La donna che finisce in carcere: picchiava il compagno

carabinieri_tuttacronacaUna donna di 60 anni è finita in carcere perchè accusata di aver picchiato il compagno 58enne. A eseguire il provvedimento restrittivo, emesso dal giudice di Como, i carabinieri di Locate Varesino, in provincia di Como. L’uomo era finito al pronto soccorso dove aveva parlato di “incidenti domestici”. In un caso la compagna l’avrebbe anche minacciato di morte se non avesse mantenuto il silenzio circa le violenze subite. A segnalare i continui litigi e le urla della coppia erano stati i vicini di casa. Le segnalazioni hanno dato l’avvio agli accertamenti da parte dei militari che avevano sistemato in casa delle telecamere nascoste. Ed è stato proprio grazie alle registrazioni audio e video che il pubblico ministero ha chiesto per la sessantenne la custodia cautelare in carcere.

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La faccia che urla nelle lamiere del Word Trade Center

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La storia del Word Trade Center è destinata a proseguire e ormai quella tragedia si sta lentamente trasformando in un mito. Così nasce anche “l’angelo dell’11 settembre” ovvero una immagine che sarebbe nascosta tra le lamiere e raffigurebbe la faccia di una donna che urla. La si è già fotografata e postata sul web e come al solito le opinioni si dividono. C’è chi non ha dubbi che si tratti proprio di una faccia di una donna urlante e c’è invece chi parla di un semplice effetto di corrosione come un esperto interpellato dalla Nbc News che ha dato la sua interpretazione scientifica al fenomeno:

“La corrosione atmosferica è molto sensibile ai microclimi – ha spiegato P. Chris Pistorius professore di scienze dei metalli alla Carnegie Mellon University – Qui ci troviamo di fronte a un processo che ha colpito un metallo in modo non uniforme. Una mistura di sali, ossidi e aria, che ha contribuito a creare questo disegno”.

Ora in ogni caso la trave che apparterebbe a una di quelle parti dell’edificio colpite direttamente dal volo United 175 sarà esposta  al pubblico nel Museo e memoriale dell’11 settembre.

Napoli in delirio per Sofia: tra acqua, spintoni e grida il mito si rinnova

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Ritrova l’atmosfera verace di Napoli Sofia Loren che sta girando nella città partenopea, alcune scene de “La Voce umana”, il corto diretto dal figlio Edoardo Ponti. Nonostante la pioggia, dai bordi della strada e dai balconi, infatti, gli abitanti hanno gridato ripetutamente «Sofia, Sofia», «sei ‘o cor’ ‘e Napule». In particolare le grida si sono sollevate vicino a Via Solitaria, a poca distanza dal Pallonetto di Santa Lucia, proprio nel centro antico della città. Anche alcuni attimi di tensione si sono registrati quando la folle per cercare di poter vedere da vicino l’attrice ha iniziato a spintonarsi e a urlare nel quartiere popolare di San Ferdinando, poi però tutto si è placato con un lungo applauso alla Loren. Sofia ha ringraziato ed è poi entrata in un portone.

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