E’ iniziata la vera e propria epidemia d’influenza e in molti Pronto soccorso, in difficoltà, si sta segnalando in media un +20-30% di accessi nelle ultime due settimane. A rilevarlo è Giorgio Carbone, past president della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (Simeu). “Negli ultimi giorni – spiega Carbone – si sta già registrando una media, dal nord al sud dell’Italia, del +20-30% di accessi nei Pronto soccorso a causa della sindrome influenzale e patologie collegate. Ciò sta determinando difficoltà in molti ospedali, con un conseguente ritardo dei ricoveri e lunghe attese in barella per i pazienti”. Molti di coloro che raggiungono i Pronto soccorso sono persone anziane, che optano per questa scelta per la difficoltà, nei giorni di festa, di reperire i medici di famiglia. Particolarmente pesanti, segnala l’esperto, le conseguenze dell’intasamento in alcuni Pronto soccorso: “A Torino – afferma – all’ospedale Maria Vittoria sono terminate le coperte e al San Giovanni Bosco i pazienti, stanchi dell’attesa e chiedendo di essere visitati, hanno addirittura sfondato le porte del Pronto soccorso”. Vengono inoltre segnalati ritardi nei ricoveri, conseguenza del ‘super-afflusso’ nei Pronto soccorso, “in alcuni ospedali romani, ad esempio – sottolinea Carbone – pazienti hanno atteso fino a 5 giorni in barella prima di essere ricoverati”. In vista del previsto ulteriore aumento dei casi di influenza, l’invito degli esperti è dunque quello a non intasare inutilmente gli ospedali: “È importante recarsi al Pronto soccorso – rileva Fabrizio Pregliasco, del dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Milano – solo in presenza di evidenti difficoltà respiratorie o in casi particolari. In generale, soprattutto nel caso dei bambini, il consiglio è quello di utilizzare farmaci sintomatici di automedicazione per tenere sotto controllo la febbre e seguire l’andamento nei successivi 2-3 giorni. Se non ci sono miglioramenti – conclude – rivolgersi al medico o al pediatra”.
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Picco influenzale: “i pazienti sfondano le porte del pronto soccorso”
Pubblicato da tdy22 in gennaio 9, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/09/picco-influenzale-i-pazienti-sfondano-le-porte-del-pronto-soccorso/
Mezzo milione a letto con l’influenza: il picco nei prossimi giorni
E’ atteso a partire dai giorni successivi all’Epifania il picco dell’influenza che già ha messo sotto le coperte quasi 100mila bambini. Durante le feste natalizie si sono ammalati d’influenza circa 450.000 italiani dei quali oltre il 20% è rappresentanto da bambini sotto i 5 anni. Negli ultimi giorni del 2013 si è registrato un incremento dei casi di influenza proprio tra i più piccoli (0-5 anni) con una incidenza di 4 casi su mille a fronte del dato generale pari a 1,5 casi su 1000. Il virus più comune della stagione influenzale in corso è l’AH3N2, isolato all’inizio di dicembre e compreso nel vaccino di quest’anno. “La vaccinazione è lo strumento di prevenzione più efficace per i bambini a rischio come quelli affetti da cardiopatie, pneumopatie, diabete, fibrosi cistica” spiegano gli esperti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. “E’ importante che un bambino affetto da una di queste patologie non contragga l’influenza – raccomanda Alberto villani, responsabile di Pediatria generale e Malattie infettive -. Si tratta di categorie a rischio per le quali una semplice influenza può diventare una maalttia di particolare rilevanza. Per tutti i bambini in buona salute è sufficiente fronteggiare i sintomi avvalendosi del consiglio del proprio pediatra, somministrare farmaci per la febbre e tenere le vie respiratorie il più libere possibile”. E’ importante consultare il medico in caso di sintomi importanti o che persistono troppo a lungo, vale a dire oltre 5 giorni. Si è contagiosi dal momento in cui si contrae il virus e fino a 5-7 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Per limitare il contagio è utile lavare spesso le mani, coprire la bocca in caso di tosse e/o starnuti, usare fazzoletti di carta usa e getta, usare mascherine se esposti a contatto con altre persone non malate. Ancora, l’esperto consiglia di approfittare delle 24-48 ore in casa post influenza per dormire un po’ di più al mattino e per dedicare tempo ai 4 pasti giornaliseri favorendo l’assunzione di frutta e verdura.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 3, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/03/mezzo-milione-a-letto-con-linfluenza-il-picco-nei-prossimi-giorni/
E’ ufficiale: è arrivata l’influenza! Il suo nome è Texas
Niente più virus para-influenzali: ora è arrivata la “vera” influenza, quella che, si stima, potrebbe colpire tra i 3 e i 5 milioni di italiani. Il primo caso di virus influenzale della stagione 2013-2014, comunica il Centro Nazionale per l’Influenza dell’Istituto Superiore di Sanità, è stato isolato presso il laboratorio dell’Università degli studi di Trieste: si tratta di una bambina di 4 anni, che non era stata sottoposta a vaccinazione e mostrava i classici sintomi influenzali. Il virus influenzale appartiene al tipo A, sottotipo H3N2, isolato da un campione clinico prelevato, la scorsa settimana, da uno dei medici ‘sentinella’ che monitorano l’andamento dell’epidemia stagionale. Sulla base dei dati attualmente disponibili, relativi ai virus di sottotipo H3N2 circolanti in Europa, il ministero spiega che “si presume che il virus isolato in Italia sia correlato al ceppo A/Texas/50/2012, che è uno dei 3 ceppi contenuti nel vaccino antinfluenzale attualmente in uso”. Quindi il vaccino dovrebbe svolgere il suo lavoro senza problemi. Il professor Gianni Rezza, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato: “Sono stati rispettati i tempi, è arrivata prima di Natale e avrà un andamento che come quello degli anni passati”. Questo significa che una curva in crescita attraverserà le feste di Natale e il picco sarà raggiunto attorno a febbraio-marzo. Come sempre, tuttavia, il suo andamento è strettamente legato al numero di persone che hanno fatto ricorso alla vaccinazione e, stando alle prime segnalazioni dei medici di famiglia, quest’anno i tassi d’immunizzazione sono molto più bassi di quelli auspicati dal ministero così come dalle altre istituzioni sanitarie. Ciò è in particolar modo vero per quello che riguarda le categorie a rischio come gli anziani. Un trend registrato in modo netto negli ultimi anni.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 2, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/02/e-ufficiale-e-arrivata-linfluenza-il-suo-nome-e-texas/
Influenza e vaccini: il medico consiglia di…
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù spiegano che “La vaccinazione è lo strumento di prevenzione più efficace ed è fondamentale per le categorie a rischio come i bambini affetti da determinate patologie”, spiegnado che solo grazie ai vaccini è possibile contribuire a ridurre il numero di casi, di ospedalizzazioni e di morti premature. E anche se a volte si possono manifestare reazioni avverse, nella maggior parte dei casi lievi, essi vengono ritenuti sicuri in quanto sottoposti a controlli di qualità predefiniti a livello internazionale. Anche se chiunque può contrarre il virus dell’influenza, vi sono delle categorie che risultano essere più vulnerabili, come nel caso delle persone aziane o con quelle che soffrono di patologie croniche. Secondo i medici, anche i genitori devono prestare particolare attenzione se i figli sono affetti da determinate patologie. “Tutti coloro che hanno un figlio con una malattia quale le cardiopatie, le pneumopatie, il diabete, la fibrosi cistica vaccinino il proprio figlio proprio per evitare la possibilità che contragga l’influenza – raccomanda il dottor Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù – Si tratta di categorie a rischio per le quali una semplice influenza può diventare una malattia di particolare rilevanza. Per tutti i bambini in buona salute è sufficiente fronteggiare i sintomi avvalendosi del consiglio del proprio pediatra, somministrare farmaci per la febbre e tenere le vie respiratorie il più libere possibile. Insomma i tipici comportamenti che i genitori di bambini ormai non più piccoli conoscono molto bene”. Le regole generali per una vaccinazione è che dovrebbe venir effettuata a cadenza annuale, considerato che i virus si modificano, prima dell’inizio della stagione influenzale, che in Italia significa a partire da metà ottobre, anche se è comunque possbile ricorrevi in seguito. Per quel che riguarda la protezione ottimale, essa viene raggiunta 10-14 giorni dopo la vaccinazione. Viene inoltre sottolineata l’importanza di rivolgersi al proprio medico in presenza di sintomi importanti o che persistono troppo a lungo. Per limitare il contagio è utile lavare spesso le mani, coprire la bocca in caso di tosse e/o starnuti, usare fazzoletti di carta usa e getta, usare mascherine se esposti a contatto con altre persone non malate. L’esperto della struttura sanitaria suggerisce inoltre di approfittare delle 24-48 ore in casa post influenza per dormire un po’ di più al mattino e per dedicare tempo ai 4 pasti giornalieri favorendo l’assunzione di frutta e di verdure fresche. “Qualora il clima lo consentisse – spiega il dottor Villani – approfittarne per uscire, nelle ore più calde, per una breve passeggiata. Dopo 4-5 giorni si potranno riprendere le normali attività, comprese quelle sportive nel caso di bambini più grandi. Potrà inoltre essere utile somministrare un multivitaminico per qualche giorno o anche la sola vitamina C”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 2, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/02/influenza-e-vaccini-il-medico-consiglia-di/
Arriva il vaccino antinfluenzale, ma gli italiani sono scettici
Ormai tutto è pronto e il vaccino antinfluenzale è già sugli scaffali delle Asl e delle farmacie. Quante sono quest’anno le influenza? Tre: il tipo A/California/2009 (H1N1), il ceppoA/Victoria/2011 (H3N2) e ilB/Massacchussets/2012. L’ultima è la vera “novità” che sostituirà il ceppo vaccinale 2012/2013, B/Wisconsin/2010.
Ma quanti italiani sono convinti di vaccinarsi? Il rapporto tra vaccino e italiani è sempre stato difficile ma ultimamente sembra che lo sia ancora di più. Così la Eikon ha voluto fare un’indagine sul web e ha scoperto che più di un italiano su due, una percentuale pari al 52% è contraria ai vaccini. Se poi si guarda il campione dei “favorevoli”, coloro cioè che non hanno dubbi sulla vaccinazione, si scende ancora e si arriva al 33%. Non c’è italiano però che non abbia una sua opinione sul vaccino. Chiunque, sia a favore o contrario, articola l’argomento e si informa per sfatare miti e false consapevolezze. L’informazione infatti sembra essere al centro del dibattito e sono sempre di più gli italiani che richiedono, soprattutto sulla salute, consigli agli esperti, si documentano e si confrontano per riuscire poi a decidere se vaccinarsi o meno.
Come hanno precisato i medici, chi quest’anno, decida di vaccinarsi lo deve fare preferibilmente entro il 31 dicembre. Il picco influenzale infatti quest’anno è in anticipo e già nei mesi di gennaio e febbraio si arriverà ad aver e un elevato numero di influenzati a letto. Inoltre, come hanno specificato i medici, occorrono circa 14 giorni dalla somministrazione prima che il vaccino produca le difese per contrastare l’influenza.
Il quotidiano la Repubblica è andato a chiedere un po’ di numeri ad Antonino Bella, responsabile di Influnet, l’osservatorio di sorveglianza epidemiologica delle sindromi influenzali dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
Rispetto alla stagione 2008-2009 la copertura vaccinale tra gli over 64 è scesa di 10 puntipercentuali, dal 66,3% al 54% del 2012-2013; crollo anche nella fascia pediatrica (sotto i 14 anni): dal 5,5% del 2009-2010 al 2% della scorsa stagione. Il primo target che dovrebbe essere sottoposto a vaccinazione quasi obbligatoriamente è rappresentato dai soggetti che con l’influenza sono a rischio di gravi complicanze, ricoveri e decesso.
Maurizio Bonati, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica al Mario Negri di Milano, aggiunge: “Il dibattito nel nostro paese è acceso sulla opportunità o meno di vaccinare i sani, adulti e bambini; a parte i risvolti economici della questione, la vaccinazione in realtà è pensata per tutti. Un’altra criticità è la percezione dell’influenza come malattia non-malattia da parte degli stessi operatori sanitari, molti dei quali non si vaccinano”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/22/arriva-il-vaccino-antinfluenzale-ma-gli-italiani-sono-scettici/
Cambia mappa la sanità, ora è possibile curarsi in tutta Europa
La sanità italiana sempre più in difficoltà avrà ora un alleato… la sanità europea. Ma se per i cittadini la caduta delle frontiere sanitarie rappresenta una vera e propria libertà e un maggior diritto alle cure, per i medici e le strutture sanitarie aumenterà invece la competizione. Il principio approvato nella direttiva del 2011 1 dal Parlamento di Strasburgo che diverrà operativa nella settimana tra il 25 ottobre e il 4 novembre consentirà ai malati di richiede, tramite il proprio Paese di residenza assistenza sanitaria a un qualunque Stato membro dell’Unione europea, soprattutto nei casi di estrema necessità. Quindi se il proprio Paese non risponde alle esigenze specifiche di quella malattia si potrà richiedere la cura nei Paesi dove i macchinari sono adeguati, non ci sono liste d’attesa e c’è accesso a nuovi metodi di cura.
Le limitazioni prevedono: l’assistenza “a lungo termine” che non sarà riconosciuta così come le vaccinazioni e i trapianti.
Se una persona deciderà di curarsi in uno Stato dell’Unione europea, sarà il sistema sanitario del proprio Paese di residenza a coprire le spese relative, ad esempio, al viaggio e all’alloggio, alle visite mediche e specialistiche, al ricovero, all’acquisto di farmaci e dispositivi medici (tutori, protesi). Questo a patto che le cure e i trattamenti avvengano in una struttura pubblica o si svolgano online, attraverso assistenza medica telematica. Nel caso in cui il paziente si rivolga invece a una struttura privata, le spese saranno a suo carico. A decidere sulle modalità e sul tipo di rimborso da offrire ai cittadini saranno i singoli Paesi, in base a leggi fissate a livello nazionale. La direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera stabilisce solo alcune regole di massima, che escludono ad esempio i rimborsi per i cosiddetti “servizi di assistenza a lungo termine” e per le cure rilasciate da strutture private. L’obiettivo è infatti quello di controllare le spese evitando, per quanto possibile, spreco di risorse finanziarie, tecniche e umane.
La direttiva europea non interferirà sulle scelte etiche dei singoli Stati e dei loro operatori sanitari quali medici e farmacisti. Pertanto, se lo Stato prescelto per le cure consiglierà ad esempio l’assunzione di un medicinale che nel Paese di residenza è soggetto a obiezione di coscienza (in Italia la pillola abortiva RU486 e la pillola del giorno dopo), nulla vieterà al medico curante, al farmacista e alla struttura sanitaria di astenersi dalla prescrizione, dalla vendita e dalla somministrazione del farmaco. La regola varrà anche per quelle cure e quei farmaci ritenuti, dal Paese di residenza, “a rischio” per la salute delle persone. Anche in questi casi sarà il medico curante e il farmacista a valutare i singoli casi al fine di tutelare la salute pubblica.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/20/cambia-mappa-la-sanita-ora-e-possibile-curarsi-in-tutta-europa/
Crollo delle vaccinazioni contro l’influenza a Milano: – 25%
Arrivano i dati dell’Asl sulla campagna di vaccinazione antinfluenzale 2012 e i dati di Milano sono in caduta libera. Anche molti medici e infermieri che operano nelle strutture ospedaliere l’anno scorso hanno preferito non vaccinarsi, così come non lo hanno fatto alcuni malati cronici: il crollo registrato è stato del 25%. Ma anche tanti pensionati, gli over 65, hanno preferito non effettuare la profilassi, facendo registrare una copertura appena sopra il 41%, in calo di oltre 5 punti rispetto al 2011 dove si era registrata una copertura del 47% per la popolazione anziana.
Cosa ha indotto le persone ad allontanarsi dal vaccino?
Come riporta il Corriere della Sera di Milano:
Era il 5 novembre dell’anno scorso, quando Giorgio Ciconali, alla guida della Prevenzione dell’Asl di Milano, dichiarava pubblicamente le sue preoccupazioni: «C’è un’incognita sul numero di persone che deciderà di vaccinarsi, dopo il doppio scandalo del ritiro dei vaccini dal mercato (a metà ottobre l’azienda farmaceutica Crucell aveva deciso di non mettere sul mercato l’Inflexal V per motivi di sicurezza e il 24 ottobre, per la presenza di grumi nelle fiale, erano stati ritirati dal commercio su disposizione del ministero della Salute vaccini della Novartis, ndr). Bisogna sapere, però, che i vaccini sul mercato sono sicuri. Le categorie a rischio, dunque, non devono rinunciarci». Ma l’appello è caduto del vuoto. Il virologo Fabrizio Pregliasco ammette: «I dati dell’Asl sono preoccupanti, perché sottolineano la percezione sbagliata che troppi cittadini ormai hanno della vaccinazione, considerata a torto insicura e inutile».
Ma i medici di famiglia, che dovrebbero avere un ruolo strategico nella diffusione dell’antinfluenzale, attaccano: «Dopo la rimozione di Cristina Cantù dalla guida dell’Asl, a Milano non si è fatto più nulla per coinvolgerci nelle campagne di prevenzione – dicono Roberto Carlo Rossi e Ugo Tamborini del sindacato Snami -. Siamo stati anche puniti economicamente: il rimborso per la prestazione è passato da 10 a 6 euro. I risultati adesso sono sotto gli occhi di tutti». Da Emilio Didoné, sindacalista della Cisl pensionati di Milano, un richiamo agli ultra 65enni: «Proteggetevi contro l’influenza, non rischiate inutilmente».
Pubblicato da tdy22 in ottobre 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/01/crollo-delle-vaccinazioni-contro-linfluenza-a-milano-25/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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