Anche la tv non è immune come tutte le industrie dall’evasione fiscale. Alessandro Jacchia, titolare della Albatross e noto produttore di fiction Rai e Mediaset, è indagato per evasione fiscale. Jacchia avrebbe frodato il fisco su veri e propri pezzi di storia del cinema italiano: «Totò al giro d’Italia», «Totò nella fossa dei leoni» e «Totò Le Mokò». Ma anche su film degli anni Trenta e Quaranta con attori celebri, da «Amore tzigano» con Katherine Hepburn a «Castelli in aria» con Vittorio De Sica, da «Non mi muovo» con Eduardo De Filippo a «Cerco il mio amore» con Fred Astaire e Ginger Rogers, da «Casa dei nostri» con Cary Grant a «Esploratore scomparso» con Spencer Tracy, da «Jess il bandito» con Tyrone Power a «L’ultima carrozzella» con Anna Magnani e Aldo Fabrizi.
Insieme a Jacchia rientrerebbe nella frode ai danni del fisco anche il pubblicitario Giorgio Rosa, a cui fa capo la società Progetto Comunicazione. Attraverso un complesso sistema, con operazioni effettuate anche in Pakistan e negli Usa, la truffa, se confermata, sarebbe intorno ai 2 milioni di Iva e riguarderebbe la vendita dei diritti cinematografici di 133 film. Una vendita che Jacchia non avrebbe mai potuto fare in quanto le pellicole appartengono ad altri soggetti e lui non è titolare dei diritti perché spesso è la Rai a detenerli.
Secondo il Nucleo tributario della Finanza, guidato dal colonnello Stefano Di Gesù, Rosa avrebbe finto di comprare le pellicole da un pachistano – risultato inesistente – e, in cambio di 10 milioni, le avrebbe cedute a Jacchia. Questi, a sua volta, le avrebbe vendute per 11 milioni all’americana Shallcross International, anch’essa inesistente. Le fatture fasulle emesse nella finta compravendita sarebbero servite per frodare il fisco.
Il produttore è noto nell’ambiente anche per aver prodotto alcuni film tv di Beppe Fiorello (L’uomo sbagliato) e sarebbe stato smascherato a causa di guadagni stratosferici che erano arrivati immediatamente sul suo conto nel 2008 e che avrebbero poi fruttato l’acquisto di appartamenti al Pantheon e all’Eur per un valore di 2 milioni di euro.