Toti scende in campo con FI: balletto ai vertici dei tg Mediaset

toti-berlusconi-tuttacronacaIl nuovo front man di Forza Italia sarà Giovanni Toti. Manca solo l’ufficialità ma nel frattempo, da oggi, non è più direttore di Tg4 e Studio Aperto, avendo rinunciato al suo ruolo per dedicarsi a tempo pieno al neonato partito di Berlusconi. Per questo motivo l’azienda di Berlusconi ha annunciato una riorganizzazione ai vertici dei telegiornali della rete: Mario Giordano sarà il nuovo direttore del Tg4 mentre Anna Broggiato, dal 2004 vicedirettore di Studio Aperto, assume la guida del notiziario di Italia 1. Con lo spostamento di Giordano resta vacante il vertice di Videonews, dove arriverà Claudio Branchino, che ha già diretto dal 2007 ai primi mesi del 2013, continuando a mantenere la direzione giornalistica di Sport Mediaset. In una nota si legge: “Mediaset formula i migliori auguri ai neonominati direttori, che si insedieranno lunedì 27 gennaio, e ringrazia Giovanni Toti per l’ottimo lavoro svolto in questi anni”.Nel frattempo anche Alfano presenta i suoi auguri a Toti: “Su di lui – ha spiegato il vice premier – mi sono già espresso. Non esagero nei complimenti per non nuocergli all’interno di forza italia. Ogni scelta che favorisca l’unificazione è una scelta fatta per il bene degli italiani”.

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Indossa un crocifisso: sospesa dalla conduzione del telegiornale

giornalista-cacciata-tuttacronacaSiv Kristin Saellmann. E’ questo il nome della giornalista della Nrk che è stata licenziata perchè ha indossato una piccola croce di pietre scure, forse brillanti neri, durante la conduzione di un tg. Una simile condotta offenderebbe l’Islam e così, in ottobrel, la Saellmann è stata rimossa dal suo posto di lavoro. La protesta è giunta dalla risentita comunità islamica locale, molto consistente e formata soprattutto da persone provenienti dai paesi africani e del Medio Oriente: “Non c’è neutralità nel suo abbigliamento”.  L’ex capo della giornalista, Anders Sarheim, ha riferito al norvegese Vart Land che la richiesta di sospensione era “semplicemente dettata dalle politiche normalmente adottate dalla tv in tema di abbigliamento”. Secondo il responsabile, “i norvegesi adottano una politica chiara, e cioè che gli anchor vestano in modo neutrale… noi li incoraggiamo ad evitare di esibire gioielli che possano tradursi in simboli politici o religiosi”. Da parte sua, la Saellmann ha sostenuto non fosse sua intenzione provocare: “Non ho mai pensato che questa croce, lunga non più di un centimetro e mezzo e che mi era stata regalata da mio marito durante una recente vacanza a Dubai come semplice gioiello, potesse causare tanto clamore. Non ho indossato la croce per provocare. Sono cristiana ma finora ho visto croci un po’ ovunque, anche come oggetti di moda, e non credo che la gente reagisca per questo”. A The Local ha inoltre spiegato di non aver apprezzato che “queste persone estranee abbiano potuto telefonare e dire al mio capo cosa io debba o non debba indossare”. Tuttavia, ha concluso, “non voglio che le persone che mi guardano mentre faccio il mio lavoro di conduzione mi considerino in qualche modo di parte, voglio essere il più neutrale possibile”. Il caso della giornalista, in uno Stato dove il tasso d’immigrazione è molto alto e dove alcuni giorni fa un richiedente asilo originario del Sud Sudan che doveva essere espulso dalla Norvegia ha compiuto una strage su un autobus uccidendo tre persone, fa ricordare anche due casi simili accaduti in Gran Bretagna negli anni scorsi. Era il 2006 quando Fiona Bruce, giornalista della Bbc, finì sotto la lente di ingrandimento dei suoi dirigenti a causa di un pendente a forma di croce: fu deciso che poteva continuare a portarlo. Più recentemente, un’impiegata della British Airways è stata sospesa dal lavoro per essersi rifiutata di togliere o coprire la catenina con un minuscolo crocifisso che portava al collo. La compagnia aerea affermò che simboli religiosi e gioielli non erano consentiti dal regolamento e dovevano essere portati sotto le divise.

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La gaffe di Mentana su mastercard

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Un errore capita a tutti anche a Enrico Mentana, durante il Tg di La7 di lunedì 30 settembre, ha mandato in onda un servizio durante il quale “accusa” Mastercard per aver offeso gli italiani con la frase “Potere evitare di fare gli Italiani per dire ‘non posso pagare adesso’: non ha prezzo”, in realtà però la frase inglese era “Not having to figure out Italian for ‘I can’t pay you now'” che si traduce come: “Non dover sforzarsi di capire come si dice ‘non posso pagare ora’ in italiano”.

 

Al telegiornale greco… un film hard in diretta

porno_greciaTelegiornale con un video “intruso” in Grecia. Gli spettatori sintonizzati si sono infatti ritrovati a seguire un video quanto meno inusuale: il tg ha infatti mandato in onda, durante la diretta, un film porno. Mentre i conduttori continuava a fare informazione, infatti, sugli schermi alle loro spalle stava andando in onda una scena di sesso. L’emittente ha riferito che ovviamente c’è stato un errore tecnico: sono state trasmesse le immagini che stavano andando in onda, in quel preciso istante, in un altro canale, ma alcune fonti locali hanno invece riderito che non si sarebbe trattato affatto di un errore ma di una burla ad hoc messa in atto da qualche simpaticone: il televisore alle spalle dei giornalisti infatti era sintonizzato su un altro canale della stessa emittente, ET1, che stava mandando in onda un film hard

Scandali Rai, spuntano nuove lettere anonime!

rai-stipendi-lettere-anonime-dirigenti-tuttacronaca

Tornano le lettere anonime a viale Mazzini a Roma, dove sono presenti i vertici della Rai. Due missive senza firma hanno raggiunto due mesi fa il presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi. Una terza è stata spedita alla Procura della Repubblica di Roma sotto forma di esposto ma con un testo in tutto simile alle due lettere Rai.
Sembrerebbe che alcuni redattori del tg1 abbiano ricevuto pagamenti per turni notturni, per giornate festive o per orari straordinari in realtà mai svolti. Eseendo la Rai un’azienda pubblica qualunque “uscita” malversata di denaro si tradurrebbe in reato contro l’amministrazione pubblica.
Secondo alcune ricostruzioni informali interne alla Rai le indagini interne che sono partite in Rai avrebbero dimostrato diverse irregolarità ma non si tratta di cifre esose.
Impossibile conoscere i nomi dei giornalisti coinvolti: la Rai ritiene ancora aperto l’iter dell’audit interno e giudica assolutamente prematuro immaginare qualsiasi provvedimento disciplinare.
Un’altro elemento che stupisce è che i giornalisti Rai non hanno l’obbligo di timbrare cartellini e gli orari di ingresso e uscita o permessi sono registrati su un foglio scritto a penna.

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