Allusione sessuale dopo allusione non c’è nulla di divertente nello spot della Fonzies. Non può essere divertente il ragazzino con gli occhiali che finisce per essere strumentalizzato come l’adolescente nerd che si vanta inizialmente con la mamma delle dimensioni del suo pene per poi scoprire dopo 25 secondi di cattivo gusto – che vanno dalla nonna che lo annuncia al balcone all’automobile con gli altoparlanti che gira per il paese ad annunciare i “2 cm in più” – che si tratta di patatine e non del pene. L’abbinamento è errato e la pubblicità finisce nel trash e non strappa la risata, ma come fa notare il Fatto Alimentare:
Purtroppo in Italia non esiste una legge in grado di censurare pubblicità con un richiamo esagerato alla sessualità o che non rispettano la dignità della donna. Il regolamento dell’Antitrust non prevede regole per questi ambiti. Per arginare il cattivo gusto e l’esuberanza creativa dei pubblicitari abituati ad offendere la figura della donna o a usare allusioni sessuali bisogna rivolgersi all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, che di solito è molto efficiente quando si tratta di censurare spot spazzatura e pubblicità sessiste.
Ieri il Fatto Alimentare ha inviato una richiesta per far interrompere lo spot.