A Terzo d’Aquileia, in provincia di Udine, in località Ca’ Baredi, è stato riportato alla luce un abitato protostorico, risalente a 3200-3500 anni fa circa, esteso oltre 10 ettari, con una serie di focolari per attività domestiche e artigianali ad opera della prima campagna di scavi nell’area organizzata dall’Università di Udine e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia. L’insediamento ritrovato è lambito da un antico alveo del fiume Torre, forse già in parte prosciugato ai tempi in cui fiorì il villaggio, nella successiva età del bronzo media e tarda (XV – XII secolo a.C. circa). Come riporta il Messaggero:
Gli imponenti focolari, concentrati in zone determinate, indicano un assetto organizzato delle attività comunitarie e una specializzazione funzionale degli spazi. Riferibili a varie tipologie e tecniche costruttive, i focolari erano utilizzati in attività di preparazione e cottura del cibo, e per pratiche artigianali di lavorazione e trasformazione di materie prime a conduzione domestica, come l’industria delle pelli, dell’osso, del corno e forse del metallo. I sistemi di delimitazione delle aree di attività, con canalette e muretti, costituiscono ulteriori indizi di una pianificazione regolare dell’insediamento. L’abitato riportato alla luce dagli archeologi dell’Università di Udine era parte di un ampio ambito culturale comprendente una serie di insediamenti collocati a distanze regolari nell’area pericostiera del Friuli Venezia Giulia, dall’Aquileiese al Pordenonese. Questi villaggi erano dei nodi importanti di scambio, in particolare del metallo, tra le regioni alpine orientali e transalpine da una parte e l’Italia padano-veneta dall’altra, i cui centri erano compresi in uno dei più importanti ambiti culturali dell’età del bronzo italiana, quello delle Terramare. Fino a oggi, l’alta antichità della presenza umana nella zona in cui sarebbe sorta Aquileia era suggerita da manufatti di rame e bronzo di età protostorica, i più antichi dei quali risalgono all’età del rame (III millennio a.C. circa). Alcuni limitati saggi di scavo degli ultimi decenni del ’900 avevano inoltre segnalato la presenza di un insediamento corredato da strutture lignee, forse cinto da una palizzata, nell’ambiente umido intorno a quello che in età romana sarebbe stato il Canale Anfora, in un’area dove, sin dalla preistoria, convergevano percorsi utilizzati per lo scambio a lunga distanza e si smistavano materie prime e prodotti finiti.
Luigi Fozzati, Soprintendente per i Beni Archeologici del Fvg, ha sottolineato: “La campagna di scavo 2013 è il primo progetto di studio sulla preistoria e protostoria dell’area aquileiese, finalizzato alla ricostruzione della dinamica insediativa. In altre parole, Aquileia prima di Aquileia. L’altra Aquileia che sta emergendo sarà così oggetto di uno specifico programma di ricerca promosso dalla Soprintendenza e dall’Università di Udine”. Mentre la professoressa Borgna,docente di Archeologia egea del dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Ateneo friulano e coordinatrice delle ricerche, spiega: “Questi primi scavi, condotti anche grazie all’accoglienza dell’amministrazione comunale di Terzo, hanno portato a una consistente raccolta di dati e a una lettura significativa del profilo del paesaggio antico della zona e hanno consentito la messa a punto della collaborazione tra Soprintendenza e Università”.
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