Zingaretti spiato: trovata microspia nella sala riunioni

nicola-zingaretti-tuttacronacaNella sala riunioni della Regione Lazio in uso al presidente Nicola Zingaretti è stata trovata, nel corso di una bonifica, una microspia artigianale. Zingaretti ha sporto denuncia ai carabinieri e sul caso indaga la Procura di Roma. Il ritrovamento, come informa una nota della Regione Lazio, è avvenuto “sabato nel corso di una periodica verifica a tutela della privacy e della sicurezza degli uffici della presidenza” Nel corso della bonifica “dentro una poltrona della sala riunioni – continua la nota – è stato trovato un complesso apparato elettronico idoneo all’ascolto e alla registrazione e atto alla trasmissione all’esterno”. Come spiega Repubblica, la microspia era dentro una poltrona perfettamente funzionante con un meccamismo di attivazione con un filo rosso che si trovava sulla spalliera che poteva convertire l’ascolto anche dall’esterno. Era collocata nella sala riunione accanto alla stanza di Zingaretti, una sale per sedici persone dove è stato discusso di tutto: dalla centrale unica per gli acquisti alle nomine dei direttori delle asl. Il presidente della Regione ha commentato: “Confido che le indagini facciano luce al più presto su questo ritrovamento inquietante. Da parte nostra continueremo nell’opera di rinnovamento, trasparenza e autonomia a difesa dell’interesse pubblico che abbiamo iniziato sin dal primo giorno del nostro arrivo”.

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Il movimento per la Casa irrompe al Festival di Roma

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Il messaggio lanciato ieri dal Movimento per la Casa era chiaro  “Risposte subito o diventeremo un problema di ordine pubblico”. Oggi il problema arriva all’Auditorium proprio mentre c’è l’attesissimo red carpet per la Ragazza di Fuoco al quale parteciperà anche l’attrice Jennifer Lawrence. In attesa c’erano molti ragazzini accordi proprio per partecipare alla giornata di Hunger Games. l blitz è stato inizialmente bloccato dalle forze dell’ordine, che erano riusciti a bloccare i manifestanti a 200 metri dal red carpet. Quattro camionette della celere hanno impedito l’accesso, ma il corteo del Movimento ha continuato la sua protesta: sono state montate delle tende canadesi ed espressa la richiesta di parlare con il sindaco di Roma Ignazio Marino e il presidente della regione Lazio Zingaretti.

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Sfregio nel parco davanti alla Regione Lazio, alberi “uccisi” con la motosega

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E’ stata una strage per gli alberi del Parco della Garbatella a Roma che nella notte tra sabato e domenica sono stati tranciati di netto con una motosega. Circa 60 giovani esemplari di alberi da frutto sono stati barbaramente abbattuti proprio davanti alla sede della Regione Lazio, sulla via Cristoforo Colombo. La denuncia arriva lunedì dal circolo Garbatella di Legambiente che lo scrive su un cartello appeso all’ingresso del parco: «Distrutti 5 anni di lavoro comune». Unanime l’indignazione delle istituzioni con la promessa del sindaco di Roma Ignazio Marino: «Faremo rinascere il parco e altre nuove aree», e il presidente della Regione Nicola Zingaretti che condanna «il grave atto vandalico che ha devastato un’esperienza significativa come quella del parco e degli orti urbani di Garbatella nella Capitale che, grazie al prezioso lavoro di cittadini, delle associazioni e di Legambiente, ha contribuito ad una nuova stagione per l’educazione ambientale dei più giovani»

Altri soldi dei cittadini romani “gettati alle erbacce” per carenza di controlli e per assenza di educazione… certo i tagli alle forze dell’ordine e all’istruzione stanno dando i loro frutti, anzi li stanno sradicando.

 Non è certo la prima volta che in quella zona il vandalismo colpisce duramente e come ricorda Legambiente:

«all’inizio dell’estate c’erano stati alcuni episodi di vandalismo negli Orti Urbani Garbatella e nel frutteto… Abbiamo fatto la denuncia ai Carabinieri chiediamo ai cittadini di riferire alle Autorità competenti ogni piccolo elemento che possa essere utile alle indagini e di vigilare sui beni comuni. Con il sostegno di tutti faremo tornare il Parco sempre più bello e dimostreremo chiaramente all’autore di questo gesto ignobile che non l’ha avuta vinta. Siamo certi che, con la grande sensibilità ambientale manifestata, la nuova Amministrazione sarà al nostro fianco nella rinascita del Parco accelerando l’iter dei lavori già appaltati e sciogliendo tutti i nodi ancora irrisolti, compresa la sicurezza».

Ladri nella casa del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

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I ladri, nella notte, si sono introdotti nella casa al mare del presidente della Regione Lazio, a Capalbio Scalo, in Toscana. Nicola Zingaretti, la moglie e le due figlie stavano dormendo quando i rapinatori sono entrati in casa passando per una finestra lasciata aperta per il caldo.  I malviventi hanno cercato di prendere tutto ciò che hanno trovato a portata di mano, poi sono entrati anche nei villini vicini e si sono dileguati sparando una raffica di colpi.  Infine, la fuga, a bordo di due Mercedes rubate nel comprensorio lungo la statale Aurelia in direzione di Civitavecchia. I ladri sono stati intercettati dai carabinieri di Tuscania all’altezza di Montalto di Castro, hanno poi abbandonato le auto a Tarquinia facendo perdere le loro tracce.  La refurtiva a bordo dell’auto è stata recuperata.

Zingaretti non si sarebbe accorto di nulla: «Dormivamo – ha raccontato – questa mattina poi i carabinieri ci hanno riconsegnato tutto. A me avevano rubato un Ipad».

Beni confiscati alla mafia: chi li ha intascati?

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Il quotidiano La Notizia riporta una domanda che si pone l’associazione Anfass di Ostia che,  dopo essersi aggiudicata un bando emanato dalla Regione Lazio, non ha ancora ricevuto i quasi 200 mila euro di finanziamenti: “Che fine hanno fatto i fondi destinati alle associazioni assegnatarie dei beni confiscati alla mafia?” e spiega che “secondo l’Anfass, quel pagamento è stato addirittura  bloccato senza che la Regione abbia fornito una spiegazione. Dall’Abecol (agenzia regionale per i beni confiscati alla mafia) nessuna risposta,  nonostante “tre raccomandate, sei solleciti e alcune telefonate con i dipendenti dell’Abecol” come ha detto alla Notizia il direttore generale di Anfass, Stefano Galloni. “La nostra associazione conta 200 lavoratori ed è in grado di prendersi cura di 450 disabili al giorno. Non capiamo perché la Regione ha negato quei finanziamenti che un bando pubblico ci ha assegnato”. I finanziamenti desitnati alle associazioni ammontano in tutto a un milione di euro, ma neppure dal Gabinetto del Presidente Zingaretti, che pure ha tutta la documentazione, arrivano risposte. Eppure è stato lui stesso ad affermare: “Noi non saremo mai omertosi, nè quelli che chiudono gli occhi né quelli che dicono che la mafia non esiste nel Lazio. La mafia esiste, va combattuta e ognuno deve fare proprio dovere”. L’Abecol in quattro anni non ha prodotto nulla ma è costata ai cittadini del Lazio oltre  un milione di euro ed a ora come direttore, per volontà di Zingaretti, quel Luca Fegatelli, che rimasto organo di una Direzione, è stato dirottato dalla giunta di centrosinistra all’Abecol, con uno stipendio aumentato rispetto al suo predecessore. La gara prevedeva che il pagamento ai vincitori avvenisse per via immediata, tramite la Prefettura di Roma e l’associazione ha adempiuto ad ogni formalità relativa all’accettazione del finanziamento anticipando 120mila euro per le  ditte che stanno svolgendo interventi di ristrutturazione: se il regolamento dello stesso bando  non verrà rispettato, si ritroverà in gravi difficoltà economiche a causa di un indebitamento di oltre 900mila euro. “È evidente – ha detto ancora Galloni  – che si sta realizzando un danno rilevante nei confronti di associazioni virtuose. Per la prima mi trovo in una situazione di grande imbarazzo dovendo far fronte anche agli stipendi dei miei dipendenti. Penalizzazione che aumenta i rischi, per enti come Anffas, di prendere in gestione immobili confiscati alla mafia, facendo crollare la fiducia nelle Istituzioni”. Se le associazioni cercano di preservare i beni sottratti alla mafia senza ricevere le dovute risposte, viene naturale chiedersi perchè perseverare a mantenere una struttura regionale che grava pesantemente sulle tasche dei cittadini.

Quella cura che sta uccidendo il paziente: il patto di stabilità

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“Il Patto di stabilità è la cura che sta uccidendo il paziente: stiamo morendo”. Zingaretti non usa mezzi termini per definire la drammatica situazione delle regioni italiane. Anche Nichi Vendola lancia il suo allarme “A Roma non hanno orecchie per ascoltare, sono stufo di avere ragione, non arriviamo vivi al 2014. Siamo di fronte ad una condanna a morte – ha aggiunto il presidente della Puglia – il cappio al collo si è stretto sempre di più e siamo al punto in cui l’osso si sta spezzando. Non possiamo sopravvivere. Bisogna avere il coraggio di dire la verità: l’Europa ha usato la medicina sbagliata, la sofferenza di oggi è figlia delle risposte errate date alla crisi del 2008, ovvero il blocco della spesa”. Per il governatore pugliese, “il governo non può scodellare la minestra, non può inventare risorse che non ci sono. Le politiche depressive minacciano la democrazia e non possono essere contestate in chiave sentimentale e poi essere lasciate intatte. L’Europa ha imboccato, così, la strada della propria dissoluzione”.

E Zingaretti ripete che la “situazione delirante” ed ha chiesto che almeno si escludano dagli obiettivi del Patto di stabilità le spese sui cofinanziamenti per i fondi europei. “Non escludo altre iniziative di mobilitazione – ha affermato – non faremo spegnere i riflettori”.
L’Europa ci sta uccidendo credendo di curarci?

Chiude il San Carlo a Roma!

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«Dopo circa due anni di patimenti, di stipendi non pagati e di continue incertezze, ci mancava solo questo. La sospensione delle attività all’ospedale San Carlo di Nancy alimenta il clima di tensione». Lo dicono il segretario dell’Ugl Sanità Roma e Lazio, Antonio Cuozzo, e il coordinatore dell’Ugl sanità Roma Nord, Antonino Gentile, commentano la sospensione dell’autorizzazione all’esercizio per l’ospedale San Carlo di Nancy decisa dalla Asl Roma E. «Oggi siamo venuti ad incontrare il presidente della Regione Lazio per discutere del blocco della procedura di licenziamento collettivo e di opportunità di rilancio delle strutture del gruppo Idi – aggiungono – e invece ci giunge la notizia della chiusura di un ospedale. Non sappiamo più cosa pensare. La determinazione regionale cui fa riferimento il provvedimento – continuano i sindacalisti – porta la data del 22 marzo, lo stesso giorno in cui avevamo avuto un confronto proprio con Zingaretti, che in quella occasione però non aveva fatto alcun accenno a questa decisione: possibile che non ne fosse a conoscenza? È arrivato il momento – concludono – che Regione e Asl trovino una quadra, perchè ci sono centinaia di lavoratori che non sanno più cosa fare».

Ecco chi ha vinto alle Regionali del Lazio! Alcuni sono impresentabili…

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Sono molti i volti più o meno nuovi che per la prima volta si siederanno nel parlamentino del Lazio in via della Pisana, ma tra i 50 consiglieri (28 di maggioranza e 22 di minoranza) ci sono poche donne, solo 10 (e neanche una tra i 13 eletti del Pd e i 9 del Pdl).

A fare scalpore le bocciature del capolista dei Democratici ed ex parlamentare, Jean Leonard Touadi, e della giornalista tv Livia Azzariti, che era nella Lista Zingaretti. Stessa fine per due politici Pdl: l’ex assessore capitolino, Marco Visconti (Ambiente) e il collega regionale ai Trasporti della vecchia giunta Polverini, Luca Malcotti, al quale per poco più di 200 voti ha soffiato il posto un altro ex assessore di Alemanno, Fabio De Lillo, ultimo degli eletti Pdl nella Capitale. Sogni infranti anche per Fidel Mbanga Bauna (giornalista Rai).

Dalla lista civica per Zingaretti entra alla Pisana una vecchia conoscenza della politica romana, Michele Baldi (ex An e FI), con 13.936 preferenze, e Gianluca Quadrana, ex consigliere comunale dal 2006 con 6.205. A rappresentare Sel c’è Ginetto De Paolis (5.549 voti), originario di Civitavecchia, che è stato consigliere provinciale.

Daniele Leodori, 43 anni, segretario provinciale del Pd originario di Zagarolo, è il neoeletto consigliere del Lazio più votato con 22.693 voti.

Tornano in Consiglio gli ex assessori polveriniani agli Enti locali, Pino Cangemi e Pietro Di Paolo. Tra i banchi del Pdl ci sono pure Mario Abbruzzese (Pdl) presidente del Consiglio regionale uscente, e Olimpia Tarzia. Con loro pure Antonello Aurigemma, assessore ai Trasporti della giunta Alemanno. Vecchia conoscenza della Pisana si è confermato Pietro Sbardella.

I consiglieri scendono da 70 a 50 (come imposto dai tagli ai costi della politica fatti dal governo Monti e confermati da Renata Polverini), i gruppi passano da 15 a 11 (di questi 5 monogruppi). Restano fuori dal Consiglio: Idv, Udc, Fli, Radicali, Mpa, Fds e Verdi.

Zingaretti potrà quindi contare su una maggioranza di 28 consiglieri, di cui 10 del suo listino e 18 conquistati dai partiti della coalizione. Il maggior numero dei seggi va al Pd (13), contro i 9 del Pdl e i 7 del Movimento 5 Stelle (guidato da Davide Barillari) dove figurano anche Silvia Blasi, Gaia Pernarella, David Porrello, Valentina Corrado, Gianluca Perilli e Silvana Denicolò. Tra i 50 consiglieri i 10 del listino collegato a Zingaretti sono: Cristiana Avenali, Daniela Bianchi, Marta Bonafoni, Cristian Carrara, Baldassare Favara, Rosa Giancola, Gian Paolo Manzella, Daniele Mitolo, Teresa Petrangolini e Riccardo Valentini.

REGIONALI AL VIA!

Dominoes

Lazio e Molise, salvo sorprese dell’ultima ora (che come abbiamo visto ieri non sono poi così impossibili dal verificarsi), dovrebbero essere state assegnate rispettivamente a Zingaretti e Frattura. Più incertezza sul voto della Lombardia anche se secondo gli instant poll sarebbe in leggero vantaggio il leghista Maroni, appena dietro il candidato del centrosinistra Ambrosoli.

Zingaretti stravince nel Lazio, lotta in Lombardia sino all’ultimo voto!

regionali elezioni zingaretti

Ecco gli istant poll elaborato dall’istituto Piepoli per la Rai per le elezioni regionali della Lombardia: Ambrosoli (centro-sinistra) forbice 42-44%; Maroni (lega Nord) 42-44%; Albertini 6-8% (coalizione Monti); Carcano (M5S) 6-8%; Pinardi (Fare) 0-1%.

Nel Lazio Zingaretti (centro-sinistra) guida con il52-54%, segue Storace 28-30%. 
Seguono Giulia Bongiorno (Lista Bongiorno) 4-6%, Davide Barillari (M5S) 7-9%; Alessandro Ruotolo detto Sandro 1-2% (Rivoluzione civile-Ingroia); altri candidati 3-4%.

Anche nel Molise il centro-sinistra è avanti con il candidato Paolo Frattura con il 47-49%. Il candidato del centro-destra Angelo Michel Iorio è dato al 26-28%; Antonio Federico (M5S) al 15-17%; Massimo Romano 7-8%, altri candidati 1-2%.

Zingaretti apre ai radicali, ma già pronta alleanza radicali e Storace.

hands passing the batton

4 novembre: Giornata dell’unità nazionale e Forze armate

 

Il presidente della Repubblica Napolitano ha deposto una corona all’Altare della Patria in occasione dei festeggiamenti del 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. Con lui, i presidenti del Senato Schifani, della Camera Fini, e il ministro della Difesa Di Paola. Presenti alla cerimonia anche il prefetto di Roma Pecoraro, il questore Della Rocca, la governatrice del Lazio Polverini, il presidente della Provincia di Roma Zingaretti e il sindaco Alemanno.

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