Dopo la pioggia, a Taranto compare il lago “rosso Ilva”

taranto-lago-rosso-tuttacronacaSulla pagina Facebook del gruppo “Sostenitori del giudice Patrizia Todisco” sono apparse delle immagini scattate dopo la pioggia torrenziale che si è abbattuta su Taranto formando un lago rosso sotto al nastro trasportatore dei minerali dell’Ilva, al lato della strada, in località Croce, tra il centro abitato e la grande fabbrica. La didascali che accompagna le foto recita: “La pioggia porta con sé il ferro a pochi metri dalle abitazioni”. Le inchieste legate all’inquinamento dell’azienda proseguono, ma queste immagini inquietanti diventano un simbolo della sofferenza dei cittadini, con il rosso che diventa il colore caratteristico della zona della città a ridosso del siderurgico.

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Il “più grande turbamento” di Nichi Vendola

vendola-indagato-tuttacronacaNell’ambito dell’inchiesta sull’Ilva, Nichi Vendola rientra tra le 53 persone indagate dalla procura di Taranto. Il governatore della Puglia è accusato di concussione. Parlando di questo “momento di più grande turbamento”, ha spiegato che continua “a dare una straordinaria importanza all’inchiesta sull’Ilva”. “La mia amministrazione – spiega – ha provato a scoperchiare le pentole e a vedere dove nessuno aveva visto prima”. E sull’amministrazione regionale, conclude, “non c’è nessuna ombra”.

L’Ilva e il disastro ambientale: anche Vendola tra gli indagati

NICHI-VENDOLA-ilva-tuttacronacaLa procura di Taranto, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al sequestro di parte dello stabilimento Ilva nel luglio dello scorso anno, ha iscritto nel registro degli indagati 53 persone, tra le quali anche Nichi Vendola. Il governatore della Puglia è accusato di concussione: si parla infatti di presunte pressioni sull’Arpa per “far fuori” il dg dell’Agenzia pugliese per la protezione dell’ambiente, Giorgio Assennato, in quanto figura “sgradita” all’azienda. In Puglia e in altre zone d’Italian nel frattempo i militari delle Fiamme Gialle hanno iniziato a notificare l’avviso di chiusura delle indagini preliminari a tutti gli indagati per disastro ambientale a carico dell’Ilva. I reati contestati agli indagati, dirigenti, funzionari e politici, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale all’avvelenamento di sostanze alimentari, all’emissione di sostanze inquinanti con violazione delle normative a tutela dell’ambiente.

Il disastro Ilva: 50 gli indagati!

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Si è chiusa l’indagine e ora sarebbero una cinquantina gli indagati per il disastro ambientale causato dallo stabilimento dell’Ilva di Taranto, tra questi i dirigenti e i funzionari ma anche alcuni politici. Coinvolte almeno tre società. I legali di Fabio Riva – in libertà vigilata a Londra dallo scorso gennaio – hanno intanto chiesto copia delle perizie dell’incidente probatorio conclusosi il 30 marzo 2012.

Report shock: Taranto muore per colpa di sigarette e alcol, non dell’Ilva.

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Nessuno lo nega a Taranto si muore di cancro, ma la colpa non sarebbe dell’Ilva, ma secondo il rapporto di Enrico Bondi, commissario straordinario sull’Ilva, le cause sarebbero da ricercarsi nelle sigarette e nell’alcol. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”:

L’Ilva non ha colpe, i fattori responsabili per le malattie e i decessi per tumore a Taranto sarebbero altri: “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”.

Bondi, inoltre, continua il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”:

ha allegato una perizia in cui si critica duramente lo studio Sentieri compiuto dal ministero della Salute e la valutazione del danno sanitario effettuato da Arpa Puglia che aveva spiegato che, anche con la piena attuazione delle misure previste nell’Aia (Autorizzazioni integrata ambientale), l’impatto degli inquinanti sulla popolazione non si sarebbe azzerata, ma solo dimezzata. “I dati di mortalità per tumori nello Studio Sentieri – si legge nel documento in possesso del Fatto – si riferiscono al periodo 2003-09. L’incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato.

Bondi, spiega ancora il quotidiano diretto da Padellaro, va anche all’attacco frontale con gli esperti dell’Arpa, rei, secondo il commissario, di aver falsato i risultati omettendo alcuni dati:

Ma l’attacco più duro è quello nel quale gli esperti accusano l’Arpa di aver prodotto un documento escludendo dall’elenco degli inquinanti il PM10 . Un’omissione cercata perchè “i dati di esposizione a questo inquinante sono sostanzialmente nella norma” e quindi “la scelta di concentrarsi su tre gruppi di cancerogeni (IPA, composti organici e metalli) offre piu garanzie di ottenere un risultato che attribuirebbe all’Ilva un certo numero di casi di tumore o di decessi”.

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