Ha rilasciato una lunga intervista al Daily Mail l’ex ciclista Lance Armstrong, nel corso della quale ha lanciato accuse forti contro l’ex numero uno dell’Uci: “Verbruggen era una figura chiave nella mia via di fuga dai controlli antidoping. Sapeva del mio utilizzo di sostanze dopanti e mi aiutava a nasconderlo. Fu una delle persone che mi permise di portare a termine il Tour de France 1999 nonostante fossi risultato positivo a un test”. Il texano ha quindi aggiunto: “Non ho più intenzione di mentire per proteggere queste persone che non meritano il benché minimo rispetto. Io li odio. Ho chiuso con loro”. Oltre a riferire la complicità dell’ ex capo dell’Unione Internazionale Ciclismo, che ha sempre negato, Armstrong ha reso noti alcuni dettagli sulle prescrizioni retrodatate della US Postal che per anni gli hanno permesso di farla franca, nonchè di ottenere la vittoria barando.

Frase amara, che però fa riflettere quella dell’ ex campione del ciclismo, Lance Armstrong, radiato per il sistematico ricorso al doping in carriera. L’ex ciclista statunitense ha affermato: «impossibile vincere il Tour de France senza doping». Così il 7 volte trionfatore del Tour i cui successi sono stati cancellati afferma senza mezze parole che «l doping non è sparito con me, io ho solo fatto parte del sistema. La decisione ragionata dell’Usada è riuscita perfettamente nell’intento di distruggere la vita di un uomo ma non ha portato nessun giovamento al ciclismo». E poi aggiunge: «Il mio nome è sparito dall’albo d’oro ma il Tour si è svolto tra il 1999 e il 2005, giusto? Ci deve essere un vincitore, quindi. Chi è? Nessuno è venuto a reclamare le mie maglie», prosegue. «Io non ho inventato il doping. Mi spiace, Travis», dice rivolgendosi a Travis Tygart, direttore dell’agenzia antidoping statunitense che ha inchiodato il texano.
Risentimento… ma forse anche qualche scomoda verità?