Il reddito è in flessione ininterrotta dal 2008 e, a causa della crisi, ogni famiglia ha registrato in media una riduzione del proprio potere d’acquisto di oltre 3.400 euro. La dimensione della crisi è tale che, per tornare alle dinamiche di crescita precedenti, bisognerebbe aspettare il 2036. Questo è quanto emerso dall’assemblea di Confindustria… forse l’allarmismo è eccessivo, ma i dati non sono favorevoli.
«Agire tempestivamente. Lo si è iniziato a fare con la sospensione dell’Imu, ma bisogna ora proseguire con un’organica revisione della tassazione degli immobili». Lo afferma il presidente Confcommercio Carlo Sangalli. Revisione per dare «solide fondamenta alla finanza comunale» ma che prenda atto «dell’insostenibilità dell’attuale carico sugli immobili strumentali delle imprese, compresi negozi e alberghi, per i quali va consentita la deducibilità del reddito d’impresa e anche dell’Irap».
E l’Iva? “La decisione non è stata presa, la volontà c’è ma non so se saremo in grado di farlo”
Questa è la notizia che oggi ha iniziato a rimbalzare in rete, portando sconforto e indignazione… Intanto i consumi decrescono ancora, mai così male dall’inizio della nostra Repubblica. Un vortice che non riesce ad arrestarsi e il patto con l’Europa da rispettare… ma siamo sicuri che ci convenga ancora restare in Europa? Potrebbe davvero andre peggio di così?