorità francesi al più alto livello ci vadano”. Viene così rafforzandosi l’ombra del boicottaggio dei leader occidentali verso le olimpiadi di Putin, sotto accusa per le violazioni dei diritti umani in Russia. In precedenza, dopo l’annuncio riguardante Gauck, con Berlino che assicurava che non si trattava di boicottaggio, la stampa tedesca aveva evocato proprio una protesta di Gauck contro le violazioni dei diritti umani e la pressioni persecutorie di Putin contro gli oppositori politici in Russia. Da sottolineare che il presidente tedesco, ex pastore luterano e militante per i diritti umani nella Germania est, non ha effettuato nessuna visita ufficiale in Russia dal suo arrivo al potere nel 2012. Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e commissaria per i Diritti umani, la lussemburghese Viviane Reding, ha invece spiegato di non voler andare a Sochi proprio per protestare contro la condizione delle minoranze in Russia. Sempre riguardo alla prossima edizione dei Giochi invernali, la Russia ha ricevuto molte critiche da parte di Ong e attivisti dei diritti umani per le condizioni disumane a cui sarebbero sottoposti i lavoratori immigrati reclutati in massa per costruire gli impianti che ospiteranno le gare. A questo si aggiungono le preoccupazioni internazionali per le leggi anti-gay, fronte sul quale sono già scesi in campo gli Stati Uniti attraverso le star del mondo dello sport e dello spettacolo, ma anche con tanti cittadini. Dalla stessa Casa Bianca era giunto un monito a Mosca con il quale si chiede vengano rispettati i diritti di tutti i partecipanti alla manifestazione. I campioni dello sporto che nel tempo hanno fatto coming out, infine, si sono riuniti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite per chiedere di eliminare l’omofobia dallo sport e per protestare contro la scelta di Sochi come sede delle prossime Olimpiadi invernali.

Barilla nel centro del mirino: tra boicottaggio e petizione di Dario Fo

-barilla-pubbicità-gay-tuttacronacaSolo ieri Guido Barilla, con la sua affermazione che l’azienda non farà mai pubblicità gay perché  “preferiamo la famiglia tradizionale”, ha fatto scoppiare la polemica in rete e la notizia, e il boicottaggio, ha già fatto il giro del mondo, apparendo sulle principali testate internazionali. E se nel web appaiono le immancabili vignette e le frasi di scherno, Dario Fo utilizza internet per lanciare una petizione su Change.org con la quale chiede a Barilla di rappresentare, nelle sue prossime campagne pubblicitarie, tutti i tipi di famiglia. Del resto il premio Nobel l’azienda la conosce, essendone stato testimone negli anni Cinquanta.
Nella lettera aperta al presidente dell’azienda emiliana, Fo lo invita a diventare “ambasciatore di integrazione e voce del presente”:

Ricordo i primi spot televisivi di Barilla, a cui ho partecipato non solo come attore ma anche come autore dei testi e della sceneggiatura nonché del montaggio. Ebbero un enorme successo e, in quel tempo, ho avuto anche l’occasione di conoscere Pietro, vostro padre. […] In quegli spot abbiamo raccontato di prodotti che sono diventati simbolo dell’Italia e degli italiani tutti, nelle nostre case e nel mondo. La pasta soprattutto è sinonimo d’Italia, di casa e di famiglia. Per tutti. Ecco: oggi il nostro Paese è fatto di tante famiglie unite solo dall’amore delle persone che ne fanno parte. Amore che non è in grado di discriminare, che non ha confini: e l’amore, in tutto il mondo, può nascere tra un uomo e una donna, due donne, due uomini. […] Ecco, Guido. La sua azienda rappresenta l’Italia: nel nostro Paese e in tutto il mondo. Un’Italia che è fatta anche di coppie di fatto, di famiglie allargate, di famiglie con genitori omosessuali e transgender. Ecco perché le chiedo di cogliere questa occasione e di ritornare allo spirito di quegli spot degli anni ’50 dove io stesso interpretavo uno spaccato della società in profondo mutamento. Ecco perché le chiedo di uscire dalla dimensione delle polemiche e farsi ambasciatore della libertà di espressione di tutti.

E conclude con un appello:

E chiedo quindi che lo faccia con le prossime campagne pubblicitarie del gruppo Barilla, dove la famiglia potrà finalmente essere rappresentata nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi. Come ho già scritto: “Buttiamoci con la testa sotto il getto del lavandino e facciamo capire ai briganti che qui siamo ancora in molti in grado di dimostrare di far parte di un contesto di uomini e donne libere e pensanti”.

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