Bimbo di 8 anni uccide la nonna dopo aver giocato con un videogame

bimbo-uccide-nonna-tuttacronacaIn Louisiana, negli Stati Uniti, giovedì scorso un bimbo di 8 anni ha sparato alla nonna 90enne uccidendola. Inizialmente il ragazzo aveva dichiarato che si era trattato di un incidente mentre stava giocando con l’arma da fuoco. Solo nelle ultime ore le autorità hanno accertato che il bambino ha aperto il fuoco di proposito, sparando alla testa della donna mentre questa guardava la televisione. Pochi minuti prima dell’uccisione, stava giocando a Grand Theft Auto IV con la Playstation, un popolare videogame che negli Stati Uniti è sconsigliato ai minori di 17 anni. Il bambino non rischia alcuna accusa penale perchè la legge della Louisiana esenta i minori di 10 anni da responsabilià penali.

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Caso Sacher: 15enni accusate di omicidio volontario!

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Si tratterebbe di omicidio volontario l’accusa mossa dalla Procura dei minori di Trieste nei confronti delle due 15enni che avrebbero ucciso Mirco Sacher, il pensionato di 66 anni delle ferrovie trovato morto in un campo della periferia di Udine. Su questa base la Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip una nuova misura cautelare di quattro mesi in comunità nei confronti delle ragazzine. Le due quindicenni dovranno rimanere quindi un altro mese – fino all’ otto agosto – nelle strutture in Veneto e Lombardia dove sono ospitate dall’otto aprile. Secondo quanto si è appreso, una volta che dalla Polizia scientifica di Roma giungeranno i risultati degli esami tecnici biologici e sul Dna, le indagini potrebbero essere chiuse.

Occhio a quello che si scrive su Facebook, si rischia il carcere

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Rischia fino a 8 anni di carcere il 19enne che ha lasciato un commento sarcastico su Facebook in una discussione su un videogame. Il ragazzo è in custodia da febbraio e sta per essere accusato di minaccia a sfondo terroristico. Justin Carter, attualmente detenuto nella prigione di Comal County, in Texas, sotto lo stretto controllo delle autorità per l’alto rischio di suicidio,  aveva commentato su social network il videogame online ‘League of Legends’. Proprio in riferimento al gioco un ragazzo lo aveva definito “pazzo e fuori di testa” e Carter aveva risposto “di essere talmente fuori di testa da uccidere tutti i ragazzi di una scuola e poi divorare il loro cuore ancora pulsante”. Il giovane aveva corredato il commento di emoticon scherzosi, ma non è servito a nulla. Perché una donna canadese ha segnalato il commento alle autorità e i genitori del giovane si sono visti piomabre a casa la polizia che ha arrestato Carter con l’accusa di terrorismo.

Il giudice ha stabilito una cauzione di 500mila dollari “Un’assurdita – ha detto l’avvocato di Carter – quando per un omicidio ci sono cauzioni da 150mila dollari”. On line c’è una petizione per liberare Jusin Carter che ha ha già raccolto oltre 35mila adesioni “troppi giovani subiscono arresti o sono in carcere a causa della legge anti terrorismo che impedisce loro la libertà di parola garantita dal primo emendamento” si legge nella petizione.

Anche questa è giustizia?

Svolta nell’omicidio Sacher… sesso, denaro e ricatti.

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Da vittime a carnefici questo l’iter che sembrerebbe essere alla base delle indagini sull’omicidio di Mirco Sacher, il pensionato, ex ferroviere 66enne, amico di famiglia di una delle 15enni che lo ha ucciso. La perizia effettuata sui cellulari delle ragazze ha portato alla luce una scomoda verità. Appena quattro giorni prima di morire Sacher scriveva a una delle 15enni “Grazie, Ci penso ancora. E’ stato bellissimo”. Poi c’è stata la testimonianza di un ragazzino che ha ammesso di aver “comprato” anche lui una prestazione sessuale da una delle due. Ma altri reati stanno pendendo sul capo delle 15enni. Sembrerebbe infatti che qualche giorno prima dell’uccisione di Sacher le ragazze avessero rapinato un anziano. Lo schema, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era semplice: sembrare disponibili, poi derubare i malcapitati e minacciare denunce per violenze sessuali.

Quel 7 aprile, secondo gli inquirenti, i 3 si sarebbero appartati in una strada laterale e le due ragazzine poi sarebbero saltate addosso all’uomo e lo avrebbero soffocato. Omicidio volontario questo è il verdetto della perizia che verrà depositata la prossima settimana.

Il video riporta anche la testimonianza del direttore della scuola frequentata dalle 15enni. La scuola aveva, come più volte è stato ribadito, allertato le famiglie, che le ragazze si sarebbero trovate a rischio bocciatura, a causa dei loro comportamenti e dei profitti.

La tragedia di Boston diventa un videogioco

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“The Boston Marathon 2013, Terror on the Streets”, è questo il nome di un videogame diffuso dal gruppo di bulli della rete “Lolokaust” e presentato tramite un video di lancio che inizia con un “Stanchi di vedere il disastro della maratona di Boston in tv? Ora puoi riviverlo!” Il “gioco” prende spunto dalla tragedia accorsa durante la maratona di Boston, quando l’esplosione di due bombe causarono la morte di tre persone e il ferimento di altre 140. Lo scopo del videogame è di schivare degli ordigni a forma di pentola a pressione che il concorrente incontra lungo il percorso, peraltro insanguinato. Qualora il corridore siacoinvolto nella detonazione, si vede l’omino disintegrarsi, con dovizia di dettagli, mentre sullo schermo appare la scritta “Sei stato fottuto, l’anno prossimo ti andrà meglio”. Ironia fuori luogo, volgarità, mancanza di rispetto e totale ignoranza di cosa significhi avere dignità. Le produzioni di questi troll, come li definirebbe il popolo web, prendono spunto da eventi tragici, nel 2007 fu la volta del massacro del Virginia Tech, si basano su una creatività che ha del macabro e di una volgarità che è un’offesa allo stesso genere umano!

Giallo di Udine. Il punto della situazione: un sms cambia gli equilibri

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Mentre in questura proseguono le convocazioni di amici e conoscenti delle 15enni di Udine coinvolte nell’omicidio del 66enne Mirco Sacher, ritrovato due settimane fa nella zona di via Buttrio, la Squadra mobile della città continua a cercare di far luce sul contesto in cui è avvenuto il decesso e sulla ragione che ha originato la collutazione. Nel frattempo è stato reso noto un altro episodio che ha visto come protagonista una delle due ragazze in compagnia di un’altra amica. Un uomo di mezza età avrebbe consegnato loro del denaro in cambio di non meglio precisate prestazioni, quindi si sarebbe isolato con loro nei pressi di un capannone isolato in periferia. Giunti sul luogo, le adolescenti si sarebbero allontanate con il denaro lasciando l’uomo interdetto. Sono in corso accertamenti, per cercare di determinare eventuali collegamenti con l’aggressione ai danni di Sacher. Gli inquirenti, inoltre, stanno cercando di motivare la scelta di via Buttrio: avendo già trascorso del tempo assieme, e con una casa a disposizione, perché spostarsi verso il campo? Purtroppo i filmati su cui contavano gli investigatori sono meno di quelli previsti: quel giorno, infatti, le telecamere di videosorveglianza della zona erano in fase di manutenzione e non potevano registrare. Altri indizi però non mancano come, ad esempio, i computer delle ragazze e i profili facebook, i cellulari e l’auto usata per la fuga, ma anche la dichiarazione fatta al pm da una ragazza. La sera prima dell’omicidio, avrebbe sentito una delle due 15enni affermare: “I soldi non sono un problema, li recupereremo”. Del resto Sacher era abituato a far piccoli regali alle adolescenti ma, stando alle parole del legale Federica Tosel: “Ma si tratta di piccole cose normali nell’ambito di un rapporto tipo nonno-nipote come quello che c’era tra il pensionato e la mia assistita”. Ma era questo il rapporto che legava l’anziano e le due amiche? E’ di oggi infatti la notizia che, tra gli sms inviati dell’uomo, ne è stato rinvenuto uno dal contenuto esplicito, che comunque non è da considerarsi come una prova decisiva per supportare la pista del ricatto o dell’estorsione, magari a sfondo sessuale, già ipotizzata nel corso delle indagini. Si tratterebbe però di un unico messaggio su questi toni, mentre gli altri confermano che le 15enni si rivolgevano a lui quando avevano bisogno di piccoli favori. Non è però ancora esclusa l’ipotesi che le adolescenti possano aver abusato della bontà dell’uomo, spingendosi troppo in là. Resta il fatto che quell’unico sms porterebbe a escludere la totale “ingenuità” del 66enne rispetto le intenzioni delle due ragazzine. Un gioco pericoloso quindi, le cui regole sarebbero state accettate da entrambe le parti.

Le foto confermano la versione delle 15enni. Sole alla stazione di servizio.

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Le telecamere della stazione di servizio di Arino (tra Venezia e Padova) mostrano la Punto di Mirco Sacher, il 61enne ucciso a Udine. Sono le 18.53 del 7 aprile e al volante dell’auto ci sono le due 15enni ree confesse del delitto. Le ragazze hanno sempre confessato di essersi allontanate dal luogo dell’omicidio da sole, senza l’aiuto di nessuno, ma non sono mai state credute dagli inquirenti che hanno sempre pensato alla presenza di un terzo complice. Queste immagini nell’area di ristoro e a bordo del veicolo confermano la loro versione dei fatti.

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Udine: parla il fidanzato di una delle 15nni. Mistero su uno smartphone.

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L’ex fidanzata di una delle due minorenni che hanno ucciso Mirco Sacher ha rilasciato un’intervista: “Erano circa le 13. Pensavo fossero a casa del padre di una delle due, sentivo voci di persone in casa ma non sapevo dove”. Quindi il giorno dell’omicidio di Sacher la ragazza, ha telefonato al suo ex dicendogli che dopo poche ore sarebbero arrivate. “Una persona stupenda, – continua il ragazzo – non ho mai pensato arrivasse tanto, una ragazza sempre con il sorriso, sempre divertente.Vorrei scriverle una lettera per dirle che sono accanto a lei.”

I cellulari delle due ragazze sono stati messi al setaccio così come i loro profili Facebook, ma quello che gli inquirenti stanno cercando è uno smartphone scomparso, che potrebbe contenere indizi molto importanti.

Le due amiche, nel frattempo sono state trasferite in strutture riservate, una in Veneto e l’altra in Lombardia, dove hanno dichiarato di aver assunto alcol e stupefacenti il giorno del delitto. Le analisi tossicologiche sulle ragazze arriveranno a giorni e gli inquirenti sperano che possa esser fatta luce sullo stato psico fisico nel quale le due adolescenti si trovassero quel giorno.

 

La misteriosa fuga delle 15enni di Udine e le “cattive amicizie”

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Dopo aver ucciso Mirco Sacher le due quindicenni avrebbero guidato l’auto dell’uomo fino a una stazione di servizio, lì avrebbero accettato il passaggio di un automobilista che le ha portate fino alla stazione di Vicenza. Le due minorenni sono salite su un treno in direzione Mestre e scese hanno trovato due giovanni di Pordenone. Proprio ai due ragazzi hanno confessato il delitto agghiacciante.  Ma se i movimenti delle ragazze sono chiari, non lo è il movente. Quel presunto tentativo di  violenza sessuale da parte di Sacher presenta alcuni dubbi e non ha convinto gli inquirenti. Ora si cerca anche in altre direzioni, come ad esempio una natura economica. Forse le due adolescenti ricattavano l’uomo e lui ha reagito? Perché Sacher, sempre parsimonioso in tutta la sua vita, da qualche tempo aveva iniziato a prelevare costantemente soldi al bancomat? A cosa servivano quei prelievi che a volte superavano anche l’importo della sua pensione mensile? L’uomo in banca aveva circa 150 mila euro i risparmi di una vita accantonati attraverso gli anni di servizio che aveva svolto presso le ferrovie. Può essere che qualcuno mirava a sottrargli a poco a poco quella somma? Inoltre una delle due ragazze tempo prima frequentava un ragazzo rom che poi è finito in carcere con l’accusa di estorsione ai danni di un gay. Altre “cattive amicizie” delle due ragazze sarebbero alcuni ragazzi africani ritenuti dalle forze dell’ordine dei piccoli spacciatore di hashish che operano nella zona dell’autostazione, vicini anche a una banda di albanesi arrestati di recente per possesso di cocaina.

Tutti i soldi che Mirco Sacher prelevava in contanti dal suo conto sembrano svaniti nel nulla. Anche gli ultimi 150 euro ritirati da uno sportello dell’Unicredit soltanto alle 9 di mattina di domenica, 6 ore prima che il pensionato morisse, sembrano essersi volatilizzati. Gli investigatori non hanno trovato denaro nell’appartamento di via Strassoldo e nemmeno nella Fiat Punto bianca. Vuoti anche i portafogli dell’uomo e delle due adolescenti che infatti hanno riferito di aver lasciato la macchina all’autogrill perché non avevano soldi per fare il pieno e pagare il pedaggio autostradale.

Tanti quindi sono gli interrogativi e le analisi che gli inquirenti stanno facendo e il Procuratore capo dei minori di Trieste ha dichiarato che ci vorranno come minimo un paio di mesi prima che l’inchiesta si possa chiudere. Ciò di cui ormai sembrano convinti gli inquirenti è che a uccidere Marco Sacher siano state le due minori e che non ci fossero altre persone, maggiorenni, coinvolte nella morte dell’ex ferroviere.

Tuttavia questa versione che fino a ieri era quella accreditata oggi viene sconfessata proprio dal padre di Sonny Rizzetto che dichiara di aver convinto lui le due ragazze a costituirsi e non il figlio insieme all’amico come ipotizzato in un primo tempo. Mentre domenica notte andavano dai carabinieri una delle due adolescenti in auto con il padre di Sonny avrebbe detto: “Non me la sento di parlare con i carabinieri”.

Quindi ancora una nuova versione. Una volta arrivati in stazione a Pordenone, intorno all’una di notte, le ragazze, Sonny Rizzetto e Walter Wisdom avevano incontrato una pattuglia dei carabinieri che, ricevuta la denuncia di scomparsa del padre di Rizzetto, avevano controllato i due ragazzi. A quel punto i quattro avevano preso strade diverse. Sonny era tornato a casa con il padre mentre le due ragazze erano andate in un’altra abitazione in compagnia di Walter. Solo quando Sonny ha riferito al padre il racconto delle due quindicenni, l’uomo ha convinto tutti a rivolgersi ai carabinieri. E’ più probabile che la mattina dopo le due ragazze si sarebbero date alla fuga salendo su un altro treno in direzione della Toscana dove vive il padre di una delle due minorenni e un ex fidanzato.

Intanto è fissato per lunedì un vertice tra gli inquirenti per stabilire quali accertamenti scientifici da disporre sui vari reperti (che al momento sembrano essere la vettura di Mirco Sacher e gli abiti delle 15enni), tra i quali impronte ed esame del Dna. Poi, con molta probabilità gli esami verranno eseguiti a Roma o a Padova. Si pensa anche di fare un calco della dentatura della vittima per stabilire l’evenutale compatibilità con i segno riscontrati sul seno di una delle 15enni.

Le due 15enni del giallo di Udine sono state trasferite fuori regione!

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Sono state trasferite le due quindicenni accusate dell’omicidio di Mirco Sacher. Hanno quindi lasciato la struttura protetta per i minori di Trieste e sono ora in una comunità fuori regione, come aveva disposto il gip Laura Raddino nella sua ordinanza di ieri. Gli avvocati di una delle due ragazze, i legali Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi, hanno gia’ preso contatti con il professor Giuseppe Sartori, ordinario di psicologia all’università di Padova, per una consulenza ”per far riemergere un ricordo indenne da suggestioni”.

Fu tentato stupro? Troppe ombre nella ricostruzione del giallo di Udine

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L’omicidio di Mirco Sacher era subito apparso agghiacciante, ma i particolari emersi nella ricostruzione delle due 15enni lo rendono ancor più allucinante. Negli atti si legge «Una l’ha preso per il collo, l’altra gli ha bloccato le mani… Poi entrambe lo hanno assalito fino al momento della morte di Sacher». Secondo quanto hanno riferito le due ragazze, Sacher avrebbe fino alla fine tentato una reazione arrivando anche a mordere il seno di una delle due 15enni, prima di dire “basta” ed esalare l’ultimo respiro.

Il tentato stupro, ancora però da accertare, sarebbe avvenuto, in un primo momento, in auto dove secondo la ricostruzione  l’uomo «Avrebbe iniziato a toccare le gambe e il seno della 15enne seduta al suo fianco», dopo averle portate in un terreno lontano da occhi indiscreti. Ma perché andare in un parco quando Sacher ha trascorso tutta la mattinata a casa sua con le due ragazzine?  Non poteva abusare nel suo appartamento senza correre inutili rischi in un luogo pubblico?

A quel punto le due 15enni,  infastidite dal comportamento dell’uomo scendono dall’auto e iniziano a parlare a poca distanza. Perché non sono fuggite? Perché non hanno chiesto aiuto?

Di nuovo Sacher avrebbe tentato l’approccio con una delle due. L’uomo scende dall’auto e nella foga fa urtare la testa contro un palo, così che scatta la rabbia omicida. Secondo le visite effettuate all’ospedale Burlo di Trieste vengono riscontrati i segni di un morso al seno, definito ‘pacifico’ dal Gip, e un ematoma alla testa, compatibile con l’urto contro un palo.

Giallo di udine… Ricatto per soldi?

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Domenica mattina. Mentre era alla cassa a pagare alcune bottiglie di vino, Mirco Sacher, avrebbe detto alle due ragazzine «Non voglio che mi mettete più le mani nel portafoglio». Lo ha riferito la cassiera sentita dagli inquirenti come persona informata dei fatti e la frase è riportata nell’ordinanza di convalida del fermo. Il pensionato lo conoscevano tutti come persona molto parsimoniosa, ma negli ultimi mesi l’anziano avrebbe prelevato circa 1300 euro al mese, somme che pareggiavano e a volte superavano l’importo della sua pensione.

«Tali sopravvenute emergenze di indagine – prosegue il Gip – operano nel senso di mettere in dubbio prospettata violenza sessuale nei confronti delle indagate da parte dell’uomo o almeno a metterla in dubbio come motivo unico della colluttazione».
Il magistrato non esclude, «come possibile ipotesi alternativa o cumulativa, quella che la colluttazione sia insorta in realtà o comunque anche per uno scontro relativo a richieste di denaro delle minori rimaste insoddisfatte». Ma il giudice Raddino non ritiene tuttavia che l’ipotesi sia assistita da indizi tali, al momento, da configurare l’omicidio volontario e la rapina impropria.

Decisi 2 mesi in comunità protetta per le due 15enni! Convalida fermo.

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C’è un ricatto dietro il giallo di Udine? Mirco Sacher era vittima di estorsione?

Troppi prelievi e sempre della stessa entità: 150 euro per volta.  Mirco Sacher, l’uomo ucciso dalle due 15enni, a cadenza quasi fissa prelevava denaro dal bancomat. L’ultimo prelievo domenica scorsa, poche ore prima di morire a uno sportello della Unicredit. Nei video ricavati dal sistema di videosorveglianza si vede perfettamente che è lo stesso pensionato a prelevare la somma. Quel bancomat che poi è stato però ritrovato nella borsetta di una delle due ragazze, le quali hanno sempre negato di aver effettuato un prelievo con quella tessera, ma dopo aver ucciso l’uomo hanno pensato bene di rubarla dal suo portafogli.

Ci sarebbe anche la testimonianza di una donna che avrebbe assistito a uno scambio di battute tra Sacher e le due ragazze proprio sull’argomento soldi. Quindi ora le piste per gli inquirenti sono due: una a sfondo sessuale (che sembra però abbandonata) e l’altra di natura prettamente economica.

Ora gli inquirenti vogliono visionare tutti i filmati delle telecamere a circuito chiuso degli istituti di credito dove sono stati compiuti i prelievi con il bancomat di Sacher per avere la certezza che fosse solo l’uomo ad accedere al suo conto o, se in alcune circostanze, i prelievi fossero stati fatti da altre persone. Inoltre è lo stesso procuratore capo della Procura dei minori a Trieste, Dario Grohmann, a dichiarare che l’anziano avesse una certa disponibilità economica ed è quindi probabile che fosse vittima di estorsioni.

A cosa servivano quei 150 euro prelevati ogni 3/5 giorni da Sacher? Quale era il ricatto a cui era sottoposto?

Una delle due adolescenti, in passato, ha avuto come fidanzatino un ragazzo Rom che aveva messo in piedi un’estorsione ai danni di un conoscente gay. Nell’indagine era rimasta coinvolta solo in una prima fase anche la quindicenne. Ma poi la posizione di lei, come ha assicurato lo stesso procuratore Grohmann a un quotidiano nazionale, era stata archiviata. La polizia tra lunedì e ieri ha ascoltato amici e compagni delle due quindicenni, senza trovare spunti rilevanti.

Emergono intanto nuovi particolari sull’autopsia di Mirco Sacher. L’uomo potrebbe essere morto per un’azione combinata di soffocamento e schiacciamento. L’autopsia ha stabilito che il cadavere ha due costole rotte.

Intanto viene convalidato il fermo e si configura l’accusa di omicidio preterintenzionale, dopo che questa mattina le due 15enni si sono avvalse della facoltà di non rispondere al gip.

Ecco l’interrogatorio delle 15enni di Udine!

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«Gli siamo saltate addosso, lui cercava di rialzarsi e allora gli ho messo le mani al collo…». «Anch’io stringevo, non pensavo così forte perché continuava a parlare, ma poi ha smesso…». E ancora: «Ricordo che aveva la faccia viola, era disteso a terra».

«Quando ha smesso di respirare ci siamo spaventate e siamo scappate in macchina». Sono le prime dichiarazioni rese dalle due quindicenni di Udine ai carabinieri di Pordenone. Sono in stanze separate, potrebbero aver concordato ogni cosa, hanno avuto oltre 11 ore di tempo per farlo. A raccogliere la confessione choc sono due marescialli. Parlerà per quasi due ore la ragazzina abituata a vedere Mirco Sacher a casa della nonna. Poi tocca all’amica. Non sempre le due versioni coincidono come nella fase in cui lottano contro il “nonno” che doveva portarle in stazione e invece ha girato la macchina in un campo a Udine, per molestarle.

Entrambe ricordano l’ora in cui sono uscite di casa domenica, dopo aver dormito assieme: le 10.30. Una sostiene che Sacher è passato per caso. Che hanno fatto colazione e che lui le ha invitate a pranzo a casa sua. L’altra dice che è stata l’amica a telefonargli: «Non avevamo i biglietti per l’autobus e volevamo andare in stazione, lui ci dava sempre un passaggio». Sacher propone di andare in gelateria a Remanzacco, poi le avrebbe portate in stazione. Secondo la ragazza, rientrando a Udine sarebbero andate nell’appartamento dell’anziano a prendere un carica-batterie. Sono usciti alle 13 senza pranzare. L’altra parla invece di una «pasta in bianco».

E sono proprio i resti della pasta che la polizia scientifica troverà nella cucina di Sacher. Sul tavolo ci sono anche due bottiglie di vino e mozziconi di sigarette con segni di rossetto. La stessa ragazza colloca l’uscita dall’appartamento alle 13.50 per andare in stazione. Invece Sacher svolta in una strada sterrata con la scusa che vuole «parlare un po’». Avrebbe fermato l’auto e allungato le mani verso la quindicenne seduta al suo fianco, l’altra, quella che conosce da quando è nata, è seduta dietro.

«Mi ha messo le mani sulle gambe e toccato il seno», dichiara l’amica. «Cercavo di allontanarlo, poi sono scesa dalla macchina». Tutte e due dicono di essere scese. Anche Sacher scende. «Continuava a cercare di toccarci» dice una. «Scherzando ha cercato di tirarci verso di lui», dice l’altra. Entrambe ricordano che ha sbattuto la testa di una delle ragazze contro un palo verde, del gasdotto. A quel punto la colluttazione. C’è molta più forza nel tentativo di Sacher di trattenere le due quindicenni che gli sono saltate addosso e lo colpiscono. Cade. È a terra quando morde un seno a una delle ragazze. Forse per costringerle a mollare la presa?

Viene smentita anche la notizia del presunto prelievo dopo la morte di Sacher. L’ultimo risale a domenica mattina, preceduto da una serie definita più frequente del solito. Perchè aveva tanto bisogno di prelevare Sacher? E gli inquirenti sospettano che quei soldi li dovesse proprio dare alla 15enne che aveva una relazione con un giovane rom che ora si trova detenuto per estorsione.

La 15enne non risponde al gip!

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A Trieste una delle due 15enni autoaccusatesi del delitto di Mirco Sacher si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Dopo di lei è stata fatta entrare la seconda ragazza e sembra che sia iniziato l’interrogatorio. Al termine, il gip si ritirerà in Camera di consiglio per decidere la convalida del fermo.

Udine… Ecco l’auto di Mirco Sacher!

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Ecco l’auto di Mirco Sacher fotografata dall’autovelox. In quest’auto le due ragazze avrebbero tentato la fuga… Si sarebbero sentite come in un videogioco, il famoso GTA (Grand Theft Auto), in cui l’eroe è un criminale che ruba le auto e la celebrità si ottiene solo compiendo reati e omicidi, naturalmente stando attenti a non farsi prendere dalla polizia! Ma per le due 15enni il game over è arrivato, ora sta alla polizia ricostruire l’accaduto.

Il video di Udine… Ecco il filmato delle 15enni!

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Spunta il filmato delle due quindicenni in un bar insieme a Mirco Sacher, poche ore prima che l’uomo fosse ucciso.  Questo video prorebbe secondo gli inquirenti che almeno parte della giornata coinciderebbe con quanto raccontato dalle due quindicenni. Nel video si vede l’uomo entrare al bar con le due ragazzine e non ci sono altre persone insieme a loro, quindi se maggiorenni fossero coinvolti nella  vicenda sicuramente sarebbero sopraggiunti in un secondo momento. Il video è stato mostrato in esclusiva da SkyTg24.

 

Come in un videogame: la testimonianza della 15enne di Udine

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“Sembrava di essere in GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l’eroe del gioco”. Questa l’agghiacciante testimonianza di una delle due quindicenni di Udine.  L’avrebbero ripetuta questa frase innumerevoli volte a  Sonny Rizzetto e Walter Wisdom, i due giovani di Pordenone che, domenica notte, le hanno convinte a costituirsi ai carabinieri. Tv7 Triveneta  raccoglie le parole dei due giovani che dichiarano “Le abbiamo viste alla stazione di Mestre, erano calme, tranquille e senza soldi. Quasi ridendo, e comunque non tradendo nessuna emozione, ci hanno raccontato di aver ucciso un uomo, messo in moto la sua auto, attaccando i fili dell’accensione, e di essere fuggite con questa a 150 all’ora in autostrada. Ci è sembrato un racconto strano al punto che volevamo andare a Udine, a vedere se davvero c’era il cadavere. Poi, arrivati a casa, abbiamo avuto conferma dai nostri genitori e abbiamo convinto le ragazze a presentarsi ai carabinieri.”

 

 

In Usa si spara… ovunque e sempre… 3 morti a Las Vegas

las vegas

Ancora sangue negli Stati Uniti. Tre persone sono morte e almeno altre tre sono rimaste ferite in una sparatoria che prima dell’alba ha coinvolto cinque auto, tra cui un Suv e una Maserati, sulla celebre ‘strip’ della città di Las Vegas. La città del divertimento si è trasformata in città pericolosa… sembra che violenza, morte e disperazione non lascino più l’America. All’origine sicuramente la causa può ricondursi alla crisi economica, alla necessità di sopravvivere, che alimenta la criminalità, ma anche a un “gioco” psicologico, uno sparattutto reale, che si sostituisce al videogame.

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