La fontana di Milano tinta di rosso sangue

fontana-colorata-milano-tuttacronacaGiornata calda oggi a Milano, dove ha avuto luogo la manifestazione degli studenti per il diritto allo studio. Ma se davanti al Pirellone si sono avuti scontri tra i manifestnati e le forze dell’ordine con tanto di lancio di vernice, i colori hanno fatto la loro apparizione anche a largo Cairoli. Qui, nella fontana, gli studenti hanno versato della vernice rossa contro “il dissanguamento della scuola pubblica”. I giovani sono scesi in piazza contro i tagli alla scuola pubblica.

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Scontri a Milano tra studenti e polizia

scontri-milano-tuttacronacaScontri tra studenti e polizia a Milano, dove il bilancio è di quattro agenti medicati in ospedale, come dice la questura, e sei ragazzi contusi, come rispondono i manifestanti. La tensione è esplosa davanti alla sede del Consiglio regionale,  dove gli studenti sono giunti dopo aver attraversato le vie del centro. Il culmine di un corteo di protesta per il diritto allo studio si è avuto davanti al Pirellone, in piazza Duca d’Aosta, protetto da un cordone di polizia. Qui è partito un lancio di uova e bottiglie piene di vernice, con i giovani che hanno provato a forzare il blocco delle forze dell’ordine protetti dai libri-scudo di gommapiuma e che sono ripartiti in corteo dopo due cariche delle forze dell’ordine. Dopo aver ripercorso  via Vittor Pisani ed essersi diretti verso Porta Venezia, hanno bloccato al loro passaggio le vie del centro. Qui, in circa 300, hanno gridato slogan (“né Maroni né forconi” e “Maroni e forconi tutti fuori dai c…”) e inscenato un sit in al centro della carreggiata, mandando in tilt il traffico già messo a dura prova in mattinata dallo sciopero dei mezzi pubblici. Ma anche il Pirellone è stato coinvolto nella protesta. Qui, come spiega Repubblica, quattro studenti dell’associazione ‘Non uno di meno’ e due insegnanti, che si trovavano all’interno del palazzo con regolare autorizzazione, hanno interrotto i lavori del Consiglio regionale urlando dalla tribuna del pubblico all’indirizzo dei consiglieri. Come all’esterno del palazzo, anche all’interno, la protesta era contro “i soldi alle scuole private e i tagli alla scuola pubblica”. La seduta è stata sospesa. I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato i loro banchi in segno di solidarietà.

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Contestazioni a Milano 44 anni dopo piazza Fontana. Maroni: “i fascisti sono loro”

familiarivittime-tuttacronacaEra il 12 dicembre 1969 una bomba posta dentro la Banca dell’Agricoltura fece 17 morti e 84 feriti e ieri, a Milano, si sono avute le celebrazioni per il 44esimo anniversario di quella strage. E non sono mancate le contestazioni al presidente della Regione Roberto Maroni e al sindaco Giuliano Pisapia, entrambi nel mirino degli antagonisti nel corso della deposizione delle corone alle 16.37 (ora dell’ esplosione) davanti l’ingresso della Banca. Per quel che riguarda il leghista, è stato ricoperto da cori di “Fascista, vergognati. Fuori dalla piazza”. Ribatte il governatore: “Li compatiscono. Sono loro i veri fascisti”. Al primo cittadino del capoluogo lombardo non è andata meglio, visto che è stato accolto al grido di “Fascista. Smettila di stare con loro”. Una breve tregua c’è stata in occasione del minuto di silenzio, mentre per il resto del tempo la polizia è stata impegnata nel respingere i centri sociali che volevano superare le transenne che li dividevano dalle autorità. Pisapia ha espresso il suo pensiero in Facebook: “Passano gli anni, ma non la determinazione nel trovare giustizia e verità, perché la ferita è ancora aperta”. Senza proteste, invece, il corteo che da piazza Scala alle 17.30 ha raggiunto piazza Fontana dov’è stata letta una lettera del presidente della Camera, Laura Boldrini: “Comprendo il senso di disaffezione e di delusione dei familiari delle vittime, perchè lo Stato non può non dare risposta dopo 44 anni”.

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Tafferugli a Milano mentre si ricorda la strage di piazza Fontana: due contusi

Piazza Fontana-cortei-tuttacronacaDa giorni è in corso la protesta dei forconi anche a Milano, dove si concentra in piazzale Loreto, ma oggi ha avuto luogo anche un altro corteo, organizzato dai collettivi studenteschi in memoria della strage di piazza Fontana. La manifestazione è stata però in parte rovinata da alcuni tafferugli, anche se il normale svolgimento è stato rapidamente ripristinato. Gli scontri si sono avuti quando i giovani sono entrati in contatto un gruppo di anarchici e No Tav da un lato e le forze dell’ordine dall’altro. Giunti in seguito in via Larga, come spiega MilanoToday, il gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo principale e ha raggiunto la Statale, seguito dalle forze dell’ordine. Mentre il corteo principale arrivava davanti all’ex Banca nazionale dell’agricoltura, gli altri sono entrati in ateneo e hanno cercato di raggiungere il Rettorato, poi hanno provato ad uscire dal retro che dà su via Francesco Sforza ma sono stati bloccati dagli agenti. Al termine dei tafferugli si sono contati due contusi, medicati sul posto, tra i manifestanti.

Guerra al Muos, nei tafferugli rimane ferito un militare

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Grandi tafferugli in Italia, al nord i No Tav e a sud i No Muos. Già da ieri sera a Niscemi in sicilia la situazione era diventata esplosiva e si era tentato di occupare la base dove già una decina di militanti erano riusciti a salire sulle antenne. Il clima poi si era surriscaldato e gli scontri erano diventati violenti.

Oggi si ripetono i momenti di tensione e di protesta che diventa scontro. Oggi la giornata è iniziata da contrada Pisciotto, tra le budella della sughereta naturale protetta di Niscemi. Qui c’è stata la mobilitazione “No Muos”. A darsi appuntamento, ancora una volta per dire no alla costruzione delle antenne americane, all’indomani della revoca del fermo dei lavori deliberata dalla giunta Crocetta, circa duemila tra attivisti, rappresentanti di associazioni ambientaliste ed antimafia, oltreché rappresentanti istituzionali. Ad aprire la marcia era stato il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, insieme con i sindaci dei comuni di Mascalucia, Caltagirone, Piazza Armerina, Pozzallo, Messina. Una decina o poco più in tutto. “Scendiamo in campo – dice La Rosa – perché la nostra terra non sia ancora una volta oltraggiata e svenduta a favore delle esigenze dell’esercito statunitense, per dire no ad una ulteriore forma di inquinamento elettromagnetico nocivo alla salute della popolazione e dell’ambiente”. I manifesti sono contro la giunta CRocetta che viene accusata di avere “tradito un impegno e svenduto la nostra autonomia siciliana”, come afferma Giancarlo Cancelleri, portavoce del Movimento Cinque Stelle all’Ars. “Non sempre – aggiunge – le leggi sono giuste solo perché sono leggi. Abbiamo il diritto di ribellarci perché dovrà pur esserci una possibilità per fermare la costruzione delle antenne della marina militare statunitense”. In questo clima teso anche le mamme protestano: “Crocetta ci ha preso per cretini ma noi non ci fermiamo. Lui ha avuto paura e si è ritirato. Noi lottiamo per i nostri diritti e la salute dei nostri figli”, dice Maria Concetta Gualato, coordinatrice delle mamme ‘No Muos’. 

Numerosi i rappresentanti del mondo dell’associazione siciliano tra cui il coordinamento regionale di “Libera, nomi e numeri contro le mafie”, col suo coordinatore siciliano Umberto Di Maggio che ha ribadito quanto “la Sicilia debba lottare per essere una terra libera, di dialogo e confronto e non un avamposto di guerra”. Intanto, uno dei dieci attivisti saliti sulle antenne è sceso. Si tratta di un giovane di 19 anni che non ha resistito alle alte temperature che sfiorano i 40 gradi. Gli altri sono ancora sulle antenne americane, sdraiati su una amaca che hanno legato ai tralicci.

Quando il corteo arriva davanti a uno degli ingressi dell’impianto satellitare della Marina militare Usa, alcuni militanti riescono a superare la prima recinzione in legno forzando il cordone delle forze dell’ordine. Qui i manifestanti chiedono di entrare nella base per raggiungere i compagni, da ieri sera in cima ai tralicci della base militare. Un gruppo di dimostranti ha cercato anche di tagliare la recinzione con una cesoia e ha provato, legando una corda a un palo, di abbatterla. C’è stato un contatto con i carabinieri, che finora sono riusciti ad avere la meglio.

Alle 19.40, il CORTEO GIRA INTORNO ALLA BASE di contrada Ulmo, dove è giunto dopo un percorso di 4 chilometri sotto il sole. I manifestanti continuano a gridare slogan contro gli Usa e il governatore siciliano Rosario Crocetta, accusato di aver fatto marcia indietro: dopo aver revocato la concessione per il Muos, data nel 2011 dal suo predecessore, Raffaele Lombardo, ha ritirato il provvedimento alla vigilia del pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa, organo d’appello del Tar.

Qualche minuto più tardi un centinaio di manifestanti No Muos riesce a sfondare la recinzione e ad entrare dentro la base militare Usa a Niscemi. Un militare della Guardia di finanza rimane ferito a una gamba e resta a terra davanti a uno degli ingressi. Tafferugli e scontri in successione fino allo scoppio di un bengala lanciato contro l’elicottero della polizia che sorvola la zona. Quasi una guerra al Muos?

Intanto si sentono le sirene dell’ambulanza  giunta in contrada Ulmo per soccorrere il militare della Guardia di finanza che potrebbe avere una frattura o una forte contusione alla gamba sinistra. Circa metà degli oltre mille manifestanti sono entrati dentro la base dopo aver divelto buona parte della recinzione, mentre altri hanno deciso di restare fuori nonostante gli ingressi siano ormai liberi.

Dopo lo SFONDAMENTO DA UNA  PARTE DEI MANIFESTANTI  No-Muos defluiscono lasciando di fatto ‘area della base militare di contrada Ulmo. Alcune  centinaia di persone, decidono invece di inoltrarsi all’interno della base e si forma un capannello di gente vicino ai tralicci dove già ieri sera si erano arrampicati dieci manifestanti.

TAGLIATA LA GOMMA A UN FURGONE DELLA RAI che stava riprendendo la manifestazione No-Muos davanti alla base militare Usa di Niscemi. Il mezzo si è leggermente piegato modificando la posizione della parabola montata sul tetto e impedendo il prosieguo delle riprese.

Prima delle 20,30 TUTTI GLI ATTIVISTI SCENDONO DALLE ANTENNE. Anche coloro i quali stazionavano con le amache da giorni. Intanto una bandiera No Muos è stata piazzata sul vertice dell’antenna.

Derby Juve-Toro: supporters granata arrestati per tentato omicidio

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Lo scorso sabato 1 dicembre, nel tardo pomeriggio, in occasione del derby torinese, erano scoppiati degli incedenti all’arrivo di un corteo di tifosi granata, composto almeno da 700 persone, nell’area parcheggio di corso Allamano in prossimità dello Juventus Stadium. Negli scontri, in cui rimasero feriti e contusi tre agenti delle forze dell’ordine, il 49enne Enrico C. fu picchiato e lasciato a terra privo di coscienza. Gli agenti della Digos hanno condotto l’indagine, coordinata dal pm Rianudo, che ha portato all’arresto di due supporters del Torino, un 25enne ed un 30enne, Francesco Rosato e Domenico Mollica. L’accusa è di tentato omicidio. I due, catturati nelle loro abitazioni, si erano avventati sulla vittima perchè aveva una sciarpa bianconera al collo. L’uomo è stato poi soccorso da altri spettatori e trasportato all’ospedale dove si è dovuto sottoporre a svariati interventi chirurgici per porre rimedio ai danni. In occasione dello stesso incontro, la polizia aveva già fermato due tifosi granata ed uno bianconero per altri tafferugli mentre, durante la partita, un gruppo di ultrà del Torino, alcuni incappucciati e armati di cinture, ha poi raggiunto un settore dello stadio dove erano presenti i tifosi della Juventus. In quell’occasione, oltre ai tre agenti, rimase contuso anche uno stewart bianconero, colpito con un pugno al volto

Cipro riaprono le banche… lesi i diritti di tutti i cittadini!

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Dopo quasi due settimane di chiusura, domani le banche di Cipro riaprono i battenti al pubblico nel tentativo di tornare lentamente alla normalità dopo un blocco cominciato lo scorso 16 marzo. Gli sportelli degli istituti di credito – secondo quanto annunciato in serata dalla Banca Centrale – torneranno ad essere operativi da mezzogiorno fino alle 18. I risparmiatori dovranno però fare i conti con rigide misure restrittive per il movimento dei propri soldi, prese apposta per evitare una fuga di capitali all’estero dopo il pesante prelievo forzoso (si parla del 40%) che verrà applicato su tutti i depositi oltre i 100.000 euro custoditi nella Bank of Cyprus, nella Laiki Bank e nella Hellenic Bank, rispettivamente il primo, il secondo e il terzo istituto di credito dell’isola. Il prelievo è stato imposto a Cipro dall’Eurogruppo nell’ambito dell’accordo raggiunto a Bruxelles nella notte tra sabato e domenica per il piano di salvataggio del sistema bancario cipriota. Le misure di controllo sui capitali nelle banche dureranno una settimana e includeranno anche limiti per l’uso delle carte di credito all’estero (5.000 euro al mese) e il trasferimento all’estero di contanti (3.000 euro), inoltre si potrà prelevare in contanti un massimo di 300 euro al giorno sia con carta di credito che con assegni. Chi deve recarsi all’estero non potrà portare con sè più di 1.000 euro in contanti e, in caso si abbiano titoli di Stato in scadenza, l’intestatario potrà prelevare solo il 10% dell’importo complessivo.

Perchè i cittadini di Cipro non si appellano alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo? Ledere il patrimonio di un cittadini con queste pesanti sanzioni significa mettere in ginocchio le prossime generazioni, significa umiliarlo e torturarlo psicologicamente, significa ledere i diritti fondamentali di ogni uomo. E’ una vergogna per il genere umano quello che è stato fatto ai ciprioti

Nella notte Anastasiades strappa l’accordo alla troika!

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Dopo le parole dure di ieri sera del Presidente cipriota Anastasiades che aveva senza timore accusato la troika di non voler trovare un accordo e aveva denunciato l’ostruzionismo dichiarando: “Volete costringermi alle dimissioni? Vi propongo una cosa e la rigettate, ve ne propongo un’altra e la rigettate, che volete che faccia? Se volete le mie dimissioni, ditelo”,  durante la notte l’Eurogruppo ha dato l’ok al piano di salvataggio di Cipro. Cosa prevede l’accordo?

La Laiki Bank sarà chiusa attraverso un processo controllato e i suoi asset finiranno in una ‘good bank’ e in una ‘bad bank’. Per i depositi sotto i 100mila euro scatterà la garanzia europea, quindi saranno salvi. Inoltre, non ci sarà alcuna tassa o prelievo sui depositi, ma un’altra forma di ‘bail-in’: si congelano cioé i depositi sopra i 100mila euro, che verranno poi convertiti probabilmente con obbligazioni dello Stato.

“L’accordo raggiunto mette fine alle incertezze su Cipro e sulla zona euro”, ha detto il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spiegando che “l’intesa evita la tassa e ristruttura profondamente il settore bancario di Cipro”. “Il programma contiene un approccio deciso per affrontare gli squilibri del settore finanziario. Ci sarà un’appropriata riduzione, con il settore bancario che raggiungerà la media europea nel 2018. Inoltre, Cipro s’impegna ad un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazioni”, ha detto Dijsselbloem. Le misure previste dall’accordo si limiteranno solo alle due banche maggiormente problematiche, cioé Laiki e Bank of Cyprus. La Laiki sarà risolta subito, in una bad bank e in una good bank, e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d’emergenza della Bce (Ela), che deve essere restituita. Tutte le altre non saranno toccate. I depositi sotto i 100mila euro della Laiki saranno garantiti, quelli sopra i 100mila subiranno delle perdite che saranno decise durante il processo di liquidazione. Anche la Bank of Cyprus subirà delle perdite, ma non sarà l’Eurogruppo a stabilirlo, bensì lo farà nelle prossime settimane la troika, assieme alle autorità cipriote.

Il direttore del Fmi Christine Lagarde raccomanderà al Fmi di partecipare al piano di salvataggio di Cipro: lo ha detto Lagarde al termine dell’eurogruppo, spiegando come l’intesa raggiunta sia “buona”, perché “protegge i depositi sotto i 100mila euro, limita le misure alle due banche maggiormente problematiche e divide il peso tra Ue e Cipro in modo equo”.

L’accordo per il salvataggio di Cipro mette di buonumore le Borse europee e in rialzo appaiono anche i futures americani. In evidenza Vodafone (+2,3%) dopo le indiscrezioni su contatti per la cessione della sua quota nella joint venture con Verizon Communications per 135 miliardi di dollari. Bene Londra (+0,64%), Parigi (+1,4%), Francoforte (+1,07%) e Madrid (+1%). Milano (+0,6%) decelera ma si mantiene in linea con gli altri listini.

Ultimo tentativo per salvare Cipro… ma basterà?

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Il presidente cipriota Nikos Anastasiades si gioca l’ultima carta in una serie di incontri per salvare l’isola. A Bruxelles colloqui con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, con il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso – che hanno annullato la loro presenza al vertice Ue-Giappone di domani a Tokyo nella speranza di arrivare ad un’intesa – con il direttore dell’Fmi Christine Lagarde e con il governatore della Bce Mario Draghi, in pratica i massimi esponenti della troika, Ue, Bce e Fmi.

Si lavora su un piano di salvataggio che prevede fondamentalmente un prelievo forzoso del 20% sui depositi bancari di oltre 100mila euro custoditi nella Banca di Cipro e del 4% su quelli per lo stesso ammontare in altre banche. Le misure devono essere varate entro lunedì: termine oltre il quale la Bce non garantirà più liquidità al Paese.

La posta si alza e Cipro fa marcia indietro. Cade accordo con la Troika?

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L’annunciato accordo fra il governo di Cipro e la troika (Ue, Bce e Fmi) per il salvataggio dell’isola sarebbe a rischio. Lo ha riferito l’agenzia ufficiale cipriota Cna, come riportano le tv locali. Le difficoltà sarebbero cominciate a causa delle sempre più alte richieste avanzate dalla rappresentante del Fmi.

Mosca rifiuta il prestito a Cipro e la Germania esulta!

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Michalis Sarris, ministro delle finanze cipriota, ha lasciato oggi Mosca, dove ha negoziato per due giorni un aiuto russo senza che finora sia stato annunciato alcun accordo. Sarris ha chiesto una estensione di 5 anni di un prestito russo di 2,5 miliardi di euro, con una riduzione del tasso di interesse, e proposto investimenti nel settore bancario ed energetico in cambio di un sostegno finanziario per risolvere la crisi dell’isola.

Mosca non è interessata alle proposte di Cipro, ha detto il ministro delle finanze russo Anton Siluanov annunciando che il negoziato è finito. Una decisione temuta e che ora potrebbe spingere Cipro nel baratro della bancarotta.

La questione di Cipro non può essere risolta solo dai contribuenti dell’Eurozona, i creditori delle banche di Cipro devono condividere il peso del salvataggio. Lo ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, in un’intervista al quotidiano greco Ta Nea. Il ministro delle finanze tedesco ha aggiunto che l’eurozona è pronta ad aiutare Cipro, ma l’isola deve impegnarsi a risolvere il problema alla radice. Aiuti sì, ma con strangolamento dei cittadini. La Germania nella crisi finanziaria sta creando il suo “impero” sulla pelle di coloro che, oltre ad aver avuto politici corrotti e collusi che hanno sperperato il denaro pubblico, ora si trovano a dover fare i conti con l’egemonia dell’Eu sempre più targata dalla politica della Merkel a tutela dei tedeschi anche sui cadaveri dei greci, ciprioti, spagnoli e forse italiani!

Tafferugli a Cipro… dopo l’annuncio della fusione delle banche sale la tensione!

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Sale la tensione a Cipro: davanti alla sede del Parlamento di Nicosia si registrano tafferugli tra manifestanti e polizia. I media locali riferiscono che a protestare sono soprattutto dipendenti della Laiki Bank (Banca Popolare). I disordini sono sorti dopo le voci circolate sulla possibile chiusura dell’istituto di credito in seguito ad una fusione con la maggiore Bank of Cyprus. La Banca Centrale del Paese ha però smentito categoricamente la chiusura.

Il figlio del salafita uccide un 15enne, scontri in Egitto!

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Sono morte tre persone, fra cui un 15enne, in uno scontro violento scoppiato per futili motivi calcistici nel quartiere Shubra al Cairo, nei quali è coinvolto il figlio di un leader salafita.  Secondo fonti, l’omicida è figlio del capo della campagna del candidato salafita alla presidenza Hazem Salah Abu Ismail, Gamal Saber. I familiari del ragazzo sono scesi in strada con armi e molotov, uccidendo due persone. Saber ha negato, sulla sua pagina Facebook, il coinvolgimento del figlio, sostenendo invece che la bagarre è scoppiata per distogliere l’attenzione dalla distruzione di una moschea del quartiere, per mano dei copti. “Gli incidenti sono avvenuti in una zona densamente abitata da copti”, ha scritto segnalando di avere lanciato un appello per difendere la moschea “dalle mani dei copti che l’hanno completamente demolita”.

I tafferugli a Shurba sono ripresi nel pomeriggio, quando i parenti della vittima e del ragazzo accusato di averlo ucciso hanno ripreso la battaglia, con colpi di arma da fuoco. Un gruppo di abitanti del quartiere, riferiscono fonti della sicurezza, hanno tentato di assaltare un posto di polizia nel strada principale del quartiere. Ora sembrano non placarsi le proteste e la tensione è ancora molto alta.

Fine indagine per manifestazione degli indignati a Bologna dell’ottobre 2011

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