Quando i cittadini fanno di tutto per “fregare” lo Stato

truffe-tuttacronacaLe casse dello Stato, come afferma la guardia di Finanza nel bilancio dell’attività del 2013, hanno dovuto fare a meno di 5 miliardi di euro a causa sia degli sprechi nella pubblica amministrazione che di truffe ai finanziamenti nazionali e comunitari. Per questo,oltre 19 mila i soggetti segnalati all’autorità competente. Nel corso di 12 mesi, le Fiamme Gialle hanno individuato 3.435 ‘falsi poveri’ che hanno irregolarmente ottenuto i benefici delle prestazioni sociali agevolate a sostegno dei meno abbienti mentre si sono accertate frodi previdenziali ed assistenziali per 82 milioni di euro, nella maggior parte relative ad erogazioni a sostegno dell’invalidità (389 casi), del lavoro agricolo (4.210 casi) ed ‘assegni sociali’ (445 casi). Nello stesso arco di tempo, i finanzieri hanno eseguito oltre 25 mila interventi per arginare gli sprechi e bloccare le frodi, concentrandosi in particolare su quei reati specifici di amministratori, funzionari e impiegati pubblici: corruzione, concussione, peculato, abuso d’ufficio. In questo modo, quello che è venuto alla luce è che ci sono stati danni erariali e sprechi per 3,5 miliardi, un terzo dei quali riferibili al solo settore della sanità pubblica, e truffe ai finanziamenti pubblici nazionali ed europei, attraverso indebite percezioni o richieste, per 1,4 miliardi. A carico dei responsabili sono stati disposti sequestri di beni mobili, immobili, valuta e conti correnti per 309 milioni. Per quel che riguarda le truffe al Servizio sanitario nazionale, invece, 1.173 persone sono state denunciate e ammontano a 23 milioni i danni. Per concludere, 1.704 sono le persone segnalate tra dipendenti pubblici e committenti per casi di incompatibilità e doppio lavoro, con conseguente contestazione di sanzioni amministrative per oltre 21 milioni di euro.

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L’artigiano che espone la stella di David in negozio: “trattati come i negozianti ebrei”

 

stella-david-tuttacronacaUna stella di David ha fatto la sua apparizione nel negozio di un calzolaio di Bologna, Maurizio Montevecchi. L’artigiano si paragona infatti ai commercianti ebrei durante il nazismo. Ritiene che il trattamento subito dalla Guardia di Finanza sia simile a quello subito durante il periodo fascista dai negozianti ebrei. Al Resto del Carlino, al quale ha raccontato la sua storia spiegando di aver subito dalla Finanza tre sanzioni e un furto, ha detto:

 

La finanza ha trovato tutta la contabilità in regola, eccetto che una piccola radio che ho nel retrobottega, per la quale mi hanno multato per non aver pagato le tasse, spiegando che la potevano sentire anche i clienti.

 

Un’altra sanzione l’ha colpito perché nel retrobottega c’era un uomo di 86 anni: secondo le Fiamme gialle un dipendente in nero, secondo l’artigiano

 

un ex calzolaio che ogni tanto viene a farmi compagnia e lucida qualche scarpa.

La finanza sorride a Renzi, giù lo spread, stop alla caduta del Pil. Ancora yuppies?

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Svolta nel Pd? Sicuramente svolta nella finanza che almeno come primo impatto lancia un segnale forte: Renzi piace. Il nuovo segretario come sostiene il Il Giornale non è sostenuto dai tradizionali poteri forti come Fiat. Eni e Mediobanca ma da imprenditori del calibro di Diego della Valle. Se forse è ancora presto per capire dove effettivamente il sindaco di Firenze ormeggerà la sua nave, è anche che il “nuovo Tony Blair” come è stato soprannominato dal Financial Times sicuramente non potrà essere disgiunta dalla finanza. Come rileva ancora il Giornale:

“Non è un caso che proprio D’Alema abbia evocato l’ esta­blishment finanziario come uno dei sostegni di Renzi”.  

E ancora sul quotidiano di proprietà di Silvio Berlusconi si legge:

Il contesto finanziario di Ren­zi è un altro: è quello del grande capitale internazionale, dei fondi d’investimento e dei ma­nager multinazionali. Un mon­do del quale il gestore di Alge­bris Davide Serra, uno dei con­siglieri finanziari di Renzi, non è che una spia illuminata per in­dicare ben altri capitali. Men­tre manager come l’ad delle Ge­nerali Mario Greco (pubblica­mente lodato per il lavoro che sta facendo a Trieste), o come il capo di Luxottica Andrea Guer­ra ( new entry 2013 alla Leopol­da) rappresentano l’essenza del passaggio dal capitalismo familiare o di relazione a quel­lo di mercato. In linea con quanto sostiene Diego Della Valle, rottamatore dei salotti buoni del Corriere e di Piazzet­ta Cuccia che, anche da presi­dente della Fiorentina, sta tut­to dalla parte di Renzi. Il rappor­to con questi signori apre le strade verso la grande finanza occidentale, quella a stelle e strisce in particolare, dove Ren­zi ha e vuole avere i maggiori contatti. E dove intende far va­lere presto le sue ragioni, come ha dimostrato impugnando pubblicamente la polemica sull’allarme rating lanciato da Standard & Poor’s sulle Gene­rali dell’amico Greco.
Si capisce che è una musica ben diversa da quella suonata fino a poco fa dalle parti del Pd. A cui, prima come Pds, poi co­me Ds, sono addebitate una se­rie di débâcle : si va dalla razza padana che nel 2000 ha lancia­to l’Opa su Telecom dando il via al declino del gruppo; al rap­porto incestuoso tra enti locali e banca in quel del Monte dei Paschi di Siena; fino al polmo­ne finanziario delle coop che ha prodotto nel 2005 il fallimen­to Unipol-Bnl, mentre in que­ste ore cerca di portare a termi­ne un’operazione, la fusione con Fonsai, dalle cui carte usci­te dalla procura di Milano emerge più di un particolare in­quietante.

Renzi è quindi figlio di quella generazione nata nel mito degli yuppies e lontano dagli hippies? Sicuramente, come tutta la generazione dei 35/40 enne di oggi, Renzi ha vissuto di riflesso il mito dei giovani rampanti, dei broker senza scrupoli e di quell’economia anni ’80 che scopriva, forse anche ingenuamente, la speculazione a ogni costo. Ma poi Renzi, ha anche vissuto, la bolla economica, la crisi finanziaria e quel sogno infranto della finanza speculativa. Non ha caso è anche padre di quel ritorno alla green economy, di uno stile salutista (lo abbiamo spesso visto a  cavallo sulla bici o a piedi impegnato nella maratona), con l’occhio che guarda alla banda larga e alle eccellenze del nostro Paese.

Matteo Renzi, appartiene a quella generazione che ha davvero due anime spesso in contrasto tra di loro, che quando riescono a trovare un’armonia, può dar vita a progetti che riescono a marciare tra l’innovazione e la sostenibilità.

Non può essere un caso che nella terra delle coop, l’Emilia Romagna, nelle primarie per gli iscritti al Pd del 17 novem­bre Gianni Cuperlo avesse vin­to con percentuali dal 42 al 46%.Forse era anche l’estrema difesa di un sistema di interessi economici che si sentiva mi­nacciato. Ma Renzi sembra aver deciso: per parlare di fi­nanza non si telefonerà più a Bologna, ma si chiamerà Trie­ste. 

 

Tassi d’interesse? La Bce c’ha dato un taglio

taglio-tassi-interessi-tuttacronaca25 punti base ai tagli d’interesse.  A tanto ammonta la sforbiciata compiuta oggi, a sorpresa, da Mario Draghi, che ha portato così il costo del denaro allo 0,25%, al minimo storico. Lo stesso presidente Bce ha spiegato che si tratta di una decisione varata con una “maggioranza significativa”, sottolineando che tutti “erano d’accordo” sulla necessità di agire e che l’unica divergenza riguardava il “quando”. Alla base della decisione c’è l’andamento dell’inflazione, lontana dal target del 2% e ora sotto l’1%. Draghi ha spiegato che si sperimenterà “”un lungo periodo di bassa inflazione”. L’incubo in questo senso si chiama deflazione, cioè una flessione generale del livello dei prezzi che però la Bce “non vede affatto all’orizzonte”. La Banca Centrale Europea, per sostenere la ripresa dell’eurozona è pronta a utilizzare “tutti gli strumenti a sua disposizione” mentre Francoforte ha deciso di condurre “le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine a tre mesi (Ltro) fino alla fine del secondo trimestre del 2015”.

Sprofonda Rocca Salimbeni: 8000 licenziamenti

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Rocca Salimbeni sprofonda e ricorre ai licenziamenti. La riduzione di personale, circa 8000 i dipendenti che saranno ridotti sino al 2017. Tale operazione garantirà un taglio di spese di almeno 500 milioni di euro. Fino a oggi sono state circa 2700 unità a essere state interessate dai tagli e si provvederà quindi ad altre 5300. Questo piano sarà affiancato alla cessione  delle attività non strategiche e di esternalizzazione. Si attingerà anche al fondo di solidarietà per il raggiungimento degli obiettivi con il minor impatto occupazionale possibile nell’ambito di fasi già previstedove sarà fondamentale il confronto con le organizzazioni sindacali. Il rafforzamento patrimoniale sarà ottenuto attraverso un aumento di capitale per un ammontare di 2,5 miliardi di euro (anziché di 1 miliardo del precedente piano industriale), da effettuarsi entro dicembre 2014. Previsto poi il rimborso di un ammontare pari a 3 miliardi di euro dei nuovi strumenti finanziari nel corso del 2014 (pari a più del 70% del totale), subordinato all’autorizzazione preventiva di Banca d’Italia. C’è poi il rimborso dell’ammontare residuale entro fine 2017 mediante generazione interna di capitale in base alle azioni del Piano di Ristrutturazione e miglioramento della riserva AFS.

Come scrive poi l’Huffington Post:

L’aumento di capitale e il conseguente rimborso anticipato presentano notevoli benefici per la Banca, in particolare: miglioramento della qualità del capitale sostituendo i Nuovi Strumenti Finanziari con capitale primario; accelerazione del ritorno ad una redditività sostenibile ed in linea con il costo del capitale, mediante riduzione degli interessi sui Nuovi Strumenti Finanziari; possibili benefici con le agenzie di rating, riduzione del costo di finanziamento e miglioramento dell’accesso al mercato istituzionale; rimozione del vincolo al pagamento dei dividendi richiesto dalla Commissione Europea (DG Comp), subordinato al completamento dell’aumento di capitale. L’aumento di capitale dovrà essere sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Straordinaria degli Azionisti della Banca che sarà convocata dal Consiglio di Amministrazione una volta ottenuta l’approvazione del Piano di Ristrutturazione da parte della Commissione Europea.

Nel caso in cui le condizioni di mercato non dovessero consentire il completamento del suddetto aumento di capitale entro i tempi stabiliti, il Piano di Ristrutturazione prevede la conversione dei Nuovi Strumenti Finanziari in nuove azioni della Banca. Con riguardo ai titoli subordinati “Upper Tier 2” la Banca ha la facoltà di procedere al pagamento degli interessi dovuti nel corso del 2013, senza obbligo di ricorrere alla clausola di deferral. La possibilità di pagare le cedole successive è subordinata alla sottoscrizione di un contratto di garanzia vincolante relativo all’aumento di capitale.

Calcio malato? Finanza in 41 sedi anche squadre di A e B

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Gli uomini della Guardia di Finanza si trovano nelle sedi di 41 squadre di serie A,B e minori per acquisire documentazione relativa ai contratti tra i club, calciatori e procuratori. L’indagine è condotta dalla Procura di Napoli è la prosecuzione di quella già iniziata nel 2012. Oggi si apprende che sono almeno 12 i procuratori coinvolti nell’indagine e i reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere, evasione fiscale internazionale, fatture false e riciclaggio.

I contratti acquisiti – come si legge in una nota della Procura di Napoli – si riferiscono in particolare a rapporti fra club e calciatori rappresentati dai procuratori sportivi Alejandro Mazzoni e Alessandro Moggi. Tra le società perquisite anche Milan, Juventus, Napoli, Lazio, Inter, Roma e Udinese. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Melillo e dai pm Ardituro, Capuano, Ranieri e De Simone.

L’elenco delle società nelle cui sedi hanno operato i finanzieri comprende anche Parma, Pescara, Palermo, Atalanta, Juve Stabia, Benevento, Genoa, Catania, Spezia, Piacenza, Livorno, Bari, Vicenza, Siena, Reggina, Chievo, Cesena, Grosseto, Gubbio, Lecce, Ternana, Sampdoria, Triestina, Fiorentina, Portogruaro, Brescia, Mantova, Torino e Albinoleffe. L’inchiesta, si evince dalla comunicazione della Procura, riguarda anche alcune società straniere di cui non sono stati resi noti i nomi.

Sono oltre 50 gli accordi tra società di calcio, procuratori e giocatori su cui sta indagando la Guardia di Finanza: tra questi ci sono quelli dell’ex attaccante del Napoli Lavezzi e del centrocampista del Milan Nocerino. Tra gli altri anche quello di Ciro Immobile e di Giuseppe Sculli.

AAA agenti segreti cercasi?

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Sarà online il 18 giugno il nuovo sito ufficiale dei servizi segreti italiani, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza dell’operato degli agenti segreti di casa nostra. Responsabile ne è Paolo Scotto di Castelbianco e potrebbe rappresentare una sorta di “chiamata alle armi” per aspiranti spie e hacker. Sul sito, infatti, si troverà anche una sezione “lavora con noi”, in cui in profili più ricercati saranno quelli di professionisti specializzati nei settori dell’energia, dell’informatica, della finanza e dell’economia.

Gli italiani lavorano 162 giorni per pagare le tasse: parola di Confesercenti

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Arriverà il 12 giugno il “Tax Freedom Day”, ossia il giorno in cui, terminato di pagare le tasse, s’inizia ufficialmente a guadagnare. Un netto peggioramento se si considera che nel 1990 scattava a maggio, come sottolinea la Confesercenti che spiega come sia “impressionante l’avanzata delle tasse locali, frutto del federalismo. Comparando il nostro peso fiscale con gli altri Paesi emerge l’insostenibilità di quello italiano”. Arrivati a questo punto, allora, “l’abbassamento della pressione fiscale è più che mai una priorità”. “Le risorse – ribadisce – vanno trovate tagliando la spesa pubblica. Gli sprechi, le spese inutili, i troppi livelli istituzionali producono uno sperpero enorme di denaro pubblico. Si può cominciare a risparmiare molto con il rigore ed una coraggiosa riforma. È strumentale ogni tentativo di prendere tempo: bisogna cominciare subito per favorire la ripresa”. E’ stato lo stesso Governo a riconoscere questa situazione, come sottolinea uno studio ancora di Confesercenti. Nel recente Documento di economia e finanza si legge infatti che “il nostro è il paese delle tasse, delle troppe tasse. Abbiamo appena segnato il record della pressione fiscale, con il 44% del 2012, e già siamo pronti a superarlo di slancio con l’ulteriore aumento atteso per il 2013 (44,4%). E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: le previsioni ‘tendenziali’ (quelle che diventeranno realtà se non si farà nulla) ci dicono che la ‘maledizione’ del 44% ci accompagnerà (decimo più, decimo meno) almeno fino al 2017.” Indubbiamente le tasse sono una risorsa per lo Stato, che però dovrebbe contraccambiare con i servizi pubblici, quali legge e ordine pubblico, istruzione, salute e manutenzione delle infrastrutture. Tutti campi in cui in Italia si tende a ricorrere a nuovi tagli. Se ci deve essere quindi una corrispondenza fra tasse e servizi, non si riesce quindi a comprendere la realtà italiana: “al primo posto in Europa nel ‘total tax rate’ (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d’impresa e sui consumi), con un 68,3% che ci vede quasi doppiare i livelli di Spagna e Regno Unito e ci colloca bel oltre quello della Germania (46,8%); ai più alti livelli europei quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi fiscali (269): 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania; in coda, fra i paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione, con un valore (0,4) pari a un quarto di quello misurato per la Germania e il Regno Unito”. Confesercenti sottolinea anche come nella “vorace crescita della tassazione, un ruolo nuovo e certamente non secondario è stato rivestito dalla finanza locale. All’ombra del federalismo, si sono registrate abnormi impennate del prelievo. Per fronteggiarle, il cittadino medio ha dovuto impegnare una quota crescente dei frutti del proprio lavoro. Se nel 1990 le imposte locali assorbivano l’equivalente di meno di 8 giorni di lavoro annuale, nel 2002 l’impegno risultava triplicato e nel 2013 finirà per toccare i 26 giorni: una crescita, insomma, di quasi il 250% in poco più di venti anni”.

Justin Bieber dispensa consigli finanziari!

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Gira questo videin rete in cui Justin Bieber dispensa consigli finanziari e chiede alle sue fans di occuparsi dei soldi della famiglia, di parlarne e di esserne informati, perchè non importa sei hai un dollaro o un milione di dollari, se spendi più di quello che hai finirai comunque in bancarotta:

Justin si sà che hai soldi ha dovuto prestare molta attenzione quando ancora non aveva successo. La madre ha dovuto fare veramente molto sacrifici per riuscire a tirare avanti e ora si sente in dovere di dare qualche consiglio. Chiede alle sue fans di fare come lui qualche anno fa: mettere da parte i soldi per comprare solo le cose a cui si tiene veramente. Questa è la prima lezione di una serie di video che si chiama “Life Lessons” a cui sicuramente ne seguiranno altre.

Chi nominerà il Presidente della Repubblica?

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Dopo aver accantonato l’idea di una elezione diretta del Capo dello Stato, spereremmo che almeno fosse il nostro Parlamento a eleggere la più alta istituzione della nostra Repubblica… e se nella forma sarà così, non lo sarà, quasi certamente, nella sostanza! E’ inutile continuare a negare che ci sono uomini, le cui facce sono sconosciute, che hanno messo le mani sull’Europa (basti vedere cosa sono stati capaci di fare in Grecia e come hanno “suicidato” Cipro). Quel potere silenzioso che ha prima imposto l’unificazione, facendocela immaginare come gli Stati Uniti D’Europa per poi rivelarsi una dittatura economico-finanziaria pronta a sacrificare cittadini dell’area mediterranea per mantenere i privilegi dei cittadini del nord Europa.

Quale potrebbe essere quindi un Presidente della Repubblica che non sia scomodo a questi poteri? Probabilmente un Amato, un Prodi o un D’Alema. Uomini che conoscono i meccanismi e che sono pronti a compromettersi per il bene comune dell’Europa. Ma gli italiani veramente voterebbero questi nomi? Sicuramente è impensabile che potrebbero ambire alla carica massima dello Stato se ci fosse stata l’elezione diretta… Sono stati già abbondantemente bocciati in precedenza e di conseguenza i loro nomi vengono indicati da un potere estraneo alla democrazia e che li impone esclusivamente in funzione del progetto euro finanziario che deve fare da apripista al governo finanziario mondiale. Nel silenzio più assoluto delle istituzioni, incapaci di contrastare un potere così forte come quello che si è generato soprattutto in Europa e che ha tolto la sovranità agli Stati, uno di questi uomini verrà eletto come Capo di Stato. Quali sono i requisiti per ambire a questi titoli? Forse proprio Ciampi ne è la personificazione più forte. Entusiasta dell’euro, pronto a svendere l’Italia insieme a Prodi in nome di quella moneta unica che ci ha portato sul lastrico. In tempi più recenti abbiamo avuto Monti,  anche lui prono davanti alla Merkel, vera espressione di questo potere economico finanziario, capace di strangolare gli italiani senza rimorsi per rendere “credibile” il nostro Paese agli occhi dell’Europa. Ma l’Europa è credibile agli occhi degli italiani? A chi importa se gli italiani vogliono una politica diversa? A chi importa alzare la voce in Europa per il benessere dei cittadini? Chi sarà Presidente dovrà garantire solo la piena aderenza al potere nascosto dietro a indici occulti come lo spread o l’indebitamento dello Stato (che ancora oggi non si riesce a capire a quando ammonta… tra esodati non calcolati, debiti contratti con le piccole imprese completamente cancellati dalle stime di Bankitalia e il paniere italiano che contiene beni del tutto superati o inutili per cercare di arginare l’inflazione).

La presidenza italiana sarà quindi scelta dalla Bilderberg.

 Che cosa è il club Bildeberg? E’ una sorta di gruppo di “potenti”, una massoneria all’ennesima potenza che si riunisce durante l’anno, a porte chiuse, e affina le politiche che dovranno guidare gli stati fino al prossimo incontro. E se qualcuno non rispetta le direttive? Semplice succede come in Grecia o a Cipro… Mario Monti che ha partecipato all’ultimo incontro tenutosi a novembre a Roma all’Hotel de Russie ha affermato che “Il club Bilderberg non è una setta segreta. Magari qualche politico italiano ci andasse! Ci aiuterebbe ad uscire da un isolamento politico e culturale italiano”. Negli anni hanno partecipato alle “riunioni” Enrico Letta, Lilli Gruber, Franco Bernabè, Fulvio Conti, John Elkann, Giulio Tremonti, Mario Draghi, Romano Prodi…

Sacerdoti a scuola di finanza per aiutare le famiglie in crisi.

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La crisi economica, non quella delle vocazioni. È l’emergenza, il tema sul quale i preti milanesi chiedono notizie e strumenti per capire i problemi della gente e per aiutarla concretamente. Per questo la Diocesi organizza il primo «corso di economia e finanza» per sacerdoti, diaconi e religiosi. Sono stati i preti stessi a chiedere in Curia un corso di formazione per capire la crisi economica. E i collaboratori dell’arcivescovo Angelo Scola, hanno capito che non basta far ripartire il «Fondo famiglia» che aiuta i disoccupati, ma che bisogna anche mettere in condizione i preti di interagire in modo competente con chi ha perso il lavoro ed ha esaurito i propri risparmi.

Per questo parte un vero e proprio seminario — per ora in tre puntate — con docenti dell’università Bocconi pronti a chiarire ogni dubbio, in modo tale che, anche in chiesa, entrino le nozioni base per capire il momento che il Paese sta attraversando. «Abbiamo pensato questa prima iniziativa perché ce lo chiedevano i responsabili delle comunità pastorali — spiega il vicario episcopale Carlo Faccendini —  Sarà un corso di aggiornamento per offrire parametri più seri, critici e rigorosi per leggere la realtà e per rispondere alle richieste delle persone, evitando giudizi superficiali, entrando dentro il vissuto di fatica di tante famiglie».

Tragedia a largo di Palermo!

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LA Capitaneria di porto e i vigili del fuoco, con l’ausilio di un elicottero della Guardia di finanza, stanno cercando tre diportisti usciti stamane in mare con un’imbarcazione di 5 metri salpata dal porticciolo palermitano della Bandita. I tre erano stati visti rientrare, prima di prendere di nuovo il mare. Da quel momento nessuno li ha più visti. L’allarme è stato lanciato dai parenti. Solo uno al momento è stato ritrovato privo di vita che galleggiava su un salvagente, per gli altri due continuno le ricerche anche se le speranze di trovarli in vita si affievoliscono di ora in ora.

Pranzo, loggia, Cia… e Prodi così sia!

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Un pranzo organizzato da Sergio De Gregorio con il capocentro della Cia a Roma, per parlare di come far cadere il governo Prodi. Presente l’allora ministro della giustizia Clemente Mastella, che mesi dopo abbandonerà il governo di centrosinistra dichiarando di essere vittima di accanimento giudiziario.
Stando al racconto dell’ex senatore idv che ha ammesso di aver ricevuto 3 milioni di euro per far cadere il governo, sarebbe stato in quella occasione, nell’estate 2007, che il capocentro della Cia avrebbe espresso chiaramente al ministro della giustizia che l’amministrazione americana avrebbe gradito che l’«esperienza» del governo Prodi terminasse.

Che Sergio De Gregorio avesse parlato delle pressioni da parte dell’amministrazione era un fatto noto. Nella richiesta di custodia cautelare che lo riguarda, resa nota nei giorni scorsi, diceva esplicitamente che quando l’estate scorsa incontrò il senatore Marcello Dell’Utri gli raccontò «dell’intervento con gli americani per mandare a casa Prodi».

Ora che gli atti allegati alla richiesta sono stati messi a disposizione dei membri delle vecchie giunte di Camera e Senato, però, quel verbale omissato comincia a circolare. E il racconto fatto ai pm di Napoli che lo accusano di corruzione in concorso con Silvio Berlusconi è molto preciso: «Nell’estate del 2007 organizzammo un pranzo tra me, De Chiara, Mastella e Gorelick (capocentro della Cia a Roma dal 2003 al 2007) – spiega – Gorelick disse chiaramente a Mastella che l’amministrazione americana avrebbe mostrato riconoscenza a chi avesse messo fine ad un’esperienza del genere», sottinteso, ma il passaggio è esplicito, il governo Prodi.

Davanti a quelle richieste, Mastella avrebbe detto di non essere interessato per poi lasciare la tavola. Ma è un fatto che alcuni mesi dopo a gennaio del 2008 annuncerà le sue dimissioni dalla carica, motivate dalla “mancata solidarietà politica” da parte del centro-sinistra rispetto alla vicenda che lo vedeva indagato portando così alla fine del governo Prodi.
Il racconto di De Gregorioi, tira fuori dagli archivi un nome dimenticato: Enzo De Chiara italoamericano nato ad Aversa, rappresentante in Italia del partito repubblicano, che negli anni novanta vantava un’amicizia personale con Bill Clinton. L’inchiesta della procura di Aosta che lo tirava in bsllo, chiamata Phoney money, ipotizzava l’esistenza di una “nuova P2” che avrebbe riunito boiardi di Stato, alti gradi di polizia e Guardia di Finanza, faccendieri, uomini della Cia, con la copertura di ambienti della massoneria. De Chiara, definito allora «amico dell’amministrazione americana» ne avrebbe fatto parte anche come rappresentante in Usa dell’allora società telefonica Stet.
Ma Mastella cosa ne pensa?
Mastella dice di ricordare quel pranzo: «Era una colazione, rimasi solo pochi minuti. Non avevo capito che l’americano presente fosse il capocentro Cia (c’è chi dice a sua insaputa, c’è chi non capisce… questi i politici italiani), ma in ogni caso gli dissi di essere soddisfatto del mio incarico al governo». E aggiunge: «Mi stupì il rapporto tra De Gregorio e gli altri presenti». «Questa dichiarazione è una cosa enorme», commenta il deputato radicale Maurizio Turco che tra pochi giorni lascerà l’incarico: «Credo ancor più interessante dal punto di vista della sicurezza dello stato di qualsiasi altra affermazione del senatore De Gregorio».

L’inchiesta Mps si sposta in Svizzera… ed emergono le cause del suicidio di Rossi!

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Ieri i funerali, oggi indiscrezioni e nuove piste per gli inquirenti. Analizzando alcuni aspetti tecnici, quali tabulati telefonici, files sull’hard disk e pen drive, gli inquirenti avrebbero compilato un fascicolo ipotizzando l’istigazione al suicidio. Sembra infatti che David Rossi non fosse a conoscenza della decisione del Cda di avviare una causa civile di risarcimento (circa 1,2 miliardi di euro) contro le banche Nomura e Deutsche Bank. Venuto a conoscenza indirettamente, Rossi si sarebbe confidato con qualcuno, le ipostesi sono le più varie, che a sua volta abbia inviato la notizia al Sole 24ore. A questo punto la banca Nomura invia un fax a Londra per bloccare la giurisdizione inglese e non risarcire Mps.

Al vaglio degli inquirenti ora è il filone principale dell’inchiesta sull’Istituto di credito senese, in particolare sull’acquisizione dell’Antonveneta,  sui derivati tossici, sui meccanismi di controllo politico delle nomine nella Fondazione e della gestione e amministrazione della banca stessa. Ma chi è la vera anima nera di Mps? Sembra che ormai non ci siano dubbi, dovrebbe trattarsi proprio di Gianluca Baldassarri che viene indicato come l’ispiratore dell’associazione a delinquere e colui che avrebbe manovrato il presidente Giuseppe Mussari nonchè l’amministratore delegato Antonio Vigni.
Quello che emerge chiaramente, dopo le ultime settimane di indagini, è quell’accordo politico di divisione dei “posti chiave” all’interno di Mps operato da Pd e Pdl. Una ripartizione studiata a tavolino, in cui la politica è entrata prepotentemente nel sistema bancario sovvertendo completamente le mansioni e sottomettendo la finanza a logiche di partito.

La vera sorpresa è che Baldassari, a cui è stato anche confermato il carcere a Solliciano per associazione a delinquere, truffa e ostacolo alla Vigilanza, è indagato anche in Svizzera per riciclaggio.

E’ notizia delle ultime ore che le autorità svizzere avrebbero congelato le disponibilità economiche dell’ex dirigente Mps e ora la Procura di Siena attiverà le rogatorie per recuperare. Intanto i confini dell’inchiesta si allargano, sotto esame tornano i bilanci di Mps perchè ora da parte dei pm Natalini, Grosso e Nastasi c’è il sospetto ceh altri titoli e altri derivati possano aver provocato ammanchi consistenti nelle casse della banca senese. In particolare si parla di Casaforte, Chianti classico, Nota Italia, Patagonia e Anthracite. Sotto la lente degli inquirenti sono state iscritte anche altre cinque società di intermediazione i cui nomi non sono stati resi noti. Quindi lo scandalo non è più limitato a Lutifin ed Enigma. Si è scoperto anche che Baldassari avesse già in programma di fuggire all’estero e nell’attesa di spiccare il volo aveva preso un alloggio segreto a Milano che non conosceva neppure la sua compagna.

 

Ricchezza e futuro son problemi di lingua!

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Secondo una ricerca fatta dall’Università di Yale e portata avanti dallo studioso di finanza comportamentale Keith Chen, sembra proprio che la nostra lingua influenzi la nostra vita più di quanto noi pensiamo.  Così in quelle lingue, come l’inglese, in cui i tempi verbali sono nettamente divisi c’è una propensione a vedere il futuro come qualcosa di molto distante e non preoccupante… forse qualcosa che neppure ci riguarderà mai! Ci sono invece lingue, come mandarino, malese o yoruba, che il futuro lo esprimono con il presente e quindi cercano di tutelare quel domani sin dall’oggi!

E l’italiano? Beh gli italiani sono grandi risparmiatori. La nostra lingua ci concede anche di pensare il futuro al presente come ad esempio “domani vado lavoro!” Questo, secondo Chen, ci porta a prendere in considerazione alcune misure per tutelarci il domani (come ad esempio investire in titoli sicuri, risparmiare o comprare case).

Ma su questa filosofia lo studioso è stato a lungo criticato inq uanto si ritiene che non sia un problema di lingua, ma intervengono fattori culturali o sociali. A tutte queste critiche Chen ha risposto così: “Ci sono famiglie che vivono una in fianco all’altra, con stessi livelli di educazione, stesso reddito, e anche stessa religione. Ma se c’è una differenza di madrelingua, si trova un atteggiamento completamente diverso di fronte al futuro”.

 

L’America taglia e Standard & Poor’s la grazia!

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Arrivano i tagli alla spesa, quelli tanto temuti, quelli che non è stato possibile frenare. Quei tagli che il presidente americano Obama ha definito “Stupidi e non necessari”. Tagli che andranno a cancellare 750.000 posti di lavoro e che si abbatteranno sull’America come uno tsunami per l’economia.

85 miliardi di dollari tagliati dalla spesa pubblica finoa  settembre.

E le agenzie di rating? Standard & Poor’s? Tutto ok, l’America va avanti: i tagli avranno un impatto limitato sull’economia a condizione che non si prolunghino nel tempo.

Un taglio alla spesa pubblica statunitense di importanza epocale non ha nessun effetto sul lungo termine? La perdita di 750mila posti di lavoro verrà recuperata nel secondo trimestre? Quindi perchè tanta preoccupazione prima, se poi non influisce questa mannaia sul bilancio statunitense?

Pare evidente che le agenzie di rating non sono affidabili, sono solo organismi di potere nelle mani di chi gestisce una dittatura finanziaria e impone le proprie regole al mondo intero. Accordi e scambi di favore, eliminazione di partner finanziari non graditi, poteri decisionali che vengono imposti con la minaccia di default… un’agenzia di rating è solo una dittatura legalizzata che con la forza finanziaria si impone a livello globale.

IN ITALIA NON SAREBBE ANDATA COSI’… ci avrebbero declassato all’istante. Due pesi, due misure, un’unica grande DITTATURA!

 

PROSPETTIVE NERE, NERISSIME PER L’ITALIA!

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Sarà solo terrorismo economico? Saranno previsioni falsate dal voto del weekend? In ogni caso l’Europa si prepara a un 2013 in recessione… nessuna ripresa quindi! In particolare in Italia dove tutte le stime sono state riviste al ribasso e dove l’indice di disoccupazione è dato in negativo fino alla fine del 2014! Non c’è veramente nulla da sperare? L’uscita dal tunnel che avevano previsto si allontana sempre più… o forse c’è la volontà da parte dell’Europa di mettere definitivamente le mani sul nostro Paese come hanno già fatto con la Grecia e la Spagna? Ciò che detesta perplessità sono le continue “interferenze” da parte dell’Europa sul voto italiano, tra smentite e mezze verità, tra intrighi di alta finanza, cadute a picco dei mercati finanziari e volate dello spread, l’Italia sembra sempre più in balia di un Europa prepotente e dittatoriale… Sicuramente quanto di più lontano dagli Stati Uniti d’Europa e da un progetto di collaborazione e solidarietà tra stati che avrebbero potuto davvero dare un esempio al mondo… avrebbero potuto dire BASTA alle guerre finanziarie, alle speculazioni economiche e a tattiche di neocolonialismo. Ma l’uomo è avido e l’Europa è un gigante che strappa la dignità e l’autonomia ai singoli stati.

BENVENUTI IN EUROPA!

I ricattatori della terra: S&P minaccia gli elettori italiani!

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“L’Italia rischia di perdere slancio sulle riforme dopo le elezioni del prossimo weekend”. Lo ha detto Moritz Kraemer di Standard & Poor’s . “Riteniamo – ha spiegato l’analista dell’agenzia di rating – che esista il rischio che, dopo le elezioni del 25 febbraio, possa esserci una perdita di slancio sulle importanti riforme strutturali per migliorare le prospettive di crescita italiane”. MA NON E’ SIMILE A UN AVVISO MAFIOSO? CI FARANNO TROVARE UN CONIGLIO SGOZZATO AL SEGGIO?

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