
Bersani non vuole le larghe intese e preferisce invece la Lega (dopo aver corteggiato inutilmente il M5S). Questa linea apre il dibattito interno al Pd dove alcuni esponenti di primo piano giudicano quella del segretario una missione impossibile. Tanto da indurre Stefano Fassina, responsabile economico del partito, ad intervenire sul suo profilo Facebook: “E’ grave che, in ore decisive per la costruzione di un governo adeguato alle sfide di fronte all’Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un dovere del presidente. I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica”.
Quindi Fassina attacca il Pdl: “Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento. Oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento. Qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento. Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perchè non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche. Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase così delicata, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”.
Pronta la risposta della deputata Pd Simona Bonafè, una delle più strette collaboratrici di Matteo Renzi: “Non so a chi si riferisca Fassina. La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo. E’ difficile ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese. Io qualche perplessità ce l’ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano. Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile. Io non sono pregiudizialmente ostile. Sul rapporto con i parlamentari del M5S ha aggiunto: Non ho ancora avuto l’occasione di confrontarmi con i colleghi del M5S, certo è che se le loro proposte sono No Tav e referendum sull’euro, allora non ci siamo”.
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