L’Europa a due velocità non è una notizia nuova, ma se ci sono «segnali crescenti che l’economia europea ha raggiunto un punto di svolta» anche se «è troppo presto per cantare vittoria» perché «la disoccupazione resta a livelli inaccettabilmente alti», in Italia la crescita è frenata e la disoccupazione si prevede in aumento. Peggiorano le stime Ue sul deficit italiano: a maggio Bruxelles prevedeva un 2,9% nel 2013, e oggi sale invece al 3%, mentre il 2,5% che aveva previsto nel 2014 sale al 2,7%. «Dopo i grandi sforzi del 2012 rallenta la correzione di bilancio», scrive la Commissione che «a politiche invariate» prevede nel 2015 un disavanzo al 2,5%. Nuovo record del debito pubblico italiano, che dal 133% di quest’anno è destinato a toccare quota 134% nel 2014 «anche a causa del pagamento dei debiti della p.a.», è la prospettiva indicata nelle previsioni della Commissione Ue, che vedono una «leggera discesa» al 133,1% solo nel 2015. Peggiora il Pil: dal -1,3% previsto in primavera passa oggi a -1,8%, mentre resta invariata a 0,7% la stima del pil del 2014. «La recessione potrebbe essere al punto di svolta. Dopo una nuova forte contrazione nel 2012-13 l’attività si riprenderà gradualmente nel 2014-15», scrive Bruxelles. «Gli indicatori disponibili suggeriscono che la recessione potrebbe essere vicina a un punto di svolta. La produzione industriale è scesa a luglio e agosto, indicando una nuova moderata contrazione nei risultati nel terzo trimestre. Ma la migliorata fiducia delle imprese dalla scorsa estate, guidata soprattutto da una valutazione positiva degli ordini degli export, lascia prevedere una moderata e graduale ripresa a partire dal quarto trimestre del 2013», scrive Bruxelles.
Insomma l’Europa forse riparte, ma l’Italia resta schiacciata?