E’ giallo su Aaron Swartz e ora si apprende anche che il giovane era spiato dai Servizi segreti degli Stati Uniti. Ora dai documenti dei servizi segreti, rilasciati in base al Freedom of Information Act, emerge che l’ufficio dell’agenzia di Boston aveva messo al riparo le carte e la strumentazione elettronica sequestrata durante una perquisizione a casa di Swartz e nel suo ufficio all’Università di Harvard. Gli agenti poi avevano fatto squadra con la polizia locale che invece aveva raccolto le testimonianze dei colleghi di Swartz. Tra questi anche una donna a San Francisco che Swartz avrebbe chiamato dopo il suo arresto, chiedendole di chiamare il suo avvocato per provvedere alla cauzione. Cosa ha spinto Swartz al suicidio il processo o l’essere spiato dai servizi?