Rudi Garcia non è una primadonna e questo è noto da tempo, ma a Roma si sente esposto. Non ne ha fatto mistero parlando al bar davanti a un caffè con alcuni giornalisti che gli hanno chiesto cosa odiasse di Roma: “Trigoria è come un groviera, piena di buchi. Se vado su internet mentre sono in campo leggo quello che sto facendo. Ma li chiuderemo tutti”, ha risposto il ct giallorosso.
Garcia, che sul campo non teme nessuno, si sente invece assediato e teme una fuga di notizie. Così ha fatto chiudere le serrande di ogni ufficio del centro tecnico e nessuno deve essere neppure a bordo campo. I giardinieri non possono calcare i vialetti che circondano i prati nelle ore in cui si allena la suqadra e gli unici dirigenti autorizzati ad affacciarsi sul terreno di gioco sono i “fedelissimi” del tecnico, il d. s. Sabatini e il d. g. Baldissoni.
Persino i giovani della Primavera sono tenuti lontano, nel timore che i loro occhi curiosi di rubare una finta, un tocco di palla, un modo di calciare ai colleghi adulti, possano rivelarsi indiscreti. I baby giallorossi hanno i loro spogliatoi in fondo al centro sportivo e, abitualmente, raggiungevano il campo d’allenamento a piedi, passando per i viali che costeggiano i campi. A vedere quegli stormi di ragazzini intorno ai suoi campioni, Garcia ha storto il naso. Imponendo ai giovani di raggiungere il campo non attraversando il centro sportivo all’interno, ma passando addirittura da fuori, accompagnati da una mini corriera messa a loro disposizione per gli spostamenti “interni”. Persino il tecnico Alberto De Rossi, tra l’altro papà di Daniele, deve stare alle prescrizioni di Rudi. Un perfezionista ossessionato dalle spie: “Perché se gli avversari sanno quello che facciamo si può perdere una partita”.
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