Ore di ansia: scompare a Roma studente americano, scatta l’allarme in città

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“Era in una delle aree della movida romana  –  spiega Spence Lockhart, un amico di famiglia  –  e si è trattenuto un po’ di più rispetto ai suoi compagni di corso. Gli altri sono andati a dormire ed è l’ultima volta che l’hanno visto. Siamo preoccupati: il suo cellulare non dà segni di vita e non ha usato la carta di credito da nessuna parte da quella notte. Non sappiamo cosa pensare”.

Così è scomparso, nella notte tra mercoledì e giovedì, John Durkin, ragazzo americano in vacanza-studio nella capitale. Durkin 21enne di Rye Beach, Stato del New Hampshire, è stato visto per l’ultima volta dai suoi amici al pub “Sloppy Sam’s” di Campo dè Fiori. Chi era con lui afferma che il ragazzo era felice e solo un po’ alticcio.

La prima reazione dei parenti è arrivata online: subito la madre, sconvolta dal dolore, ha aperto su Twitter un account per diffondere la notizia e ricevere informazioni sul figlio. Sul profilo @jdurkinmissing e su Facebook si moltiplicano i messaggi degli amici e la notizia sta facendo il giro degli Stati Uniti. “Basta una persona che l’abbia visto. L’area in cui si è perso è popolatissima a qualsiasi ora del giorno e della notte  –  spiega ancora l’amico di famiglia  –  e ci deve essere qualcuno che lo ha notato”.

Polizia e carabinieri, per ora, si dicono ancora fiduciosi. I controlli disposti lungo il Tevere non hanno dato alcun tipo di riscontro e per ora tutte le piste sono aperte.

AGGIORNAMENTO 19,50: E’ finita nel modo più tragica la scomparsa di John Durkin, il cadavere è stato riconosciutod ai genitori e si tratta del corpo rinvenuto due giorni fa dopo lo schianto con un treno. Ora la Procura cercherà di ricostruire l’incidente, probabilmente avvenuto a causa dello stato di alterazione dovuto all’alcol.

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“Non può essere lui”: parla l’amico del presunto maniaco seriale di Bologna

palpeggiatore-bologna-tuttacronacaE’ di ieri la notizia che il presunto palpeggiatore seriale di Bologna è stato arrestato a Copenaghen, accusato di due aggressioni sessuali a Bologna, nella notte tra il 10 e l’11 gennaio. A prendere la parola in difesa del romeno Cesarin Tivadar è un suo amico che spiega: “È impensabile che lui possa finire a fare quelle cose. Penso che quello che dicono le donne sia sbagliato”. La testimonianza è stata raccolta, anche con un video da La Stefani, agenzia on line della scuola di giornalismo. Sam, il gestore di un locale vicino a quello dove in passato aveva lavorato l’indagato, dimostra di non credere alla colpevolezza. Quando venne diffuso l’identikit, “dicevamo tutti, tutti quelli che lo conoscono, che era assurdo fosse lui. È un ragazzo simpatico e molto intelligente, parla cinque lingue. È molto conosciuto e lui conosce molta gente in ambiente universitario”.

Il presunto palpeggiatore seriale di Bologna arrestato a Copenaghen

palpeggiatore-bologna-seriale-tuttacronacaEra arrivato a Bologna dal 19 dicembre, a trovare la madre in occasione delle feste natalizie, il romeno Cezarin Robert Tivadar, che compirà 27 anni a luglio, arrestato in Danimarca, dove si trovava per studio, con l’accusa di essere l’aggressore seriale di Bologna. Il pm Laura Sola, che ha coordinato le indagini della squadra mobile con la supervisione del Procuratore aggiunto Valter Giovannini, nel chiedere l’ordinanza di custodia in carcere, gli contesta due aggressioni, avvenute all’alba di sabato 11 gennaio. Tivadar è stato raggiunto dal mandato d’arresto in mattinata in uno studentato a Copenaghen e ora il provvedimento dovrà essere convalidato. A firmare l’ordinanza, il Gip Francesca Zavaglia. E’ stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano a lanciare la notizia su Twitter: “E’ stato arrestato a Copenaghen dalla squadra mobile di Bologna, il rumeno autore di quattro violenze sessuali a Bologna colpito da mandato di cattura Eu”. Scrive Repubblica:
In una perquisizione nella casa della madre di Cesarin Tivadar sono stati trovato un paio di stivaletti neri, bassi e un cappotto nero tre quarti, ritenuti compatibili con quelli indossati dall’aggressore, descritti dalle vittime e ripresi dalle telecamere. La donna è stata sentita dalla polizia, così come un amico, italiano, del romeno. Questi, ad un certo momento dell’indagine, pare abbia provato ad avvisarlo che a Bologna era possibile che lo stessero cercando. Il giovane, che ha i capelli castano chiari e non biondissimi come lo raffigurava l’identikit diffuso anche sui media, si trovava a Copenaghen in una stanza, all’ottavo piano di uno studentato, che condivide con altri due ragazzi. All’arresto hanno preso parte anche poliziotti della Mobile bolognese. Non risulta avere precedenti. Dopo le scuole superiori, fatte in Emilia, in passato era stato per un periodo di studio universitario a Londra, dove probabilmente ha preso l’accento anglofono descritto dalle vittime. Stava ora frequentando un master post laurea in turismo. Ha comunque un documento d’identità rilasciato a Bologna nel 2012.

Il 28enne suicida a Padova: si scava nel passato

suicidio-padova-tuttacronacaIeri la drammatica notizia: R.L., 28enne residente a Padova, dopo un pomeriggio trascorso a girovagare in zona, mentre sulla cittadella delle scienze l’oscurità s’infittiva, è salito all’ottavo piano del palazzo della facoltà di Chimica, in via Marzolo, e si è gettato nel vuoto. Il motivo del gesto è sconosciuto e il ragazzo non ha lasciato biglietti. Il suo corpo è stato trovato attorno alle 18.30, in una pozza di sangue. Una ragazza che era stata nelle aule studio l’ha visto e ha lanciato l’allarme. Inutile l’intervento del 118: per quel neolaureato in farmacia non hanno potuto fare nulla. La tessera sanitaria ha permesso di identificarlo e contattare in tarda serata la famiglia, che però non ha fornito spiegazioni sul gesto estremo. Nei prossimi giorni verranno esaminati il cellulare e il computer del ragazzo, alla ricerca di una traccia utile a capire. Cosa si cerca, lo spiega il Corriere del Veneto:

“a scavare nel passato del ragazzo suicida, si torna all’estate di tre anni fa, quando era stato protagonista di un episodio di cronaca nera. Era il 12 agosto 2010 quando R.L. venne trovato, attorno alle 4.30 del mattino, riverso nel giardino vicino a Pediatria, dentro l’ospedale di Padova. Aveva una vertebra e il bacino rotti, il volto tumefatto e diversi problemi ai polmoni e ai reni. Lui non ne aveva mai voluto parlare, né alla famiglia né tantomeno ai carabinieri, che all’epoca stavano indagando su quello che sembrava un pestaggio in piena regola. Ma chi lo avesse picchiato, e perché poi lo avesse abbandonato nel giardinetto interno all’ospedale, è sempre rimasto un mistero. Tre anni fa, prima che il caso finisse nel dimenticatoio, l’Arma in mancanza di testimoni aveva tentato di ricostruire la serata del giovane, allora 24enne, che la sera prima era uscito di casa in bicicletta dicendo che sarebbe tornato per cena, senza poi dare sue notizie fino al ritrovamento da parte di una guardia giurata. Non si era mai arrivati ad una soluzione anche perché lui non aveva voluto dire alcunché sull’intera vicenda. Che ora ritorna come un boomerang dalle ombre del passato.”

Dramma a Padova: suicidio all’Università

suicidio-padova-farmacia-tuttacronacaIeri, lunedì 16 dicembre, a Padova, un 29enne, studente fuoricorso della facoltà di Farmacia, si è tolto la vita gettandosi dall’ottavo piano del palazzo che ospita la facoltà di Chimica dell’Università. Il suo corpo è stato rinvenuto da un passante che si trovava in via Marzolo e ha immediatamente lanciato l’allarme. Il suicidio è avvenuto nel pomeriggio.

Aggiornamento 17 dicembre:

Si scava nel passato in cerca di risposte.

Dove sta il futuro?

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Dove sta il futuro? Forse non è più nel nuovo continente, come non è in Europa, bisogna andare a cercarlo in Asia, dove nelle università si studia 10 ore al giorno 7 giorni su 7 e si passa la notte a parlare con i compagni di corso delle lezioni svolte durante il giorno. La storia la racconta il padre di un ragazzo di 20 anni, sulle pagine de La Repubblica, confessando che il master di suo figlio, studente 20enne del Politecnico di Torino, in Cina, gli ha aperto gli occhi: ” …è partito per Shanghai il 28 luglio 2012 ed è tornato a casa un anno dopo”. Al ritorno, il ragazzo ha raccontato una nuova esperienza che non è la storia solita di chi ha svolto un anno all’estero, ma è “l’entusiasmo di costruire qualcosa senza demordere, la soddisfazione di aver imparato una lingua ostica, la prospettiva di una laurea cinese, la speranza di forgiarsi un futuro vivendo dove il futuro si plasma ogni giorno”. Il ragazzo torna insieme a una ragazza che per due settimane rimane a Torino e viene affascinata dalla bellezza architettonica e artistica della città, ma anche da quell’Italia senza slanci tanto da chiedere “ma qui ci sono i giovani?” Dove sono i giovani in una città come Torino? E dove sono quelli di Milano? Dove quelli di Roma? Dove quelli di Napoli o Palermo? Dove è lo slancio? Dove è quella forza propulsiva? Dove è, al di là dell’età anagrafica, quelle menti che sanno vedere con gli occhi del futuro? Dove è la determinazione di costruire il nuovo? L’Italia è quel Paese dove si riflette, si garantisce, si programma, si pensa, si annuncia, si propone, si osserva… poi si ricomincia a parlare, a commentare, a sensibilizzare, intanto la vita delle generazioni passa inesorabilmente, i giovani diventano anziani ancor prima di essere adulti, la bellezza di un’arte antica fossilizza le menti e lo sguardo si rivolge al passato. Si piange sul latte versato e si continua a versare. “Dove stanno i giovani?” chiede la ragazza cinese a Torino e il padre dello studente del Politecnico non sa rispondere, annuisce e ripensa a quel fervore nelle strade di Shanghai. “Lì è tangibile il futuro come opportunità, non come problema”.

Insegnante di matematica uccisa: si sospetta di un 14enne

colleen-ritzer-tuttacronacaA Danvers, cittadina del Massachusetts non lontana da Boston, il corpo di un’insegnante di matematica 24enne è stato ritrovato nella notte in un bosco vicino alla Danvers High School, scuola dove lavorava e in un bagno della quale era state rinvenute tracce di sangue. L’allarme era scattato perchè la donna non era rientrata a casa dopo le lezioni. Del suo omicidio si sospetta un 14enne, alunno dello stesso istituto. L’adolescente ieri non era rincasato e solo all’alba di stamattina è stato trovato, mentre mentre camminava lungo una strada fuori dall’abitato della cittadina. Al momento non vi sono dettagli sui possibili moventi dell’omicidio, nè sulle modalità del delitto. Il 14enne comparirà oggi davanti ad un tribunale per i minori.

Stalking all’università: lo studente 52enne che pedina e perseguita la prof

stalker-prof-tuttacronacaUn 52enne che si era recentemente iscritto all’università di Firenze, si è “innamorato” di una professoressa che ha iniziato a pedinare e perseguitare fino al punto di seguirla in vacanza, alloggiando nel suo stesso albergo. Ora per l’uomo si è disposto un ricovero obbligatorio presso l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. Stando alle ricostruzioni dagli agenti della divisione anticrimine, il maturo studente ha trascorso oltre sei mesi dedicando attenzioni morbose alla donna, della quale aveva scoperto indirizzo e numero di cellulare, fatto che gli permetteva di presentarsi nella sua abitazione e inviarle sms. In un’ccasione, riferendosi al marito della docente, le ha scritto: “Ci sono altre persone che impediscono la nostra storia d’amore, ma tu sei pazza di me”. Il 52enne era anche stato colpito da un ammonimento del questore affinché mettesse fine agli atteggiamenti persecutori, ma senza alcun effetto. In occasione di un primo ricovero coatto, avvenuto nei mesi scorsi, aveva continuato a inviare sms alla donna.

E’ questa la meritocrazia? Lorenzetti raccomanda uno studente!

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Si parla molto di meritocrazia, di studiare, di approfondire, di sapere almeno una lingua straniera… per poi restare disoccupati. C’è chi ancora ci racconta che migliori si è negli anni della formazione e più probabilità si avranno per un lavoro futuro. Poi dalle pagine del quotidiano La Repubblica apprendiamo che, in alcuni casi, basta una telefonata… quella segnalazione che può cambiarti la vita a scapito di chi Santi in Paradiso non ne ha e vede esaurirsi anche le speranze.

Questo è quello che è accaduto il 3 settembre 2012 quando Maria Rita Lorenzetti, ex presidente Pd della Regione Umbria e allora presidente di Italferr, agli arresti per associazione a delinquere e corruzione nell’inchiesta sui lavori del passante Tav di Firenze, chiama la professoressa Gaia Grossi, ordinaria di Chimica generale all’università di Perugia e suo ex assessore alle Politiche sociali alla Regione Umbria.

“Senti pisché, ti devo chiedere una cortesia. Tu una tale Romani di patologia generale la conosci?”. “Luigina Romani? L’assistente del rettore? Come no, certo, perché, che c’è?”.

Ecco la macchina della “segnalazione” che si mette in moto con una serie di contatti telefonici per raccomandare uno studente di Odontoiatria che ha “urgenza”  di aprire uno studio a Terni ma teme che uno studente più danaroso di lui arrivi prima sul mercato. Quasi un “peccato nobile”? Sempre di peccato si tratta. È il padre del giovane a rivolgersi alla ex governatrice dell’Umbria: il ragazzo deve superare entro il mese l’esame di patologia generale. E lei si prodiga. I carabinieri del Ros di Firenze registrano.

La professoressa Grossi afferra al volo la richiesta: “Ho capito, ha bisogno di non essere fermato ingiustamente, diciamo così, per qualche finezza accademica”.

“Ecco ecco, brava, hai capito perfettamente, Gaia mia”, le fa eco la presidente Lorenzetti: “Noi siamo concrete e pratiche senza tante seghe. Insomma, questa è l’ansia di chi dice: “Io non è che sono figlio di papà, sono uno normale che però sto più avanti di quest’altro, allora vorrei arrivare prima””.

Sempre più nobili i ragionamenti della Lorenzetti… concretezza, praticità, nessun figlio di papà… solo qualcuno con un contatto di quelli che possono cambiare la vita.  Sono forse le raffinatezze accademiche, che a volte in medicina, consentono di non uccidere un malato,  a diventare “seghe” nel colloquio fra la Lorenzetti e  la Grasso?

Il 6 settembre la professoressa Grossi annuncia alla amica Maria Rita di aver parlato con il rettore, il professor Francesco Bistoni, ordinario di microbiologia. “Lo vedo domani pomeriggio perché queste cose è meglio farle di persona, comunque si è prosternato perché gli ho detto da chi viene. “A disposizione” (ride). Ti faccio sapere domani… Però insomma la persona è molto molto, molto vicina a lui, è la sua allieva”. L’indomani annuncia: “Fatto!”. “Sei grande”, le risponde Lorenzetti. E la professoressa commenta: “Come si diceva, a noi chi c’ammazza?”.

Sicuramente conoscendo in anticipo chi ha avuto una “segnalazione”, il pericolo di cadere nelle mani di medici poco esperti diminuisce sicuramente…

Ecco che ancora da le pagine di La Repubblica si apprende:

Lorenzetti però ha bisogno di ulteriori chiarimenti: “Il ragazzo deve avere qualche informazione o va tranquillo?”. Risponde la professoressa: “Lui (il rettore, ndr) ha detto: “Cosa fatta””.
Ma il papà dello studente non è tranquillo. Meglio sarebbe se il figlio conoscesse in anticipo le domande. E qualche giorno più tardi provvede a riferire alla amica Lorenzetti gli argomenti preferiti dal figlio. Ma ancora non basta, perché la professoressa Romani non sembra aver capito che deve avere un occhio di riguardo per il ragazzo. Maria Rita Lorenzetti torna alla carica con Gaia Grossi: “Allora bisogna proprio che Frà (Francesco, il rettore, ndr)… Gli devi dire, guarda, proprio per le ragioni che ti ho detto io ci tengo proprio in modo particolare appunto che la chiami”. Perché – dice il padre del ragazzo – “a lui non gli può dire di no perché trema”. Cioè la docente non potrebbe dire di no al rettore. Maria Rita Lorenzetti non molla la presa. Insiste con l’amica perché si faccia di nuovo sentire col rettore: “Grazie pischella mia. Noi della vecchia guardia siamo sempre dalla parte del più debole”.

E anche la morale ha il suo giusto ruolo, tanto che:

Il 27 settembre Gaia Grossi la rassicura definitivamente: “Istruzioni per l’uso. Il capo è andato in laboratorio ieri. Ha parlato con i suoi, ha visto le analisi, sono tutte positive. Quindi la prognosi è positiva”. Previsione esatta. Poche ore più tardi il padre del ragazzo chiama Maria Rita Lorenzetti. È entusiasta: “Allora, il mio è andato a fare la visita, è rimasto contentissimo, però gli ha ordinato 30 analisi da fare”. La presidente resta un momento disorientata, poi capisce: “Eh, quindi? Alla grande. Ah, ecco 30 analisi, scusami, c’ho avuto un momento… Quindi alla grande”. In serata Maria Rita Lorenzetti invia un sms all’amica Grossi: “Tutto a posto. 30. Grazie e ringrazia il capo”.

Forse, a questo punto, indignarsi è un atteggiamento “qualunquista”, in fondo si è solo “segnalato” il più debole, non un figlio di papà! Poi i politici ci parlano di meritocrazia? Di diritto allo studio? Di costruirsi il futuro seduti davanti a un libro? Forse a volte serve solo alzare la cornetta del telefono!!!

Noi continuiamo a sperare, che in un mondo utopico, non dobbiamo più sentire “Grazie pischella mia. Noi della vecchia guardia siamo sempre dalla parte del più debole”.

 

Vietato suicidarsi e procurare lesioni nelle Università cinesi

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Un contratto anomalo quello che sono costretti a firmare alcuni studenti cinesi di un ateneo della provincia del Guangdong. Sembra infatti che l’Università in seguito a un incidente avvenuto l’anno scorso in cui uno studente ferì una compagna che si rifiutava di avere una relazione con lui, abbia voluto porre un freno a questi atti di violenza e quindi ha redatto un vero e proprio contratto con il quale l’ateneo non è responsabile per eventuali suicidi o lesioni. Le 5000 matricole lo hanno sottoscritto.

Sbanda in motorino: 14enne muore il primo giorno di scuola

studente-morto-incidente-tuttacronacaStava per iniziare il nuovo anno scolastico un ragazzo di 14 anni che ha perso la vita lungo la strada che lo conduceva al suo istituto, il tecnico “Guala”, di Bra, nel Cuneese. Iscritto al secondo anno il giovane, per cause ancora in corso di accertamento, ha sbandato in una curva finendo contro una monovolume parcheggiata. Erano le 8 e sul posto sono intervenuti un equipaggio del 118 e una pattuglia del pronto intervento della polizia municipale. Lo studente è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Santo Spirito di Bra, dove è deceduto circa un’ora dopo a causa delle gravi lesioni riportate. Inutile la lunga attesa dei suoi compagni di scuola.

Preso il pirata della strada che ha investito Christian Barra

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Christian Barra è stato investito due notti fa, alle spalle, mentre stava rincasando in bicicletta. Il pirata della strada non si è fermato a prestargli soccorso. Ora i carabinieri di Cuneo hanno identificato e denunciato l’uomo che l’ha strappato alla vita. Si tratterebbe di un 79enne, accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso, che ha riferito di non essersi fermato perché pensava di avere investito un animale. La svolta nelle indagini si è avuta con il ritrovamento dell’auto, una Hyunday Atos verde, che presentava un’ammaccatura compatibile con l’urto con la bicicletta della vittima, sulla quale erano state rinvenute tracce di vernice verde. I funerali di Christian si svolgeranno sabato, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Falcetto.

20enne travolto da un’auto pirata nel Cuneese

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E’ morto nella notte il 20enne Christian Barra, di Verzuolo, in provincia di Cuneo. Il ragazzo è stato investito da un’auto pirata intorno alla mezzanotte in frazione Ceretto di Busca, a pochi chilometri da casa. Il conducente non si è fermato a prestare soccorso e i carabinieri ora hanno avviato le ricerche, anche sulla base di alcune testimonianze, sulle quali gli investigatori mantengono stretto riserbo. Il 118 intervenuto sul posto non ha potuto far altro che constatare il decesso del ragazzo, che frequenteva l’ultimo anno dell’Istituto Agrario di Verzuolo.

L’incidente nel bresciano che spezza la vita a due ragazzi

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Hanno 23 e 19 anni le vittime del tragico incidente avvenuto la notte scorsa a  a Incudine, Valcamonica, sulla ss42. La loro auto è precipitata  da un viadotto ed è caduta nel fiume Oglio. I due stavano tornando da un paese vicino dove è in corso una festa degli alpini che oggi è stata sospesa in segno di lutto. Il più giovane è uno studente Matteo Balzarini, l’altro, il 23enne, , era un idraulico. L’auto avrebbe sbandato improvvisamente, uscendo di strada e andandosi a infilare sotto il guard rail prima di piombare giù nel fiume dopo un volo di 15 metri.

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Problemi a causa del suo essere gay: si lancia nel vuoto un 16enne

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Il ragazzo di 16 anni che oggi ha tentato il suicidio gettandosi da una finestra della scuola e che ora è ricoverato con fratture ad entrambe le gambe, aveva lasciato un biglietto per spiegare il suo gesto. Secondo Aurelio Mancuso, Presidente di Equality Italia, il ragazzo avrebbe avuto, a causa della sua omosessualità, problemi sia a scuola che in famiglia. L’uomo così commenta: “Poco dopo mezzogiorno un ragazzo di 16 a Roma ha tentato il suicidio lasciando un bigliettino per spiegare che non ce la faceva più a sopportare le angherie del padre che non accettava la sua omosessualità e le derisioni che subiva a scuola. Ecco un altro drammatico episodio di solitudine, di emarginazione che suscita rabbia perché al di là delle belle solite parole, la politica continua a rimandare misure adatte a contrastare per legge l’omofobia e a mettere in campo un azione nella scuola permanente di educazione alle differenze. Ci auguriamo, che il ragazzo possa rimettersi presto in salute, e che trovi quella solidarietà e aiuto necessarie a superare le ragioni che lo hanno indotto a questo gesto estremo. Puntiamo però il dito contro la politica e le istituzioni, che continuano a perdere tempo, mentre si ampia pericolosamente nelle nostre scuole il bullismo omofobico, e nel paese gli omosessuali continuano a sentirsi colpiti e discriminati.”

Si getta nel vuoto uno studente 16enne

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Si è gettato da una finestra al terzo piano dell’istituto tecnico nautico “Colonna” in via Salvatore Pincherle, in zona Marconi a Roma. Lo studente, un 16enne di origini romene, ha terminato il volo contro un’auto, una microcar, parcheggiata sotto l’edificio, nel cortile interno della scuola che ha parzialmente attutito la caduta in seguito della quale, però, il ragazzo ha riportato fratture multiple. Ora si trova ricoverato al San Camillo, in prognosi riservata ma sarebbe coscienzte e respirerebbe spontaneamente. Per stabilire quanto accaduto, sul posto sono giunti anche gli agenti della polizia di Stato del commissariato San Paolo a seguito di una segnalazione delle 12.30. Non si esclude l’ipotesi di un tentativo di suicidio.

La docente fa togliere la maglia all’alunno: ma è anti-berlusconismo?

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All’istituto Michelangelo Buonarroti di Caserta un alunno è stato umiliato dalla sua professoressa che l’ha costretto a indossare al contrario una t-shirt con impresso il volto di Silvio Berlusconi. Al momento di sporgere denuncia, i genitori del ragazzo hanno anche riferito le frasi pronunciate dall’insegnante, riportate testualmente nella querela:  “Ti dovresti impiccare tu e Berlusconi” e “Ti ucciderei a te e pure a lui”. (Ci auguriamo non con questa grammatica, altrimenti sarebbe il caso di preoccuparsi più quanto già non lo siamo per il livello delle scuole italiane!). Appresa la notizia, i politici dell’area dell’ex Presidente del Consiglio hanno dimostrato la loro insofferenza per simili atteggiamenti. Ad esempio Elena Cementero ha sottolineato che “a scuola mi è capitato di vedere miei alunni o giovani che indossavano maglie con, ad esempio, l’immagine di Che Guevara, ma non mi sono mai permessa d’intervenire come risulta aver fatto l’insegnante di Caserta. Mentre Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, ha biasimato l’accaduto: “Ciò che preoccupa maggiormente non è il fatto in sé, piuttosto che il germe  dell’intolleranza, di qualunque genere, venga inculcato nelle giovani generazioni che, per costruzione, sono post ideologiche e dovrebbero essere invece educate al rispetto e alla tolleranza”.Ma le critiche hanno continuato a susseguirsi, lamentando la presenza di un clima “antiberlusconiano” nelle scuole, e la presenza di professori prevenuti contro il PDL. Ecco allora che Danilo D’Angelo, riferimento del Pdl a Casagiove, che conosce bene la famiglia, ha diramato una nota durissima: “E’ un caso che ci fa pensare molto e rabbrividire: cercare di manipolare e gestire la mente di un sedicenne è plagio. Più grave è la mancanza di rispetto che l’educatrice dovrebbe insegnare agli alunni, futuri protagonisti di questa terra. Ha sfruttato il ruolo rivestito all’interno della Pubblica Amministrazione per denigrare un uomo di largo spessore politico, presidente del mio partito. Ma non è da meno Nitto Palma, che a Libero ha dichiarato:  “Il clima si è fatto pesante, l’antagonismo politico ha raggiunto livelli inaccettabili: tra adulti, in un certo senso, si può tollerare ma che si scarichi tutto su un ragazzino, nel contesto della scuola pubblica tra l’altro, è il segno di un vero e proprio impazzimento. Mi auguro che la ovvia ispezione del Ministero che ne seguirà faccia definitivamente chiarezza”. Pronta la risposta della preside del Buonarroti, Antonia Di Pippo, che ha già dichiarato di aver avviato un’inchiesta per appurare le responsabilità e che entro il 10 giugno si farà chiarezza. “Non mi risulta che la prof si interessi di politica” ha aggiunto ieri sotto il fuoco incrociato dei media: il che non vuol dire che non abbia un suo modo di pensare e di immaginare le libertà altrui.

Ora, a parte che forse è “un po’” esagerato voler fare un paragone con l’immagine di Che Guevara e del Cav, però a vedere l’immagine stampata ci si chiede se fossero davvero necessarie delle critiche così aspre. La scuola, in quanto luogo pubblico, ha, o dovrebbe avere, un codice di abbigliamento, a parte questo, l’immagine raffigura Berlusconi che mostra il suo “famoso” gesto a tringolo delle dita, che da sempre si è prestato a interpretazioni maliziose, mentre una didascalia reca la scritta “I am the illuminated” (Sono l’Illuminato, ndr), che può benissimo essere interpretato come un gesto offensivo nei confronti delle donne, tanto più grave nel clima attuale visto che è tutt’ora argomento di discussione l’uso del corpo della donna sia in pubblicità che nel caso di episodi di violenza. Oltretutto non dà l’impressione di essere tanto “pro-Silvio” quanto piuttosto un insulto, visto che l’espresione è “spiritata”: insomma, raffigura, se non un pervertito, un pazzo. Naturale quindi chiedersi se chi ha commentato l’accaduto abbia prima visionato la t-shirt o si sia limitato a commentare un episodio “per sentito dire” .

Senza esami è possibile laurearsi… i furbetti dell’Università!

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Laurearsi senza sostenere neanche un esame. Neanche nei sogni degli studenti più svogliati si osa desiderare tanto, eppure un pugliese di 28 anni ci è riuscito: si è laureato alla triennale di Psicologia discutendo una tesi a Padova senza aver mai affrontato gli esami.
La laurea “senza sforzo” è costata una denuncia allo studente. Secondo un’indagine interna dell’Università patavina e le successive risultanze degli accertamenti dei carabinieri disposti dalla procura, il giovane avrebbe utilizzato falsa documentazione scaricata da internet per convincere la commissione a consentirgli di esporre la tesi per la laurea triennale. La vicenda risale al 2011 quando lo «studente» aveva illustrato una tesi sui simboli religiosi e il loro effetto sul senso di inclusione o esclusione nei bambini cattolici e musulmani. Solo qualche mese più tardi gli uffici del Bo si sono accorti che la documentazione presentata dallo stesso era incompleta, del tutto irregolare e falsa.

A 7 anni stuprata a scuola… l’India 2.0!

india stupro bimba - 7 anni - tuttacronaca

Una folla inferocita si e’ radunata fuori da un ospedale di New Delhi dopo che si e’ diffusa la notizia che una bambina di sette anni e’ stata violentata a scuola. Secondo la Bbc, i manifestanti hanno danneggiato degli autobus fuori dal Sanjay Gandhi Hospital dove la piccola e’ stata ricoverata. C’e’ stata anche una sassaiola contro la polizia e alcuni agenti sono rimasti feriti. Lo stupro, riferisce il Times of India, e’ stato compiuto giovedi’ pomeriggio in una scuola pubblica a Mangolpuri, zona nord-orientale della capitale indiana. La vittima non ha saputo identificare l’aggressore, ha solo detto che si trattava di un uomo adulto.
La bimba e’ stata trovata ferita dentro l’istituto e trasportata all’ospedale dove e’ stato confermato lo stupro. La polizia sta interrogando il personale della scuola e ha interrogati alcuni insegnanti e un affetto alla sicurezza. Nel dicembre scorso, una studentessa di Delhi subi’ uno stupro di gruppo su un autobus nella capitale e mori’ per le ferite riportate, suscitando un’ondata di proteste in tutto il Paese. New Delhi registra il piu’ alto numero di crimini sessuali tra le maggiori citta’ indiane, con in media uno stupro ogni 18 ore.

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