Secondo quando riporta il Corriera della Sera: «Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pubblico ministero Pantaleo Polifemo hanno deciso di incriminare i quattro per la scoperta della scritta ‘Andrea f….’ sul banco del ragazzo e per la rimozione degli infissi della porta della classe dopo il gesto estremo del giovane. La colpa di professori e preside sarebbe stata la sottovalutazione dell’impatto delle offese sullo studente. Ad arricchire il quadro probatorio, le testimonianze di amici e compagni di classe di Andrea: molti hanno riferito come il quindicenne sia stato vittima di persecuzioni dei coetanei avvenute nella completa noncuranza degli insegnanti. Non ci sono solo i docenti nel mirino della magistratura. Per il tragico gesto di Andrea la Procura dei minori ha messo sotto inchiesta gli autori delle offese: si tratta di sei minorenni, le loro posizioni sono al vaglio del pm che potrebbe accusarli di stalking, morte come conseguenza di un altro delitto o istigazione al suicidio. A provare le loro responsabilità sono, innanzitutto, le offese in chat e le umiliazioni sulla bacheca di Facebook. Ma anche la creazione del profilo intitolato il ‘ragazzo dai pantaloni rosa’ nato senza il consenso del giovane è un indizio del clima pesante creatosi intorno a lui. Andrea – per l’accusa – sarebbe stato vessato per i suoi comportamenti eccentrici, confusi da alcuni con un’inclinazione omosessuale (assolutamente legittima) del ragazzo, comunque smentita da Teresa, la madre. E un impulso determinante alle indagini è stato impresso proprio da Eugenio Pini, il legale della famiglia di Andrea: è stato lui a depositare al Palazzo di giustizia un corposo dossier con una perizia sul computer del giovane». Inoltre nell’articolo del Corriere della Sera si legge anche:
«Avevano il dovere di censurare le offese indirizzate dai compagni di classe ad Andrea, lo studente del liceo Cavour che si è tolto la vita la sera del 20 novembre del 2012. E invece tre docenti dell’istituto frequentato dal giovane – noto come ‘il ragazzo dai pantaloni rosa’ – sono rimasti indifferenti ai comportamenti offensivi degli studenti: un atteggiamento indulgente che ne ha comportato l’iscrizione nel registro degli indagati per l’accusa di ‘omessa vigilanza’. Anche la preside del liceo è sotto inchiesta per lo stesso reato: secondo la Procura, la dirigente è sempre stata a conoscenza delle vessazioni ma non ha ordinato ai prof di porre un freno al dileggiamento di Andrea».