Non è una notte come tutte le altre: San Lorenzo, le stelle cadenti e i sogni da realizzare. Un cocktail che si rinnova ogni anno e che regala emozioni a tutti i fortunati che, naso all’insù, hanno ancora voglia di credere nei loro desideri.
C’è sempre una certa trepidazione nel mese d’agosto e non solo per le ferie, ma per quello strano fenomeno delle stelle cadenti che sembra concentrarsi proprio nel mese più caldo. Che poi a ben vedere lo si aspetta con entusiasmo e si spera di poter esprimere più desideri possibili, ma in fondo quel che si cela dietro questa tradizione è assai contraddittorio e inquietante. Già solo pensare che noi esprimiamo un desiderio quando una meteora, cioè un frammento di un corpo celeste, s’incendia venendo a contatto con l’atmosfera terrestre, non è certo molto razionale! Poi oggi l’apparizione della stella cadente è associata a un sentimento di lieto stupore, che deriva più dallo spettacolo che ci passa davanti agli occhi e dalla recente attribuzione di lieto evento che le abbiamo dato. Ma se si fa un salto nel passato ci si scontrerà con una credenza ben diversa da quella odierna. Nell’antichità le apparizioni di meteore, così come quelle di comete e di altri fenomeni passeggeri che sembravano alterare l’immutabilità del cielo, erano considerate segni infausti. Nelle antiche mitologie orientali, in quelle greche e latine, le stelle cadenti erano lacrime di divinità che piangevano a causa di disastri già avvenuti o annunciati.
Gli astrologi cinesi, che nei loro annali hanno registrato le apparizioni di stelle cadenti e comete fin dal sesto secolo avanti Cristo, non avevano dubbi che a temere il peggio dovessero essere i governanti. Il cielo sembrava piangere lacrime di fuoco in occasione di crisi di governo, battaglie o assedi avvenuti in coincidenza con quelli che oggi sappiamo essere sciami meteorici ricorrenti.
Anche tra l’ottobre e il novembre del 902 dopo Cristo, riferiscono le antiche cronache, l’invasione della Sicilia e della Calabria da parte dei saraceni e le stragi che ne seguirono furono seguite da un abbondante pianto divino. Oggi è accertato che si trattò di una pioggia particolarmente fitta di stelle cadenti dello sciame delle Leonidi, visibile ogni anno a novembre.
Anche la tradizione cristiana ha ereditato il concetto della pioggia di stelle cadenti come pianto celeste. Secondo la leggenda, il diacono San Lorenzo fu arrostito vivo su una graticola di ferro dai romani il 10 agosto del 258 dopo Cristo. Da allora, ogni anno, le sue lacrime infuocate continuano a diffondersi nel cielo come scintille. Giovanni Pascoli, nella sua poesia ‘X Agosto’ ha consolidato questa credenza popolare, associandola all’uccisione del padre Ruggero, avvenuta la notte del 10 agosto 1867:
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla…
Tuttavia, la tradizione popolare cristiana ha voluto introdurre un elemento positivo. Oggi, quanti ammirano quelle scintille e ricordano il sacrificio di San Lorenzo, possono chiedere una grazia, esprimere un desiderio.o
Nonostante i presagi negativi, nonostante la graticola di San Lorenzo e le lacrime del cielo, a noi quella notte ci è consentito ancora di sognare. E allora perché non farlo, come propone Slow Drive con una bella passeggiata sul lago di Garda, dove saranno offerti emozionanti itinerari a bordo di spider vintage per inoltrarsi nelle stradine più oscure è meglio esposte allo spettacolo delle Perseidi?
Per i più tecnologici invece c’è la proposta dell’Istituto nazionale di astrofisica che propone l’appuntamento “Un tweet chiamato desiderio”, 140 caratteri per condividere stelle cadenti e desiderio sull’hashtag #stellacadente. In barba alla scaramanzia, ovviamente, che vieta di svelare i propri sogni, ma forse, una condivisione, magari anonima in forma anonima, nascosti dietro a un nickname, è concessa.