Quei giovani del sud che tornano a migrare

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Chi ha detto che i migranti sono solo quelli che approdano a Lampedusa? Emigrano anche i giovani italiani del sud (e non solo al sud). E’ lo stesso Presidente della Repubblica che analizzando il rapporto Svimez – sull’economia del Mezzogiorno – parla della fuga dei giovani dal Sud affermando “non può che risultare foriero di pesanti conseguenze e inaccettabile per le regioni meridionali” Giorgio Napolitano, ha poi aggiunto “la via da perseguire deve essere quella dell’avvio di un nuovo processo di sviluppo nazionale” che trovi solida base nel Meridione. E’ necessaria quindi “una riqualificazione delle istituzioni, che permetta di superare diffuse inefficienze”.

Che dice il rapporto Svimez?

E’ “un quadro inquietante delle condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno”. Al centro la disoccupazione soprattutto giovanile, ma non solo.

“La zona grigia del mercato del lavoro – spiega lo Svimez – continua ad ampliarsi per effetto in particolare dei disoccupati impliciti, di coloro cioè che non hanno effettuato azioni di ricerca negli ultimi sei mesi. Considerando questa componente, il tasso di disoccupazione effettivo nel centro-nord sfiorerebbe la soglia del 12% (ufficiale: 8%) e al sud passerebbe dal 17% al 28,4% (era stimato al 22,4% nel 2008).

A testimonianza della gravità della crisi, l’ulteriore perdita di posti di lavoro, -2% al sud, -1,2% al centro-nord, che porterebbero, se confermate, in cinque anni, dal 2008 al 2013, a 560mila posti di lavoro persi nel sud (pari al 9% dello stock) e nel centro-nord a 960mila posti persi, pari al 5,5% dell’occupazione totale.

Nel 2012 il tasso di disoccupazione registrato ufficialmente è stato del 17 % al sud e dell’8% al centro-nord, a testimonianza del permanente squilibrio strutturale del nostro mercato del lavoro. I livelli raggiunti, si legge, ci riportano indietro di oltre venti anni, agli inizi degli anni ’90. In aumento anche la durata della disoccupazione: nel 2012 al sud il 60% dei disoccupati si trova in questa situazione da piu’ di un anno.

Gli occupati nel mezzogiorno scendono nei primi mesi del 2013 sotto la soglia dei 6 milioni: non accadeva da 36 anni, dal 1977.
Nel 2012 il tasso di occupazione in età 15-64 è stato del 43,8% nel mezzogiorno e del 63,8% nel centro-nord. A livello regionale il tasso più alto si registra in abruzzo (56,8%), il più basso in Campania, dove lavora solo il 40% della popolazione in età da lavoro. In valori assoluti, la Sicilia perde 38mila occupati, 11mila la Calabria, 6mila la Sardegna, 3mila la Basilicata.”

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