L’aveva anticipato la tv norvegese NKR sul suo sito internet e, un’ora dopo, la conferma: il Premio Nobel per la Pace 2013 è stato assegnato all’Opac, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche fondata nel 1997 per dare attuazione al Trattato di interdizione all’uso delle armi chimiche firmato nel 1993. Nelle motivazioni si legge: “Grazie al lavoro dell’Opac l’uso delle armi chimiche è un tabù.” E ancora la Commissione spiega: “Quanto accaduto in Siria, dove sono state usate queste armi, riporta in primo piano la necessità di incrementare gli sforzi per eliminare questi armamenti”. Il presidente del Comitato ha aggiunto che il premio “è un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di bando delle armi chimiche”, siglato nel 1993, e un invito “a firmare”. Il direttore generale dell’organizzazione, il turco Ahmet Uzumcu, rivolgendosi ai rappresentanti dei 41 membri dell’ esecutivo, di cui l’Italia ha la vicepresidenza, ha spiegato: “Per 15 anni abbiamo fatto il nostro dovere contribuendo alla pace del mondo. Le ultime settimane hanno dato ulteriore impulso alla nostra missione. Accetto con umiltà il premio Nobel per la Pace e con voi mi impegno a continuare a lavorare con immutata determinazione”.
Alcuni candidati tra i 259 proposti al Comitato del Nobel erano stati resi noti, tra questi anche il presidente della Russia, Vladimir Putin. E per quanto la nomina possa sorprendere, non è la più shoccante tra quelle pervenute nella storia del premio, anche se da subito è parso difficile che potesse imporsi tra i favoriti, tra i quali Malala Yousafzai, la giovane pachistana di 16 anni ferita dai talebani per la sua lotta a favore dell’educazione femminile nel suo Paese. La lista dei candidati al Nobel viene resa nota 50 anni dopo la premiazione, quindi per conoscere tutti i papabili di quest’anno dovremo attendere il 2063. Ma chi aveva corso per il premio in passato? Alcuni nomi non possono non destare meraviglia. Il candidato più sorprendente, senza dubbio, è stato Hitler, nominato nel 1939, anno dell’invasione della Polonia. A fare il suo nome, un membro del parlamento svizzero. Ma nel 1993 alcuni docenti tedeschi di diritto avevano candidato anche Benito Mussolini, mentre si fece il nome di Stalin in ben due occasioni, nel ’45 e nel ’48 per “i suoi sforzi per porre fine alla Seconda Guerra Mondiale”.