Anche le osservazioni più recenti condotte sia con il radiotelescopio di Arecibo che con il telescopio spaziale Hubble hanno confermato il fatto che della cometa Ison non si vedono più nemmeno i resti del suo nucleo. Ma il cielo non ci “abbandona” in queste feste: c’è una cometa che, come spiega l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma, è l’unica che meriti attenzione nel cielo di Natale. Si tratta di Lovejoy, che oggi 22 dicembre raggiungerà la minima distanza dal Sole: ”una distanza comunque abbastanza ampia da favorirne l’osservazione”, rileva Masi. Il Sole infatti la illuminerà, rendendola più visibile. Per trovarla bisogna guardare verso Nord-Ovest, tra le stelle della costellazione di Ercole. ”Dal 22 dicembre in poi è visibile solo all’alba, a partire dalle cinque del mattino”, spiega Masi. Da quel momento comincerà ad abbassarsi progressivamente sull’orizzonte, come spiega anche MediterranNews. Per osservarla al meglio bisogna quindi allontanarsi dalla città, in un luogo dall’orizzonte sgombro. Ma vale davvero la pena: ”è una cometa splendida ed estremamente fotogenica – osserva l’astrofisico – e mostra una notevole attività nell’evoluzione della coda”.
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Rivoluzione catastale per i dentisti, gli studi saranno tartassati
C’era stato un accordo firmato nel 2007, ma oggi si cambia ancora e non solo i nuovi studi dentistici, ma anche quelli preesistenti dovranno adeguare la classe catastale e probabilmente pagare anche gli arretrati.
“Roma Capitale – recita la lettera – ha iniziato un’attività di verifica sulle unità immobiliari presenti sul proprio territorio (ai sensi dell’art.1 comma 336, della legge 30 dicembre 2004, n.311). Tale norma prevede che i Comuni, constatato il mancato classamento di unità immobiliari, richiedano ai titolari di diritti reali la presenza di atti di aggiornamento catastale…”.
Scrive Elena Panarella sul Messaggero:
Forse il caso più frequente di cambio di destinazione d’uso è proprio questo: da abitazione ad ufficio e viceversa. In alcune città d’Italia questa operazione è drammaticamente semplice: basta a volte una semplice comunicazione. Poi ci sono casi un po’ più complessi e poi, ovviamente, c’è la Capitale, dove tutto diventa burocraticamente complicato. «A Roma e nel Lazio – spiega Giovanni Migliano, presidente laziale dell’Associazione italiana odontoiatri – sono molti gli studi odontoiatrici in affitto con un accatastamento A2. Ne risultano registrati 4.870 e la maggior parte sono nella Capitale. I proprietari difficilmente accetteranno di adeguarsi all’A10, perché poi è molto complicato tornare all’accatastamento precedente. Possiamo immaginare che alcuni colleghi intenteranno cause, ma questo non cambierà il fatto che alla fine del contratto una marea di dentisti si troveranno a dover cercare un nuovo studio».
La cosa però non sarà affatto breve perché la Regione, che deve rilasciare le autorizzazioni all’apertura (ovviamente anche un vecchio professionista dovrà ricominciare daccapo con una nuova autorizzazione, come un neolaureato), verrà sommersa di richieste. «Tutto evitabile perché siamo in deroga – continua Migliano – che la Regione ci ha concesso e che il Comune prima ha accettato per due tornate autorizzative (2007 e 2012) e ora improvvisamente non riconosce. Sarebbe interessante chiedere all’Amministrazione quante lettere sono state inviate. Altri professionisti le riceveranno, ma mentre un avvocato o un notaio deve portarsi dietro un archivio, per noi il problema diventa più serio, basta pensare a tutti i macchinari e laboratori. Se poi il Comune chiederà anche gli arretrati, una eventuale class action contro la Regione, rea di aver permesso ciò che forse non poteva, diventa sempre più probabile, anzi certa» (…)
Pubblicato da tdy22 in dicembre 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/03/rivoluzione-catastale-per-i-dentisti-gli-studi-saranno-tartassati/
Chi sono i veri, imbattibili campioni di calcio? Lo svela una ricerca!
Di calciatori forti, fortissimi, ce ne sono diversi, e la prossima estate li rivedremo tutti in Brasile pronti a lottare perchè la loro Nazionale trionfi. Ma difficilmente riusciranno ad eguagliare le incredibili prestazioni dei due fuoriclasse con i quali sono cresciute intere generazioni di bambini: Holly e Benji. In realtà negli anni è più volte apparso in rete uno studio scientifico che rendeva note le incredibili abilità dei due supereroi del calcio, ma visto che si avvicina il mondiale, meglio dare una ripassatina ai concetti.
Basta qualche calcolo di trigonometria e, tenendo presente il raggio della terra, l’altezza di un osservatore e la linea che va dall’osservatore fino alla linea dell’orizzonte, si ottiene che la distanza a cui un giocatore vede l’orizzonte é di 4,53 Km. Nel cartone, la traversa della porta compare quando un giocatore é più o meno sulla tre-quarti campo, il campo risulta lungo circa 17,8 Km. E in questo spazio infinito Holly e i compagni della New Team corrono a perdifiato per intere partite, spesso con recuperi dai risvolti drammatici. Al triplo fischio, quindi, gli eroi giapponesi percorrono mediamente 250 chilometri, a velocità stratosferiche intorno a 150km/h, per inseguire il sogno di giocare un giorno in Brasile. E come se non bastasse: acrobazie, tiri che attraversano il campo e voli incredibili da parte dei portieri… chi vorrebbe trovarsi a giocare contro un team così?
Pubblicato da tdy22 in novembre 15, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/15/chi-sono-i-veri-imbattibili-campioni-di-calcio-lo-svela-una-ricerca/
Naso all’insù nella notte tra venerdì e sabato: arriva l’eclissi penombrale di luna
E’ l’astronomo Alan MacRobert a parlare dell’eclissi lunare penombrale che potremo ammirare nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 ottobre. “Ci sarà un’ombreggiatura inusuale della parte meridionale della Luna. Si dovrebbe essere in grado di individuare le tracce dell’ombreggiatura di penombra per circa 45 minuti prima e dopo la metà dell’eclissi”. Il fenomeno sarà visibile a occhio nudo quasi da ogni angolo della Terra. Per quel che riguarda l’Italia, l’apice è previsto per le 01:50 di notte del 19 ottobre. E anche se l’evento non sarà appariscente come un’eclissi totale, per gli astrologi sarà ugualmente degno di nota. Ammesso che il cielo sia sereno e ce lo permetta, potremo osservare la luna parzialmente oscurata dalla terra e caratterizzata da un colore ambrato appena accennato. L’eclissi penombrale di luna, come ricorda il sito meteolive.it, rappresenta in realtà la fascia d’ombra più esterna, che si verifica quando non è presente una perfetta sovrapposizione tra Terra e luna secondo un asse ben delimitato. In frangenti come questo, il disco lunare appare solo lievemente oscurato dalla presenza della luna.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 16, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/16/naso-allinsu-nella-notte-tra-venerdi-e-sabato-arriva-leclissi-penombrale-di-luna/
I nuovi scavi a Cuma… Le testimonianze greche della vita quotidiana
A Cuma, sito archeologico della provincia di Napoli, nei pressi dei territori di Bacoli e Pozzuoli e localizzato nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, è stato portato alla luce un mondo che riposava sotto la terra da più di 2700 anni. Più precisamente, gli scavi si stanno effettuando nella zona compresa tra il Foro e le mura settentrionali della città antica. A scoprire i resti di quella che fu la prima colonia greca d’Occidente, e che si trovavano sotto i resti romani noti a tutti gli appassionati di archeologia, il gruppo di archeologi dell’Università l’Orientale di Napoli. La scoperta comprende anche dei resti di una cucina. Come spiega Matteo d’Acunto, alla guida del gruppo: “Sotto una stratificazione di centinaia di anni di storia, in appena 3,50 metri di profondità, al di sotto delle case romane, si conservano intatte le abitazioni di quel gruppo di greci che, avventurandosi in Italia meridionale alla metà dell’VIII secolo a.C., ha segnato la storia dell’Occidente, tra l’altro trasmettendo ai Latini l’alfabeto che sarebbe divenuto di gran lunga il più adoperato di tutto il continente. Proprio in questi giorni stiamo scavando un’abitazione risalente alla seconda metà dell’VIII – VII sec. a.C, con ben conservati i focolari e i vasi domestici un tempo adoperati per cucinare, mangiare e bere”. Tra i focolari che sono stati restituiti alla superficie, il più antico presenta un piano refrattario realizzato con frammenti ceramici in stile geometrico. Lo si stima risalire agli ultimi 25 anni del VIII secolo a.C. Agli scavi a Cuma partecipano oltre 100 studenti dell’ateneo napoletano e di altre università italiane e straniere. I giovani non solo prendono parte agli scavi, ma anche a laboratori di conservazione di beni culturali. Lo stesso d’Acunto ha spiegato: “Stiamo lavorando con il pieno coinvolgimento di una ventina di collaboratori, tra assegnisti, specialisti, laureati e laureandi – al monumentale progetto di pubblicazione scientifica del complesso, che, per primo nella storia della ricerca a Cuma, offrirà un panorama diacronico di tutta la sua vita”. C’è solo una piccola rettifica da fare alle parole, per il resto bellissime ed entusiasmanti di d’Acunto… I Greci arrivarono un po’ prima della metà dell’8° secolo A.C. in Italia… Infatti Pitecusa, la nostra Ischia, considerata la 1° colonia, si fa risalire al 770 circa A. C… Cuma viene un po’ dopo, attorno al 725… come del resto testimonia il focolare degli ultimi 25 anni dell’8° secolo.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/09/nuova-vita-al-passato-a-cuma-portata-alla-luce-la-prima-colonia-greca-in-italia/
Licheni e tumore. La scienza finisce nel mirino: inesattezze e bufale
Oggi il web si riempie di quelle annoverate ormai sotto il nome di “bufala”. Spesso tale epiteto viene gettato in rete con la stessa facilità con cui circolano le vere notizie errate. Sembra quasi che ci sia una “guerra virtuale” tra coloro che mettono sul web notizie pseudo-scientifiche e coloro che prontamente le smentiscono. Ma se da una parte è vero che la divulgazione di alcune notizie a volte si basa su elementi non scientifici o errati, è anche vero che alcuni invece vogliono smentire a tutti i costi notizie che potrebbero essere scomode o sconvenienti e non si soffermano a leggere neppure la discussione nata intorno a determinate tematiche.
Ma forse la colpa non è dell’open access o, meglio, possiamo dire che la responsabilità di alcune divulgazioni non sia solo attribuibile alla possibilità di accesso gratuito alle informazioni, ma piuttosto bisogna verificare come mai sia in atto questa vera e propria “guerra virtuale” tra i presunti autori di bufale e i presunti “puri” antibufale. Se è vero infatti che una bufala può portare lucro e “notorietà” a chi la mette in circolo, non avviene lo stesso per chi sconfessa anche senza vagliare i dati spesso discordanti sull’argomento?
Non è questo il caso però della bufala scientifica fatta emergere da La Repubblica, che invece sembrerebbe essere stata postata e ripostata anche su autorevoli giornali specializzati e in realtà si basa su uno studio scientifico privo di fondamento, secondo quanto riportato dal quotidiano.
Un autentico Far West fra le riviste accademico-scientifiche online cosiddette open access. I cui contenuti sono cioè disponibili più o meno gratuitamente al pubblico, specializzato o meno. Una situazione in mano al lucro, fatta di tante ombre e pochissime sicurezze, portata alla luce da un’inchiesta basata su uno studio scientifico del tutto privo di fondamento. A firmare sia l’inchiesta che l’operazione sotto copertura, il collaboratore di Science e biologo molecolare John Bohannon. La finta ricerca, dedicata al presunto effetto di alcune molecole estratte dai licheni sulle cellule tumorali, è stata volontariamente costellata di errori elementari. Tanto che qualsiasi recensore “con non più di una conoscenza in chimica da scuola superiore e l’abilità di capire lo sviluppo dei dati” avrebbe dovuto cestinarla in un batter d’occhio. Peccato non sia andata così: negli ultimi otto mesi, fra gennaio e agosto, ben 157 riviste online su 304 hanno accettato di pubblicare la clamorosa bufala scientifica. Spesso senza richiedere alcuna modifica al misterioso autore. La ricerca fittizia architettata dal cronista del magazine è stata infatti respinta da soli 98 comitati scientifici mentre devono ancora rispondere all’appello 49 testate. Di queste, 29 sembrano abbandonate a sé stesse e la restante ventina ha fatto sapere al giornalista di essere ancora in fase di valutazione.
L’inchiesta, pubblicata su Science, non ha lasciato nulla al caso. Bohannon ha realizzato versioni superficialmente diverse dello stesso paper – così si chiamano i documenti scientifici che vengono sottoposti all’approvazione delle riviste specializzate – pur tenendo fermi i contenuti, le conclusioni e i dati. “Il paper – spiega nel suo lungo servizio – ha preso questa struttura: la molecola X estratta dalle specie Y di licheni inibisce la crescita delle cellule tumorali Z. Per sostituire queste variabili ho creato un database di molecole, licheni e cellule cancerogene e ho scritto un programma per computer al fine di generare documenti diversi fra loro. A parte queste differenze, il contenuto scientifico di ogni paper è identico”. Il documento contiene in particolare un paio di esperimenti segnati da stravaganti inesattezze: uno è pieno di errori, l’altro, in teoria dedicato ad approfondire come l’uso di quelle molecole renda più sensibili le cellule alla radioterapia, perfino privo di conclusioni. Fra l’altro, Bohannon ha curato nel dettaglio ogni aspetto dell’operazione, visto che ha inoltrato le centinaia di proposte di pubblicazione, al ritmo di una decina a settimana, sotto falsa identità. Ha ideato infatti un ricercatore africano di fantasia, battezzato Ocorrafoo M. L. Cobange, in forze all’altrettanto fantomatico Wassee Institute of Medicine. Come se non bastasse ha curato anche l’aspetto linguistico, dando al documento – grazie a una serie di risciacqui su Google Translate – un tono grammaticalmente corretto ma che desse l’idea di un autore non madrelingua inglese. Insomma: c’erano tutti i segnali per sbugiardarlo a una prima e perfino parziale lettura della sua proposta.
Quanto ai destinatari, sono finite nel mirino riviste formalmente dedicate alle scienze farmaceutiche o alla biologia, alla medicina generale e alla chimica. Nomi come European Journal of Chemistry o Journal of International Medical Research. Testate all’apparenza affidabili e spesso legate, a scorrere la catena di controllo, a titanici gruppi industriali come Elsevier, il più grande editore mondiale in ambito medico, Sage o Wolters Kluwer. E invece spesso contraddistinte da board scientifici piuttosto oscuri, sedi misteriose e magari localizzate nei Paesi del Terzo mondo. Un terzo addirittura in India, che sembra il vero motore di questo genere di business della bufala, o almeno dell’imprecisione. Uffici e persone con cui è difficile entrare in contatto. Se non, questo il dato che accomuna il settore, nel caso del pagamento della tassa di pubblicazione. Quando una ricerca viene ritenuta affidabile e ne viene dunque deliberata la pubblicazione, il ricercatore è infatti tenuto a pagare un obolo che, nel caso di Bohannon, oscilla fra i 150 e i 3100 dollari. D’altronde è il modello finanziario sul quale si regge la Babele della scienza open access: “Dalle umili e idealistiche origini, circa un decennio fa, le riviste scientifiche open access si sono trasformate in un’industria globale, sorretta dalle tasse di pubblicazione richieste agli autori piuttosto che dai tradizionali abbonamenti – ha scritto Bohannon – molte di queste sono torbide. L’identità e la residenza dei direttori e dei revisori, così come i finanziamenti dei loro editori, sono spesso appositamente oscurati”. In sostanza, mentre le riviste scientifiche tradizionali si affidano a salati e spesso inaccessibili abbonamenti, quelle a libera consultazione vivono di questo scivoloso meccanismo. Che conduce a una facile equazione: più pubblicazioni uguale più guadagni.
“Se fossero finite nel mirino le classiche riviste in abbonamento – ha detto David Ross, biologo dell’università della Pennsylvania che più di un anno fa ha dato a Bohannon lo spunto per l’indagine – credo fortemente che si sarebbero ottenuti gli stessi risultati. Ma senz’altro l’open access ha moltiplicato questa sottoclasse di riviste e il numero delle ricerche che pubblicano. Tutti pensiamo che la consultazione libera sia un’ottima cosa, la questione è come arrivarci davvero”. Risultati sconfortanti, dunque, dal test: per il 60 per cento dei paper sottoposti al giudizio delle varie riviste non sembra esserci stata infatti alcuna revisione collettiva. In caso di rigetto la notizia può essere magari letta positivamente, ma nei tanti via libera collezionati – la regola, non l’eccezione – significa davvero che nessuno ha neanche letto lo sconclusionato documento. Anche quando qualche modifica è stata richiesta, ha raccontato il biologo, si è trattato spesso di spicciole questioni di formattazione, modifiche testuali, allungamento dell’abstract o di fornire qualche immagine in più. Appena 36 comitati hanno mosso obiezioni sulla sostanza scientifica della ricerca firmata dal professor Ocorrafoo Cobange.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/07/licheni-e-tumore-la-scienza-finisce-nel-mirino-inesattezze-e-bufale/
Borse “da paura”: ricettacolo di e-coli e tracce di escrementi
Immancabile borsa. Accessori di moda, indispensabili, oggetti del desiderio. Che siano pochette, secchielli, capienti o in formato mignon, le borse sono compagne immancabili di ogni donna che dentro vi conserva una parte del suo mondo. Ignorando però il rischio in cui incappano ogni volta che v’infilano la mano. Un gruppo di ricercatori britannici ha infatti scoperto, prelevando dei tamponi dall’interno di borse, custodie di portatili e borsoni da palestra, che al loro interno si nascondono nemici tanto microscopici quanto pericolosi. Come e-coli mortali, batteri velenosi e tracce di escrementi. Tra gli intrusi anche lo streptococco fecale, che può causare la meningite, e pseudomonas, un’infezione ospedaliera comune. La causa va da ricercarsi nella scarsa igiene, con una donna su tre che ammette di non aver mai pulito la borsa. Mentre in molti la utilizzano per trasportare le scarpe o la biancheria intima sporca. Ma nella borsa poi ci s’infilano anche gomme da masticare: il rischio di incappare in effetti indesiderati per la salute diventa allora reale. Ha dichiarato Claire Powley, ricercatrice da Mentos: “I nostri risultati sono scioccanti. Già a maggio i ricercatori della Initial Washroom Hygiene avevano eseguito l’analisi batteriologica di un certo numero di borsette constatando che sono spesso contaminate da un discreto numero di batteri dei più diversi tipi. E’ dunque consigliato lavarsi le mani ogniqualvolta le si infilano dentro per prendere qualcosa. Ma c’è di più: a essere contaminati, altrettanto spesso, sono i prodotti di bellezza in esse contenuti come, per esempio, le creme per il viso o le mani, i rossetti. L’esame dei tamponi ha permesso di scoprire che tutte le borse in misura minore o maggiore erano contaminate, tuttavia il 20 per cento delle borse presentava livelli di contaminazione batterica piuttosto elevati. Oltre a questo, secondo la CBS, ad essere maggiormente contaminate erano le zone in cui vi erano riposti il telefono cellulare, e quelle dei cosmetici con crema viso e mani al primo posto per contaminazione, seguite da rossetto e mascara.
Pubblicato da tdy22 in settembre 16, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/16/borse-da-paura-ricettacolo-di-e-coli-e-tracce-di-escrementi/
C’è chi compra le ricerche scientifiche per pilotare i nostri acquisti!
Ma a questo mondo non si può credere proprio a niente? L’ennesima certezza crolla sotto i colpi di un articolo del Washington Post, ripreso da Repubblica: il cibo bio per bambini non è migliore di quello convenzionale. L’unica differenza sostanziale sta nel prezzo. Intendiamoci, non che il biologico faccia male, ma la differenza in termini di crescita e salute, nella nutrizione del bambino, la farebbe la variazione della dieta e non la rotazione delle colture, l’utilizzo del letame come concime, l’allevamento degli animali in spazi aperti e l’uso di mangini organici, da sempre motivi di vanto dei prododotti biologici. Questa la conclusione di Tiffany Hays del Johns Hopkins Children’s Center, supportata dagli studiosi dell’università di Stanford che l’anno scorso avevano pubblicato una ricerca su Annal of Internal Medicine, che aveva fatto discutere.
Gli studi pilotati magari dalle case che producono cibo non biologico che non vogliono perdere quote di mercato consistenti? E poi come può uno studio scientifico non considerare gli antibiotici dati agli animali quando non sono in regime biologico o le faglie inquinate dei terreni nelle colture convenzionali? I bambini assumono antibiotici e inquinamento nel momento della loro crescita e quale studio “serio e indipendente” può dire il contrario?
Pubblicato da tdy22 in marzo 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/25/ce-chi-compra-le-ricerche-scientifiche-per-pilotare-i-nostri-acquisti/
L’iceberg in riva al mare!
Uno strano complesso residenziale sta sorgendo a Aarhus, in Danimarca. L’ispirazione è venuta direttamente dalla natura di questo luogo che affaccia direttamente sul mare. Gli studi di architetti che stanno lavorando su questo sito, JDS Architects, Cebra, SeARCH e Louis Paillard, hanno deciso di rielaborare la forma di un iceberg. “Palazzi ghiacciati” quindi pronti ad accogliere le famiglie che si trasferiranno in questo piccolo angolo di paradiso. Si cerca quindi di integrare sempre più l’edilizia con l’ambiente circostante, facendo anche attenzione all’ecosostenibilità sempre più al centro della tematica architettonica mondiale.
Pubblicato da tdy22 in marzo 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/22/liceberg-in-riva-al-mare/
STUPORE E GIALLO ALL’UNIVERSITA’ DI MILANO… trovato feto umano!
Un feto umano è stato trovato in una cella frigorifera all’interno del dipartimento di biotecnologia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Sul posto sono in corso i rilievi della polizia. A chiamare le forze dell’ordine è stata una dipendente. Il fatto a richiamato immediatamente lo stupore degli studenti e dei professori per lo strano ritrovamento. Al momento le ipotesi sono molteplici, soprattutto per il luogo in cui è stato rinvenuto… un dipartimento che potrebbe essere interessato a fare sperimentazioni segrete su feti umani.
Pubblicato da tdy22 in marzo 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/18/stupore-e-giallo-alluniversita-di-milano-trovato-feto-umano/
I fiori si fanno pubblicità per attirare gli uccelli!
Non solo colori e profumi: per attirare gli insetti che provvedono all’impollinazione i fiori emettono anche qualcosa di simile a messaggi pubblicitari, utilizzando segnali elettrici. A scoprire questo sconosciuto e sofisticato metodo di comunicazione è stato un gruppo di ricerca dell’università britannica di Bristol, il cui lavoro è pubblicato sulla rivista Science.
I colori vivaci, la forma e le fragranze sono le armi più note utilizzate dai fiori per ‘sedurre’ gli insetti impollinatori. A queste ora si aggiungono i segnali elettrici, finora sconosciuti, con i quali i fiori comunicano informazioni: un equivalente delle insegne al neon dei negozi.
Nonostante fosse noto da tempo che le piante producono un debole campo elettrico, nessun esperimento ne aveva mai dimostrato la funzione. Misurando le variazioni del potenziale elettrico delle petunie, i ricercatori hanno osservato delle modifiche del campo all’avvicinamento di api e bombi, a loro volta carichi elettricamente a causa dello sbattere d’ali nell’aria.
Dopo la ‘visita’ di un insetto, la carica elettrica del fiore rimane in questo nuovo stato modificato per alcuni minuti: probabilmente è un modo per avvisare gli altri insetti di non avvicinarsi in quanto già visitato. Questi segnali potrebbero quindi essere interpretati come una sorta di insegna al neon che, quando si spegne, indica che il ‘locale’ è temporaneamente chiuso.
Resta da comprendere, come spiegano gli stessi ricercatori, quali organi di senso permettano a api e bombi di riconoscere questi segnali elettrici finora sconosciuti. “Questo ‘nuovo’ canale di comunicazione – ha spiegato il coordinatore dello studio, Daniel Robert – rivela come i fiori siano in grado di informare onestamente i loro impollinatori sulla quantità delle loro preziose riserve di nettare e polline. L’ultima cosa che vuole un fiore è attrarre un ape e poi non riuscire a fornirle il nettare: una lezione di pubblicità corretta. In caso contrario, infatti, le api perderebbero presto interesse verso i fiori ingrati”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/23/i-fiori-si-fanno-pubblicita-per-attirare-gli-uccelli/
I titoli falsi di Oscar Giannino!
Fare per fermare il declino… ma con titoli falsi!
L’economista Luigi Zingales lascia “Fare-Fermare il Declino”, il movimento fondato insieme al giornalista Oscar Giannino. Lo ha annunciato lo stesso professore dell’Università di Chicago sulla sua pagina Facebook, accusando il giornalista di aver dichiarato “credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false”. “E’ con una disperazione profonda – scrive Zingales – che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/18/i-titoli-falsi-di-oscar-giannino/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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