Male il potere d’acquisto delle famiglie che scende del 2%, ma se si vede il potere reale allora tale indice tocca il 4,7% il peggiore dal 1990, cioè da quando si è dato inizio alle serie storiche. Ma le anche il risparmio che ha toccano i minimi negli ultimi 22 anni. Deficit confermato al 3% del Pil dopo il 3,8 del 2011, ma solo grazie all’Iva che aumentando ha riportato entro il limite il nostro debito pubblico. Il Pil infatti continua a essere in caduta libera scendendo nel 2012 del 2,5%, il che significa che, se pur di poco, è stata peggiorata la stima preliminare di marzo del 2,4%
L’Istituto ha anche corretto, questa volta al rialzo, la crescita registrata per il 2011, che passa da +0,4% a +0,5%. I dati sono sicuramente aiutati dalle esportazioni essendo il mercato interno in continuo calo.
Il valore aggiunto, a prezzi costanti, presenta cali in tutti i settori: -5,8% le costruzioni, -4,4% l’agricoltura, silvicoltura e pesca, -3,1% l’industria in senso stretto e -1,7% i servizi.
Quanto alla pressione fiscale l’Istat conferma che nel 2012 è salita al 44% del Pil. Invariato rispetto a marzo anche il debito, al 127% del Pil.