“Il capitale umano” e i soldi di Mps: Virzì al centro delle polemiche

paolo-virzi-tuttacronacaIl 9 gennaio esce sugli schermi “Il capitale umano”, l’ultimo film di Virzì. Repubblica spiega che nella pellicola

Fabrizio Bentivoglio è un immobiliarista fallito che si indebita per poter entrare in un fondo di investimento che promette folli guadagni, Fabrizio Gifuni è il potente finanziere che gestisce quei fondi. Finalmente il cinema parla di ricchi, di quei ricchissimi diventati tali senza produrre lavoro, merci, ricchezza per il paese, di quella nuova, forma di criminalità finanziaria che come è capitato nel 2008, può arrivare a distruggere l’economia di intere nazioni. O semplicemente mandare sul lastrico gli investitori.

In un’intervista al quotidiano, lo stesso regista, livornese, spiega perchè ha scelto di realizzarlo in Brianza:

L’ho scelta perché è vicina a Milano, dove c’è la Borsa, dove ogni giorno si creano e distruggono patrimoni: poi perché cercavo un’atmosfera che mi mettesse in allarme, un paesaggio che mi sembrasse gelido, ostile e minaccioso. Mi interessavano due scenari, quello dell’hinterland con i grumi di villette pretenziose dove si celano illusioni e delusioni sociali, e quello dei grandi spazi attorno a ville sontuose dai cancelli invalicabili. Ho girato nella campagna di Osnago, nel centro storico di Varese, di Como, città ricchissima che esprime il degrado della cultura con quel suo unico teatro, il Politeama, chiuso e in rovina. E che ha una parte importante nel film, come simbolo di un inarrestabile degrado e sottomissione al denaro. La bella villa con piscina e i sontuosi interni, dove vive la famiglia opulenta di Gifuni, l’ho presa in affitto ad Arese, e l’ho pagata profumatamente: ci ho aggiunto solo il tennis.

E la polemica si è innestata in un attimo, con Maurizio Belpietro che, in un editoriale su Libero sottolinea “Soldi pubblici al film che insulta chi lavora”. “Il regista Virzì, con la grancassa di Repubblica, attacca la Brianza gelida, ostile e minacciosa. Ma da lì viene gran parte del cospicuo finanziamento che ha avuto”.

 

Che ai nostri intellettuali o aspiranti tali facciano schifo i ricchi non è una novità. Giornalisti, scrittori e attori in cerca di ruolo sono uniti da un insano ribrezzo e da un manifesto complesso di superiorità per chi ha fatto fortuna. Un disprezzo che non hanno nei confronti dei ricchissimi: quelli no, quelli sono adorabili, soprattutto se si chiamano Agnelli o De Benedetti. I ricchissimi, se progressisti, un po’ verdi e attenti a invitare bene nelle loro ville o sui loro yacht o semplicemente a casa loro per sentire cos’ha da dire l’intellettuale di sinistra, i ricchissimi – dicevamo – sono glamour. No, a essere detestati, insultati, sbeffeggiati e derisi sono i ricchi, quelli che hanno da poco messo fuori la testa dalla “mediocrità”del cetomedio, quelli che inseguono il sogno di avere una villa con un bel parco, la piscina riscaldata, il Suv parcheggiato, la moglie carina. Quanto sono cafoni questi ricchi. Quanto è volgare la loro voglia di emergere e di avere successo. E quanto sono pieni di luoghi comuni i nostri presunti intellettuali. Sono talmente gonfi di conformismo e di indignazione che se non trattengono il fiato rischiano di scoppiare. Ne sono prova gli articoli usciti in questi giorni sull’ultimo film di Paolo Virzì.

E spiega che tali articoli non sono altro che

Marchette pubblicitarie che l’intellettuale di complemento non nega mai al regista del momento. I migliori esempi di queste recensioni-adulazioni si sono potuti leggere sulle pagine di Repubblica, a firma di Natalia Aspesi e Concita De Gregorio, due indignate speciali che non perdono occasione per recitare la parte della cronista snob dal naso perennemente arricciato. Comincia la prima, che anche per età dà prova di una certa esperienza. Il film di Virzì è un libero adattamento dell’opera di uno scrittore americano e la cronista chiede al regista perché ambientare la storia in Brianza, forse – suggerisce – perché la pensa più “americana”, più rapace, più spietata? Risposta dell’artista: «Cercavo un’atmosfera che mi mettesse in allarme, un paesaggio che mi sembrasse gelido, ostile e minaccioso». Capito? Noi pensavamo che la Brianza fosse un distretto da prendere a esempio per l’impegno, la voglia di fare, la capacità di creare mobili e oggetti noti in tutto il mondo. E invece ci sbagliavamo perché la Brianza è gretta, non ha il «senso di responsabilità verso il loro Paese che gli americani hanno ereditato dai loro padri fondatori». La nostra borghesia, spiega Virzì intervistato da una giornalista che tra una sfilata di moda e l’altra denuncia l’ingordigia di denaro e potere, ha «pochissimo senso civico«, è «molto egoista e carente verso il bisogno degli altri». Colpa, ovviamente, di Berlusconi, che avendo ville in Brianza, non può che essere il responsabile numero uno della volgarità e dello spreco, oltre che dell’alta densità di truffatori. Non è da meno Concita, che il giorno dopo l’intervista a tutta pagina, rispiega a tutta pagina il viaggio del regista nella terra dei ricchi. La maestrina dalla penna rossa che un tempo dirigeva l’Unità racconta che Virzì ha messo «in valigia i suoi attrezzi di sarto di storie» insieme con «le stoffe pesanti per il freddo che c’è dentro casa e anche fuori, su al Nord, le sete per le sere di festa, le lamette per la disperazione, l’alcol per non pensarci». Perché su al Nord ci sono i ghiacciai dei sentimenti e ogni casa è una Siberia di angosce da cui la gente fugge con la bottiglia in mano o tagliandosi le vene. La miseria morale, il degrado di un Paese, l’imbarbarimento di una comunità sono tutti concentrati lì, in Brianza, tra «villette pretenziose dove si celano illusioni e delusioni sociali e quello dei grandi spazi attorno a ville sontuose da cancelli invalicabili». I capannoni industriali, i grandi centri commerciali, le luccicanti vetrine dei negozi sono tutta una finzione dietro cui si nasconde una borghesia avida e corrotta.

Il fatto è che il regista mette l’accento, puntando il dito, contro quello che vuole demonizzare scordandosi cosa c’è dietro il suo stesso film:

Peccato che da quella Brianza tanto disprezzata e criticata vengano gran parte delle tasse con cui lo Stato finanzia film come quelli di Virzì, al quale sono andati 700mila euro. Già, perché intellettuali, artisti e registi quando devono comporre un’opera battono cassa e si rivolgono al ministero e il ministero apre il portafogli finanziando generosamente anche i film che nessuno vuole vedere. Anzi, per incentivare la visione della pellicola la mano pubblica addirittura è prodiga di sgravi fiscali verso le sale cinematografiche che tengono più a lungo in cartellone lo spettacolo. Gli spettatori sono pochi? Non importa: un’opera di alto valore artistico va sostenuta anche se il popolo è ignorante, anche se il popolo si annoia a vedere la «boiata pazzesca». Un tempo gli intellettuali discutevano della banalità del male. Purtroppo adesso ci sarebbe da discutere della banalità dell’intellettuale.

 

Ma non è solo Belpietro a scagliarsi contro Virzì. Anche lo scrittore comasco Andrea vitali, intervistato, è intervenuto sull’argomento dicendo:

 

«Mi ha colpito quel che ha scritto la De Gregorio a proposito della partenza di Virzì che si prepara al freddo di queste parti…». Scrive che Virzì «ha messo in valigia (…) le stoffe pesanti per il freddo che c’è dentro casa e anche fuori, su al Nord, le sete per le sere di festa, le lamette per la disperazione, l’alcol per non pensarci, uno zainetto e una tuta per scappare, caso mai».

 

«Sembra che stia andando in Siberia. Dice che siamo freddi, ma ricordo che qui è ambientata la grande storia d’amore di Renzo e Lucia. Qui ai funerali si piange poco, è vero, ma il dolore lo proviamo anche noi. Abbiamo il nostro pudore, diciamo “ti amo”al – lenostre donne,ma inprivato. Enessuno deve pretendere di snaturarci. Quanto all’alcol e allo zaino per partire… Mi sembrano cose un po’ fan – tozziane, non mi pare che in Brianza ci siano tutti questi pericoli. In quello che dicono Virzì e la De Gregorio c’è un sottofondo di meraviglia che mi ha stupito. Parlano di villette e di muri che le circondano. Ma da dove vengono questi? Hanno presente Roma?».

 

Sembra una rappresentazione un po’ stereotipata del Nord.

 

«Queste menti illuminate predicano da annil’integrazione fra Norde Sud. Spesso noi del Nord riportiamo dei pregiudizi sul Sud. Per questo io ho sempre ripetuto che amo il Sud, la sua cultura e gli scrittori che ha prodotto. Ma questi signori non fanno altro che alimentare lo stereotipo. Io da queste parti non vedo avvoltoi che vivono della morte altrui».

 

La De Gregorio descrive la terra di quelli che «hanno scommesso sulla rovina del nostro Paese, e hanno vinto». Quelli che «calcolano con un algoritmo quanto costa la tua morte».

 

«In Brianza impera la religionedel lavoro, a scapito del divertimento e talvolta degli affetti. Ma grazie a Dio che esiste. Attorno a me non ho mai visto gente che fa calcoli sulla morte altrui. Il brianzolo non è così. Piuttosto è uno che si ammazza di lavoro, ma non se ne approfitta. È geloso della sua ricchezza, ma non invidioso di quella altrui. Semmai ci sono imprenditori che si impiccano perché non possono più vivere la loro vita di lavoro e non possono più farla vivere ai loro dipendenti. E poi una visione isterica della Brianza l’ha già prodotta, e molto meglio, Antonio Albanese con il suo Perego».

 

La sensazione è che sul film di Virzì e sulle recensioni lette finora aleggi un antico pregiudizio antiborghese…

 

«Da che pulpito! Evviva la borghesia che lavora, risparmia ed è generosa con gli altri, magari senza farsi troppa pubblicità. Se lo mettano in saccoccia, il loro pregiudizio antiborghese. Non abbiamo bisogno di sermoni di questo tipo. A me sembra abbiano visto solo quel che volevano vedere. Quando vorranno fare un salto al Teatro Sociale di Como, li accompagno io».

Ma se Virzì è bravo ad attaccare, scatenando così una polemica utile anche per pubblicizzare il suo nuovo film, c’è chi non si è soffermato alle sue dichiarazioni ed è andato a scovare la notizia che “non ci sono solo i contributi del ministero ad aver messo le ali cinema di Paolo Virzì”. Come scirve Franco Bechis:

 Nei bilanci della società di produzione che Virzì controlla insieme al fratello Carlo (sceneggiatore e autore di colonne sonore) oltre a qualche contributo della Regione Toscana per opere minori, emerge una bella mano arrivata anche dalla banca rossa per eccellenza, il Monte dei Paschi di Siena. arrivata durante il 2011, nel bel mezzo della bufera finanziaria che avrebbe poi travolto i vertici dell’istituto senese. Alla società dei Virzì – la romana Motorino Amaranto – Mps Capital services ha erogato 1,5 milioni di euro utilizzando le pieghe della legge finanziaria 2008 sul tax credit.

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Clamoroso! Scott Eastwood sarà Mr. Grey?

scott-eastwood-50sfumature-tuttacronacaCharlie Hunnam non interpreterà Christian Grey nella trasposizione cinematografica di 50 sfumature di grigio ed è iniziato il toto-scommesse per chi prenderà il suo posto sul set accanto a Dakota Johnson. Gli ultimi rumors parlano di Scott Eastwood, figlio di Clint, di cui tanto si era parlato nelle scorse settimane per delle foto circolate in rete. E’ stato il sito JustJared a far trapelare la notizia che proprio Eastwood Jr sarebbe uno dei candidati per il ruolo del miliardario dai gusti erotici particolari. E’ stato lo stesso attore a fomentare i rumors, via Twitter, chiedendo ai fans cosa ne pensassero. Il figlio del grande Clint Eastwood riuscirà a sbaragliare la concorrenza? Entro 10 giorni la Universal prenderà una decisione sul protagonista del film, scegliendo, con tutta probabilità, tra Alexander Skarsgard, Jamie Dornan, Theo James, Christian Cooke e Francois Arnaud. Oltre, ovviamente, a Scott.

50sfumature

50 Sfumature di Grigio ha perso il suo protagonista: Humman lascia!

charlie-hunnam-50sfumature-tuttacronacaCharlie Hunnam lascia. E’ stata la Universal ad annunciare che l’attore di Pacific Rim ha rinunciato al ruolo di Christian Grey nella trasposizione cinematografica di 50 Sfumature di Grigio. La motivazione ufficiale è che gli impegni della serie Sons Of Anarchy non gli permettono di gestire altri ruoli. Non sembra però una spiegazione molto plausibile: sia Humman che i produttori conoscevano infatti i precedenti impegni del divo. Ci si domanda allora se l’attore non abbia fatto un passo indietro una volta compreso cosa avrebbe dovuto fare sul set nella trasposizione della saga hot di E.L. James: nudi integrali e scene di sesso estremo. (Anche se, in effetti, la trama è nota…) Resta nel cast la co-protagonista, Dakota Johnson, che impersonerà Anastasia Steele. Altra domanda che sorge è se la stessa produzione non abbia avuto qualche ripensamento tardivo, viste anche le infinite proteste dei fan dei romanzi che hanno ben chiaro chi dovrebbero essere i protagonisti tanto da aver lanciato una petizione sul web: che Matt Bromer abbia ora una chance?

Hollywood pesca dalla realtà: la stagione dei biopic

grace-nicolekidman-tuttacronacaCerca spunto nella vita reale Hollywood e per questa nuova stagione che sta iniziando propone biopic di tre protagonisti della storia moderna, tre personaggi diversi, di tre ambienti diversi. Solo una cosa in comune: essere diventati immortali. Si parte questa settimana, con il rombo dei motori di Niki Lauda e James Hunt. Il film è Rush, per la regia di Ron Howard. Un ritorno agli anni 70, con il duello tra i due piloti di F1 che già di per sè era cinematografico. I volti ai due duellanti li prestano rispettivamente Daniel Brühl e Chris Hemsworth. Howard parte dal 1970 quando i due si sfidavano in Formula 3, ed erano già dei fuoriclasse. Poi arriva l’esordio di Lauda in F1 su una monoposto targata Ferrari e nel 1975 pone fine al dominio della Ford vincendo il Campionato del mondo. L’anno successivo 1976 Hunt entra nella scuderia McLaren: la sfida delle sfide ha inizio. Il campionato sembra dominato da Lauda ma poi arriva il tragico incidente sul circuito di Nürburgring. Hunt recupera punti su punti, però 40 giorni dopo Lauda è pronto gareggiare ancora, perchè “Viviamo ogni giorno come se fosse l’ultimo”. Ha spiegato Howar:  “Volevo raccontare l’eccitazione della metà degli anni 70, sia sulle piste che fuori. Volevo immergere il pubblico nell’entusiasmo e nel fascino di un epoca. I miei punti di riferimento sono stati i documentari sul rock ‘n’ roll. Infatti non volevo formare un film sullo sport, ma riportare sul grande schermo l’atmosfera culturale e l’energia dell’epoca”.

Ottobre sarà invece il mese di Jobs, che racconta la vida del giovane, brillante e appassionato imprenditore che, con la sua genialità, è riuscito a dar l’avvio alla rivoluzione digitale che ha cambiato inesorabilmente il nostro modo di vivere e comunicare. A interpretare il ruolo del co-fondatore di Apple, Steve Jobs, troveremo Ashton Kutcher mentre alla regia c’è Joshua Michael Stern. La sceneggiatura arriva dalla penna di Matt Whiteley.

Bisognerà attendere invece dicembre per un tuffo nella vita di Grace si Monaco, il film che racconta un momento cruciale nella vita di Grace Kelly, quando neo sposa in crisi deve decidere se diventare la principessa più amata della storia rinunciando definitivamente alla sfolgorante carriera di attrice. Nicole kidman si trasforma nella diva che ha stregato Hitchock e gli spettatori di tutto il mondo riuscendo a far innamorare di sè anche il principe di Monaco. E non mancheranno i confronti: l’attrice australiana nata a Honolulu sarà all’altezza della stella di Hollywood reinventatasi principessa? Alla regia il francese Olivier Dahan, già noto per il biopic su Edith Piaf con Marion Cotillard. Sullo schermo, con la Kidman, troveremo Tim Roth (il principe Ranieri), Paz Vega (Maria Callas) e Roger Ashton-Griffiths nei panni dell’immortale regista Alfred Hitchcock.

La sfida dei biopic abbia inizio!

Questi attori non vanno bene: la petizione per cambiare il cast di 50 sfumature

50sfumature-petizione-tuttacronacaNon piace per nulla la scelta dei protagonisti del film 50 sfumature di grigio, tratto dal best seller di E. L. James. I fan della trilogia hanno le idee chiare e in molti sono certi che Christian Grey e Anastacia Steele non possono essere interpretati da Charlie Hunnam e Dakota Johnson. Come tutti gli appassionati, hanno anche pronta l’alternativa: Mat Bomer, della serie White collar, e Alexis Bledel, la Rory di Una mamma per amica. E come era già accaduto per la scelta di Ben Affleck per interpretare Batman, ancora una volta la richiesta arriva dalla rete. In Change.org è già arrivata una petizione lanciata da @dontouchmypatch che ha raggiunto le 9.000 firme in meno di 24 ore mentre ora ha già superato le 73.500. La proposta sostiene che “Matt Bomer è la descrizione perfetta di Christian Gray e Alexis Bledel è l’attrice perfetta per interpretare Anastasia Steele. Se non sono loro i prescelti, non dovrebbe esserlo nessuno.” Dana Brunetti, uno dei produttori, ha risposto senza indugio via Twitter: “Sono molte le cose da considerare durante un casting, non solo l’aspetto fisico. Il talento, la disponibilità, il desiderio di recitare nel film, la chiamica con l’altro attore… Se il tuo attore favorito non è stato scelto, probabilmente è per uno di questi motivi. Ricordati questo e mantieni la prospettiva.”

50 sfumature di grigio: Charlie Hunnam presterà il volto a Christian Grey!

Charlie-Hunnam-50sfumaturedigrigio-Christian-Gray-tuttacronacaE’ ufficiale! Charlie Hunnam, l’attore visto recentemente nel kolossal Pacific Rim e protagonista della serie tv Sons of Anarchy, interpreterà Christian Grey nella trasposizione cinematografica di 50 sfumature di grigio, il besteseller-caso letterario del 2012 scritto dall’inglese E. L. James (Erika Leonard) che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Ad innamorarsi, nella finzione, dell’affascinante miliardario appassionato di sadomasochismo l’attrice e modella 23enne Dakota Johnson, che vestirà i panni di Anastasia Steele. A dare l’annuncio è stata l’autrice della trilogia, via Twitter: «sono felice di informarvi che l’adorabile Dakota Johnson ha accettato di essere la nostra Anastasia per film adattamento di 50 sfumature di grigio» ha detto la James scatenando cascate di retwett e commenti, oltre 2000 in meno di un ‘ora. La notizia è stata confermata anche dalla pagina ufficiale del film “Fifty shades of grey the movie” che recita: «Prima le donne…Ms Anastasia Steele sarà interpretata da Dakota Johnson». Il film, che uscirà nelle sale il 1 agosto 2014 prodotto da Focus Features e Universal Pictures, sarà diretto dalla regista Sam Taylor-Johnson, nota per Nowhere Boy. Quest’ultima è al momento concentrata sulla sceneggiatura assieme a Kelly Marcel.

Che ne penseranno le fan di Ian Somerhalder, che si auguravano il “succhiasangue” di The Vampire Diaries vestisse i panni di Christian?

Adrenalina da grande schermo: esce Fast and Furious 6

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Sono trascorsi 12 anni ed i protagonisti di Fast and Furious contuinano a colpire con le loro peripezie a tutta velocità e le loro storie personali. Non solo una saga di criminali americani ma strutture forti create su misura per attrarre il pubblico e che sfreccia rapida come i tanti bolidi a cui ci hanno abituati. Questo sesto capitolo, che racconta della vita perennemente in fuga di Dom (Vin Diesel) e Brian (Paul Walker) ai quali, finalmente, è data l’occasione di riscatto necessaria per tornare a casa, entra molto nel personale con il ritorno in campo anche di Letty, creduta morta. Ma se trova maggior risalto l’interiorità dei personaggi, non mancheranno i punti di forza della saga, gli inseguimenti e le belle auto, gli scontri e l’adrenalina. E per condire ulteriormente il tutto, torna anche in questo capitolo Dwayne Johnson, The Rock, che ha finalmente preso in mano la sua carriera. Si arricchisce quindi di un tassello Fast and Furious, non il miglior film della storia ma almeno con una trama salda che si snoda attraverso i vari capitoli.

E’ in sala! Il Grande e Potente Oz

il grande e potente oz - tuttacronaca

E’ arrivato! Il nuovo film dell’autore della trilogia di Spider-Man, Sam Reimi, è nelle notre sale. Magia, illusioni, stregoneria e fantasia formano il tessuto di quella che è, secondo il suo regista, “la storia di un uomo mediocre ed egoista, che si trasforma in un grande mago altruista”. James Franco è il prestigiatore Oscar Diggs che per caso si ritrova a percorrere la Strada di Mattoni Gialli che conduce alla Città di Smeraldo diversi anni prima che la piccola Dorothy segua i suoi passi. Anche lui incontrerà personaggi straordinari, coadiuvanti ed oppositori, che lo condurranno attraverso l’avventura di diventare un uomo migliore. L’operazione è stata curata nel dettaglio e porta, grazie anche al 3D, lo spettatore ad immergersi in un luogo senza tempo. Il Grande e Potente Oz  è una storia che parla di altruismo, amore ed amicizia e riunisce alcuni tra i migliori attori di questi anni: oltre al candidato all’Oscar Franco, che interpreta colui che diventerà il famoso Mago di Oz, Mila Kunis, il premio Oscar Rachel Weisz, e la tre volte candidata all’Oscar Michelle Williams nel ruolo della strega buona Glinda.

Arriva giovedì in sala Frankenweenie, l’ultimo film di Tim Burton!

Tom Cruise adrenalinico: esce oggi Jack Reacher – La prova decisiva

Capo della Cia avvisa: Zero Dark Thirty è una drammatizzazione dei fatti avvenuti

 

Poker d’assi al cinema questo week-end… Buona visione!

Tra i film in uscita, Moonrise Kingdom con Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Tilda Swinton, Harvey Keitel; Grandi Speranze di Mike Newell; Ruby Sparks con Banderas, Bening e Elliott Gould; La bicicletta verde dell’araba Haifaa Al Mansour.

Ken Loach presenta a Roma il suo film La parte degli angeli

Il regista ne approfitta per parlare del premio che si è rifiutato di ritirare in occasione del Torino Film Festival in segno di solidarietà con i lavoratori sfruttati della Rear: “è importante la difesa del lavoro, non i premi”.

 

Esce il 6 dicembre il film Diana Vreeland – L’imperatrice della moda

 

Una famiglia perfetta di Paolo Genovese da domani al cinema

 

Lawless: da domani al cinema!

 

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