Sempre più monumenti in Italia sono “imprigionati” dietro recinzioni – che inevitabilmente danneggiano la fruizione da parte dei visitatori e spesso alterano l’armonia della forma architettonica – che evitano che il luogo diventi sede di bivacco o peggio di latrina a cielo aperto. Oggi è la chiesa di San Simeon Piccolo, il primo edificio sacro che si incontra giungendo a Venezia, proprio di fronte alla stazione ferroviaria. I turisti avranno da ora in poi un benvenuto con recinzione, ma d’altra parte non ci sono alternative per preservare i nostri monumenti dalla maleducazione e dallo sfregio di chi, non comprendendo l’arte, la usa solo come rifugio notturno. Una schiera di vagabondi e sfaccendati da tempo avevano trasformato il luogo in una zona, oltre che indecente, anche pericolosa. Così la Curia a è dovuta ricorrere all’installazione di una rete di metallo zincato per proteggere la chiesa nelle ore notturne.
La decisione non è però piaciuta ai visitatori notturni che prima hanno distrutto la recinzione e poi minacciato i residenti. «È un’operazione fatta in numerose città d’Italia – spiega monsignor Fabiano Longoni, delegato del Patriarca per il lavoro, che abita proprio lì accanto – e dovrebbe essere fatta anche qui, in modo che il luogo sacro non sia violato durante la notte. E poi c’è un problema di sicurezza».