Lei è una nota attivista per i diritti delle donne e si chiama Ye Haiyan, ma in Cina protestare, si sa, può portare gravi conseguenze. Qualche giorno fa una sua foto aveva riscosso enorme successo e aveva generato una vera e propria campagna, diventata virale, sul web. La donna si era fatta ritrarre con un enorme cartello su cui era scritto: “Preside, chiamami se vuoi andare a letto, lascia in pace i bambini“ riferito al preside di una scuola accusato, insieme a un altro dipendente della stessa, di abusare delle bambine affidate alle sue cure stuprandole.
Quando Ye Haiyan torna a casa ad attenderla ci sono delle persone che, secondo Haiyan, avrebbero cercato di aggredirla. Lei si sarebbe difesa con un coltello da cucina ferendo lievemente tre donne. Naturalmente per il governo cinese, queste persone, erano andate dalla donna per una serie di vecchie storie personali e la stessa attivista in un primo momento le avrebbe accolte in casa e poi le avrebbe ferite.
La donna è stata condannata a 15 giorni di carcere. 15 giorni in cui lei, donna sola con una figlia 13enne non sa proprio come gestire. Così sono insorti gli attivisti denunciando come in Cina nessuno può toccare i pedofili senza finire in carcere.