La scoperta presentata al meeting annuale della American Society of Human Genetics 2013 in corso a Boston aveva già posto il problema della carne rossa e della frequenza con cui tale prodotto può essere mangiato per evitare che possa causare, se assunto in grandi quantità il rischio del cancro al colon e al retto. Ci sarebbe secondo, quanto hanno evidenziato i ricercatori, un gene, presente in una persona su tre, che aumenta il rischio di cancro in presenza di grandi quantitativi di carne rossa. Sono stati presi in esame 9.287 pazienti con il tumore e 9117 soggetti sani per studiare 2,7 milioni di sequenze genetiche del Dna. Hanno così visto che nei soggetti portatori di una certa mutazione il rischio tumore associato al consumo di carne è molto più elevato: si tratta della mutazione ‘rs4143094’ in una regione del cromosoma 10 che include anche il gene GATA3, già noto per essere collegato a vari tipi di cancro.
Uno studio poi condotto da Jane Figueiredo dell’Università della California Meridionale, ha messo in evidenza anche un secondo gene che, al contrario, riduce il rischio di tumore se gli individui portatori consumano tanta frutta e verdura.
In particolare il rischio aumenta se si fa un largo consumo di carni lavorate come le salsicce.
Secondo gli scienziati queste scoperte mostrano come con la genomica si può arrivare a ”prescrivere” delle diete personalizzate per ridurre il più possibile il rischi di certe malattie.