I tesori sotterranei italiani: le terme vista lago

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Perché non sfruttare i tesori sotterranei italiani? Perché ancora una volta sperare che la ripresa possa venire solo nei tradizionali motori di traino italiani che sembrano sempre più inceppati e logori? Perché non puntare nella sperimentazione di investimenti ecosostenibili che diano anche un rilancio all’economia? Perché puntare su annunci entusiastici sperando in un contagio degli investitori e non puntare invece su progetti concreti? Quanto ha paura l’Italia di credere in se stessa, di guardare al futuro e puntare  sulle sue risorse nascoste? Tanto, sicuramente troppo!

Possediamo un patrimonio naturale unico come il Sassabanek di Iseo. Qui sarebbe possibile creare un complesso termale da far impallidire la concorrenza di altre stazioni termali. Basterebbe solo avere delle istituzioni che si interessassero del problema e che iniziassero una trivellazione per un pozzo a 800 metri di profondità per far sgorgare l’enorme falda acquifera, a sessanta gradi, che vive nel sottosuolo. Certo una trivellazione è invasiva, ma molto meno degli scempi italiani a cui ci hanno abituato negli anni passati e che si continuano a perpetrare sui laghi, in riva al mare e nei posti più belli del nostro territorio. Meglio di tanti alberghi sorti come abuso edilizio, meglio di fabbriche inquinanti, meglio di quei falasteri a cui ci hanno abituato tanto da non vederli neppure più come oltraggio al paesaggio, ma parte integrante di esso.

Oggi abbiamo la conferma, quella faglia esiste e può diventare una ricchezza economica importante. Un centro per dare lavoro ai giovani e iniziare un cambiamento sostanziale che ci porti fuori da questo perverso sistema economico ormai collassato su se stesso. Un’occasione per dimostrare che in Italia si possono usare le risorse pubbliche per creare davvero un’opportunità diversa e dare un segnale concreto di inversione di marcia.  I dettagli sulla realizzazione dell’impianto devono essere perfezionati ma i costi per il pozzo non sono impossibili: si parla di 600 euro a metro, per complessivi 500mila euro.

Una scoperta destinata a far schizzare alle stelle le quotazioni del centro sportivo e del campeggio a bordo lago i cui maggiori azionisti sono attualmente il Comune di Iseo (42 per cento), A2A (25 per cento) e la Provincia di Brescia (15 per cento). E sarà solo un caso ma da un anno a questa parte l’amministrazione comunale di Iseo sembra aver «congelato» l’eventualità di vendere le sue quote del Sassabanek: potrebbe significare infatti la svendita di una miniera d’oro, di una calamita potentissima di turismo e denaro, in tempi in cui il mix tra wellness, «Spa», enogastronomia, paesaggio e cultura conoscono crescite a due zeri. E un futuro centro termale ad Iseo potrebbe rilanciare ulteriormente il turismo su tutto il Sebino.
Ne è convinto anche il sindaco di Iseo, Riccardo Venchiarutti, che da buon giornalista (è ancora dipendente Rai) intuisce la portata della notizia: «Sono al corrente della scoperta e so che al momento sono ancora in corso indagini tecnico-scientifiche. Pur con tutte le cautele del caso, la possibilità di realizzare un centro termale avrebbe uno straordinario rilievo per Iseo e andrebbe a completare un’offerta turistica che stiamo sempre più qualificando».

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L’ATLANTIDE POST APOCALITTICA!

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Vi piacciono i misteri? Vi affascina Atlantide? Amate le città fantasma? Allora dovete visitare Villa Epecuen e i suoi alberi secchi, le strade dissestate e gli scheletri dei palazzi.

Per trovare questo “paradiso terrestre post apocalittico” bisogna arrivare in Argentina, nel profondo della provincia di Buenos Aires, dove Villa Epecuen, cittadina sommersa dalle acque negli anni Ottanta, dal 2009 ha iniziato a riemergere ed è diventata un’attrazione per chi vuole fare un viaggio davvero straordinario.

 Villa Epecuen venne fondata nei primi anni del Novecento, sulle rive dell’omonimo lago, come centro di villeggiatura per gli abitanti delle città di Buenos Aires e Bahia Blanca.
Lago Epecuen, infatti, è un bacino che ha un’alta concentrazione salina, e dalla fine del XIX secolo è conosciuta per le sue proprietà curative, che hanno consentito anche lo sviluppo di Villa Epecuen come centro termale. La cittadina, fino al momento dell’alluvione nel 1985, contava circa 5mila abitanti, che diventavano molti di più durante i periodi festivi, grazie ai grandi spostamenti dalla capitale argentina al lago.

Il 10 novembre 1985 il lago Epecuen, in seguito a una stagione di forti piogge, ruppe degli argini artificiali, segnando per sempre la storia della cittadina. In due giorni la città fu sommersa e completamente evacuata, e negli anni l’acqua ha raggiunto un’altezza massima di dieci metri. A partire dal 2009, però, i cambiamenti climatici hanno provocato il ritiro delle acque e Villa Epecuen, o quello che ne rimane, ha iniziato a rivedere la luce del sole. Lo scenario è spettrale, ma proprio in questo conserva tutto il suo fascino. Dalle strade ancora quasi intatte, ai pali della luce, fino alle masserizie nelle rovine delle case e agli scheletri delle automobili, rimaste dove erano parcheggiate quasi trent’anni fa

La cittadina è diventata un’attrazione turistica per gli amanti dei paesi fantasma. È unica nel suo genere, in quanto difficilmente un villaggio riemerge dalle acque. Ha iniziato anche a ripopolarsi. Ad oggi, infatti, un abitante ha fatto ritorno nel villaggio e vi risiede stabilmente. Pablo Novak, 82enne nativo di Villa Epecuen nel 1985 si era trasferito nella vicina città di Carhué, ed è stato l’unico a fare ritorno nel suo paese. Oggi vive in una delle poche abitazioni rimaste integre nel centro abitato. Nel suo soggiorno c’è il minimo indispensabile: cucina economica, frigorifero e televisione.

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Montagna e terme per un Natale di crisi!

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Solo in Italia! Da San Francesco a Verdi c’è tutto nella L. di Stabilità

Dal finanziamento di 200.000 euro per la basilica di San Francesco, passando per le terme fino ad arrivare al centenario per la nascita di Giuseppe Verdi.

Ma perchè lo Stato italiano, stato laico, dovrebbe spendere 200mila euro per la basilica di San Francesco quando la chiesa non paga neppure l’imu?

BENVENUTI IN ITALIA!

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