Un nuovo annuncio entusiastico da parte di un ministro del governo Letta. Questa volta è il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, intervistata dall’Unità, a dichiarare
”Centocinquanta milioni di euro in più rispetto ai trecento milioni nel triennio 2014-2016 già annunciati. Questo è lo sforzo che stiamo compiendo nel decreto legge del Fare per sistemare e potenziare il patrimonio italiano di edifici scolastici”.
Spiega Carrozza, che da sempre parla della necessità di mettere in sicurezza le scuole, soprattutto dal rischio terremoti:
”I 300 milioni di euro spalmati in tre anni arrivano da risorse Inail. Per gli altri 150 milioni una tantum nel 2014 è già prevista la suddivisione tra le Regioni. In pratica il ministero fa da ‘facilitatore’, sono gli Enti locali che conoscono il territorio decidere quali istituti necessitano di interventi urgenti e a utilizzare le risorse. Ovviamente dobbiamo vigilare affinché vengano spese bene”.
Era il 12 dicembre 2012 quando il Sole24, in un articolo a firma di Eugenio Bruno e Giorgio Santilli analizzava il problema in questi termini:
Per la messa in sicurezza degli istituti scolastici italiani servono almeno 5 miliardi. A lanciare l’appello-allarme è stata l’Upi nel convegno “Ricostruire la scuola” organizzato ieri a Torino. Degli 8,5 miliardi di fabbisogno totale per gli oltre 5mila edifici di proprietà delle Province, il 60% serve per adeguarli alle norme di legge; un altro 25% è necessario per nuove costruzioni, ristrutturazioni, ampliamenti (2,1 miliardi); il restante 15% è destinato ad assicurare l’efficientemente energetico (1,2 miliardi).
E aggiungeva:
Ma è l’esposizione al rischio a rendere la situazione seria: il 37% degli edifici scolastici si trova in aree ad alto rischio sismico e il 9,6% a elevato rischio idrogeologico. Delle 24.073 scuole localizzate in aree ad alto rischio sismico 4.894 si trovano in Sicilia, 4.872 si trovano in Campania, 3.199 in Calabria.
A fronte di questi dati è possibile risolvere il problema con 450 milioni stanziati in 3 anni a pioggia? Il “decreto del fare” sta diventando un “decreto del dire”?