Secondo una ricerca fatta dall’Università di Yale e portata avanti dallo studioso di finanza comportamentale Keith Chen, sembra proprio che la nostra lingua influenzi la nostra vita più di quanto noi pensiamo. Così in quelle lingue, come l’inglese, in cui i tempi verbali sono nettamente divisi c’è una propensione a vedere il futuro come qualcosa di molto distante e non preoccupante… forse qualcosa che neppure ci riguarderà mai! Ci sono invece lingue, come mandarino, malese o yoruba, che il futuro lo esprimono con il presente e quindi cercano di tutelare quel domani sin dall’oggi!
E l’italiano? Beh gli italiani sono grandi risparmiatori. La nostra lingua ci concede anche di pensare il futuro al presente come ad esempio “domani vado lavoro!” Questo, secondo Chen, ci porta a prendere in considerazione alcune misure per tutelarci il domani (come ad esempio investire in titoli sicuri, risparmiare o comprare case).
Ma su questa filosofia lo studioso è stato a lungo criticato inq uanto si ritiene che non sia un problema di lingua, ma intervengono fattori culturali o sociali. A tutte queste critiche Chen ha risposto così: “Ci sono famiglie che vivono una in fianco all’altra, con stessi livelli di educazione, stesso reddito, e anche stessa religione. Ma se c’è una differenza di madrelingua, si trova un atteggiamento completamente diverso di fronte al futuro”.