La pioggia su Roma… tra disagi e ironia

sottomarino-tuttacronacaDue giorni di tregua dalla pioggia a Roma e nella capitale si è iniziato a fare il bilancio dei danni con interi quartieri che fanno i conti con allagamenti, frane, trasporti in tilt e blackout. La rabbia si è trasformata in prese in giro nei confronti del sindaco Marino, con i social network che hanno visto spopolare l’hashtag #SottoMarino. E mentre il primo cittadino si prende ancora alcune ore per fornire cifre esatte “data la vastità delle aree colpite e il numero molto elevato di famiglie interessate”, la Regione Lazio ha quantificato in oltre 104 milioni i danni causati dall’alluvione. Osservati speciali restano i bacini del Tevere e dell’Aniene, con l’allerta che ora si sposta al rischio idrogeologico, nonostante i livelli dei fiumi vadano via via abbassandosi. Per il momento, dal Campidoglio sono stati stanziati 10 milioni di euro per interventi di manutenzione stradale, scolastica e per aiutare le famiglie in emergenza. Anche la Confesercenti ha stilato un primo bilancio e parla di danni pari a 5 milioni di euro, circa 15-20 mila per ogni esercizio commerciale.

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Le “Olimpiadi radiattive”, scoppia il caso dopo le vignette

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La rivista satirica francese Le Canard-Enchainé, ha pubblicato alcune vignette satiriche sull’assegnazione delle Olimpiadi a Tokio e in particolare un paio di queste riguardavano il disastro ambientale causato dall’incidente avvenuto nella centrale nucleare di Fukushima. Immediata la reazione del governo giapponese che non ha trovato satiriche le vignette e che ha sollevato un caso internazionale.

In particolare hanno generato l’indignazione nipponica una vignetta che rappresentava  due lottatori di Sumo spaventosamente magri e deformi, con gli arbitri protetti dalle tute anti-radiazioni, le rovine fumanti della centrale sullo sfondo e un presentatore che annuncia “Meraviglioso! Grazie a Fukushima la lotta del Sumo è diventata disciplina olimpica”. La seconda vignetta che ha sollevato polemiche è stata quella che ritraeva due tizi ricoperti dagli stessi scafandri e un detector per le radiazioni a bordo di una vasca: «Giochi olimpici del 2020 in Giappone, la piscina olimpica è già stata costruita a Fukushima».

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Il capo di gabinetto Yoshihide Suga ha annunciato che il governo rivolgerà un reclamo ufficiale alla rivista: «Questo tipo d’immagini satiriche ferisce le vittime del disastro. Questo tipo di giornalismo dà l’impressione sbagliata sulla questione delle acque da smaltire», ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa.

Il Financial Times senza mezze misure: “Cala il sipario sul buffone di Roma”

-1financialtimes-berlusconi-tuttacronacaNon ci va leggero il quotidiano finanziario inglese Financial Times, che nel commentare la conferma della condanna di Berlusconi nel processo Mediaset scrive: “Cala il sipario sul buffone di Roma. Dopo il verdetto, il Senato dovrebbe cacciare Berlusconi”. E ancora: “Se avesse un briciolo di onore, ora si dimetterebbe, risparmiando così ai suoi colleghi senatori l’imbarazzo di dover cacciare un ex primo ministro”.

Adele Gambaro: il giorno della votazione

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Il senso delle parole di Adele Gambaro davanti ai parlamentari del suo gruppo è chiaro: si dice dispiaciuta perchè non aveva intenzione di nuocere al gruppo che lavora in Parlamento ma non ha intenzione di scusarsi nè di dimettersi. Già in precedenza aveva parlato a Palazzo Madama: “Vi concentrate sulle mie parole, ma nessuno parla delle reazioni di Beppe Grillo, che sul blog contro di me ha scritto tre post violentissimi”. E rivolta a Crimi: “Un mio sms indirizzato a te è stato pubblicato, è venuto a mancare il rapporto di fiducia”. L’ex capogruppo respinge l’accusa: “Sul blog di Beppe non c’è nulla di quello che mi hai scritto”. Non si alzano i toni durante la riunione, rigorosamente trasmessa in diretta streaming. Ma le discussioni interne comunque persistono: Sara Paglini: “Adele è solo la punta di un iceberg di un gruppo di persone che ci stanno sparando dall’interno”. Il riferimento più immediato è a Paola Pinna, che aveva già dichiarato il suo essere pronta a confluire in un altro gruppo in caso la Gambaro venisse espulsa. Elisa Bulgarelli presenta la sua critica a quanto accaduto in questi giorni: “Non sono stata d’accordo con quel che ha detto Adele, ma nemmeno con le reazioni di Crimi, di Nicola Morra e di Riccardo Nuti. C’è stata un’escalation di toni che non ci ha fatto bene”. La domanda che viene posta alla senatrice è perchè si sia rivolta alla stampa. Lei chiarisce: “Ho chiamato più volte Beppe gli ho mandato sms. Mai nessuna risposta. Alessandra Bencini cita il centralismo democratico e si domanda: “Uno vale uno, ma in questo momento qualcuno vale un po’ di più e qualcuno un po’ di meno?”. Maurizio Romani: “Sono contrario alla gogna mediatica, e non mi fido della rete, c’è molto risentimento”. Il dibattito si sposta poi sul termine “espulsione”. Crimi prova ad alleggerire l’importanza del loro voto: “Non voteremo l’espulsione, voteremo se rimettere alla rete la decisione, altrimenti tradiamo uno dei nostri principi fondamentali”. Ma c’è anche chi non ci sta a far passare il messaggio che chi vota per la collega lo faccia contro la rete e spiega che si tratta solo di un primo voto, poi ci dev’essere quello del web, ma sempre di espulsione si tratta. Perplesso Luis Orellana: “Mi sembra una forzatura clamorosa – dice uscendo – si vota sull’espulsione, non sul rimettere la decisione alla rete. E anche i tempi mi sembrano forzati. Si poteva aspettare la solita assemblea congiunta di fine mese, magari la vicenda si sarebbe sgonfiata da sola”. Dopo le tante parole si passa ai voti: la Gambaro esce e le telecamere si spengono: la trasparenza in questo caso non detta legge. Ad essere contrari all’espulsione sono più o meno una cinquantina e la Bencini difende la collega: “Quale punto del codice ha violato per poter essere espulsa?”. La risposta arriva da Crimi e dalla Bottici: “Abbiamo perso tre mesi a parlare di questioni interne, bisogna dire basta”. Tancredi Turco prova a ribadire: “Adele non ha infranto nessuna regola, non vedo di cosa stiamo parlando, mi verrebbe da andarmene via”. Manlio Di Stefano difende la posizione opposta: “Invece di stare a parlare ogni giorno di dissidenti se c’e’ qualcuno che non e’ d’accordo con il movimento si alzi ora, lo dica, faccia il suo percorso lontano da noi”. E non è detto che qualcuno non colga l’invito. Intanto, in forma ufficiosa, a Quinta Colonna avvisano che in 79 avrebbero votato per l’espulsione, rimandando quindi la decisione alla rete, mentre sarebbero 42 i voti pro-Gambaro.

M5S: tra sanità, possibili spaccature e manifestazioni pro Grillo

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I senatori M5S hanno sottoscritto un disegno di legge costituzionale della collega Paola Taverna, che propone “Modifiche all’articolo 117 della Costituzione, concernenti l’attribuzione allo Stato della competenza legislativa esclusiva in materia di tutela della salute”, ossia, come spiega l’HuffPost, riportare la sanità in mano allo stato. Con tanti saluti al decentramento, all’autonomia regionale, al federalismo fiscale, ma anche alla sperequazione dei servizi delle singole Regioni e ai buchi che gravano sui bilanci delle amministrazioni locali. Nelle motivazioni si legge: “Il presente disegno di legge è volto ad apportare alcune modifiche all’articolo 117 della Costituzione con l’obiettivo di attribuire alla legge statale un ruolo più ampio restringendo l’area della legislazione concorrente. In particolare, per quanto riguarda la tutela della salute, si prevede che spetti alla legge dello Stato non più stabilire i «principi fondamentali», bensì porre la disciplina funzionale”. Pentastellati al lavoro insomma, mentre in questi giorni in molti si domandano cosa accadrà. Il popolo dei fedelissimi di Grillo si è già mobilitato, infatti, per sostenere il leader e via social i militanti sono al lavoro per far circolare una invito per organizzare martedì, davanti alla Camera dei deputati, una dimostrazione a favore del comico genovese. “Martedì 18 – si legge – dalle 9 alle 12 tutti in piazza Montecitorio per manifestare il nostro sostegno a Beppe Grillo e ai nostri parlamentari”. Ma prima bisognerà passare anche per l’assemblea congiunta con i senatori che potrebbe sancire l’avvio della procedura di espulsione della senatrice Adele Gambaro. In quella occasione, se la procedura non verrà sospesa, il nuovo gruppo potrebbe uscire definitivamente allo scoperto. I dissidenti pentastellati, infatti, stanno lavorando già da un po’ allo statuto per formare un nuovo gruppo parlamentare alla Camera: l’impressione è quella che si stia preparando una scissione e, con l’avvio della procedura di espulsione della senatrice Adele Gambaro, tutto è stato accelerato e il testo è ormai quasi ultimato, con un piccolo gruppo che vi lavora alacremente. I deputati “ribelli” spiegano che intendono dare continuità al progetto del M5S ma, aggiungono, “con maggiore attenzione alla gestione della democrazia interna”. Ma servirà raggiungere il numero minimo di 20 colleghi, necessario per la formazione di un gruppo parlamentare alla Camera. Ma la spaccatura interna tra i parlamentari al Senato rischia di estendersi anche a Montecitorio. In tutto questo, è arrivata la denuncia di Riccardo Nuti, capogruppo alla Camera, che parla di un progetto di acquisizione “morale e politica dei nostri parlamentari”. Pronta la risposta del senatore M5S Mario Michele Giarrusso: “Se Nuti ha notizia di una compravendita è suo dovere andare in Procura. Altrimenti sono fatti inventati e mi troverei costretto a chiedere la sua espulsione perché sta diffamando il movimento”. Giornate calde quindi all’interno del MoVimento.

Adele Gambaro batterà Grillo grazie al suo stesso regolamento?

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Il “caso Gambaro” ha solleticato la creatività degli utenti della rete, del resto come si può resistere quando un deputato viene cacciato dal Movimento 5 Stelle perchè ha osato muovere delle critiche nei confronti del Semplice Portavoce? E così l’impressione che il regolamento dei pentastellati sia ancora più arduo di quello del Fight Club: in quel caso era vietato parlarne, ma qui non si può nè parlare, nè pensare, nè, peccato mortale, perdere lo scontrino. A cosa porterà tutto questo? Beh, probabilmente che si avvererà la famosa profezia: “ne resterà soltanto uno”.

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Ma ricapitoliamo cos’è successo: la senatrice aveva affermato, in un’intervista a sky, che ” il problema del M5S è Beppe Grillo”. A questo punto il Semplice Portavoce prima lancia un sondaggio per capire se davvero è lui il problema e poi la invita, in un post di fuoco, ad “uscire quanto prima dal Movimento”, aggiungendo l’accusa di aver pronunciato dichiarazioni lesive nei suoi confronti, “in particolare sulla mia valutazione del Parlamento, danneggiando oltre alla mia immagine, lo stesso MoVimento 5 Stelle”. La risposta è che non uscirà dal gruppo di sua spontanea volontà, nonostante Crimi avesse auspicato che la senatrice “prendesse atto” delle divergenze e ne traesse le conseguenze. Del resto il gruppo non può cacciarla se non vuole rischiare un precedente davvero pericoloso. La Gambaro non è stata cacciata, solo “invitata” ad andarsene e al riguardo il codice di comportamento spiega in che modo sia possibile espellere un parlamentare:

I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza.

Quello del Senato, inoltre, è ancora più specifico:

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Morale: la Gambaro pretende le scuse da Grillo e non se ne andrà nel gruppo misto e il Semplice Portavoce non può chiedere l’espulsione perchè la richiesta è riservata ai parlamentari riuniti e può essere fatta solo da un deputato o un senatore che però rischierebbe di fare la “figura del cattivo”, anche perchè tra le violazioni del regolamento non è elencata la lesa maestà del Semplice Portavoce. C’è chi si attacca a un’affermazione della senatrice nella sua presentazione nei meetup bolognesi: “Penso ad un Parlamentare che nel caso non fosse più in sintonia con il M5S, grazie al quale è stato eletto, la sua base, i suoi principi, semplicemente si debba dimettere”. Sarebbe lecito quindi aspettarsi una simile decisione? No! Perchè la Gambaro ha criticato Beppe Grillo e non il MoVimento, anzi, ritiene che sia il comportamento del Semplice Portavoce a danneggiare il movimento. Lei non ha dunque mai detto di non riconoscersi con i principi grillini. Ma a questo punto non resterebbe che sostenere che lei sia invisa alla base, ma così si creerebbe un precedente di espulsione anche in assenza di violazioni. Quindi: la Gambaro non se ne va, a meno che non venga cacciata, e in questo caso dimostrerebbe che nessuno vale uno e solo Grillo, che non è neanche in Parlamento, comanda. Bisognerà attendere la riunione di questa sera per scoprire se la senatrice è riuscita a gabbare Grillo con il suo stesso regolamento!

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Imu e Iva? Ce le teniamo!

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Il primo ministro Enrico Letta, il ministro della Economia Fabrizio Saccomanni e il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco si sono incontrati ieri a Palazzo Chigi e la conclusione sembra essere una sola: ci terremo l’aumento dell’Iva e anche l’Imu, anche se magari non per tutti, ma il carico fiscale non cambierà nel complesso: i soldi forse ci sono, ma ce ne sono meno. Hanno provato a cercare le risorse necessarie per attuare le riforme necessarie per il pacchetto lavoro, l’Imu e la sterilizzazione dell’aumento Iva. Sono Marco Mobili e Marco Rogari a spiegare che, per loro, la conclusione che si tratta di una strada “in salita, che appare sempre più impraticabile”. Sul Corriere della Sera, Enrico Marro spiega: “Per evitare che l’Iva aumenti dal 21% al 22% dal prossimo primo luglio restano solo tre settimane. Ma il governo non ha ancora trovato una soluzione e a Palazzo Chigi prevale il “pessimismo”. Il rischio che l’aumento dell’Iva, e quindi dei prezzi, scatti è a questo punto concreto. Cancellare la decisione presa dal precedente esecutivo costa infatti due miliardi quest’anno e quattro a partire dal prossimo. Ma per la copertura finanziaria di un intervento del genere il governo non sa come fare. Anche perché altre necessità incombono”.

Per quanto possa fare il nuovo governo, deve comunque adeguarsi alle esigenze del fiscal compact, che vuole un ulteriore miglioramento del rapporto debito/pil e il lungo elenco di necessità di spesa. I 40 miliardi di euro che c’erano li hanno impegnati, fra il 2013 e il 2014, per ridurre il debito della Pubblica Amministrazione con le imprese, privilegiando il Sud. E Saccomanni, a Repubblica, ha spiegato che stiamo pagando anche un anno di disastroso Governo Monti: “In Italia, oltre alle debolezze strutturali, si è avuto un periodo di stasi politica da fine 2012 al nuovo governo: 5-6 mesi che l’Italia non si poteva permettere in questa fase”. Ma il ministro dell’economia spera, per quel che rigarda la riforma Imu, di riuscire a trovare “una soluzione a inizio agosto”. Non esclude infatti che “si possa trovare una rimodulazione dell’imposta che oggi grava sulle fasce più basse del Paese. Le risorse vanno trovate altrove”. Sempre su Repubblica, Roberto Petrini individua due “variabili sul tavolo: la tempistica e le risorse. La questione tempo è essenziale, non solo per far fronte all’emergenza lavoro, ma perché il nodo Iva-Imu va sciolto entro il mese di luglio e, sebbene per la riforma della tassazione sugli immobili il governo si sia dato tempo fino al 31 agosto, la cosa dovrà essere risolta entro l’8 agosto, cioè prima della chiusura per ferie del Parlamento”. Per quel che riguarda le risorse, servono almeno 2 miliarsi per l’Imu, a fronte dei 4 inizialmente previsti, che rappresentano il risultato di una “rimodulazione” che elimini la tassa sulla prima casa per i ceti più deboli e la mantenga sui più abbienti. Al riguardo, è previsto “l’aumento delle detrazioni base da 200 a 400 euro, esentando di fatto in questo modo l’85 per cento dei proprietari e lasciando l’onere del pagamento dell’Imu sulla prima casa sul restante 15 per cento dei titolari delle abitazioni di maggior pregio”. Si aggiunge un altro miliardo per intervenire sull’Imu per i capannoni e altri due ne serviranno per evitare l’aumento dell’Iva. Secondo Petrini, il punto è che “le coperture fino ad oggi usate traballano. […]. Ciò significa che il governo dovrà convincere i tre partiti della maggioranza a prendere il coraggio su due mani e dare il via libera ad una nuova fase di spending review con “parametri obiettivi”. La valutazione è che si possono recuperare 2-3 miliardi nella seconda metà dell’anno con un intervento non lineare ma sulla base di un lavoro chirurgico sul fronte delle spese. Un altro miliardo potrebbe venire dal fondo immobiliare del Tesoro ormai operativo, mentre si sta riaprendo l’intera partita dello sfrondamento delle agevolazioni fiscali. Senza contare che, in cerca di risorse, si sta rivalutando anche il cosiddetto piano Giavazzi per il taglio delle agevolazioni alle imprese pubbliche e private che potrebbe portare circa 800 milioni. Almeno 5-6 miliardi per consentire al governo di andare avanti nell’agenda economica”. Saccomanni dice e torna a ribadire che i soldi disponibili in natura non ci sono e quindi “soldi ci sono ma devono essere tolti ad altri”.

Continueremo ad avere vignette ancora a lungo…

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Brunetta e… la discriminazione d’altezza!

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Si è sfogato durante un’intervista con Aldo Cazzullo, sul Corriere, Renato Brunetta: “Bastaaa!!!”. Il suo problema non è a livello politico, riguarda la sua altezza e lui se la prende con “chi è ossessionato da me”. E qui la lista è lunga: “La sinistra D’Alema mi ha chiamato energumeno tascabile, Furio Colombo mini ministro. La damnatio di Gino Strada, la seggiola di Dario Fo, gli psicologismi d’accatto di Francesco Merlo, per cui la mia politica sarebbe frutto del mio complesso…Basta!!!”. Se ha preso nota di tutti quelli che l’hanno attaccato per il suo aspetto, però, non manca di fare un paragone con un calciatore per spiegare meglio la sua situazione. E infatti l’ex ministro afferma: “Sono come Balotelli, siccome è un vincente gli fanno buu”. Ma il suo sfogo continua, non capisce il perchè della persecuzione nei suoi confronti: “Per la mia altezza? Perché un nano osa pensare e non solo fare la comparsa nei film di Fellini? Osa parlare di tutto e non solo della sua altezza? Osa far politica a tutto tondo e con grinta senza limitarsi a raccontare discriminazioni subite perché povero e basso nel liceo dei signori”. Per avvalorare la tesi, cita anche dei versi di De Andrè: “Il nano è una carogna di sicuro/perché ha il cuore troppo vicino al buco del culo”. Uno sfogo in piena regola quindi, salvo che poi arriva il suo attacco: “Basta con la storia del nano e del complesso che ne avrei derivato. Balle è come dire: quello è così perché è povero, quello ha la faccia da delinquente. Ma siamo pazzi? Così si torna a Lombroso”.

Del resto dell’altezza di Brunetta il web non ha mai smesso di parlare, come dimostrano le vignette proposte dopo la sua affermazione di non aver i soldi per pagare la seconda rata dell’Imu…

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