Il governo è alla frutta e la recessione è finita

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Il governo, nonostante l’ottimismo di Letta, soffre. Sembra che il pasto si sia concluso e sulla tavola siano rimaste solo le briciole delle “larghe intese”. In un clima teso per la Giunta di Palazzo Madama chiamata  a decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi, si apprende la buona notizia che la recessione è finita nel terzo trimestre.

Lo afferma il Centro studi di Confindustria (Csc), che nelle previsioni colloca l’interruzione della caduta del Pil nel terzo trimestre di quest’anno e il ritorno a variazioni positive nel quarto (+0,3%). L’economia italiana è arrivata “al punto di svolta”, anche se la ripresa sarà “lenta”. E probabilmente, come già annunciato mesi fa, senza un sostanziale aumento del lavoro. Ancora in calo l’occupazione che nel quarto trimestre del 2013 toccherà “un nuovo punto di minimo” dall’inizio della crisi, con un milione e 805 mila posti di lavoro (indicati come Ula, Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) in meno rispetto a fine 2007 (-7,2%). La domanda di lavoro ritornerà a crescere “da primavera 2014”. “L’emergenza del mercato del lavoro fatica a rientrare spontaneamente – spiega il Centro studi di Confindustria -, data la lentezza della ripresa”, perciò sono “urgenti provvedimenti sia per innalzare la crescita sostenibile del Paese sia per aumentare l’occupabilità delle persone”. Il tasso di disoccupazione è previsto in leggera frenata, al 12,1% nel 2013 e al 12,3% nel 2014 (dalle precedenti previsioni 12,2% e 12,6%), rimanendo “sostanzialmente fermo ai massimi già raggiunti”.

Migliorano le previsioni sul Pil: le stime diffuse indicano una contrazione dell’1,6% per il 2013 (contro il -1,9% delle previsioni di giugno) ed una crescita dello 0,7% per il 2014 (dal precedente +0,5%). Il centro studi di Confindustria lancia anche un segnale alla politica: “sulla strada della ripresa persistono infatti rischi, interni e internazionali, e ostacoli. Cruciale – aggiunge – è la stabilità politica”.

Secondo le previsioni di Confindustria, la pressione fiscale raggiungerà nel 2013 il valore record del 44,5% del Pil (dal 44% del 2012) e rimarrà molto alta anche nel 2014 (si attesterà al 44,2%). La pressione effettiva, escluso il sommerso, toccherà invece il 53,5% quest’anno e il 53,2% nel 2014.
Per il Centro studi di Confindustria, “deve essere prioritario nella prossima legge di stabilità ridurre l’eccessivo carico fiscale che grava sul lavoro e sull’impresa agendo sul cuneo fiscale e contributivo”. L’associazione degli industriali sottolinea inoltre come “l’azione di un Paese, che deve mantenere i conti pubblici in equilibrio e viene da più di un decennio di decrescita, non può non essere convintamente rivolta ad accrescere la propria competitività”.
E’ una buona notizia? Forse è solo l’ennesimo annuncio che lascerà l’amaro in bocca fra qualche mese? Si può gioire per una ripresa lenta e senza lavoro?
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