Dalle 22 (ora italiana) il sito del New York Times, il più cliccato media del mondo, non è raggiungibile «Abbiamo difficoltà tecniche, stiamo lavorando per ripristinare la pagina», scrive il sito di informazione sul proprio account Twitter. Subito viene indicato un nuovo indirizzo di una versione molto più «minimalista» del giornale: «Qui continuiamo a pubblicare», twittano.
Già due settimane fa c’era stato un altro blackout (dovuto però a un disguido tecnico interno) e oggi è stato nuovamente oscurato, stavolta da un attacco esterno di hacker. Lo riferisce su Twitter Eileen Murphy, portavoce della testata.
Questa volta è un attacco di tipo Dns e sarebbe stato rivendicato dalla Syrian Electronic Army, quindi sarebbero stati secondo le prime ipotesi, hackers siriani a mettere ko il sito. Infatti andando sul sito del giornale appare una pagina bianca con la scritta «hacked by SEA». Si tratta di un gruppo di pirati informatici pro Assad, che già in passato aveva rivendicato l’attacco al Washington Post, Al Jazeera, Human Rights Watch, Telegraph e Independent.
Per l’attacco militare Usa c’è ancora tempo, ma la guerra virtuale è già iniziata?
E’ da sottolineare che l’attacco al sito web del New York Times è avvenuto dopo che Gli Usa avevano frenato su un possibile attacco militare in Siria. Soprattutto sono i media a premere e ha prevedere un attacco lampo da giovedì a sabato, mentre il presidente Obama starebbe ancora vagliando altre possibilità.