Cita Ligabue e parla di ottimismo. Con il carisma che da sempre contraddistingue il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il discorso che ha pronunciato alla festa del Pd è volto a porgere uno sguardo al futuro, senza dimenticarsi delle problematiche che attanagliano l’Italia e il suo partito.
“Io vorrei che il Pd avesse più coraggio” e cita ade esempio la vicenda di Amazon e dell’acquisto del Washington Post, ma allo stesso tempo non nasconde la sua amarezza per il Ddl sul finanziamento pubblico ai partiti, che non è passato prima dello stop estivo dei lavori del Parlamento, e aggiunge:
“Bisogna tornare alla politica e farlo dicendo che non possiamo andare avanti con questi politici. Abbiamo bisogno del partito, ma la vecchia tessera non basta più, in un mondo che è sempre più precario e cambia velocemente, abbiamo bisogno di inventarci un partito diverso che non si basa solo su tessera e appartenenza, certo non basta una pagina Facebook, non bisogna perdere il gusto dell’abbraccio e della stretta di mano. O questo paese rimette in moto la speranza, e questo spetta solo al Pd, o noi siamo condannati a vivere angosciati dal presente e pensando che il nostro futuro sia un enorme rimpianto”.
Poi parla della sentenza Mediaset:
“Il compito del Pd è salvare l’Italia, e per salvare l’Italia si parte da un principio: le sentenze si rispettano, la legge è uguale per tutti. E’ venti anni che stiamo aspettando Berlusconi. Almeno il congresso del Pd possiamo farlo senza di lui”.
E poi manda un saluto e una sfida a Enrico Letta:
“Faccio il tifo per il governo, ma non deve usare il verbo ‘durare’ ma il verbo ‘fare’. Basta con le espressioni in politichese, con le mezze parole: caro Letta vai avanti e fai le riforme per le quali sei stato votato. Ma se non sei in grado, non cercare alibi in chi sta fuori del parlamento. Noi siamo dalla tua parte”.
E chiude il suo intervento citando Alda Merini:
“Io sono altro, io sono altrove”
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