Elezioni in vista a Lugano e i partiti affilano le armi per strappare qualche voto in più. Naturalmeente cosa c’è di meglio di una bella battaglia tra i poveri italiani e gli svizzeri più emarginati? Una provocazione che vuole innalzare il grado di intolleranza, una discriminazione razziale a uso e consumo del potere politico. Ma se davvero temono per la disoccupazione degli svizzeri, loro che da anni hanno amministrato Lugano perchè non hanno fatto nulla per arginare il fenomeno? Solo durante le elezioni torna di moda l’italiano transfrontaliero? L’Eldorado elvetico tira le cuoia e vuole attribuire la crisi dell’occupazione al lavoratore straniero costretto a farsi chilometri per andare a lavorare oltre il confine?
“Siamo in mutande”. Dalla Svizzera parte la nuova campagna anti italiana, che fa il paio con quelle già promosse in passato dalla Lega dei Ticinesi e dall’Udc, il partito elvetico di ultradestra. Ed è proprio l’Udc ad aver firmato i nuovi manifesti che ritraggono lavoratori svizzeri di ieri e di oggi, mettendo in luce il peggioramento delle condizioni di vita, dalla sicurezza al futuro per i giovani, passando per il lavoro. Proprio su questo punto l’Udc attacca gli “oltre 8000 lavoratori frontalieri impiegati nel terziario”, quasi a sottolineare che il lavoro nel settore dei servizi dovrebbe essere una prerogativa degli svizzeri, lasciando ai frontalieri italiani le mansioni meno gratificanti.
Dopo la morte del controverso e carismatico leader della Lega dei ticinesi Giuliano Bignasca è facile pensare che l’Udc voglia approfittarne per riprendersi una fetta di quel largo consenso che i leghisti elvetici avevano costruito alle ultime elezioni proprio sugli attacchi ai lavoratori frontalieri italiani, fino a diventare il primo partito del cantone.
“I nostri lavoratori – recita lo slogan pubblicato sotto la foto dello svizzero in mutande – sono messi sotto pressione dagli accordi bilaterali, soprattutto nel settore terziario. Sempre più sostituiti da lavoratori frontalieri, i nostri disoccupati tendono inesorabilmente ad aumentare. È necessario mettere un freno a questa tendenza. L’iniziativa Udc contro l’immigrazione di massa è la soluzione”.
L’invettiva xenofoba dell’Udc non si ferma sul piano del lavoro, ma continua su quello della sicurezza, attaccando l’accordo di Schengen, colpevole di aver “permesso la libera circolazione dei criminali” e di aver portato quindi una situazione di insicurezza all’interno della confederazione, sottolineando che: “I criminali stranieri devono immediatamente lasciare il nostro Paese”.