L’Ilva sembra non trovare pace tanto a Taranto quanto a Genova. Nell’area Ilva di Cornigliano, si torna a parlare d’amianto e la paura sale per chi lavora o ha lavorato intorno all’ex centrale termoelettrica dismessa nel 2005. “Dentro ci sono tonnellate di amianto censite”, dice Armando Palombo, delegato rsu Fiom. “Per ora la situazione è sotto controllo, ma la struttura è abbandonata da anni, ogni tanto vengono giù pezzi, non sappiamo se piove dentro, se il cemento armato si stia disarmando. Siamo preoccupati e chiediamo alle autorità di intervenire”.
Come scrive La Repubblica:
Quelle stesse autorità contro cui loro, lavoratori e pensionati Ilva, ma anche di Ansaldo e Fincantieri, hanno protestato qualche giorno fa per le strade della città: chiedono il riconoscimento dei benefici previdenziali proprio per l’esposizione all’amianto, revocati dall’Inail a seguito di un’inchiesta della procura.
A quelle autorità, cittadine e governative, oggi il delegato sindacale Armando Palombo aggiunge dunque l’allarme per le condizioni dell’ex centrale, chiusa ma mai bonificata. “Nell’accordo di programma c’è scritto che devono costruire una centrale nuova, ma stanno latitando sia l’azienda che gli enti locali”
Per l’Ilva, si sa, “c’è un piano industriale nuovo che deve partire da Taranto e coinvolgere Genova e Novi Ligure.
Ma qui abbiamo anche un nostro accordo di programma, votato con delibere in consiglio comunale e consiglio regionale. A questo ci atteniamo noi perché prevede che non ci sia nessun licenziamento, ma un piano di continuità e garanzia di reddito per tutti”.
I lavoratori Ilva di Cornigliano sono 1.750, di cui 1.400 con contratti di solidarietà: i sindacati premono verso un nuovo piano di investimenti. Che non dimentichi la bonifica delle aree abbandonate.