4 italiani ancora in carcere a Varsavia: c’è anche un operatore de Le Iene

ultras-laziali-tuttacronacaMatteo, Alberto e Daniele, con tutta probabilità, trascorreranno il Natale nel carcere di Bialoleka, come ha confermato all’Adnkronos l’abasciatore italiano a Varsavia Riccardo Guariglia, che ha assicurato di essere “pronto ad andare a visitarli in carcere il giorno di Natale“. Guariglia ha poi precisato che 18 dei 22 tifosi che erano “fisicamente in carcere” sono già tornati in Italia, mentre “l’ultimo arriverà domani (oggi, ndr)“. Non è ancora finita, quindi, la vicenda degli ultrà laziali arrestati in Polonia a causa degli scontri prima del match di Europa League. L’ambasciatore ha anche ricordato che dodici tifosi, tra quelli arrestati, non erano ancora stati condannati e “hanno potuto patteggiare e poi sono stati rilasciati pagando delle multe“, mentre dei “dieci già condannati in primo grado: 7 sono usciti, sono stati messi in libertà sotto cauzione“. Di altri tre tifosi, invece, “il giudice ha respinto l’istanza di conversione della pena detentiva in libertà sotto cauzione. Oggi ne rimangono tre nel carcere di Varsavia, ma gli avvocati sono al lavoro“. Ma c’è anche un quarto italiano ancora detenuto. Si tratta dell’operatore televisivo de Le Iene Riccardo Messa, condannato a sei mesi di reclusione perchè, al momento dell’arresto, aveva con sè un bite dentale, ossia un apparecchio che viene utilizzato durante il sonno dalle persone affette da bruxismo. Messa è stato così accusato pensando che fosse un paradenti da rissa, motivo per cui gli è stata aumentata la pena.L’operatore, tifoso interista, nonostante l’accettazione da parte del Tribunale della scarcerazione dietro il pagamento di una cauzione di 30.000 szlote (circa 7.200 euro), non è stato ancora rilasciato. Davide Parenti, l’ideatore della trasmissione televisiva, ha spiegato la situazione in un’intervista a “Il Tempo”:

 

Non appena ricevuta la notizia della possibilità di tirare fuori Riccardo dalla galera, non ci abbiamo pensato un attimo e, utilizzando un fondo costituito da tutti noi de “Le Iene”, abbiamo dato mandato alla banca di effettuare un bonifico alla cancelleria del tribunale polacco, ma venerdì ci è stato comunicato che i soldi non erano ancora arrivati e che, quindi, Riccardo veniva trattenuto in cella come “garanzia”. A quel punto ci siamo subito attivati contattando l’agenzia dell’Istituto di Credito al quale ci eravamo rivolti che, dopo una serie di verifiche, ci ha assicurato invece che il bonifico era giunto a destinazione. Abbiamo cercato di raccogliere altri soldi contanti. Operazione non facile, in quanto le banche erano chiuse e abbiamo dovuto fare una colletta tra tutti i dipendenti. Ma ce l’abbiamo fatta. Uno zio del giovane operatore televisivo è volato a Varsavia con un bagaglio a mano contenente ottomila euro in contanti. Come un mafioso, ora voglio proprio vedere se troveranno qualche altro cavillo per continuare a tenere “sequestrato” Riccardo.

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Ancora sei tifosi laziali in carcere a Varsavia

laziali-varsavia-tuttacronacaEra il 28 novembre quando 120 tifosi laziali venivano fermati a Varsavia a seguito atti di violenza contro la polizia locale avvenuti prima della partita di Europa League della loro squadra contro il Legia. Sei di loro sono tuttora nel carcere nei pressi della capitale polacca. A darne conferma, la Farnesina. Il portavoce della procura della capitale polacca Przemyslaw Nowak aveva poco prima dato la notizia che gli ultimi 12 tifosi fermati erano stati liberati. La Farnesina era intervenuta da subito con il governo d Varsavia per chiedere un resoconto dell’accaduto nonchè la scarcerazione dei connazionali.

Banditi… e scoppia il caso diplomatico per i tifosi laziali!

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Sulla questione dei tifosi laziali ancora detenuti in carcere a Varsavia, dopo l’azione di Emma Bonino, interviene anche il presidente del Consiglio Enrico Letta e una partita si trasforma in caso diplomatico. Il premier polacco Donald Tusk ha risposto così all’appello del capo del governo italiano: «Farò di tutto per accelerare le procedure nel rispetto delle regole e farò un appello al procuratore generale e al ministro della Giustizia affinché seguano personalmente la vicenda al fine di evitare lungaggini».  Molto più duro è stato il ministro dell’Interno  Barlomiej Sinkiewicz che pur comprendo il dolore dei familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia, ha messo in evidenza che “la verità è che una parte di loro si trova a Varsavia per assistere i propri figli «banditi»”. Il ministro poi sempre parlando alla tv polacca ha anche sottolineando che «la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri»

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Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, al termine della bilaterale con il primo ministro Donald Tusk si è recato all’ambasciata italiana a Varsavia per incontrare i familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia. Dopo aver saluto i parenti dei 22 supporter, il premier ha avuto un colloquio con una delegazione per discutere di quanto sta avvenendo.

Queste le armi sequestrate ai tifosi laziali:

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E i marò? Restano in India anche a Natale?

Il caso dei tifosi laziali arrestati a Varsavia passa al Parlamento Ue

tifosi-lazio-tuttacronacaInformativa urgente, oggi alla Camera, sui tifosi italiani arrestati a Varsavia, com’è stato richiesto da Fratelli d’Italia. Nel frattempo in una nota di Emma Bonino, ministro degli Esteri, si legge: “Ho chiesto oggi al mio omologo polacco Sikorski chiarimenti su una vicenda che presenta contorni ancora da approfondire pienamente e che vede al momento 22 nostri concittadini detenuti nel carcere di Varsavia. Gli ho anche chiesto di adoperarsi affinché vengano messi in libertà, anche dietro cauzione, in attesa del processo. Sikorski mi ha promesso il suo personale interessamento e si è impegnato ad aggiornarmi tempestivamente”. Il ministro ha quindi aggiunto: “Ho parlato oggi anche con il Presidente della Lazio Lotito cui ho espresso la mia solidarietà per quei tifosi pacifici che si sono trovati coinvolti in situazioni che non hanno nulla a che vedere con lo spettacolo del calcio. L’ho anche rassicurato illustrando tutte le azioni che il governo sta mettendo in atto per giungere alla liberazione di tutti i connazionali tratti in arresto”. Ma la questione ha varcato i confini nazionali approdando in Europa: il vicepresidente del Parlamento Ue Roberta Angelilli, infatti, ha presentato alla Commissione e al Consiglio Ue una interrogazione in merito alla vicenda degli oltre cento tifosi laziali fermati dalla polizia polacca prima della partita svoltasi a Varsavia.Nell’interrogazione si chiede che venga fatta luce: “Questa vicenda, a distanza di giorni presenta ancora diverse zone d’ombra, su cui è doveroso fare piena luce al fine di accertare che non siano stati lesi i diritti fondamentali dei nostri connazionali all’estero. Molti episodi legati al fermo e al rinvio a giudizio dei cittadini italiani risultano poco chiari e connotati da evidenti abusi e atteggiamenti sproporzionati da parte delle autorità della Polonia. Vi sono aspetti da chiarire sia sul fronte delle modalità che delle motivazioni di questa ‘azione preventivà da parte delle Autorità polacche. In queste ore, infatti, sto continuando a ricevere segnalazioni di diversi casi di cittadini italiani che sarebbero stati coinvolti in gravi episodi, subendo maltrattamenti, rispetto ai quali si devono delle spiegazioni all’Italia e all’Europa. Ho chiesto pertanto alla Commissione e al Consiglio di fare piena luce sul comportamento delle autorità di polizia e giudiziarie della Polonia e accertare se siano stati rispettati, per i nostri connazionali, tutti i diritti alla difesa e a un processo equo come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha preso la parola in occasione della consegna dei premi Coni-Ussi svoltasi nel Salone d’Onore di Palazzo H: “I fatti di Varsavia? Il tutto è estremamente spiacevole e anche sgradevole. Sto aspettando un rapporto completo perché mi sembra che qui addirittura c’è il ministero degli Esteri coinvolto. A prescindere dal comportamento di qualche singolo, c’è stato un atteggiamento delle forze dell’ordine che sicuramente ha mancato di rispetto alle norme più basilari. Non mi sento di sbilanciarmi ma appena saremo a conoscenza di tutto, un secondo dopo sarà giusto esprimere la propria opinione al riguardo”.

Confermato il fermo a 22 ultras laziali in Polonia: la parola ai tifosi

ultras-laziali-varsavia-tuttacronacaDue giorni fa, prima e dopo il match valido per l’Europa League tra Legia Varsavia e Lazio, circa 200 tifosi laziali erano stati fermati a causa dei violenti scontri in una delle piazze del centro della capitale polacca. Di questi, a 22 persone e’ stato confermato lo stato di fermo in Polonia in attesa del giudizio. Secondo l’ambasciata gli altri 115 italiani bloccati dalla polizia sono già liberi. Molti di loro hanno subito condanne, con la condizionale, che vanno da due a sei mesi di prigione. Ieri, a molte ore di distanza dagli scontri, Ignazio Marino è intervenuto al riguardo:

“Ho contattato telefonicamente il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, per conoscere la situazione dei 107 cittadini romani trattenuti a Varsavia. Il Ministro mi ha confermato che è attiva l’unità di crisi alla Farnesina. Proseguono, intanto, in maniera costante i contatti tra l’ambasciata italiana e le autorità polacche. Il ministero degli Esteri mi ha fornito notizie confortanti sulle condizioni dei tifosi della Lazio e mi ha rassicurato sul fatto di aver attivato tutte e procedure necessarie per favorire il loro rientro a Roma nelle prossime ore”.

Nel frattempo, alcuni tifosi sono riusciti a rientrare nella Capitale. Uno di loro, Riccardo, intervistato da Radio Capital, e come riporta sslaziofans.it, racconta: “Ci hanno trattato come prigionieri di guerra, senza diritti, ammassati a fine partita vicino ad un fiume con i cani della polizia che ci saltavano addosso. Noi siamo andati all’appuntamento fissato e come siamo arrivati la polizia ci ha fermato in un vicolo. Ci hanno tenuti lì per 40 minuti per controlli, poi ci hanno portati allo stadio. Ma sono stato solo fortunato, perché tra i 120-150 fermati ci sono alcuni amici, ragazzi che non hanno mai girato con coltelli o bastoni ma che sono stati portati via solo perché stavano nel gruppo che marciava con il corteo”.

Ma Riccardo non è stato l’unico a raccontare. Stefano, ai microfoni di ‘Radiosei’, riporta:

“Mercoledì sera ci hanno intimato di non uscire dall’albergo. Sono andato con degli amici in un locale, e per strada dei tifosi in macchina ci hanno insultati e fatto dei gestacci. Siamo tornati all’hotel e lì ci sono stati degli scontri. Giovedì sono andato a vedere la partita, non ho partecipato al corteo, ma eravamo controllati e ci stavano aspettando. I poliziotti avevano il lanciafiamme, caschi protettivi e maschere stile Batman. Il tifo polacco è violento ma noi non stavamo facendo nulla. Nel punto d’incontro c’erano persone tranquillissime: donne, bambini, ragazze. Ma tutte sono state portate in caserma”.

Anche Alessandro spiega quanto ha vissuto:

“Ti assicuro che non avevo mai visto nulla del genere. Noi ci siamo salvati solo perché nel nostro gruppo c’erano molte donne e quindi abbiamo evitato il corteo. Ma non è successo nulla di grave, te lo assicuro. E il clima era ostile fin dall’inizio. Perquisizioni ovunque, test su alcol e droga fatti prendendo le persone a caso in mezzo al gruppo, pensa che a mia sorella hanno sequestrato addirittura gli adesivi della Lazio e a me lo stendardo ‘brigata Santa Klas’ solo perché all’interno c’è un teschio. Una follia, arresti di massa che neanche al G8 di Genova e lì successe di tutto, mentre a Varsavia non è successo nulla, non c’è stato neanche un ferito tra i tifosi del Legia o tra le forze dell’ordine. E questo la dice lunga”.

Un impiegato romano che vive a Como, Claudio, aggiunge:

“Siamo stati trattati da animali. Cose che in Italia sarebbero classificate come violazione dei diritti fondamentali e della libertà personale. Perquisizione in albergo e occhi addosso ovunque. Noi siamo nell’occhio del ciclone e in alcuni casi ce la siamo anche voluta, ma da nessuna parte mi era mai capitato un trattamento del genere. Quattro perquisizioni in 3 metri prima di entrare allo stadio, etilometro, all’uscita scortati per step a gruppi di cinque verso i taxi, insultati dai poliziotti e poi abbandonati per la città, come se non fosse bastato quello che era successo prima, dopo alcuni ragazzi sono stati portati in bocca agli ultras del Legia a prendere le botte. Quelli del Legia si sono permessi quello che hanno visto tutti a Roma, hanno imperversato in città completamente ubriachi e nessuno ha fatto nulla, mentre noi per una birra venivamo fermati. È vero che c’è stato qualcuno che da sotto l’Hard Rock Café ha tirato dei sassi contro una camionetta, ma siamo stati fermati tutti, ci hanno buttato per strada come bestie, ammanettati. E solo alcuni sono riusciti a vedere la partita. Un trattamento disumano in quel freddo assurdo. E poi devo anche leggere sui giornali che siamo stati noi a creare casini per la città! Spero che darete la voce anche a noi che abbiamo la bocca tappata da questo sistema che ci considera scomodi”.

Mirco, 37enne romano di nascita, ma milanese di adozione ha 37 anni:

“E’ stata una vera e propria retata, un’azione di stampo militaresco. Presi, buttati a terra e caricati sui cellulari e portati via. Alcuni più fortunati sono riusciti a scappare, tanti no, tra cui un mio amico che fino alle 21 era ancora in stato di fermo e che poi non sono più riuscito a sentire. Allo stadio all’ingresso ci hanno fatto l’alcol test, il droga test con un tampone, alcuni sono stati costretti anche a spogliarsi all’aperto, con la temperatura sotto zero. All’uscita non ti dico, ha iniziato pure a piovere ed eravamo tutti li al freddo. Ci hanno portati fuori dallo stadio e ci hanno fatto fermare in una stradina. E da li ci ‘liberavano’, perché il termine esatto è proprio questo: 4/5 alla volta e caricati su un taxi. Noi siamo stati tra i primi 150/200 forse e siamo andati via alle 23.20, qualcuno è rimasto li fino all’1 di notte. Ed è continuata questa mattina all’aeroporto, dove appena scoprivano che eri italiano e non polacco ti facevano spogliare. Mai vista una cosa del genere, […] di un paese che si definisce civile. Poi le bestie siamo noi”.

Ma c’è anche chi ancora si trova a Varsavia e non capisce cosa stia accadendo, come Federico:

“Qui non si capisce nulla, non si sa cosa dobbiamo fare. Non ho notizie di due miei amici da 24 ore. Sono andato tre volte in ambasciata ma non si sbilanciano sui tempi e non ti dicono nulla su come stanno le persone in stato d’arresto. In tibunale oggi hanno finito i processi di alcuni dei 17, trattenuti perché non hanno da pagare i 1600 zloty di multa. Mentre altri ragazzi sono usciti pagando soltanto 200 zloty di multa. In caserma non mi rilasciano informazioni perché non sono un familiare. Risultato: sto da solo a Varsavia, con un volo spostato e due persone che non so quando possono uscire”.

Un utente del forum Lazionet, Alvin, racconta ancora:

“Siamo rientrati da poco più di tre ore da Varsavia. Due giorni che ora dopo ora si sono trasformati in un incubo.
Partire da Roma con molte persone e alcune di loro non vederle con il volo di ritorno. E’ stato veramente duro.
Un’atmosfera pesante, triste, sembrava quasi che ci contassimo tra di noi per vedere se ci fossimo stati tutti. Ci cercavamo, scambiandoci le notizie e cercando di sapere dagli altri qualche informazione in più. E’ stata un’azione premeditata; ha dato l’impressione che tifosi del Legia e polizia avessero operato insieme come nei fatti che hanno preceduto la giornata di ieri. E’ stato vergognoso! Siamo stati intimiditi, provocati, insultati, trattati come delinquenti, dati quasi in pasto a una tifoseria che, come dimostrano i dati, è tra le più violente. Noi siamo stati fortunati, perchè avevamo prenotato un taxi provato e, partiti in ritardo dall’hotel, l’autista ci ha portato direttamente nel settore ospiti, dove siamo stati subito portati dentro dalla polizia; dove abbiamo subito, come tutti, due perquisizioni, il controllo del tasso alcolemico, ci hanno fatto togliere le scarpe, ci hanno ripreso e sempre con atteggiamento niente affatto socievole, coadiuvati da qualche agente della polizia italiana, come testimoniava il chiaro accento romano. All’uscita il copione non è cambiato, anzi. Ore di attesa al freddo; usciti a gruppetti di cinque/sei, nuove riprese e perquisizioni, cani chiaramente aizzati apposta mentre si passava per un nuovo sbarramento che ti constiva solo di uscire se c’era un taxi o se c’era quello che avevi prenotato, ovviamente senza scorta. Ma le testimonianze dei ragazzi, delle persone, che hanno vissuto un pomeriggio da incubo nelle strade di Varsavia sono agghiaccianti. Fermi preventivi e indiscriminati, violenze gratuite, provocazioni continue. Tassisti che lasciavano gruppetti isolate davanti alla curva dei tifosi del Legia… e che dire delle persone che segnalavano nei vari alberghi la presenza dei tifosi? Se poi qualcuno non è riuscito a mantenere la calma, non sorprende davvero!
E poi bastava vedere qualche prima pagina dei giornali di Varsavia questa mattina per rendersi conto di quella che è stata un’azione premeditata. Un signore di Catania, incontrato in aeroporto, che lavora da qualche tempo in Polonia, mi diceva che la polizia non aspettava altro. E’ vero, qualche volta gruppetti di tifosi in trasferta hanno dato adito a qualche azione della polizia, ma stavolta è andata in maniera completamente diversa.”

Scontri a Varsavia, fermati 120 tifosi della Lazio!

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Violenti scontri alla vigilia della partita di Europa League tra Legia e Lazio. 120 tifosi laziali sono stati fermati attorno alle 16.30 in una delle piazze del centro della capitale polacca.  Lì gli oltre 700 sostenitori biancocelesti arrivati a Varsavia si stavano radunando per essere poi scortati dalla polizia locale verso lo stadio del Legia dove alle 19 è in programma la partita tra Legia e Lazio. Ma alcuni sostenitori laziali si sono resi protagonisti di tafferugli prima verbali, poi fisici con le forze dell’ordine. La situazione è presto degenerata e i fan laziali hanno lanciato alcune bottiglie versi i poliziotti polacchi che a quel punto hanno fatto scattare la retata che ha appunto riguardato un centinaio di persone. La situazione è poi tornata tranquilla, tra le due tifoserie non c’è stato alcun contatto, gli altri tifosi laziali stanno regolarmente raggiungendo lo stadio.

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L’episodio di oggi pomeriggio, peraltro, si aggiunge a quello della scorsa notte quando altri 17 sostenitori biancocelesti erano stati arrestati dalla polizia presso un albergo della capitale polacca in seguito ad una rissa con altri clienti (polacchi) dello stesso albergo. E già nella gara di andata, lo scorso settembre, la vigilia era stata piuttosto agitata. A parti invertite, però. Perché i circa due mila tifosi polacchi giunti a Roma si erano resi protagonisti di parecchi episodi di vandalismo nel centro di Roma e poi si erano scontrati con la polizia italiana (un paio di agenti feriti) nei pressi dello stadio Olimpico.

La notizia degli scontri, data dall’emittente radiofonica Polskieradio, è stata smentita dal ds laziale, Igli Tare: “Non ci risultano scontri, ma soltanto che circa 80 tifosi laziali hanno chiesto di essere scortati per sicurezza in centro e tutti sono stati fermati per un controllo dei documenti. Senza un motivo. Non sappiamo altro”.

LA SQUADRA — La maggior parte dei 700 tifosi biancocelesti, però, è qui solo per un motivo. La vittoria della Lazio. Perchè battere il Legia Varsavia, prima in classifica in Polonia, vale la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. E vale soprattutto a cancellare i malumori di spogliatoio, già abbastanza minato di incertezze in quest’ultimo mese e mezzo. Se a tutto questo si aggiungono le voci che vogliono Petkovic come primo candidato alla panchina della nazionale svizzera, la necessità di una svolta è evidente.

Lazio-Legia Warszawa, è tensione all’Olimpico, scontri con la polizia

legia-varsavia-lazio-tuttacronaca-tensione-olimpico

I tifosi del Legia Warszawa radunati ai tornelli del settore distinti sud dello stadio Olimpico hanno tentato di sfondare gli ingressi lanciando anche qualche torcia di segnalamento all’indirizzo di forze dell’ordine e steward. Immediata risposta degli agenti con una leggera carica che ha riportato la situazione alla normalità. Al momento si segnala un solo tifoso leggermente contuso e nessun agente ferito, mentre sono tre gli ospiti fermati.

Polonia: la macellazione kosher è contraria alla legge. Protesta!

Il governo polacco assicura però che Varsavia si adeguerà alla direttiva Ue che autorizza questo tipo di macellazione a partire dal gennaio 2013.

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