Botta e risposta a distanza tra il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il segretario della Lega Matteo Salvini dopo la contestazione del Carroccio a Strasburgo durante il discorso del Presidente della Repubblica. In visita al Parlamento europeo, Napolitano ha parlato di “Proteste marginali e modeste”. A questee parole Salvini ha risposto invitandolo a fare “un giro senza scorta tra i disoccupati”.
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“Napolitano si faccia un giro senza scorta”: così Salvini
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
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“Basta austerity” e “Basta euro”: Napolitano a Strasburgo e la contestazione della Lega
Il presidente Napolitano è intervenuto all’Europarlamento di Strasburgo dove ha sottolineato che i cittadini non devono scegliere tra “un’agitazione puramente distruttiva contro l’euro e contro l’Ue” o tra un’Europa che pure “ha mostrato gravi carenze e storture nel suo cammino”. E ha aggiunto che bisogna “vincere dure battaglie politiche contro egoismi e meschinità nazionali, ristrettezze di vedute, calcoli di esperienza e conservatorismi anacronostici, quotidianamente riscontrabili nelle classi dirigenti nazionali”. E ancora: “Non regge più la politica di austerità a ogni costo”. Nel suo intervento Napolitano ha quindi sottolineato che “C’è vacua propaganda e scarsa credibilità nel discorso di quanti hanno assunto atteggiamenti liquidatori verso quel che abbiamo edificato nei decenni scorsi”. E ancora il capo dello Stato: “Manca oggi la ‘vista lunga’ a troppi leader europei, per insufficiente consapevolezza del declino che minaccia l’Europa”, notando come “finora in un continente così interconnesso come il nostro, la politica è rimasta nazionale, con i suoi fatali limiti e con le sue vistose degenerazioni”. Ma il discorso è stato interrotto dagli eurodeputati della Lega Nord, guidati da Matteo Salvini, che hanno fatto irruzione e protestato contro l’Euro. Un gesto che è stato fischiato dall’Europarlamento, che ha condannato i comportamenti leghisti a Strasburgo. Il segretario del Carroccio ha spiegato: “Napolitano senza vergogna, chi ancora difende questo Euro che ha massacrato lavoro, stipendi e pensioni è in malafede. Il voto di maggio spazzerà via queste Euro Follie”. L’eurodeputato Mario Borghezio ha spiegato che la protesta della Lega Nord non è contro Napolitano, ma contro l’Euro: “Non è una protesta nei confronti del Presidente, per il quale portiamo rispetto, Napolitano, ma è una protesta per la sua adesione un po’ cieca a questa Europa e ai poteri delle banche che essa rappresenta. Siamo contro questo euro che danneggia le Pmi e sta portando alla rovina il nostro paese e soprattutto il nostro nord”. Ancora Borghezio, presente in Aula, ha urlato: “Presidente, noi la rispettiamo ma non deve difendere l’Europa delle banche. Non tradisca Cattaneo. Si ricordi la carta di Chivasso”. Quest’ultimo, in riferimento al documento dei federalisti piemontesi e valdostani del 1943, considerato da Borghezio “la carta costituzionale del federalismo regionale”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
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“Niente ricorso d’urgenza”: Berlusconi incassa il no da Strasburgo
Silvio Belrusconi aveva presentato domanda alla Corte europea dei diritti dell’uomo affinchè venisse trattata “con procedura prioritaria” il suo ricorso contro la legge Severino. La Corte ha però reso noto di aver rifiutato la domanda oltre a far sapere che a Strasburgo, intanto, è approdato il ricorso presentato dai legali dell’ex premier contro la sentenza Mediaset. La Corte ha inoltre precisato che il ricorso per ora è stato solamente registrato: nessuna decisione è stata ancora presa in merito alla sua ammissibilità. Comer ricorda Repubblica, era lo scorso settembre quando Berlusconi, già condannato in Cassazione per frode fiscale ma non ancora decaduto da senatore, giocava l’ultima disperata carta per salvarsi contro il destino di qualsiasi pregiudicato: un ricorso di 33 pagine depositato in Europa per evitare di essere dichiarato decaduto da parlamentare di Palazzo Madama. Il fascicolo fa riferimento all’articolo 7 della Convenzione europea e si appella al fatto che la legge Severino, approvata nel 2012 anche dal Pdl, non può essere applicata in modo retroattivo. Il voto sulla sua uscita istituzionale arriverà il 27 novembre, poco più di due mesi dopo la presentazione del ricorso.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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Anche la madre potrà dare il suo cognome ai figli: arriva il ddl
Appena qualche giorno fa la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. Ora si corre ai ripari ed è arrivata la bozza di un ddl all’esame del Consiglio dei ministri che prevede che il figlio potrà assumere “il cognome della madre o quello di entrambi i genitori” in caso “di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita”. Il provvedimento vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Il disegno di legge, composto di 4 articoli, modifica l’articolo 143-bis del codice civile. Le disposizioni si applicano alle dichiarazioni di nascita successive all’entrata in vigore della legge.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 10, 2014
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Strasburgo condanna l’Italia: “il cognome della madre è un diritto”
Sarà definitiva tra tre mesi la sentenza con la quale i giudici della Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. I genitori, infatti, devono avere il diritto di dare ai figli il solo cognome materno. Il Belpaese, quindi, “deve adottare riforme” legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata. Sono stati i coniugi milanesi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo a far ricorso alla Corte di Strasburgo dopo che lo Stato italiano ha impedito di registrare all’anagrafe la figlia Maddalena, nata il 26 aprile 1999, con il cognome materno anziché quello paterno. Battutasi da allora, la coppia ha oggi vinto a Strasburgo. L’Italia è stata condannata per aver violato il diritto di non discriminazione tra i coniugi in congiunzione con quello al rispetto della vita familiare e privata. I giudici sostengono che “se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne”. Ancora, nella sentenza viene sottolineato che la possibilità introdotta nel 2000 di aggiungere al nome paterno quello materno non è sufficiente a garantire l’eguaglianza tra i coniugi e che quindi le autorità italiane dovranno cambiare la legge o le pratiche interne per mettere fine alla violazione riscontrata.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 7, 2014
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Amazon consegna con i droni? Il popolo del web si scatena
Poteva forse passare inosservato al popolo del web il fatto che Amazon ha intenzione di utilizzare droni per le consegne? La domanda ovviamente è retorica e la conferma arriva dai trendig topic di Twitter e non poteva mancare un hashtag per l’occasione: #AmazonPrimeAir. Tra chi s’immagina il ponte di San Francisco nel 2019, inondato di piccoli “droni cicogna” di Amazon, chi una guerra nei cieli fra i droni di eBay, Amazon e la FedEx e chi fa paragoni con le consegne via gufo di Harry Potter, non è mancata neanche una battuta del rapper Snoop Dog: “Il mio prossimo singolo sarà venduto in bitcoin e distribuito con un drone Amazon”:
Ma c’è anche chi s’interroga sul futuro, chiedendosi in particolare cosa scriverà Amazon a chi non riceve un pacco trasportato da un drone. Tra le motivazioni: “1. Non è stato trovato un luogo di atterraggio appropriato. 2. Il drone non aveva più benzina e ha lasciato il pacco nei paraggi. 3. Il drone ha defezionato e si è unito alla rivoluzione dei macchinari contro il genere umano”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 3, 2013
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I pacchi di Amazon arrivano dal cielo: consegne via drone
Il CEO e fondatore di Amazon, Jeff Bezos ha annunciato che la più grande piattaforma mondiale per la vendita on line sta sperimentando l’uso di droni per consegnare direttamente la merce venduta, precisando inoltre che, perchè il sistema possa entrare in uso ricevendo anche il via libera dalla Federal Aviation Administration,saranno necessari quattro o cinque anni. Le consegne avverranno entro 30 minuti dall’ordine, grazie al drone senza pilota a uso commerciale Octocopter . Bezos l’ha spiegato nel corso di un’intervista rilasciata al programma della Cbs ’60 minutes’. Tale sistema permetterà di smaltire gli ordini ‘leggeri’ (fino a 2,3 chilogrammi, l’86 per cento delle consegne di Amazon), urgenti e a breve distanza, non più di 16 chilometri, da uno dei nodi di distribuzione. Al servizio spertimentale è già stato assegnato un nome: “Prime Air”. “So che sembra fantascienza, ma non è così”, ha detto Bezos.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 2, 2013
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Natale è… mercatini!
E’ iniziato dicembre e, mentre i primi addobbi fanno capolino, viene spontaneo pensare ai mercatini natalizi. A Strasburgo si trova quello più vecchio di Francia: si tiene infatti dal 1570. La cornice, poi, lo rende ancora più suggestivo: si svolge infatti sotto la splendida Notre Dame locale, una delle più belle cattedrali gotiche in assoluto, con un’altissima, singola torre, da 142 metri, che svetta su uno dei due lati della facciata. Tutt’attorno, un quartiere di case a graticcio che circonda la stessa Notre Dame, e quello sui canali. Luci, aria di festa e i tipici addobbi del Natale: il luogo perfetto per una piccola fuga dalla realtà.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 1, 2013
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L’esercito dei figli di B.: “papà dimettiti”, ma “Papi” non si dimette
L’esercito è in campo, ma stavolta non è l’esercito di Silvio, ma quello dei figli di Berlusconi. A cena portano i documenti che servono per la richiesta ufficiale di grazia al Presidente, ma il leader del Pdl non vuole ancora mollare, almeno “per ora”. La strada è diventata un sentiero accidentato e sembra quasi che non ci siano neppure scappatoie nel sottobosco politico. O il voto in giunta con probabile esito negativo, almeno stando ai sondaggi e alle previsioni, e quindi decadenza da senatore e rottura delle larghe intese oppure l’alternativa è quella della grazia al Capo dello Stato e l’uscita di scena dal teatro politico. Questa seconda ipotesi sembrerebbe rappresentare alcuni vantaggi anche per la famiglia, primo fra tutti la salvaguardia delle aziende. Quella grazia chiesta dai figli sarebbe per Berlusconi un grande vantaggio anche perchè da solo non può chiederla in quanto, significherebbe, in qualche modo riconoscere la propria colpevolezza. Secondo Il Giornale “Per questo i i cinque figli come le dita di una mano, si sono fatti avanti a a formulare la richiesta al Presidente della Repubblica. Una mossa suggestiva che avrebbe sicuramente un impatto non indifferente sulle istituzioni che avrebbe anche un valore di protezione verso un padre così vulnerabile”.
Come si legge su La Repubblica:
Non ci sono più condizioni per evitare il voto in giunta e poi in aula, qualsiasi trattativa coi democratici appare preclusa. Il diktat lanciato da Villa San Martino è allora di combattere a Sant’Ivo alla Sapienza giorno per giorno. Cercare di strappare giorni, settimane, magari un mese prezioso. Ed è quello che i suoi iniziano a fare in ufficio di presidenza della giunta fin dal pomeriggio. Ottengono poco o nulla, ma oggi si riprende. Con quale obiettivo? Quel che gli avvocati Ghedini e Longo gli spiegano a più riprese è che con molta probabilità il presidente della Repubblica Napolitano si ritroverebbe con le mani legate se nei prossimi giorni arrivasse un voto definitivo dell’aula di Palazzo Madama che sancisse la decadenza. Con difficoltà, è la tesi, potrebbe procedere alla commutazione della pena detentiva (domiciliari o servizi sociali) in pecuniaria, ancora meno a una grazia, in presenza di un voto parlamentare. Molto meglio se la decadenza seguisse, automatica, l’interdizione che il 19 ottobre la Corte d’Appello di Milano dovrà infliggere (da uno a tre anni)”
Quindi un futuro nero sarebbe quello che si prospetta davanti agli occhi dell’ex Premier e che non lascia molti raggi di luce. Sempre su La Repubblica si legge:
È in questo clima che i figli sono tornati alla carica. A metterlo alle strette. Per tutto il giorno è rimasto blindato a Villa San Martino proprio con i loro, mentre un via vai incessante di avvocati conclamava la gravità del momento. Nessuna voglia di parlare con i dirigenti Pdl, non sono loro a poterlo salvare, non la politica ormai. Raccontano che Marina, Piersilvio e Barbara si siano presentati ieri sera a cena portando poche cartelle da loro controfirmate con la richiesta ufficiale di grazia al capo dello Stato. Il gesto estremo e clamoroso della famiglia.
Da accompagnare, inevitabile, con le dimissioni dalla carica di senatore, prima di qualsiasi pronunciamento della giunta delle elezioni. Un atto di «responsabilità e coraggio», gli chiedono i figli più grandi. Lui resiste, non accetta. «Non vi autorizzo a presentarla, non è il momento, non ora» sarebbe stata la reazione a caldo. Ma la richiesta è lì sul tavolo. E ci resta. «Non lo farà» giura Angelino Alfano parlando a chiusura della festa “Controcorrente” del Giornale a Sanremo. Berlusconi resta in silenzio e spaesato, smarrito, «non sa in realtà che fare» confida chi gli ha parlato.
Pubblicato da tdy22 in settembre 12, 2013
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Sospesa la seduta alla Camera: “arrestate i ladri”
Laura Boldrini, presidente della Camera, ha sospeso la seduta dopo che l’Aula ha approvato il ddl che istituisce il Comitato parlamentare dei 40 per le riforme costituzionali e prevede una deroga all’articolo 138. I deputati pentastellati avevano organizzato un flash-mob proprio in occasione della votazione: nell’Aula sono stati esposti dei manifestini tricolori con la scritta “No deroga art 138” prima del voto, poi rimossi dai commessi su indicazione della Boldrini. A quel punto i deputati di M5S sono rimasti con le mani in alto, ben visibili, mostrando la scritta “ART 138” e mantenendo la posizione per tutto il tempo della votazione. Dopo di che, il presidente è stato costretto a sospendere la seduta: “Così non si può continuare, convoco la conferenza dei capigruppo”. Durante la protesta, da più parti si sono innalzate grida di “buffoni, buffoni!”, con un acceso Bianconi (Pdl) che è stato richiamato. Dopo il voto, un applauso dai banchi del Pd, cui i grillini hanno risposto con un ironico battimani. Viste le polemiche, anche a seguito della protesta dei 5 Stelle sul tetto di Montecitorio, alcuni pentastellati hanno mimato il gesto delle manette rispondendo “arrestate i ladri”, fatto che ha fatto infuriare ulteriormente il popolo pidiellino. Ora Laura Boldrini deciderà se applicare delle sanzioni. Nel frattempo i grillini continuano a ripetere: “Il M5S non è contrario a ogni riforma costituzionale. Sogniamo un Paese in cui il popolo comandi e il governo obbedisca. Ma le riforme costituzionali che vogliono fare i partiti vanno esattamente nel senso opposto: togliere ulteriori poteri a un Parlamento già esautorato e conferirli nelle mani di pochi”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 10, 2013
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Artentato n.3: il manichino di Berlusconi trovato impiccato a Milano
Era il 2011 quando in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano, fece la sua apparizione un manichino raffigurante Silvio Berlusconi. Il “corpo” era steso in una pozza di sangue finto e con un taglierino stretto in mano. Sul petto, la dicitura “Artentato”. I ragazzi che avevano posizionato il manichino, tutti con il volto coperto da un cappuccio, in un messaggio spiegavano che l’ex premier era solo ”La punta dell’iceberg di un sistema immobile che non è in grado di risolvere la crisi. L‘Italia non ce la fa più”. A distanza di quasi due anni (il manichino in quell’occasione comparve il 27 ottobre) il fantoccio rappresentante Berlusconi è tornato a Milano. Questa volta è stato trovato “impiccato” a un albero in piazza XXIV maggio. Accanto a lui un messaggio lapidario, redatto su dei fogli A4: ”La decadenza di Berlusconi, non impiccate l’Italia”. La polizia ha provveduto a rimuovere il manichino accanto al quale appariva la scritta “Artentato n.3″ e ora indaga per risalire agli autori dell’installazione, rivendicata anche questa volta dalla Brigata Artistica che torna a prendere di mira Berlusconi dopo la parentesi contro i veli e i burqa. L'”Artentato n.2”, infatti, comparso il 3 dicembre 2011, rappresentava una donna velata crocifissa che era stata appesa sul tetto del Mondadori Multicenter in piazza Duomo, ancora una volta a Milano.
Pubblicato da tdy22 in settembre 9, 2013
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50 sfumature di… Silvio! Travaglio e Casellati da Lilli Gruber
Berlusconi e le 50 sfumature… peggio delle 7 vite dei gatti! E così Travaglio ospite in collegamento da Lilli Gruber durante l’intervista in studio della senatrice Casellati del Pdl fa notare come sia “assurdo” chiedere l’incostituzionalità di una legge dopo averla votata e approvata. Travaglio parla di una vera e propria elemosina che dall’Italia ora approda in Europa. Ma la senatrice pidiellina risponde come di rito: la retroattività della legge non è applicabile né costituzionale, perché le leggi penali non possono essere retroattive. Poi c’è anche l’invocazione che ripercorre il totale di tasse pagate da Berlusconi e come sempre tale numero viene preso a esempio della presunta “correttezza” nel pagamento delle imposte… ma proprio su questa frase si scatena l’ira di Travaglio che attaccandosi alla frase della Casellaro che afferma “Io ho letto tutti gli atti” e il giornalista replica “Mi dispiace per i suoi clienti, se li capisce così” e apre un dibattito sull’attitudine alla comprensione della Casellati. Marco Travaglio esplode poi chiamando “putta***e” quelle che dice la senatrice, e vorrebbe interrompere il collegamento, la Casellati replica che se ne vuole andare e a quel punto è Lilli Gruber a dover ristabilire la calma… Alla fine la trasmissione finisce con una disquisizione “Silvio pregiudicato o gran signore?”
Le 50 sfumature di Silvio proseguono… nella Giunta del Senato domani a partire dalle ore 20.00! Pop corn per tutti?
Pubblicato da tdy22 in settembre 9, 2013
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Decadenza Berlusconi. Giunta riunita: è scontro. Domani si aggiorna
Si è riunita la Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato con all’ordine del giorno il caso della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore in seguito alla sentenza definitiva di condanna per il caso Mediaset. Prima di svolgere la relazione, il pidiellino Andrea Augello avrebbe posto tre questioni pregiudiziali: il partito punta a chiedere un rinvio per esaminare i tre temi sollevati dal senatore (l’ipotesi di un ricorso alla Consulta, il rinvio alla Corte europea di giustizia e la questione dell’interpretazione del merito della legge Severino) ma le voci che si alzano dal Pd si oppongono. Tra queste Pezzopane che ha detto “No a rinvii senza senso”.Secondo le prime indiscrezioni, una considerevole parte della relazione di Andrea Augello si incentrerà sulla necessità di sottoporre gli aspetti della retroattività della legge Severino al vaglio della corte di giustizia europea che ha sede in Lussemburgo. Stando a quanto si apprende ,qualche giorno fa Augello ha inviato una nota ai membri della Giunta nei quali accennava a grandi linee i punti affrontati nella sua relazione. Per il democratico Casson, che ha parlato con i cronisti prima di entrare in giunta, il ricorso di Silvio Berlusconi alla corte di Strasburgo è “chiaramente non ricevibile perché ci vuole un provvedimento definitivo che in questo caso non c’è. Il fatto che ne stiamo discutendo vuol dire che non c’è provvedimento definitivo”. Da parte sua, il pentastellato Vito Crimi ha annunciato in Facebook che non farà “il live blogging della giunta al fine di non fornire alcun pretesto a coloro che potrebbero usare tale scusa per perder tempo con sterili e inutili polemiche.”
Prima di entrare nella Giunta delle Elezioni, anche il senatore di Scelta Civica Benedetto Della Vedova ha parlato con i giornalisti spiegando “Che la legge Severino fosse retroattiva, come altre leggi sull’elettorato passivo, era una cosa chiarissima tanto è che nessuno ha mai sollevato obiezioni”. Ha poi spiegato: “Io la legge l’ho votata convintamente come i colleghi del Pdl e prescindendo dal caso in questione. Era la legge liste pulite, la risposta all’opinione pubblica per quello che era successo”, sottolineando “se non valesse il cosiddetto principio di retroattività significherebbe che abbiamo scherzato, significherebbe cioè, per fare dei nomi a caso, che Lusi, Belsito, Fiorito, avendo fatto le cose che hanno fatto prima dell’entrata in vigore” della legge Severino” sarebbero comunque candidabili. Anche il Cittadino a 5 Stelle Giarrusso ha condiviso la sua opinione con la rete prima dell’inizio dei lavori: “In giunta per le elezioni e le immunità per far rispettare la legge e rimettere sulla giusta strada questo paese”.
Da quanto viene riferito, le questioni pregiudiziali presentate dal Pdl alla legge Severino saranno votate prima della relazione di Andrea Augello sul caso Berlusconi. Lo si apprende da fonti presenti in giunta. È probabile che non si voti oggi, in ogni caso per Silvio Berlusconi si allungano i tempi. Intanto, sul sito Facebook dei senatori pentastellati si legge: “Notizie dalla giunta per le elezioni. Il relatore Augello (pdl) si rifiuta di presentare conclusioni e avanza solo questioni pregiudiziali ex articolo 93 del regolamento del Senato. Vuole solo perdere tempo”. Messaggio ribadito in Twitter:
L’ANSA, nel frattempo, ha raccolto un’indicazione da fonti della Corte europea dei diritti dell’uomo secondo la quale la prima valutazione sull’ammissibilità del ricorso presentato da Silvio Berlusconi “potrà arrivare non prima di tre-quattro mesi”.
Da fonti Pd in giunta, si apprende che il Partito Democratico ha chiesto e ottenuto che il voto che ci sarà sulle pregiudiziali alla legge Severino equivalga al voto sulla relazione di Andrea Augello. Lo si apprende da fonti del Pd in giunta.
Mentre la Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato prosegue, Mariastella Gelmini esprime la sua opinione via Twitter: “Spero che il custode e l’interprete del diritto per il Pd non sia Casson o finisce male…”.
E’ stato reso noto, nel frattempo, che mercoledì 11 settembre alle 13 ci sarà una riunione dei gruppi del Pdl, Camera e Senato, alla presenza di Silvio Berlusconi. In una pausa dei lavori della Giunta il senatore Psi Enrico Buemi ha fatto sapere: “La giunta non sta discutendo, sta ascoltando il relatore. Siamo a due terzi della relazione e mi sembra impossibile che si arrivi a un voto oggi”. Anche sulla pagina Twitter di Senato 5 Stelle viene sottolineata la lentezza con la quale Augello sta leggendo la relazione:
Spiega Giarrusso: “L’unico testo che c’è stato presentato sono le 3 pregiudiziali. Adesso è in discussione l’ultima, poi ogni gruppo avrà 10 minuti per intervenire. Noi chiederemo che sulle pregiudiziali si voti questa sera stessa e, in caso di voto contrario, che il relatore venga sostituito. Credo che il Pd sia sulle nostre posizioni, ma bisogna chiederlo a loro. Il Pdl punta a un rinvio del voto chiedendo tempo per approfondire il testo di Augello, e anche in caso di bocciatura, Augello ha fatto capire che andrà avanti nel suo lavoro di relatore. Ma noi non siamo di questo avviso. Il Pdl presumo voglia chiedere 3 voti distinti su ogni pregiudiziale, ma il voto per noi deve essere unico”. Il voto, però dovrebbe arrivare domani mattina. Come spiega l’Huffington Post, “La scelta del Pdl di presentare tre pregiudiziali, di fatto anticipa il giudizio della giunta sull’operato del relatore Augello. Ciascuna pregiudiziale contiene infatti il mandato della giunta ad Augello affinché a nome della giunta proponga il ricorso alla Corte costituzionale e alla corte di Lussemburgo.” Qualora le pregiudiziali fossero respinte, Augello si dimetterebbe da relatore e ne sarebbe nominato un altro, espressione della nuova maggioranza. Pd e m5s sono favorevoli a votare quanto prima ma bisogna attendere anche gli interventi dei gruppi, calcolati in 10 minuti ognuno. Inoltre, Augello ha chiesto tempo per presentare anche gli allegati. Al riguardo, c’è generale intesa a consentirgli di produrre gli allegati, a patto che la seduta di questa sera venga aggiornata a domani, non come nuova seduta, ma come seguito di quella odierna. Domani quindi potrebbe esserci il voto.
Intanto Giovanardi ha dato la sua motivazione sul perchè la Legge Severino non è applicabile al Senatore Silvio Berlusconi, nonostante sia stata già applicata a trentasette consiglieri regionali e comunali, ma “B. è un senatore non un consigliere regionale”:
Quando sono già passate le 19, il Pdl insiste per una sospensione dei lavori mentre Pd e Movimento 5 stelle, così come il presidente della Giunta della Giunta per le Immunità del Senato, Dario Stefano, sono d’accordo sul fatto che ci sia un voto unico, comprendente un giudizio sulle pregiudiziali alla legge Severino e sulla relazione di Andrea Augello. Sul fronte del Popolo della Libertà, Elisabetta Alberti Casellati ha proposto una sospensione per studiare le carte, Lucio Malan ha annunciato la presentazione di un’ulteriore pregiudiziale e anche Giacomo Caliendo insiste sul fatto che non si può procedere con voto unico.
Al tg della sera, Schifani ha commentato: “Dalla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle che addirittura intendono votare entro domani contro le pregiudiziali approfondite e dettagliate formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo, non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo”.
Brunetta ieri aveva annunciato che se la Giunta del Senato avesse accelerato, sarebbero finite le discussioni.
Oggi è tornato a rivolgere un appello al Pd: che lasci la parola alla corte. “Alla fine di questa giornata impegnativa e tesa voglio fare un ultimo appello alla ragionevolezza e al buon senso. Per settimane giuristi e commentatori – di ogni orientamento – si sono confrontati e scontrati sull’applicazione della legge Severino. Il Paese è altrettanto diviso e da entrambe le parti agli argomenti giuridici si sovrappongono le passioni politiche. L’Italia non ha bisogno di ulteriori lacerazioni. Allora, mi domando: perché non lasciare che i dubbi siano risolti dall’unica sede imparziale cui la Costituzione attribuisce questo compito, la Corte costituzionale?” E ancora ha chiesto: “Perché lasciare che il voto, qualunque esso sarà, lasci nell’una o nell’altra parte l’incertezza sulle proprie ragioni? Perché affidare i destini dei prossimi mesi al fantasma del dubbio, che corrode il tessuto della convivenza, impedendo che, invece, gli animi si plachino di fronte ad una decisione cui non ci si potrà non inchinare? Attenzione alle tentazioni di giustizia sommaria – conclude – perché certe ferite, in un Paese così lacerato, non si rimargineranno con facilità”.
Dopo che il presidente della Giunta per le Immunità del Senato, Dario Stefano, ha proposto di aggiornare la riunione alle 12 di domani, si è deciso che la Giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato si aggiorna a domani sera alle 20.
Pubblicato da tdy22 in settembre 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/09/decadenza-berlusconi-giunta-riunita-ed-e-scontro/
Violati i diritti di un uomo? Berlusconi si appella a Strasburgo
Ha varcato i confini nazionali il caso di Silvio Berlusconi e approdato sui tavoli della Corte di Strasburgo per ricorrere all’Ue. Questa è l’ultimo passo con il quale il leader del Pdl cerca di aggirare il problema della decadenza e inficiare la condanna definitiva inflittagli dalla Cassazione. Secondo i legali di Berlusconi nella legge Severino si potrebbe riscontrare la violazione dell’art 7 della Convenzione dei diritti dell’uomo:
Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso
Il presente articolo non ostacolerà il giudizio e la condanna di una persona colpevole di una azione o di una omissione che, al momento in cui è stata commessa, costituiva un crimine secondo i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili.
Il ricorso arriva a poche ore dalla convocazione della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato che si riunirà lunedì per discutere sulla decadenza di Berlusconi.
Pubblicato da tdy22 in settembre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/07/violati-i-diritti-di-un-uomo-berlusconi-si-appella-a-strasburgo/
Niente Strasburgo, la crisi politica non lo consente! così Napolitano.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha scritto al presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, ringraziandolo insieme alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi per l’invito rivoltogli a prendere nuovamente la parola nell’Assemblea il prossimo 13 marzo, e rammaricandosi che i tempi stretti e la complessità del processo di formazione di un nuovo governo in Italia non gli consentano di intervenire a Strasburgo. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale.
“Desidero vivamente assicurare lei e tutti i deputati al Parlamento Europeo – ha scritto Napolitano a Schulz – che, anche nel ruolo riservatomi dalla Costituzione italiana, dopo la conclusione del mio mandato presidenziale, di Senatore a vita, resterò fedele al mio rapporto col Parlamento Europeo, istituzione alla quale mi sono dedicato nel corso di lunghi anni. E mi farò ancora attivo sostenitore, nei limiti delle mie forze, della causa europea e del ruolo decisivo, in seno all’Unione, della principale fonte di legittimazione della costruzione europea e cioè della rappresentanza dei cittadini incarnata nel Parlamento”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 7, 2013
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Corte di Strasburgo: sono i gestori dei siti web i responsabili dei commenti
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Pubblicato da tdy22 in ottobre 10, 2013
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