Pizzarotti a Parma era stato eletto per un inceneritore. Oggi quell’inceneritore è campo di lotta politica… Chi si è dimenticato delle promesse del M5S che appena vinte le elezioni di sindaco nella città emiliana prometteva «Abbiamo già ottenuto una grande vittoria senza neanche entrare in Comune: a Parma l’inceneritore non si farà più»?
Le ipotesi in campagna elettorale erano state molte e tutte convincenti affinchè quella cicatrice all’ambiente non venisse fatta. Si era ipotizzato di tutto anche di mandare i rifiuti in Olanda, smontare il forno e venderlo ai cinesi… E sono ora queste le armi che utilizzano i democrats per inscenare lo scandalo dell’inceneritore di Ugozzolo. E’ di pochi giorni fa la notizia che la multiutility Iren ha annunciato l’avvio della fase preliminare «con lo svolgimento di attività tecniche complementari alla messa a punto del sistema impiantistico che verranno effettuate a caldo attraverso la combustione di solo gas metano». Il tutto durerà circa una trentina di giorni sotto l’occhio di 4 centraline di monitoraggio delle emissioni collocate a Parma e in altri Comuni. Se non ci saranno intoppi, i camini dell’inceneritore cominceranno a sbuffare in aprile.
Una battaglia persa. Spesso accade di lottare e di perdere, ma l’imbarazzo viene dalle contrastate mezze frasi del sindaco Pizzarotti, che per inesperienza o per disattenzione, non ha trovato le parole giuste per contrastare l’attacco del Pd, rabbioso, della sconfitta elettorale alle politiche. Così che il sindaco M5S si è trovato prima a dire che lui non aveva mai detto nulla sull’inceneritore «Mai fatto promesse che non si potevano mantenere». Forse l’aveva fatto Grillo a sua insaputa? E poi si è visto costretto a correggere il tiro cadendo definitivamente nelle bocche fameliche del Pd con la dichiarazione «Ci abbiamo provato, sono insoddisfatto, certo, ma continueremo a tenere alte le antenne: non si fanno solo le battaglie che si è sicuri di vincere». In realtà ancora in piedi vi è la possibilità che quell’inceneritore non si metta in funzione (193 milioni buttati nel nulla se ciò accadesse) perchè la Procura di Parma, riscontrando una serie di inadempienze, aveva chiesto il sequestro dell’inceneritore, ma il Tribunale del Riesame in novembre l’ha bocciato, così l’amministrazione si è rivolta alla Cassazione, che dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi. Intanto Iren va avanti senza problemi… Forse sicura che la Cassazione non appoggerà, mai la lotta dei grillini!