Sono stati arrestati all’alba di oggi Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci, 29 e 26 anni, il primo di Frascati e il secondo di Genzano, ritenuti una sorta di «franchising» dei movimenti anarchici collegati alla Fai/Fri, la Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale. Una cellula ombra ancora più inquietante perché i due arrestati – ai quali è stata contestata l’associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, atti di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi in concorso, incendio, furto aggravato, deturpamento e imbrattamento di cose altrui – erano incensurati, sconosciuti alle forze dell’ordine, sebbene secondo gli investigatori partecipassero attivamente a manifestazioni di piazza.
Secondo le accuse Iacovacci sarebbe stato il dna scoperto dai carabinieri del Ris sul nastro adesivo usato per fissare le batterie al timer della bomba artigianale scoppiata l’11 dicembre dell’anno scorso davanti alla Banca del Credito Cooperativo di Genzano. Ma altre tracce riconducibili al trentenne sono state trovate anche su un guanto recuperato il 19 luglio 2012 sul teatro dell’attentato all’Unicredit e alla Bnl di Frascati.
Sempre secondo le accuse Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci, apparterrebbero all’area «anticivilizzatrice» della Fai, che «si inserisce nella rete internazionale informale e antiautoritaria di gruppi anarchici, lanciata nel 2010 dalla Cospirazione delle cellule di fuoco, che ha portato negli ultimi tre anni al compimento di numerosi attentati in Italia e all’estero». Tra questi la gambizzazione di Roberto Adinolfi, avvenuta a Genova il 7 maggio dell’anno scorso da parte del «Nucleo Olga Fai-Fri». Secondo il gip Maurizio Caivano, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, Iacovacci e Antonacci, «a seguito degli appelli lanciati dagli organismi operanti anche in altri Paesi e sulla base di una scelta strategica connessa alla loro militanza», andavano arrestati per evitare che potessero compiere «ulteriori delitti della stessa specie, ovvero con finalità eversive». E il procuratore Capaldo sottolinea come «siamo in presenza di un mondo sommerso e la non eclatanza del gesto non esclude che questi soggetti non possano in un futuro arrivare ad uccidere».