Dopo le agghiaccianti notizie di stupro, avvenute in India e nell’area asiatica, dove spesso le vittime sono anche decedute, l’Onu ha avviato uno studio per cercare di capire il fenomeno e il suo dilagare. I dati sono stati fatti esaminando un campione di migliaia di uomini in Cina, Cambogia, Indonesia, Bangladesh, Papua-Nuova Guinea, Sri Lanka. E i risultati dello studio, firmato dalla dottoressa Emma Fulu sono sconcertanti: ovunque in questi Paesi un’alta percentuale degli uomini ascoltati (anonimamente) ha ammesso di aver stuprato la moglie, o la fidanzata. La domanda presentata era la seguente: «Avete mai forzato una donna a fare sesso con voi anche se lei aveva detto di no?». Le risposte sono state straordinariamente chiare, e la principale scusa presentata dagli intervistati per spiegare un simile comportamento è che «avere rapporti sessuali era loro diritto». Altre scuse: «Volevo punirla», e ancora «ero annoiato».
In definitiva il 23% riconosce di aver stuprato una donna con cui è «in un rapporto» e il 10% ammette di aver stuprato una donna sconosciuta. La frequenza delle violenze è più alta nelle campagne e più bassa nelle città. I Paesi che vedono le percentuali più alte sono Papua-Nuova Guinea, con il 62% di uomini che ammette di aver imposto con la forza il rapporto sessuale a una donna, e la Cina e la Cambogia, dove ad ammetterlo sono il 22% e il 20%.
Lo studio Onu dimostra che gli uomini che ricorrono alla violenza sono stati nella maggior parte dei casi a loro volta oggetto di violenza, anche sessuale, da bambini. Riproducono da adulti, cioé, quello che hanno subito da piccoli. Ma – fatto ancor più sconcertante – almeno nella metà dei casi, gli uomini che ammettono di aver compiuto stupro, rivelano di aver cominciato quando erano teen-agers.
Come mai lo studio non è stato però compiuto sull’India, soprattutto nelle zone dove si sono verificati gli stupri più efferati?