Il prof negazionista che viene cacciato dalla Commissione

Damiani-a-Fener

Erano gli anni 2000 quando Franco Damiani, docente padovano con una buona esperienza alle spalle, diviene protagonista di furiose contestazioni al liceo Gritti di Mestre per le sue tesi negazioniste. Sono 5 deputati dell’Ulivo a presentare un’interrogazione parlamentare contro il professore. Il ministro De Mauro mandò un ispettore a scuola, mentre il fronte studentesco si spaccò. In migliaia parteciparono a una manifestazione contro il razzismo e le tesi di Damiani, che fu però difeso da gran parte dei suoi allievi. Alla fine Damiani venne trasferito a Piazzola sul Brenta, dove nel 2004 querelò due genitori che, a suo dire, l’avevano diffamato, oltre ad averlo accusato, al solito, di «negare l’Olocausto degli ebrei». Nel 2009 i genitori furono assolti, ma già dal 2005 Damiani fu spostato al liceo Newton di Camposampiero. E da otto anni a questa parte ha presieduto quattro commissioni d’esame.

E’ di ieri la notizia che Damiani è stato sollevato dall’incarico di presidente della commissione d’esame dopo alcuni commenti scritti sulla sua pagina Facebook che criticavano l’operato dei docenti del liceo Curiel dell’Arcella (Padova), nel quale Damiani era stato chiamato a presiedere la commissione d’esame per le classi 5ª A e 5ª G. L’ufficio scolastico regionale ha poi scelto, su pressione di ragazzi e genitori, di trasferire d’urgenza il professore in un istituto di Montebelluna.

Il professore insorge, rinuncia al ricorso, ma risponde con una lettera all’ufficio scolastico. Difendendo le sue tesi: «È un singolare modo di procedere quello di “spiare” ciò che il docente scrive in uno spazio che è accessibile all’esterno ma che è inteso per lo più come privato. Tuttavia non ho intenzione di ritrattare alcunché di quanto scritto». Ed è qui che ritorna il tema del negazionismo. Il professore spiega di essersi indignato per un seminario proposto dal liceo Curiel nel corso dell’anno su un laboratorio di storia: «Un laboratorio sui negazionismi che si poneva fuori di ogni correttezza metodologica e contenutistica, essendo impostato sulla relazione di una semiologa, la signora Pisanty, che non conosce nulla delle vicende della seconda guerra mondiale. Correttezza e onestà avrebbero voluto che a un laboratorio di storia ci fosse un contraddittorio, in mancanza del quale non si fa cultura ma propaganda». Damiani riuncia all’incarico all’istituto di Montebelluna: «Non avendo mezzi privati, in treno mi è impossibile raggiungere la città trevigiana prima delle 8.47».

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  1. Franco Damiani: quel professore negazionista che ancora insegna | Focus On Israel

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