Renzi paga tutti: mille euro al mese a disoccupati e precari

renzi-poletti-tuttacronacaIl neo premier ne ha dato l’annuncio ieri: entro 15 giorni sarà pronto una proposta sul lavoro. Nel frattempo, tuttavia, serve pensare anche a chi il lavoro l’ha perso, non l’ha mai trovato oppure prosegue a balzelli come i collaboratori a progetto. L’intenzione del presidente del Consiglio è quella di estendere ai precari i sussidi per chi è senza lavoro. Il requisito è quello di aver lavorato almeno per tre mesi. Una simile manovra, stando a quanto sostiene il quotidiano Libero, costerà allo Stato 1,6 miliardi in più di oggi e quindi il conto arriverà a 8,8 miliardi di Euro. I fondi non dovrebbero rappresentare un problema in quanto sarebbero ricavati dai fondi per la cassa integrazione in deroga. Nel frattempo, il ministro del Lavoro Poletti è al lavoro sul piano da presentare entro quindici giorni. Spiega Libero:

Il programma del ministro si chiama Naspi. Un sussidio di disoccupazione universale, destinato a tutti coloro che perdono il posto. Tutti. Compresi i meno protetti tra i precari: i collaboratori a progetto, oggi fuori da quasi tutti i sostegni. Un assegno da 1000 euro per chi ha perso il posto di lavoro. E’ questa in sintesi la riforma che il governo si appresta a varare. 

Il piano, scrive Libero,  è stato messo a punto nei dettagli

dal politologo Stefano Sacchi e fatto proprio prima dalla segreteria del Pd, poi diventato base di discussione per il governo.  Secondo le previsioni del governo il piano assicurerà protezione anche a quel milione e 200 mila lavoratori, ora per diversi motivi totalmente senza rete, in caso di disoccupazione. 

L’estensione del sussidio

potrebbe essere finanziata con uno spostamento di risorse dalla Cig in deroga, che vale 2,5-3 miliardi annui. Il dossier sarà esaminato nei prossimi giorni anche da Giuliano Poletti. “Ne parlerò con il ministro”, conferma Filippo Taddei, responsabile economia del Pd. “È il piano più ragionevole di tutti, perché include anche gli atipici. E siamo fiduciosi che possa diventare il piano del governo”. Per ottenere il sussidio bisognerà aver lavorato tre mesi, non più necessari i due anni contributivi.

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Le scadenze di Renzi: entro 15 giorno le proposte sul lavoro

renzi-auguri-tuttacronacaPrima i giuramenti della sua squadra, poi i due annunci: una proposta sul lavoro entro 15 giorni e la riforma del fisco entro maggio. “In 15 giorni immaginiamo di dover mettere in campo la proposta sul lavoro che è molto urgente perché ci viene chiesta non solo dalle istituzioni internazionali ma da quel 12 per cento di giovani e cinquantenni che hanno perso lavoro e non riescono a ritrovarlo”, ha annunciato poi Renzi. “Tutti voi sapete che l’Italia ha la possibilità di farcela, di uscire da questa situazione di difficoltà”, ha quindi sottolineato ricordando i “terrificanti” dati usciti oggi sulla disoccupazione in Italia. “La delega fiscale è un passaggio importante, entro maggio la riforma del fisco”, ha aggiunto. E poi il semestre di presidenza italiana dell’Ue che secondo Renzi deve essere un semestre “in cui l’Italia non prende la linea ma prova a raccontare un’altra idea di Europa”.  Il premier ai viceministri e sottosegretari ha poi fatto i suoi auguri: “Vi auguro di essere all’altezza, è l’augurio che faccio a me stesso e che mi lascia inquieto, come è giusto per chi ha responsabilità così grandi. Il mio augurio è che tornando a casa proviate i brividi, un senso di vertigine e di preoccupazione per questa sfida a cui ci chiama il Paese”. “Voglio farvi, farci di cuore gli auguri di buon lavoro, sul nuovo governo c’è un’attenzione significativa nel paese, nei mercati internazionali, nella comunità europea. Vediamo come sia forte la domanda di fiducia speranza, bisogno, certezza con cui si guarda all’Italia. Dovete, dobbiamo essere degni di onore” per gli incarichi ai quali dobbiamo adempiere, ha aggiunto Renzi dopo il giuramento. L’incarico “non deve essere un punto di arrivo come dicono i giornalisti, ma un punto di partenza, o di ripartenza”. E ancora: “L’Italia può farcela” ad uscire dalle difficoltà, “noi non dobbiamo fare meglio di altri governi, dobbiamo dare il meglio di noi stessi. La politica è l’unica risposta alla crisi che la società sta vivendo, psosiamo dare una risposta reale”.

#buonadomenica (di lavoro!) Renzi inizia la giornata via Twitter

governo-renzi-tuttacronacaIl neo premier Matteo Renzi ha dato il via alla sua prima domenica di lavoro con un tweet: “Oggi con Graziano del Rio sui dossier. Metodo, metodo, metodo. Non annunci spot, ma visione alta e concretezza dei sindaci”.

twitterSi prende quindi un po’ di tempo per rispondere a qualche utente, toccando diversi temi. Per quel che riguarda la burocrazia: è “la madre di tutte le battaglie. Significa cambiare mentalità”. A chi gli domanda se utilizzerà il dossier di Nicola Gratteri sulla giustizia, replica che “è uno dei dossier più interessanti, è sul tavolo”. Riguardo la riduzione delle tasse, ricorda che “nella mia esperienza di amministratore le tasse le ho sempre ridotte (Ipt alla Provincia, Irpef al Comune)”, ma non si sbilancia: “Niente promesse, ma ci proveremo”. All’utente che lo invita a tagliare la spesa pubblica, Renzi risponde che il dossier Cottarelli “è sul lavoro. Aspettiamo il giuramento del ministro Padoan e ci lavoriamo”. E ancora, sull’economia digitale, a Roberto Sambuco, capo Dipartimento Comunicazioni del ministero dello Sviluppo Economico, che gli fa notare la scarsa attenzione all’economia digitale, il premier dice che “su questo tema resterai sorpreso”. E ancora, a chi lo invita a non deludere le aspettative, specie dei ragazzi, indicando “la responsabilità che sento più forte: l’Italia come terra di opportunità e non di rendita”. Ed ancora sui giovani, all’utente che ricorda al premier Renzi e al sottosegretario Delrio che “in 2 avete 2 mogli e 12 figli! Pensate anche a loro”, Renzi risponde scherzando: “Ottima riflessione. Aggiungo che Graziano in questo campo ha maggioranza e quorum anche da solo”, dal momento che ha nove figli. Infine: “Mi fermo qui, altrimenti passo la domenica su twitter anziché sui dossier. Ma in settimana, dopo la fiducia, riprendiamo il #matteorisponde”.

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Maradona si dichiara vittima e non evasore!

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Non voglio sconti. La sanatoria delle cartelle introdotta con l’ultima Legge di Stabilità non mi interessa perché io sono la vittima di una ingiustizia. Non sono un evasore e non chiedo né sconti né favori ma solo chiarimenti“: così Diego Armando Maradona commenta all’Ansa la possibilità che venga applicata la sanatoria al suo contenzioso

Lo Stato italiano “regala” 29 milioni a Maradona, ne restano solo 10 da pagare!

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Nonostante lo Stato italiano con l’ultima sanatoria inserita nella legge di Stabilità potrebbe abbassare il debito di Diego Armando Maradona con il fisco italiano da 39 milioni di euro a 10 milioni di euro El Pibe de Oro sembra proprio intenzionato a non pagare. In sostanza la sanatoria va a intervenire sugli interessi maturati, che nel caso di Maradona, sono la somma più ingente dell’intera cartella. Per avvalersi della sanatoria l’ex campione di calcio dovrebbe pagare entro il 28 febbraio i 10 milioni cash… naturalmente Maradona non lo farà!

Il finto povero: chiede l’assegno sociale all’Inps e viaggia in Suv

inps-tuttacronacaUn ex imprenditore di 65 anni, residente a Conegliano, in provincia di Treviso, aveva fatto richiesta per ricevere l’assegno sociale di 480 euro mensili. Ma l’Inps, prima di erogare il contributo, ha richiesto alla polizia locale che venissero effettuati dei controlli. E’ così risultato che l’uomo si sposta comodamente in un Suv Mercedes nuovo e abita in una villa di pregio in cui risulta usufruttuario. Ancora, ha a disposizione diversi beni, come altre proprietà e un’azienda in Germania. Agli uomini della polizia locale, quando hanno chiesto per quale motivo avrebbe presentato l’istanza, il finto povero ha risposto con ingenuità: “un amico mi ha detto che ne avevo diritto e allora ho presentato la domanda”. L’uomo, del resto, è un pensionato e ogni bene, suv e azienda in Germania inclusi, è intestato ai figli. Ma il Comandante della polizia locale ha precisato: “Ma ha un buon tenore di vita. Per questo, quell’assegno sociale non gli serve”. Ora il fascicolo si trova sui tavoli dell’Inps, che potrebbe anche procedere penalmente nei confronti dell’uomo. Ma prima, sarà tutto da accertare, e questo passo spetta proprio all’Istituto nazionale di previdenza sociale. “Bisognerà capire se effettivamente si tratta di un atteggiamento superficiale, o di un atto fraudolento voluto: c’è una grande differenza. L’importante – conclude il comandante – è che, soprattutto in questi tempi, non gli sia stato dato qualcosa di cui non ha bisogno”.

Angiola Armellini, la signora delle 1243 case: “Non sono ricca”

angiola_armellini-tuttacronacaE’ stata ribattezzata “la signora delle 1243 case” Angiola Armellini, erede dell’impero immobiliare creato dal padre Renato negli anni Sessanta. La donna, accusata di evasione fiscale per circa 2 miliardi di euro, intervistata da Repubblica si difende:  “Non posso aver nascosto al fisco un patrimonio di 2 miliardi di euro, perché non ho simili ricchezze. È la Guardia di Finanza ad affermare che possiedo un patrimonio di circa 200 milioni di euro”. E spiega: “Sono titolare di quote in società immobiliari, che espongono in bilancio il patrimonio. Gli immobili non possono essere fantasmi. Le mie società hanno circa 1.200 appartamenti a Ostia, tre alberghi e qualche palazzo che ospita uffici”. E prosegue: “Secondo la Finanza ogni anno, per dieci anni, avrei dovuto indicare il mio patrimonio nella mia dichiarazione, perché le holding sono in Lussemburgo: quindi 200 milioni per dieci anni fa 2 miliardi”. Sulla scelta di mettere la residenza all’estero sostiene la motivazione della sicurezza: “Non è vero che ho fissato la mia residenza all’estero per motivi fiscali, ma per motivi di sicurezza, avendo subito personalmente un tentativo di sequestro e mio padre un sequestro durato nove mesi. Alla fine ho dovuto scegliere e sono tornata definitivamente”. 

Fisco: si va verso l’accordo con la Svizzera

fabrizio_saccomanni-tuttacronacaE’ il ministro dellEconomia Fabrizio Saccomanni a rendere noto che l”accordo a cui l’Italia lavora con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati illegalmente verso l’estero è “vicino” e i colloqui con il governo elvetico sono andati “bene”. Il ministro, che si trova a Davos, dove si tiene il World Economic Forum, ha spiegato tuttavia di non poter ancora “dare una data precisa”.

E per l’evasione fiscale the winner is…

armellini_angiola-tuttacronacaIl detentore del record delle evasioni fiscali? E’ Angiola Armellini, erede di una nota famiglia di imprenditori romani a cui risultano intestati a Roma 1.243 immobili e che avrebbe nascosto al fisco 2 miliardi di euro sparsi in decine di conti esteri. Dalla Guardia di Finanza fanno sapere che si tratta di una “vera e propria imprenditrice“, ora denunciata insieme ad altre 11 persone. La signora appartiene alla nota famiglia del costruttore romano Renato Armellini. E’ di una famiglia colpita da una tragedia, con un rapimento e una morte tragica. L’indagine delle Fiamme Gialle si è protratta per un anno e mezzo ed è stata ribattezzata All Black, “tutti neri”, con riferimento ai miliardi di euro portati all’estero e alle società lussemburghesi che schermavano il nero e che facevano comodo per intestare loro la proprietà del migliaio e passa di immobili della signora.

Maradona vs L’Arena: l’ex calciatore querela il programma condotto da Giletti

Diego_Armando_Maradona_tuttacronacaE’ stato il legale di Diego Armando Maradona, l’avvocato Angelo Pisani, a diffondere una nota con la quale informa che  “Come tanti italiani che pagano il canone Rai per una corretta informazione, oggi, ancora una volta, ho assistito con rammarico e disappunto alla trasmissione di Rai1 (L’Arena, nda) condotta da Giletti nella parte in cui si è parlato scorrettamente e strumentalmente di Maradona, ai soli fini di audience”. Il lega, dunque, annuncia che “tutelerà innanzi ai magistrati competenti ogni diritto del Pibe de oro”. “Sono state ripetute, per ‘strani’ obiettivi, le solite falsità nei confronti di Maradona senza neanche concedere replica. Diego non ha mai diffamato la signora Sinagra né tantomeno è mai stato un evasore fiscale, come dimostrano una sentenza penale ed una della giustizia tributaria, che dichiarano non esser mai esistita alcuna violazione. Parlare senza cognizione di causa ed accusare ingiustamente una persona non è informazione ma grave persecuzione ed è offensivo. Pertanto – conclude l’avvocato – presenterò querela per diffamazione e violazione della leggi sull’informazione, non tanto contro la Rai ma a carico dei responsabili della ‘solita’ trasmissione e degli ospiti”.

La villa della Santanchè a Cortina che è un negozio ai fini fiscali

daniela-santanche-cortina-casa-tuttacronacaE’ Marco Lillo del Fatto Quotidiano a parlare della villa a due piani di Cortina d’Ampezzo dove Daniela Santanchè trascorre le sue vacanze ma che viene classificato, ai fini fiscali, come locale commerciale al catasto e affittato dalla società Visibilia, di cui detiene il 60% (il resto è della società quotata Bioera, controllata dall’ex marito Canio Mazzaro). In sintesi: il conto per quella che si reputava una classica seconda casa di montagna, cioè il canone di locazione pagato alla BazziCase S.a.s. di Cortina, viene ammortizzato come costo per la società e quindi deducibile dal reddito. Lillo è andato a vedere le carte del processo intentato alla Banca Popolare di Milano e al suo ex amministratore Massimo Ponzellini e ha ricavato due elementi che reputa rilevanti: la Bpm concedeva fidejussioni e prestiti a una società, quella della Santanchè, che esibiva fatture non ancora incassate (a inizio 2011 3/4 di fatture non incassate); il canone di locazione di Cortina anticipato da Bpm è registrato per un immobile adibito a locale commerciale. Un negozio, insomma, non una seconda casa da 215 mq. e relativa pertinenza da 75 mq. Interpellata dal Fatto, Santanchè conferma la natura commerciale dell’immobile:

Non c’è nulla di male. Quella casa serve per le cose della società. Non è una casa in cui vado tutti i week-end a sciare. Ho ritenuto fosse giusto perché la utilizzo per le pubbliche relazioni e gli eventi che dobbiamo realizzare per Visibilia. Inoltre mi pare di ricordare con un margine di certezza del 99 per cento che paghiamo solo metà del canone tramite Visi-bilia. Non è una villa ma una casa che ha un piano su strada senza camere da letto dove ho organizzato un incontro con i miei migliori clienti e presto farò un evento per la rivista che edito: Ville e giardini.

Aria di guai giudiziari per Vanessa Incontrada: evasione fiscale

Incontrada-fisco-tuttacronacaVanessa Incontrada è stata raggiunta nei giorni scorsi da un avviso di garanzia, inviato dal procuratore aggiunto milanese Francesco Greco, nel quale viene ipotizzato il reato di dichiarazione dei redditi infedele. Quello che si contesta alla showgirl spagnola è di aver evaso il fisco per l’attività di una società a lei collegata. La somma ammonterebbe a 83mila euro. La Incontrada, che non ha ancora nominato un avvocato di fiducia, è al momento difesa da uno d’ufficio.

L’accordo con la Svizzera ci sarebbe: 12% e perdita di anonimato!

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Sembra che l’accordo ci possa essere per i conti in Svizzera per i quali potrebbe essere richiesto un prelievo del 12% e la perdita dell’anonimato. Così si metterebbe fine alla “fuga” di denaro oltre confine. Questa operazione potrebbe portare nelle casse del fisco 5 miliardi il primo anno e circa 300 milioni ogni anno quando l’accordo sarà a regime… ma forse per l’epoca i presunti evasori avranno sicuramente trovato una nuova via. L’aliquota del 12% sembra tuttavia un bel regalo visto che in Austria o in gran Bretagna le sanzioni sono ben più elevate. Ci sarebbe poi la clausola di perdere l’anonimato e non solo per chi effettivamente avesse il conto intestato, ma anche per chi l’espatrio di denaro all’estero lo ha reso possibile, quindi in prima linea ci sarebbero anche i commercialisti.

Come giustificare però un prelievo così basso agli occhi di chi è sempre stato onesto?

“L’agenzia delle Entrate e il governo sono nella fase finale di preparazione delle misure per il rientro dei capitali –scrive Federico Fubini su Repubblica -, ma non sarà uno scudo fiscale: non è prevista tutela dell’anonimato degli italiani che fino ad ora hanno nascosto i loro soldi in Svizzera. Formalmente non sarà neppure un condono, ma una sanzione (ridotta) dopo una ‘dichiarazione volontaria’ di chi fino ad oggi ha tenuto dei fondi in un paese che tutela il segreto bancario. Di certo però, come le varie misure di scudo, anche questa è destinata a sollevare problemi di equità: in cambio delle informazioni su se stessi e coloro che aiutano gli italiani ad evadere all’estero, chi ha evitato di pagare le tasse finora se la caverà con multe relativamente basse. (…) Marco Cerrato, un avvocato tributarista socio dello studio milanese Maisto e Associati, si aspetta soprattutto ‘trasparenza’: i funzionari del fisco, prevede, ‘vorranno conoscere i meccanismi della fuoriuscita di capitali e i fiduciari che hanno organizzato le strutture off-shore’. È una modalità del diritto civile simile a quella dei collaboratori di giustizia, con sconti sulle sanzioni per chi implica altre persone. Per chi ottiene gli sconti, si tratterà di pagare le imposte sui redditi da capitale degli ultimi quattro/dieci anni (secondo le posizioni) più una sanzione del 9% del patrimonio fiscalmente rimpatriato. È probabile che il prelievo finale sarà appunto del 12%, con fluttuazioni fra il 10% e il 15% in base ai singoli casi. Nell’ultimo scudo di Giulio Tremonti era stato fra il 5% e il 7%. Negli accordi appena conclusi dalla Svizzera con Gran Bretagna, Austria e Germania invece il prelievo fluttua fra il 15 e il 25% del capitale detenuto all’estero, benché in quel caso il contribuente resti anonimo e non c’è quella che di fatto è la delazione al fisco del consulente che lo ha fatto evadere”.

Da condono tombale a voragine abissale!

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Era il 2002 quando Berlusconi e Tremonti decisero il condono fiscale. Ma a 11 anni di distanza si scopre che i condonati non pagarono quanto dovuto e così oggi mancano circa 3 miliari e mezzo di euro. Insomma si è evaso sull’evaso d’altra parte le scappatoie per farlo c’erano tutte. Il condono si considerava infatti effettuato dopo il pagamento della prima rata e a chi optava per più rate non veniva richiesta la fideiussione quindi non vi era certo la “necessità di pagare le restanti quote”.

Se uno dopo la prima rata non pagava più, partiva la solita catena per la riscossione coatta tra Agenzia delle Entrate ed Equitalia; il tizio però nel frattempo non poteva essere accusato per i reati eventualmente commessi né gli si potevano applicare le multe cancellate dal condono.

E Maradona chiama in causa la Loren: “non voglio subire le stesse ingiustizie”

sophia-loren-tuttacronacaLa Corte di Cassazione ha stabilito che Sophia Loren non doveva essere arrestata per evasione fiscale nel 1982 e Maradona, la cui battaglia con il fisco continua a far discutere, chiama in causa proprio l’attrice partenopea: “Sono davvero contento per la signora Loren, adesso spero di contattarla e incontrarla per farmi spiegare come ha fatto ad essere così forte a combattere una battaglia tanto dura contro il mostro fisco, andando persino in carcere per molti giorni”. Secondo Angelo Pisani, legale dell’ex Napoli, el Pibe de Oro, al telefono, gli avrebbe detto: “Quello che non voglio è che mi accadano le stesse ingiustizie e vessazioni che ha dovuto sopportare la signora Loren, perseguitata per 40 anni a causa di una presunta evasione fiscale che poi hanno scoperto essere stato un errore dell’agenzia delle entrate. E la cosa più vergognosa per l’Italia è che la signora Loren, ho sentito e visto in tv, fu persino costretta ad andare in carcere mentre io sono stato già assolto dal 1992”. Maradona spiega ancora: “E la signora Loren è una napoletana che ha dato lustro all’Italia in tutto il mondo. Ecco io amo Napoli e l’Italia, non si può trattare la gente come se fossero tutti delinquenti e poi dopo 40 anni dire scusate abbiamo sbagliato”. Da Dubai, l’ex Napoli ribadisce anche che “non sono un evasore, nonsono un criminale. Guardate bene le carte, non usatemi come simbolo contro l’evasione fiscale”. Poi conclude: “State certi che non mi piegherò mai alle ingiustizie del fisco. Rispetto l’Italia, tutte le istituzioni e i contribuenti italiani. Dico che bisogna pagare le tasse, ma quelle giuste, non quelle che si inventano”.

Sophia Loren vince la causa in Cassazione, per lei fisco soft

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Sophia Loren vince la causa contro il fisco italiano, la Cassazione infatti dà ragione all’attrice. Al centro del procedimento c’era la dichiarazione dei redditi per il 1974. Presentata congiuntamente a quella del marito Carlo Ponti, nella quale si escludeva per quell’anno «l’esistenza di proventi e spese», poiché «per i film ai quali stava lavorando erano sì previsti compensi ma da erogarsi negli anni successivi».

Nel 1980 all’attrice venne notificato un avviso di accertamento, per un reddito complessivo netto assoggettabile all’Irpef per il 1974 pari a 920 milioni di vecchie lire.

La Loren, dunque, usufruendo del condono fiscale previsto dalla legge 516/1982, aveva presentato una dichiarazione integrativa facendo riferimento a un imponibile di 552 milioni di vecchie lire, pari al 60% del reddito accertato, ma il Fisco aveva iscritto a ruolo un imponibile maggiore, pari a 644 milioni, sostenendo che la percentuale da applicarsi fosse quella del 70%, poiché la dichiarazione sul 1974 presentata dall’attrice, doveva considerarsi omessa, perché «priva degli elementi attivi e passivi necessari alla determinazione dell’imponibile».

Le Commissioni di primo e secondo grado avevano dato ragione alla Loren, mentre la Commissione tributaria centrale di Roma aveva dichiarato legittima la liquidazione del condono con l’imponibile al 70%.

Ora la Cassazione dà ragione all’attrice e chiude il contenzioso con il fisco, consentendo che l’attrice paghi tasse ridotte.

“Un sorso su tre se lo beve il fisco”, lo slogan contro l’Iva di Assobirra

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Assobirra, l’associazione che riunisce i produttori della birra, contesta le tasse sulla loro produzione e così lo slogan “un sorso su tre se lo beve il fisco” approda in questi giorni sui maggiori quotidiani italiani. Infatti le tasse sulla birra, come recita la protesta, sono aumentate del “70% in 10 anni e sono tra le più alte d’Europa. Ora aumentano ancora del 35% fino ad arrivare a 45 centesimi di tasse su un euro di birra”.

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Tasse su tasse, l’autunno a suon di scadenze

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Unica incertezza nel calendario del Fisco è la seconda rata dell’Imu per il resto sono scadenze su scadenze, tasse su tasse. Lunedì 30 settembre sarà il “T-day”. A Milano bisogna pagare la tassa rifiuti, ma ci sono anche le scadenze previdenziali come il versamento dei contributi volontari, o la revisione delle auto, in totale le tasse da pagare saranno 49 adempimenti. I soggetti colpiti saranno molteplici:  dai lavoratori dipendenti agli artigiani e commercianti, dai pensionati ai proprietari immobiliari, dai «creditori pignoratizi», agli enti creditizi, dalle Onlus alle associazioni sportive dilettantistiche, dalle società di capitali agli enti senza scopo di lucro. Il fisco e la burocrazia non risparmiano nemmeno il Senato, la Camera, la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale che devono trasmettere alcuni elenchi.

E tutto questo quando si parlava di semplificazione e soprattutto di minor pressione fiscale. Secondo Unioncamere le scadenze amministrative alle imprese sono arrivate a costare ben 22 miliardi l’anno. Come può riprendersi l’Italia? Come è auspicabile una ripresa se l’industria continua ad essere imbottigliata tra scadenze e tasse? Anche assumere un lavoratore ormai sembrerebbe esser diventato un lusso!

 

La Privacy ferma il Redditometro!

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Lotta tra il Redditometro e il Garante della Privacy, per le 35.000 lettere che l’Agenzia delle Entrate ha inviato ai contribuenti. Il Garante non dice “no” al Redditometro ma è un blocco per assicurarsi che prima di chiedere tutti i documenti ai cittadini ci siano i presupposti. In definitiva non deve diventare un “favorisca i documenti”, con i cittadini che si trovano di colpo in balia di un sistema di verifica “astratto”.

Il sistema messo a punto dall’Agenzia delle entrate, ad esempio, segnalerebbe, infatti, come «incongrui» circa 2 milioni di minorenni, colpevoli solo di non dichiarare il reddito necessario a pagare l’affitto. L’Agenzia, infatti, considera un “fitto predefinito” di 700 euro medi per chiunque non sia proprietario di casa o non sia titolare di un contratto di affitto, dunque anche i ragazzi. Perfino sul numero di famiglie esistenti in Italia ci sarebbero scostamenti importanti rispetto ai dati dell’Istat: quasi il doppio dei 25 milioni reali.

La macchina del Redditometro dovrebbe ripartire, anche se non prima della seconda metà di ottobre, una volta fatte le verifiche.

La Stampa scrive:

“E’ stata avviata l’istruttoria per verificare le modalità con cui sono stati individuati i potenziali evasori e sono state calcolate le relative spese sostenute. Il Garante sta inoltre verificando se i dati presenti all’interno della banca dati dell’Anagrafe tributaria siano o meno congrui e dunque di qualità, non essendoci un metodo standard di raccolta e classificazione degli stessi. E’ stata la stessa Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe a far emergere la questione.

Verrebbe quindi messa in discussione anche la Circolare dell’Agenzia dell’Entrate n. 24/2013la quale afferma che i contribuenti sottoposti a verifica e contraddittorio sarebbero stati selezionati esclusivamente sulla base di “elementi certi” ovvero proprio quei dati scaturiti dalle dichiarazioni dei redditi e presenti all’Anagrafe. Il blocco del Garante, si ricorda, arriva dopo numerose sentenze delle Commissioni tributarie che avevano già dichiarato lo strumento di verifica illegittimo, non solo a causa della violazione della privacy del contribuente ma anche perché si basava anche su medie ISTAT che potevano non corrispondere alla realtà.

Bisognerà attendere almeno fino alla metà di ottobre per sapere se il Garante deciderà se dare o meno il via libera alle lettere di richiesta di contraddittorio, il collegio dell’Authority tuttavia ha già esaminato i primi risultati sulla base del dossier inviato prima della pausa estiva dall’Agenzia delle Entrate”.

Il governo è alla frutta e la recessione è finita

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Il governo, nonostante l’ottimismo di Letta, soffre. Sembra che il pasto si sia concluso e sulla tavola siano rimaste solo le briciole delle “larghe intese”. In un clima teso per la Giunta di Palazzo Madama chiamata  a decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi, si apprende la buona notizia che la recessione è finita nel terzo trimestre.

Lo afferma il Centro studi di Confindustria (Csc), che nelle previsioni colloca l’interruzione della caduta del Pil nel terzo trimestre di quest’anno e il ritorno a variazioni positive nel quarto (+0,3%). L’economia italiana è arrivata “al punto di svolta”, anche se la ripresa sarà “lenta”. E probabilmente, come già annunciato mesi fa, senza un sostanziale aumento del lavoro. Ancora in calo l’occupazione che nel quarto trimestre del 2013 toccherà “un nuovo punto di minimo” dall’inizio della crisi, con un milione e 805 mila posti di lavoro (indicati come Ula, Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) in meno rispetto a fine 2007 (-7,2%). La domanda di lavoro ritornerà a crescere “da primavera 2014”. “L’emergenza del mercato del lavoro fatica a rientrare spontaneamente – spiega il Centro studi di Confindustria -, data la lentezza della ripresa”, perciò sono “urgenti provvedimenti sia per innalzare la crescita sostenibile del Paese sia per aumentare l’occupabilità delle persone”. Il tasso di disoccupazione è previsto in leggera frenata, al 12,1% nel 2013 e al 12,3% nel 2014 (dalle precedenti previsioni 12,2% e 12,6%), rimanendo “sostanzialmente fermo ai massimi già raggiunti”.

Migliorano le previsioni sul Pil: le stime diffuse indicano una contrazione dell’1,6% per il 2013 (contro il -1,9% delle previsioni di giugno) ed una crescita dello 0,7% per il 2014 (dal precedente +0,5%). Il centro studi di Confindustria lancia anche un segnale alla politica: “sulla strada della ripresa persistono infatti rischi, interni e internazionali, e ostacoli. Cruciale – aggiunge – è la stabilità politica”.

Secondo le previsioni di Confindustria, la pressione fiscale raggiungerà nel 2013 il valore record del 44,5% del Pil (dal 44% del 2012) e rimarrà molto alta anche nel 2014 (si attesterà al 44,2%). La pressione effettiva, escluso il sommerso, toccherà invece il 53,5% quest’anno e il 53,2% nel 2014.
Per il Centro studi di Confindustria, “deve essere prioritario nella prossima legge di stabilità ridurre l’eccessivo carico fiscale che grava sul lavoro e sull’impresa agendo sul cuneo fiscale e contributivo”. L’associazione degli industriali sottolinea inoltre come “l’azione di un Paese, che deve mantenere i conti pubblici in equilibrio e viene da più di un decennio di decrescita, non può non essere convintamente rivolta ad accrescere la propria competitività”.
E’ una buona notizia? Forse è solo l’ennesimo annuncio che lascerà l’amaro in bocca fra qualche mese? Si può gioire per una ripresa lenta e senza lavoro?

Gelateria chiusa per tre giorni: sanzione di evasione di 1 euro e 50

gelateria-evasione-chiusura-lasmeralda-tuttacronacaResterà chiusa per tre giorni, da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre, una gelateria nel centro di Olbia per una sanzione di evasione fiscale di € 1,50. A raccontare il caso è il sito Olbianova.it che spiega come la proprietaria Mirella Manzotti, residente a Bergamo, abbia collezionato 4 verbali per scontrini non emessi in cinque anni. Fatale è stato l’ultimo, sufficiente a far scattare lo stop deciso dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti: secondo la norma sono sufficienti 4 scontrini non emessi in cinque anni per ordinare il “fermo”. E non importa che l’importo sia esiguo: due scontrini da 1 euro, uno da 6,50 e uno da 1 euro e 50. 10 euro in totale, per una sanzione di 1 euro e 50 tra Iva (al 10%) non versata e spese accessorie. Decretando lo stop, però, lo Stato perderà almeno € 500 di euro, in quanto non incasserà l’iva per il mancato introito del fine settimana della gelateria previsto in circa 6 mila euro. “Io ho protestato presso la Guardia di Finanza di Olbia, che mi ha comminato le multe sugli scontrini, ma mi hanno risposto che loro non possono farci niente e che è troppo tardi. Avrei dovuto fare tutto tramite il tribunale di Milano” ha spiegato la proprietaria 32enne della Smeralda, una delle più avviate gelaterie artigianali della città. La famiglia bergamasca ha aperto l’attività al Corso Umberto 18 anni fa, per ironia della sorte proprio di fianco all’ex palazzo della Finanza. “Già è stata una pessima stagione – ha aggiunto – stiamo in piedi malgrado le perdite che si sommano ogni mese che passa. Beninteso, non voglio nessun regalo e sono pronta a pagare il mio debito ma spostatemi anche solo di 15 giorni la chiusura forzata. Chiudendo tutto questo fine settimana perderemo l’incasso che avrebbe bilanciato le perdite subite!”

Il redditometro entra a regime: già evidenti differenze nord e sud

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Oggi entra in funzione il tanto temuto “redditometro”, cioè quel controllo incrociato tra redditi e consumi che dovrebbe evidenziare la disparità e quindi le evasioni fiscali. Il periodo preso in esame dal Fisco sarà quello degli ultimi 4 anni. Il sistema sarà in grado di ricostruire le spese “certe” per l’Erario, collegato con oltre cento banche dati oltre che a tutti i principali istituti bancari: la soglia che farà scattare l’attenzione e gli accertamenti sarà quella del +20% tra spese sostenute e redditi dichiarati. Già a settembre, secondo i responsabili dell’Agenzia, si potrebbero diramare le prime “convocazioni” di cittadini chiamati a spiegare le sopravvenute anomalie.

 Secondo lo studio del Sole24h,  le dieci provincie italiane meno a rischio-evasione sarebbero:

1. Milano e Bologna
3. Trieste
4. Forlì-Cesena
5. Parma
6. Ancona. Torino, Padova e Vercelli
10. Modena

Mentre quelle più a rischio:

103. Ragusa
102. Agrigento
100. Trapani e Catania
98. Messina e Viterbo
96. Crotone e Caserta
94. Latina e Rieti

Già quindi si evidenzia una spiccata differenziazione tra nord e sud.

Scatta l’operazione fisco da Capri a Portofino, nel mirino i locali dei vip

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Agosto bollente, anzi rovente per i gestori dei locali per vip! Controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate  e da Capri a Portofino, è scattata, tra venerdì sera e le prime ore di domenica mattina, una maxi operazione della Guardia di Finanza.

L’operazione ha riguardato a Capri 15 esercizi tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Portofino e Santa Margherita Ligure 10 locali tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Porto Cervo e Porto Rotondo 14 locali tra discoteche di cui alcune con lido, ristorante e bar inclusi), gioiellerie e spa. A Iesolo e Sottomarina di Chioggia in Veneto i controlli hanno riguardato 26 tra discoteche, ristoranti, bar, gioiellerie e spa. Numerosissime le località toccate dai controlli in Puglia che hanno riguardato 36 esercizi: Monopoli, Molfetta, Bari, Torre a Mare, Margherita di Savoia, Bisceglie, Barletta, Fasano, Ostuni, Mesagne, Peschici, Vieste, Mattinata, Siponto, Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo, Cutrofiano, Taranto, Leporano. Nel mirino del fisco in Sicilia sono invece finiti 5 esercizi tra Taormina, Cefalu’, Catania.​ Per i locali notturni i controlli sono avvenuti in collaborazione con agenti Siae.

I controlli sono stati effettuati dopo aver fatto verifiche preliminari che avevano evidenziato alcune anomalie.

La ghigliottina delle tasse locali: dal ’92 aumentate del 500%

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In poco più di 20 anni le imposte delle amministrazioni locali hanno avuto un incremento di oltre il 500% aumentando da 18 a 108 miliardi di euro. I dati sono stati forniti da uno studio di Confcommercio in collaborazione con il Cer. Nello studio si legge anche che negli ultimi 20 anni , la spesa corrente delle amministrazioni centrali (Stato e altri enti) è cresciuta del 53%. La spesa di regioni, province e comuni è aumentata del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%. Nel complesso la spesa pubblica è raddoppiata.

“Per fronteggiare questa dinamica – sottolinea il dossier – si è assistito a una esplosione del gettito derivante dalle imposte (dirette e indirette) a livello locale con un aumento del 500% a cui si è associato il sostanziale raddoppio a livello centrale. Inoltre, nell’ultimo decennio, risulta quasi triplicata l’incidenza delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef; rilevante, infine, la differenziazione delle singole regioni in base all’incidenza dalla tassazione locale: l’aliquota Irap per un’impresa della Campania è quasi il doppio di quella che deve pagare un’impresa di Bolzano”.

Dopo questa analisi la conclusione di Confcommercio è dunque delle più drammatiche:  “uno degli obiettivi principali del federalismo fiscale, quello, cioè, di mantenere inalterata la pressione fiscale a carico dei contribuenti, è stato del tutto disatteso rendendo, pertanto, sempre più necessario un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo”.
Come può un’impresa sopravvivere durante la crisi se viene ghigliottinata anche dalle tasse locali? A fronte di questi aumenti quali servizi e benefici si sono avuti a livello locale?

Sale ancora la pressione fiscale: 39,2%

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Sembra inarrestabile la corsa della pressione fiscale in Italia,  nel primo trimestre del 2013 sale al39,2%, risultando superiore di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat, diffondendo il conto economico delle Amministrazioni pubbliche. Di solito nei primi tre mesi dell’anno la pressione fiscale risulta meno accentuata rispetto ai trimestri successivi. L’andamento, infatti, nella maggiora parte dei casi è crescente durante i 12 mesi dell’anno, per toccare i massimi nel quarto trimestre. Quindi non possiamo che attenderci dati peggiori? 

Indagato un ex assessore di Cortina… diamanti in nero?

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Ha rassegnato ieri le sue dimissioni Luca Alfonsi presidente della delegazione dall’associazione dei commercianti di Cortina d’Ampezzo. La notizia è stata resa nota dal suo avvocato. Il noto gioielliere ed ex assessore Alfonsi è indagato, infatti, dalla Procura di Belluno con l’accusa di dichiarazione infedele, per non aver emesso la ricevuta nella vendita di quattro brillanti del valore di un milione di euro.

I diamanti, secondo quanto riportano i giornali locali, sono stati ceduti al senatore bresciano, Riccardo Conti del Pdl con un assegno non coperto. Quando Alfonsi avrebbe tentato di incassare quegli assegni senza riuscirci, la vendita sarebbe stata bloccata e il politico avrebbe manifestato l’intenzione di restituire i gioielli.

Quindi il suo legale parla di un’operazione fiscale complessa e il suo assistito è pronto a dare ogni spiegazione.

Ma tra le notizie sul caso, comparirebbe anche un bonifico bancario. Si potrebbe quindi ritenere che Alfonsi non riuscì effettivamente a incassare gli assegni scoperti, ma poi, in un secondo tempo potrebbe aver incassato un bonifico effettuato dallo stesso Conti. Ma queste sono solo supposizioni che devono trovare un corrispondente nelle indagini, quindi al momento il gioielliere ha preferito dimettersi dall’associazione dei commercianti e attende di poter dare spiegazioni in merito a quella vendita.

 

Condanna a 1 anno e 8 mesi per Dolce e Gabbana

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Il giudice della II Sezione Penale del Tribunale di Milano. Antonella Brambilla, ha condannato a un anno e 8 mesi gli stilisti Dolce e Gabbana in relazione a un’evasione fiscale di circa un miliardo di euro, mentre li ha assolti per il reato di dichiarazione infedele, che tra l’altro era entrato in prescrizione, perchè il fatto non sussiste. A entrambi ha poi concesso la sospensione condizionale della pena. Più lieve la condanna rispetto quella chiesta dal pm, di due anni e sei mesi. Altre quattro condanne sono poi state inflitte ad altrettanti imputati, tra i quali Alfonso Dolce, fratello dello stilista. Tutte sono sotto i due anni e con la sospensione condizionale della pena. Un imputato invece, Antoine Noella, è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”. A tutti sono state concesse le attenuanti generiche. Stando alla tesi dell’accusa, sarebbe stata creata nel 2004 una ‘scatola’ di diritto lussemburghese, la società Gado, che risultava essere la proprietaria di due marchi del gruppo, per ottenere vantaggi fiscali. In sostanza, agli stilisti era contestata un’operazione di esterovestizione. Ma il reato riconosciuto dal giudice è relativo a circa 200 mln d’imponibile e non i restanti 800 della contestazione. A marzo, la Commissione tributaria aveva confermato in secondo grado la maxi-sanzione da 343 milioni di euro a carico di Dolce e Gabbana per l’evasione fiscale. Uno dei legali degli stilisti, Massimo di Noia, ha già dichiarato: “leggeremo le motivazioni e impugneremo in Appello”.

Condanna a 2 anni e 6 mesi per Dolce e Gabbana

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2 anni e 6 mesi, a tanto ammonta la condanna richiesta dalla Procura di Milano per Domenico Dolce e Stefano Gabbana, imputati al tribunale di Milano per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione dei redditi. Due sono i reati contestati, di cui uno già prescritto, ai due stilisti per una presunta evasione fiscale da circa un miliardo di euro. Stando al il pm, i due stilisti “furono i beneficiari dell’operazione di esterovestizione attraverso la Gado, società lussemburghese, che aveva solo un piccolo ufficio in un palazzo nel paradiso fiscale, non c’era nessuna struttura perché l’attività vera era tutta in italia.” Il magistrato ha poi invitato i giudici “a uniformarsi al principio della cassazione che aveva annullato l’assoluzione disposta dal Gup spiegando che in alcuni casi l’elusione fiscale è penalmente rilevante”. L’azienda di moda, in merito alla vicenda, ha già chiuso un contenzioso con l’agenzia delle entrate versando 90 milioni di euro in relazione alla società lussemburghese Gado creata nel 2004 e poi riportata in italia e ha tutt’ora in corso un altro contenzioso con il fisco in relazione ai marchi, dove in primo e secondo grado il ricorso è stato respinto e si attende l’eventuale decisione della cassazione.

 

Un tapiro per Greggio? La magistratura indaga sui suoi stipendi…

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Ufficialmente è residente a Montecarlo Ezio Greggio, storico conduttore di Striscia la notizia, motivo per il quale la Rti spa, società del gruppo Mediaset, gli ha pagato lo stipendio con un regime fiscale agevolato. Ma Greggio ha anche una villa a Lesmo, in Brianza, e buona parte dell’anno è impegnato negli studi di Cologno Monzese per le registrazioni del tg satirico. E, come scrive il Corriere, è “difficile immaginare un pendolarismo quotidiano Montecarlo-Milano”. Potrebbe essere quindi una residenza di comodo quella nel paradiso fiscale bergamasco? Gli ispettori del Fisco sembrano sospettarlo, visto che Greggio si è ritrovato sotto inchiesta a Monza, dove i pm hanno ricevuto le informazioni raccolte negli ultimi mesi dall’Agenzia delle Entrate. E’ sempre il quotidiano a spiegare che “L’inchiesta riguarda cifre che superano i 20 milioni di euro accumulate negli ultimi cinque anni, considerando lo stipendio percepito per condurre Striscia, e altre partecipazioni ai programmi Mediaset. Al vaglio dei magistrati, inoltre, è finita anche una società con sede in Irlanda, nella quale sarebbero confluiti parte degli stipendi di Greggio.” Pronta la risposta del conduttore, che ha risposto con una nota ufficiale: “Ma per favore! Da oltre 20 anni risiedo a Monaco, come tutti sanno, e quando lavoro in Italia pago le tasse dal primo all’ultimo centesimo. Si tratta di una non notizia; il volpino non sono io, e parafrasando Totò: io pago, io pago!”.

Il re dei sondaggisti indagato, Renato Mannheimer ha problemi di fisco!

Renato-Mannheimer-indagato-fisco-tuttacronaca

Renato Mannheimer, presidente dell’Ispo, re dei sondaggisti, ospite fisso in talk show politici, oggi ha subito una perquisizione dalla Guardia di Finanza nei suoi uffici. L’indagine è stata svolta dalla procura di Milano e l’accusa sarebbe di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

I finanzieri stanno prelevando negli uffici della società la documentazione di natura fiscale relativa agli ultimi 4-5 anni.

Nell’inchiesta coordinata dal pm Adriano Scudieri sono indagate almeno 5 persone tra responsabili e rappresentanti di società attive nel settore dei sondaggi legate all’Ispo. Dopo avere appreso la notizia della perquisizione, Mannheimer ha commentato: “Non ne so nulla, mai compiuto un reato in tutta la vita”.

La Guardia di Finanza, oltre alla sede dell’Ispo, sta perquisendo a Milano anche lo studio di consulenza commerciale Merlo. Tra i reati ipotizzati dalla Procura di Milano, oltre alla frode fiscale, vi è il riciclaggio, ma quest’ultimo addebito non riguarda Mannheimer.

344 milioni di euro è il credito del fisco con Mediolanum!

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344 milioni di euro. Una cifra da capogiro. Eppure è proprio questa la somma che l’Agenzia delle Entrate ha chiesto a Mediolanum, il gruppo di consulenza finanziaria controllato dalla famiglia Doris e dalla Fininvest di Silvio Berlusconi.
A saltare agli occhio degli ispettori del Fisco sono stati i rapporti con la controllata irlandese Mediolanum International Funds, che si occupa del confezionamento e della gestione dei fondi che poi vengono distribuiti attraverso la rete di promotori del gruppo Mediolanum. L’Agenzia delle Entrate contesta il “livello di retrocessione” – giudicato inferiore ai parametri di mercato – delle commissioni incassate dalla controllata irlandese a Mediolanum Vita e Banca Mediolanum. Il sospetto è che il gruppo mantenga su Dublino una quota incongrua dei propri ricavi, così da sottoporli alla mano più leggera del fisco irlandese: secondo l’Agenzia delle Entrate, l’imponibile sottratto al fisco italiano tra il 2005 e il 2007 ammonterebbe a circa mezzo miliardo.

Il fisco colpisce Dolce e Gabbana!

fisco-dolce-gabbana-tuttacronaca

Dolce e Gabbana perdono il secondo round con il fisco, e sono condannati in appello a pagare una maxi multa da 343,4 mln di euro più interessi. La commissione tributaria di Milano ha confermato la sentenza di primo grado, del novembre 2011, respingendo il ricorso presentato dai legali dei due stilisti e facendo segnare un altro punto a favore dell’Agenzia delle Entrate. La giustizia tributaria, nella sentenza conferma la “condotta di un abuso di diritto posta in essere al solo scopo di procurarsi un vantaggio fiscale”.

Il contenzioso ha origine nel marzo del 2004, quando Domenico Dolce e Stefano Gabbana costuituiscono una società in Lussenburgo, la ‘Dolce & Gabbana Luxemburg sarl, che a sua volta costituisce la societa’ Gado sarl. Quest’ultima acquista dagli stessi stilisti, al prezzo di 360 milioni di euro, alcuni marchi e successivamente, con un contratto di licenza, concede a un’altra società (la Dolce & Gabbana srl) il diritto di sfruttamento dei marchi in esclusiva e dietro il pagamenti di royalties.

Questa serie di operazioni sospette non sfugge all’Agenzia delle Entrate, che nel 2007 mette in moto la sua macchina. Nel 2010 gli 007 del fisco accusano gli stilisti di aver messo in funzione una “cassaforte costituita ad hoc”, cioè la Gado sarl, per “attuare una pianificazione fiscale internazionale illecita finalizzata al risparmio d’imposta”.

Ecco lo stato di terrore… per colpire gli evasori, s’intensificano i controlli

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Conti correnti, depositi, ma anche contratti derivati, fondi pensioni e acquisti di oro e preziosi. Arriva l’Anagrafe dei rapporti finanziari e per gli evasori diventera’ piu’ difficile aggirare il fisco? Probabilmente, no. Fatta la legge, trovato l’inganno! Ma sicuramente diventerà un inferno per chi le tasse le ha pagate e per chi magari vuole solo fare un regalo alla propria fidanzata, moglie o amante.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha firmato il provvedimento che rende operativa l’Anagrafe, rendendo operativo quanto previsto con una delle manovre del passato. I primi dati inizieranno ad affluire a fine ottobre e saranno relativi al 2011. Poi a marzo 2014 quelli del 2012. Quindi di aprile in aprile quelli dell’anno precedente. Insomma già sono previsti tempi lunghi e si ha tutto il tempo, per chi davvero evadere, di nascondere la polvere sotto il tappeto (per dirla in termini bersaniani)!

La lotta all’evasione potra’ utilizzare cosi’ un nuovo e pungente strumento? Probabilmente, prima di rendere davvero operativo questo strumento passeranno anni, per il momento appare solo come l’ennesima violazione della privacy e dell’instaurazione di uno stato di terrore.  In un paese in crisi come l’Italia, in cui le gioiellerie sono stati i primi negozi a sentire il calo dei clienti e soprattutto a dover chiudere i battenti lasciando le famiglie in difficoltà economica, questo strumento non fa altro che acuire ancora maggiormente il disagio di un economia, quella legata ai preziosi, che va verso l’estinzione.

Lo strumento poi ha lacune profonde.  Manca l’indicazione relativa ai controlli sui conti scudati, quelli che nel passato hanno utilizzato la sanatoria per il rimpatrio e la regolarizzazione di fondi esportati illegalmente all’estero. Ma una nota aggiuntiva – assicurano i tecnici – arrivera’ a giorni. A mesi? Ad Anni? Mai?

 

BULGARI HA EVASO IL FISCO PER 3 MLD DI EURO!

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Beni immobili e altre disponibilità per oltre 46 milioni di euro sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nell’ambito di un’indagine che chiama in causa i vertici della holding del lusso ‘Bulgari’, tra i quali Paolo e Nicola Bulgari (già azionisti e soci storici dell’azienda), Francesco Trapani e Maurizio Valentini, rispettivamente ex ed attuale rappresentante legale della capogruppo italiana. Per tutti l’accusa è di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, per aver sottratto al fisco italiano, dal 2006 in avanti, circa tre miliardi di euro di ricavi, attraverso l’interposizione di società con sede in Olanda e Irlanda, create al solo scopo di sfuggire all’imposizione fiscale in Italia.

In barba alle politiche… Maradona pronto a parlare a Napolitano!

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“Non posso forzare nessuno a parlare della mia faccenda ma se il Presidente Napolitano mi vorrà parlare gli spiegherò tutto”. Cosi Diego Armando Maradona a Napoli. Poi scherza anche sulla politica italiana: “però non so chi e” il vostro presidente del Consiglio. E’ Grillo, Berlusconi?”.

“Non ho ammazzato nessuno, vengo a chiedere giustizia”. Lo ha detto Diego Armando Maradona nel corso della conferenza stampa a Napoli. “Dicono che molte volte la giustizia non esiste – ha aggiunto – voglio credere che per me la giustizia esiste. Io sono una vittima”.

E’ il momento di venire in Italia e ironizzare? Un criminale che in un momento così delicato vuole la grazia dal Presidente della Repubblica? Ma arrestarlo immediatamente per vilipendio ed evasione fiscale? BENVENUTI NEL PAESE DELLE BANANE (neppure più repubblica) dove in un momento di crisi finanziaria, con un piede nel fosso, un criminale egocentrico ed un evasore fiscale con precedenti di droga viene osannato e fatto parlare pubblcamente! Ha ammazzato il buon gusto, ha superato ogni buon senso e ha ucciso una buona occasione per restare in silenzio! Assassino vergognati!  Vuole pubblicità? Sponsorizzazioni? Altri soldi per evadere ancora?

Spazzata via da Moody’s la tripla A inglese: ora è AA1

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Era nell’aria da giorni la notizia ed arrivata. L’agenzia internazionale Moody’s ha operato il downgrade del debito sovrano della Gran Bretagna, cui ha tolto la tripla ‘A’. Il rating sulle emissioni e’ stato declassato ad ‘Aa1′ con outlook stabile.
Hanno determinato l’azione di Moody’s la perdurante debolezza sulle previsioni di crescita a medio termine della Gran Bretagna, le difficolta’ sul programma di consolidamento fiscale e l’aumento.

Dove si lavora in nero? A BERLINO!

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Sono circa 8 mln i lavoratori in nero a Berlino.

In Germania, come nel resto d’Europa, le cause che portano imprese e lavoratori nella zona d’ombra che sfugge al fisco e alle casse previdenziali sono da ricercarsi nel carico fiscale eccessivo e nelle ingenti somme dei contributi per il Welfare.

Accordo tra Fip e Agenzia delle Entrate

Accordo tra Federazione Italiana di Pallacanestro e Agenzia delle Entrate. L’accordo prevede lo scambio delle informazioni per verificare l’equilibrio finanziario delle societa’ sportive professionistiche di basket e l’acquisizione dei dati utili alle attivita’ di controllo sulla stabilita’ delle societa’ e sul rispetto degli obblighi fiscali.

Basketball

La Grande Corsa… Adesso anche Monti vuole la riduzione delle tasse!

“So che questo irrita alcuni politici, perchè io dovrei essere crocefisso per sempre come la persona che ha imposto le tasse agli italiani, peraltro dando puntuale esecuzione a programmi che il mio predecessore aveva già stabilito con l’Ue”.Monti_autosospeso

Elusione in “vacanza”! Il 20% non paga la tassa di soggiorno

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Ditte di trasporti truffano il fisco: 11 mln di Iva evasa

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Lo scontrino… Uno sconosciuto! A Firenze su 13 esercizi 12 non lo fanno.

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Nel mirino del fisco finisce Paola Perego!

Problemi sulle accise della benzina del suo yacht.

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Autocertificazioni mediche false: denunciati!

Gli autori del resto falsificacano le certificazioni per avere gratuitamente farmici o per addebitare sul sistema sanitario esami clinici e visite mediche specialistiche.

Hotel chiusi causa tasse! Sarebbero 3mila a rischio.

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Fisco: finalmente l’annullamento automatico delle “cartelle Pazze”

Se, alla protesta del cittadino, gli Enti preposti non danno risposta entro 60 giorni, la cartella si considera annullata.

“Forse” diminuirà l’Irap per le imprese dal 2014. Ma aumenta l’IVA al 22%

Non pensiamo a una tassa sul patrimonio…in questo momento! Così Catricalà

Governo battuto su Equitalia

Il Governo è stato battuto su un emendamento presentato dells Legs riguardante la riscossione delle imposte. Ciò comporta che l’esazione potrà avvenire  tramite un rapporto diretto con  i comuni senza ricorrere ad Equitalia, Questo afferma la Lega favorirà un  rapporto più sereno dei cittadini nei confronti del fisco .

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