Il popolo della rete è impazzito davanti all’incredibile notizia: un grosso esemplare di squalo sarebbe finito nella rete di un peschereccio all’opera nel golfo di Napoli e sarebbe poi stato portato sul molo del porto del Granatello a Portici divenando così un’attrazione per le persone della zona. Qualche anziano è subito corso al banco del lotto per giocare i numeri: 17, il pesce, 69, la pesca in mare e 72, la meraviglia. Peccato che l’immagine del “mostro” condivisa con gran clamore sui social in realtà mostrasse, come sapevano bene i pescatori vesuviani, che si trattava di un comune pesce pavone. Come ha spiegato al Corriere il maresciallo Ferrara della Capitaneria di porto: “Comune, almeno, per lo specchio d’acqua di fronte al vulcano preso dall’entusiasmo qualcuno deve aver postato su Facebook la foto e la cosa ha fatto subito il giro del web. In realtà però quello non era uno squalo bensì un pesce pavone, nonostante le dimensioni e commercializzabile”. Il pesce pavone, lungo circa due metri, presenta alcune somiglianze con lo squalo ma, oltre a essere meno pericoloso, denota molte differenze: la coda più larga (da cui il nome pavone) e la pinna triangolare. E soprattutto il fatto di poter essere facilmente venduto e mangiato senza infrangere alcuna legge. Continua Ferrara: “Ogni due o tre mesi vengono pescati esemplari come questo. Non c’è niente di preoccupante o straordinario se non il giro rapidissimo della bufala sul web”.