Il gallo blu di quasi cinque metri, realizzato in fibra di vetro, non sveglia Londra all’alba con il suo chicchirichì, ma sono i londinesi con le loro polemiche ad aver innescato il risveglio del nazionalismo in Inghilterra per quella che è stata reputata da molti, tra cui anche la Thorney Island Society, un’opera “inappropriata”. Perché tanto clamore per la scultura dell’artista tedesca Katharina Fritsch installata sul piedistallo “Fourth Plinth” della piazza di Trafalgar Square, su cui vengono piazzate a turno opere di arte contemporanea?
Perché il gallo sarebbe il simbolo della Francia e questo i “tradizionalisti” londinesi non possono proprio digerirlo anche perché a poca distanza, proprio in quella piazza, c’è l’enorme statua dell’ammiraglio Nelson, l’ammiraglio britannico che sconfisse l’imperatore di Francia Napoleone nella battaglia di Trafalgar. Nonostante le polemiche, le proteste e il clamore il sindaco Boris Johnson, che ha inaugurato la scultura, non sente ragioni e ha detto che la statua mostra come Londra sia la capitale mondiale dell’arte e della cultura e quindi resterà “appollaiata” per circa 18 mesi.
Secondo alcuni esperti, comunque, il gallo blu non è espressione dello sciovinismo francese, ma rappresenta una denuncia femminista, di stampo umoristico, del maschilismo guerriero.
Viene da porsi una domanda: ma non si era detto di fare un’Europa più unita e compatta? Sono questi i presupposti su cui basarla? Basta un chicchirichì a rompere gli equilibri?