Negli Spedali Civili di Brescia, nonostante il via libera alla somministrazione del metodo Stamina, le infusioni sono praticamente sospese. Sono nove i medici appartenenti al gruppo Internal Audit Stamina che hanno fatto un passo indietro “a tutela della nostra dignità personale” scrivendo al commissario Ezio Belleri e chiedendo “eventualmente di procedere ai trattamente Stamina su formale disposizione del legale rappresentante per ogni singolo caso ordinato dai giudici”. La risposta di Belleri non si è fatta attendere e il commissiaro ha detto che “provvederà a comunicare gli ordini dei giudici personalmente a ciascun operatore, rimettendo agli stessi di decidere, in scienza e coscienza, e sotto la propria responsabilità professionale, se procedere o meno all’effettuazione del trattamento. In caso di rifiuto, i pazienti interessati e i giudici che hanno emesso l’ordine verranno tempestivamente informati del fatto che l’azienda si trova nella impossibilità di proseguire i trattamenti in corso e di avviarne di nuovi”. A questo punto la somministrazione di Stamina a Brescia è in fase di stallo, e ci sono pochissime probabilità che possa riprendere.
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Bimbo di 8 anni muore per una malattia rarissima: “Stato assassino”
E’ morto a 8 anni, a causa di una malattia rarissima che ha colpito appena 5 bimbi in tutto il mondo, il piccolo Manuele Costantino, i cui genitori chiedevano di accedere alle cure con il metodo Stamina di Vannoni. A renderlo noto Pietro Crisafulli, presidente di “Sicilia Risvegli Onlus” e vice presidente del Movimento Vite Sospese. Su Facebook, Crisafulli rivolge anche un appello a Papa Francesco: “Metta a disposizione il suo ospedale. Non c’è più tempo da perdere, qui muoiono donne, uomini e bambini”. Ma nel post non appare solo una richiesta d’aiuto, anche un attacco diretto allo Stato. E lo scontro viene alimentato sulla pagina “Movimento Vite Sospese” che parla di “Stato assassino” perché avrebbero negato le cure al piccolo Manuele. “È morto per colpa esclusiva di questo Stato – ha scritto Crisafulli su facebook – che ritengo assassino, dal momento che alcuni giudici di Palermo gli avevano negato la tanta discussa ”cura” con le cellule staminali del prof. Vannoni e del Dr. Andolina”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 17, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/17/bimbo-di-8-anni-muore-per-una-malattia-rarissima-stato-assassino/
“Il Governo italiano non fermi la sperimentazione animale”: così la Cattaneo
E’ scontro tra ricercatori e animalista da quando, la scorsa estate, il Parlamento ha varato la legge 96 secondo la quale nei laboratori di ricerca italiani verranno vietati gli xenotrapianti, l’uso degli animali per i test sulle droghe, l’uso di primati, cani e gatti se non dopo l’autorizzazione ministeriale e qualsiasi sperimentazione senza anestesia o analgesico. La senatrice a vita Elena Cattaneo, scienziata e ricercatrice alla Statale di Milano, dove studia da anni la malattia di Huntington, è intervenuta nel dibattito. “Il governo deve recepire la direttiva europea sulla sperimentazione animale senza stravolgimenti, altrimenti si ferma la ricerca italiana”. Dopo le proteste dei ricercatori, che hanno minacciato il ricorso alla Corte di giustizia europea, il governo ha preparato una bozza di decreto legislativo che allo stesso tempo scontenta gli animalisti e che secondo Cattaneo “non è sufficiente”. L’Huffington Post ha intervistato la senatrice:
Senatrice Cattaneo, perché non è soddisfatta dei cambiamenti che il governo ha introdotto nel futuro decreto sulla sperimentazione animale? Credo che abbia sottovalutato le implicazioni e le conseguenze di quello che viene enunciato. Rimane il divieto agli xenotrapianti, rimane anche l’impossibilità di condurre ricerche sulle molecole psicoattive persino nei topi. L’esecutivo deve semplicemente recepire la direttiva comunitaria così come è stata votata dal Parlamento europeo altrimenti costituirà un freno alla ricerca italiana. Non capisco poi perché gli animalisti vogliano cambiarla, visto che in sede europea hanno dato il loro benestare a questa direttiva.
Forse perché l’obiettivo delle associazioni animaliste è l’abolizione della sperimentazione animale? Se viene vietata la sperimentazione animale allora bisognerà assumersi i rischi e parlare onestamente con i malati per informarli che la ricerca sulle malattie è bloccata. Allo stesso tempo occorre dire che non esistono le metodologie alternative alle cavie da laboratorio. Esistono, è vero, le colture cellulari e gli approcci informatici che affiancano la sperimentazione animale ma non potrebbero sostituirla. Sfido chiunque a venire nel mio laboratorio e spiegarmi in quale modo si sarebbe potuto arrivare ai risultati che abbiamo ottenuto senza usare gli animali. Abbiamo scoperto che nella corea di Huntington, malattia neurologica, vi sono dei circuiti molecolari che si parlano, e questo è stato convalidato in 4 modelli sperimentali diversi, verificati e validi sull’uomo, e ora con i test clinici cerchiamo di capire come fare una diagnosi della sintomatologia della malattia. Ecco perché non mi capacito quando sento parlare di inutilità della sperimentazione animale.
Nello stesso preambolo della direttiva europea si indica come obiettivo a lungo termine la completa sostituzione degli animali nella ricerca a favore delle metodologie alternative, mentre il governo americano finanzia generosamente il progetto Tox21 che prevede appunto l’implementazione di metodologie animal-free. Cosa ne pensa? Sono a favore di qualsiasi strategia di ricerca proprio perché sono uno scienziato e non potrei escludere alcuna metodologia. Se in una determinata ricerca scopro che gli animali, o una specie animale, non mi servono allora non li uso. So, però, che se voglio studiare la tossicologia sistemica di un farmaco avrò bisogno di un organismo intero e non di un piattino di cellule. L’aspetto etico tocca noi ricercatori per primi, siamo noi a manipolare e condividere l’esperienza in laboratorio con gli animali, la viviamo tutti i giorni. Personalmente supero il problema etico con un imperativo, quello di dare speranze ai malati, e per questo obiettivo non userò né un animale in più né uno in meno di quello che è necessario. Come scienziata mi prendo la responsabilità etica di quello che faccio. E non accetto che il monopolio dell’etica sia in mano soltanto agli animalisti.
Ultimamente lo scontro tra animalisti e ricercatori si è esacerbato, con il caso di Caterina Simonsene addirittura l’affissione a Milano di volantini con nome e cognome degli scienziati additati come “assassini di animali”. Come riportare la calma? La vivisezione non esiste. E non esistono i vivisettori. Eppure esiste la Lega antivivisezione. Penso di avere incontrato migliaia di scienziati nella mia vita, e mai ho trovato un ricercatore con un atteggiamento aggressivo nei confronti degli animali da laboratorio. Ci dicano dove avviene la vivisezione. Nei nostri laboratori invece c’è un impiego etico e legittimo della sperimentazione animale per dare conoscenza e speranza.
In Italia e nel mondo l’opinione pubblica invece è apertamente contraria all’uso degli animali per scopo scientifico. Secondo lei è soltanto ignoranza? L’opinione pubblica si infiamma perché vuole avere la coscienza pulita. Le persone vogliono farmaci efficaci e medici in grado di guarire le malattie, ma non accetta per esempio le etichette sui farmaci dove si indicherebbe che quel principio attivo è stato ottenuto con la sperimentazione animale: è una proposta di legge di Pia Locatelli e la trovo davvero ottima. Forse c’è bisogno di un’opera pedagogica per far comprendere come la scienza produca fatti definibili, contestabili e pubblici. E invece accade di assistere a pagliacciate come quella di Davide Vannoni, che non a caso tiene segreto il suo metodo Stamina proprio perché non ha niente a che vedere con la scienza.
A proposito di Vannoni, come si sta comportando la ministra Lorenzin? Ha avuto coraggio. Quando la scorsa primavera il Senato ha dato unanimemente il via libera al metodo Stamina approvando il decreto Balduzzi, Lorenzin è andata controcorrente e ha costituito un comitato scientifico affidandosi al suo parere. Così facendo ha messo in angolo Vannoni. Oggi vorrei dire ai miei colleghi senatori che dovrebbero prendersi la responsabilità di quello che è accaduto, perché abbiamo attiratol’attenzione del mondo scientifico internazionale anche a causa di decisioni politiche antiscientifiche. Un disastro.
Anche la medicina ufficiale viene percepita come “casta”? Capisco che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo è facile puntare il dito contro le istituzioni. Ma la scienza è una cosa seria e se viviamo fino agli 80 anni è merito suo, non certo della politica e della religione. Oggi, specialmente in Italia, noi scienziati lavoriamo senza ottenere considerazione dalla società eppure riusciamo a competere con il mondo intero vincendo bandi e ottenendo generosi finanziamenti superando colleghi che lavorano in laboratori prestigiosi in California oppure ad Harvard. E questo nonostante facciamo ricerca, nel mio caso, nell’edificio più brutto di Milano e con strumentazioni vecchie. Questo è il miracolo della ricerca italiana, riconosciuto all’estero e svilito invece nel nostro Paese. E difendo con la stessa passione il metodo scientifico, perché è l’unico che mette in dubbio tutto ogni volta, è l’unico metodo che mi impone di non innamorarmi della mia idea se riesco a dimostrare che è sbagliata.
Tornando alla direttiva sulla sperimentazione animale, domani c’è un convegno al quale la Lav ha deciso di non partecipare perché, spiega, non rispecchia le opinioni dell’antivivisezionismo scientifico. Cosa risponde? Questo convegno serve soprattutto ai senatori della Commissione sanità che devono dare un parere al governo sul decreto che recepisce la direttiva sulla sperimentazione animale. Devono sapere che se la bozza dell’esecutivo rimane invariata, andremo incontro alla procedura di infrazione e la ricerca italiana verrà bloccata. Allo stesso tempo, all’appuntamento di domani avevamo invitato anche molti studiosi e ricercatori contrari alla sperimentazione animale affinché potessero illustrare la loro opinione. Molti hanno rifiutato l’invito o ci hanno fatto sapere di non poter venire, tranne Isabella De Angelis dell’Istituto Superiore di Sanità e Simone Pollo dell’università La Sapienza. Avevamo anche chiesto l’intervento di Umberto Veronesi, notoriamente contrario agli animali da laboratorio, e nemmeno lui purtroppo potrà essere presente.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 14, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/14/il-governo-italiano-non-fermi-la-sperimentazione-animale-cosi-la-cattaneo/
“Fai prostituire tua moglie” così il padre di una bimba curata con Stamina
“Ci hanno fatto indebitare per 47 mila euro e quando ho detto che non ce la facevamo più a pagare mi sono anche sentito rispondere di mandare mia moglie a prostituirsi”, questo è l’agghiacciante racconto del panettiere Nicola De Matteis, una delle 68 vittime dell’inchiesta Stamina. Le cure servivano alla figlia di De Matteis, la bimba infatti ha una encefalopatia dalla nascita per mancanza di ossigeno durante il parto. “Mia figlia – racconta De Matteis a La Stampa – era seguita al Regina Margherita a Torino, dove ordinavano soprattutto riabilitazione, nuoto, per non compromettere del tutto le capacità motorie. Ma speranze di guarigione zero. Poi cinque anni fa guardammo in Tv una puntata delle Iene che parlava di trattamenti miracolosi in Thailandia a base di cellule staminali e mia moglie decise di partire per Bangkok”. “Una nostra amica aveva un parente in trattamento Stamina e quando sentì che stavamo per partire ci indirizzò alla Cognition a Via Giolitti, dove Vannoni ci accolse assicurandoci che mia figlia si sarebbe alzata e avrebbe camminato dopo la prima puntura. Il Dottor Marino Andolina di Stamina ci spiegava che con le infusioni le cellule si sarebbero andate a posizionare su quelle del cervello lesionate, riparando i danni. Balle. Oggi dopo quattro interventi per distendere i legamenti delle gambe è ancora sulla carrozzina, con le mani ricurve e difficoltà a deglutire”. Nessun miglioramento quindi, almeno a quanto afferma Nicola De Matteis, che si è dovuto indebitare per 47mila euro e quando non riusciva più a pagare le cure, il medico Marino Andolina, sempre nel racconto del padre della bambina, avrebbe risposto “Faccia prostituire sua moglie“. Poi le cure furono sospese proprio a causa del mancato pagamento.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 13, 2014
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Stamina shock: “Nel protocollo dosi adatte ai topi, non all’uomo”
Dosi per topi e non per uomini. La quantità di cellule staminali mesenchimali indicata nel protocollo Stamina equivale a quella che viene utilizzata nei trapianti nel topo e non nell’uomo. Dai documenti prodotti dal Comitato scientifico del ministero della Salute – già “bocciato” dal Tar del Lazio perché ritenuto non imparziale – è emerso che le dosi di cellule staminali mesenchimali indicate nel protocollo Vannoni sono minime, adatte ai topi ma non certo all’inoculazione in un essere umano. Gli scienziati hanno infatti osservato che la dose utilizzata per i trapianti cellulari nell’uomo è di circa due milioni per chilogrammo di peso corporeo, mentre il protocollo Stamina prevede il trapianto di due milioni di cellule in totale, come nel caso della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e l’adeguamento al peso corporeo non viene indicato con una dose esatta. Non solo, è stato rilevato dagli esperti che le cellule sono ottenute in coltura primaria senza ricorrere ai successivi passaggi seriali, che vengono normalmente utilizzati nei laboratori per ottenere una quantità di cellule adatta al trapianto nell’uomo. E ancora, il metodo non ha dimostrato prove di differenziazione cellulare, ossia di trasformazione delle staminali iniettate in neuroni e manca il rispetto dei criteri di sicurezza nella produzione e nella conservazione delle cellule. Non è stato neanche messo in campo alcun metodo per lo screening di patogeni: nessuna prevenzione di possibili infezioni. La metodologia di Davide Vannoni, secondo gli scienziati, non spiega come si riesca ad ottenere dalle cellule staminali i neuroni necessari a ottenere miglioramenti nelle patologie degenerative che Stamina Foundation sostiene di ottenere. Nel frattempo, l‘agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) diffida gli Spedali Civili di Brescia “dal procedere al prelevamento e al conseguente trasferimento di campioni cellulari riferibili al cosiddetto ‘metodo Stamina’”. È quanto si legge nel testo della diffida, indirizzato agli Spedali Civili di Brescia.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 9, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/09/stamina-shock-nel-protocollo-dosi-adatte-ai-topi-non-alluomo/
Paga 50mila euro per Stamina: il marito muore prima del previsto
E’ Milena Mattavelli, vedova di Umberto, a raccontare a La Stampa la sua esperienza con il metodo Stamina. La donna ha infatti denunciato di aver pagatooOltre 50 mila euro a Davide Vannoni per far curare il marito ma l’uomo è morto comunque dopo cinque anni. “Vannoni mi disse: ‘Stia tranquilla, le prometto che lo rimetto in piedi’. Ricordo che poi mi passarono una specie di preventivo, ho ancora il foglio. Prelievo midollo: 2000 euro. Preparazione cellule: 27 mila euro. 8000 euro a iniezione, 2500 euro per la crioconservazione. Ma la verità è che abbiamo pagato molto di più, oltre 50 mila euro”. Umberto, racconta, si è aggravato “subito dopo l’ultima infusione all’ospedale di Brescia. Domenica pomeriggio l’ho imboccato qui sul divano, lunedì mattina alle 8 è morto”. E ora Milena riflette: “Secondo i medici, mio marito doveva vivere 9 anni, dalla scoperta della malattia. Invece è morto dopo 5 anni appena. Magari per cercare di aiutarlo a guarire in tutti i modi, io gli ho accorciato la vita”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 9, 2014
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Esaminato il misterioso protocollo Stamina… manca un passaggio!
E’ l’Ansa ad annunciare di aver visionato il “misterioso” protocollo Stamina, mai pubblicato in Italia e intorno al quale è aperto un acceso dibattito tra Ministero della Salute e malati. Il nodo cruciale è sulla mancanza di un passaggio:
L’assenza di spiegazioni sul ‘passaggio’ dalle staminali mesenchimali ai neuroni, su cui di fatto si fonda il metodo promosso dalla Stamina Foundation, era stata rilevata dal primo comitato scientifico del ministero (poi ‘cancellato’ dal Tar su ricorso di Stamina) ed è in contrasto con quanto chiesto dal Parlamento nel decreto che autorizzava la sperimentazione del trattamento. In alcuni documenti prodotti dal Comitato ministeriale si legge che il metodo Stamina per ottenere neuroni dalle cellule staminali mesenchimali è stato riprodotto in laboratori stranieri di livello internazionale sulla base delle indicazioni contenute nella domanda di brevetto, ma in nessun caso sono stati ottenuti neuroni. In realtà, per ragioni non comprensibili, Stamina avrebbe depositato due protocolli diversi e quello consegnato agli esperti del ministero, a differenza di quello presentato agli Spedali riuniti di Brescia, ometteva qualsiasi spiegazione sul passaggio dalle staminali ai neuroni.
L’Ansa lancia la notizia proprio nel giorno in cui di fatto la commissione d’indagine nominata dal Senato ha iniziato i suoi lavori e a quanto sembra dalle premesse ci sarebbero quindi i presupposti, se ciò fosse confermato, per attendersi un ulteriore blocco alla sperimentazione. La presidente della commissione sanità, Grazia De Biasi, nel presentare i lavori dell’organismo, ha espresso stamattina l’opinione che in attesa di un chiarimento “la sperimentazione del metodo Stamina” debba “continuare ad essere bloccata”: “Stiamo parlando del Servizio sanitario nazionale – ha detto – che non può permettersi in alcun modo di mettere a repentaglio la salute dei cittadini”.
I test, si leggerebbe nei documenti, hanno trattato le cellule staminali mesenchimali con acido retinoico (indicato come principio attivo per ottenere il differenziamento delle cellule) e con etanolo come solvente. I risultati ottenuti sono simili sia quando le cellule sono trattare con acido retinoico ed etanolo, sia quando sono trattate con il solo etanolo: la loro forma si è modificata nello stesso modo per effetto dell’ etanolo. Risulta poi una tossicità delle cellule così ottenute.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 8, 2014
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“Serie preoccupazioni sulla sicurezza”: Nature e il metodo Stamina
E’ la rivista Nature a scrivere che, sulla base di documenti giunti in loro possesso, sorgono seri e profondi dubbi e preoccupazioni sulla sicurezza e sull’efficacia del metodo Stamina. Dai verbali del Comitato scientifico chiamato dal ministero della Salute ad esprimere un parere sul metodo Stamina, esaminati da Nature, emergono “serie imperfezioni e omissioni nel protocollo Stamina”. Tra queste, “un’apparente ignoranza della biologia delle cellule staminali”. Gli esperti avevano inoltre indicato “errori concettuali” nel protocollo, “alcune sezioni del quale sono state copiate da Wikipedia”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 7, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/07/serie-preoccupazioni-sulla-sicurezza-nature-e-il-metodo-stamina/
“Ci si approfitta della disperazione di famiglie e malati”: De Luca su Stamina
Michele De Luca, ricercatore che guida il centro di medicina rigenerativa “Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia, intervistato da La Stampa parla del metodo Stamina: “Nel mondo, e purtroppo anche in Italia, vengono proposti ciclicamente presunti trattamenti miracolosi per malattie gravi, privi di razionale e assolutamente senza alcuna efficacia. Basta pensare al caso di Di Bella. Questa volta è il turno di Stamina, un presunto metodo a base di staminali che non ha dimostrato di avere alcuna valenza scientifica e terapeutica. Ci si sta approfittando della disperazione delle famiglie dei malati gravi, infischiandosene dei limiti e delle regole della scienza”. Le staminali non sono una panacea di tutti i mali, spiega, “anche se negli ultimi tempi, purtroppo, molte persone hanno iniziato a crederci. Vorrei anch’io che fosse così, ma la ricerca sulle staminali ha ancora bisogno di molto tempo prima di rivelarsi utile”. E aggiunge: “Le uniche staminali che hanno dimostrato di avere una reale efficacia in un contesto clinico sono quelle ematopoietiche e quelle epiteliali. Le prime usate nel trattamento di patologie quali la leucemia, le seconda per la terapia di gravi ustioni. Per il resto si tratta di un campo di studi ancora aperto su cui non si hanno certezze”. Prima che una terapia a base di staminali arrivi in clinica “si fa una ricerca di base solida – precisa -. Dopo la pubblicazione dei risultati, si raccolgono evidenze precliniche con studi sugli animali. E solo dopo si passa alla sperimentazione sull’uomo, che prevede tre fasi ben distinte, e i cui risultati vanno resi pubblici. Praticamente tutto quello che Stamina non ha fatto”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 27, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/27/ci-si-approfitta-della-disperazione-di-famiglie-e-malati-de-luca-su-stamina/
“Siamo vittime di lobby dei farmaci, burocrazia e politica”: così Vannoni
Concede una lunga intervista a Repubblica Davide Vannoni, l’ideatore del controverso metodo Stamina di cui tanto si discute in questo periodo e respinge l’accusa di non essere un medico ma un ciarlatano, avendo conseguito una laurea in lettere e filosofia invece che in medicina. “Sono un presidente di fondazione, come Montezemolo per Telethon. Mai preso una siringa in mano, mai curato nessuno, ci mancherebbe. A quello pensano i nostri specialisti”. Niente imbrogli, quindi, a suo dire: “Perché esista una truffa, occorre che qualcuno intaschi del denaro. A Brescia, in una struttura pubblica, nessun paziente pagava un euro e a San Marino pagava solo chi poteva”. Si vede quindi vittima di una diversa battaglia: “Siamo certamente vittime della lobby dei farmaci, della burocrazia e della politica. Tutto sulla pelle di chi sta morendo”. E spiega: “Una persona colpita da malattie neurodegenerative costa circa 300 mila euro all’anno allo Stato. Un ciclo di iniezioni mensili tradizionali, per lo più inefficaci, costa 28 mila euro. L’industria farmaceutica non ha certo interesse a incoraggiare altri soggetti e altri farmaci”. Per quel che riguarda l’idea che si tratti di una truffa, ribatte: “Perché esista una truffa, occorre che qualcuno intaschi del denaro. A Brescia, in una struttura pubblica, nessun paziente pagava un euro”. Dopo che un paziente è morto a Trieste Vannoni rischia pure un’accusa per omicidio colposo, anche se per ora lui esclude l’ipotesi: “Quella persona è morta di polmonite dopo essere stata costretta a interrompere le cure, mentre i suoi familiari ci imploravano di proseguire. Associazione a delinquere? Con due direttori sanitari e venti medici dalla nostra parte? Per favore, non scherziamo”. Se è tutto così sicuro, perché allora la Fondazione non rende pubblica la metodica praticata? “Perché – spiega il presidente – il sistema non è brevettato e per evitare che in Israele oppure a Hong Kong qualcuno lo metta in pratica copiandolo, e chiedendo 30 mila euro a iniezione”. Ma non esclude di trasferire il suo team all’estero: “Abbiamo individuato una clinica a Capo Verde, attualmente inutilizzata. È già stata costituita una cooperativa di pazienti, senza fini di lucro, massimo una quota a testa. Queste persone apriranno un laboratorio con i propri soldi, pagheranno gli stipendi ai nostri biologi e noi li cureremo. Per la sanità sarà una vera rivoluzione, un’innovazione mondiale”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 27, 2013
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Il Comitato boccia Stamina: pazienti e genitori non si fermano
Il Comitato scientifico scrive nella relazione al ministro della Salute Lorenzin: “Gravi incongruenze tra il metodo presentato da Stamina e quanto riportato a sostegno dei protocolli clinici proposti”. Non solo, c’è anche la “mancanza di un ‘metodo Stamina’ perché la metodica non presenta caratteristiche di originalità”, aggiunge il comitato. Il giudizio del Comitato è contenuto nella relazione tecnica e nella nota di accompagnamento per il ministro della Salute, lavoro ultimato alla fine di settembre. Il Comitato afferma che la metodica fornita “riguarda la semplice messa in coltura di cellule di origine midollare, che sarebbero poi iniettate come tali sia per via endovenosa che endorachidea (iniezioni di farmaci nella colonna vertebrale, ndr), e pertanto oltre a non presentare alcun carattere di originalità risulta incoerente con il presupposto stesso del metodo”. Riferendosi alla descrizione del metodo, viene inoltre rilevata “la mancanza della parte riguardante il differenziamento in senso neuronale delle cellule”. Tale fase, sottolinea, “viene invece richiamata nei protocolli di sperimentazione clinica presentati da Stamina come elemento fondante del metodo e base razionale della sua efficacia”. La risposta che arriva da pazienti e genitori dei piccoli pazienti in cura con il Metodo Stamina presso gli Ospedali Civili di Brescia è una conferenza stampa, organizzata per il 28 dicembre, nel corso della quale mostreranno “i certificati medici e gli esami strumentali, in loro possesso, attestanti l’assenza di effetti collaterali e i miglioramenti conseguiti dagli stessi pazienti a seguito delle infusioni con il trattamento Stamina”,come si legge in una nota diffusa. Il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, ha assicurato la sua presenza per quel giorno: “anche io e Andolina saremo con i nostri pazienti e mostreremo i loro esami strumentali e i dati sulla sicurezza dei nostri prodotti, compresa la caratterizzazione delle linee cellulari paziente per paziente”. In seguito, Vannoni si recherà in America, a Miami, dove incontrerà l’immunologo italiano Camillo Ricordi “insieme alla nostra biologa più esperta, Erica Molino. Andremo solo in due. Prima dovremo fare il percorso per avere l’autorizzazione al trasporto controllato dei campioni di cellule, donate da pazienti già in cura agli Spedali Civili di Brescia che hanno prodotto più cellule di quanto necessario per le cinque infusioni, e credo che il ministero non ce la negherà”. A Miami, spiega, “ripeteremo le valutazioni già fatte a Brescia e approfondiremo alcuni aspetti sulle linee cellulari”. Nel frattempo continua l’indagine della procura di Torino sul metodo Stamina. Oltre alle dodici persone che hanno già ricevuto la notifica della chiusura delle indagini, ne sarebbero coinvolte anche altre a Brescia. Negli Spedali Civili della città lombarda erano state intraprese terapie con cellule staminali “a uso compassionevole”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/23/il-comitato-boccia-stamina-pazienti-e-genitori-non-si-fermano/
Stamina “pericolosa e scadente”. Lorenzin incontra il padre di Noemi
E’ l’Ansa che parla dei verbali dello scorso anno stilati dal tavolo tecnico composto da Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Agenzia del Farmaco (Aifa) che aveva giudicato la tecnica Stamina “Pericolosa e scadente”. Vengono anche rivelate le conclusioni: “Non esiste documentata efficacia del metodo Stamina Foundation”. Non solo. “Preoccupante – si legge nei verbali del tavolo tecnico – la pratica di utilizzare cellule provenienti da un paziente e infuse in un altro paziente”. “Per quanto riguarda la dose di infusione, la si potrebbe definire “omeopatica”, si legge ancora nei verbali. Nei documenti si avanza anche il sospetto che il metodo Stamina “farebbe presupporre l’uso di siero fetale bovino nei terreni di coltura”. Il ministro Lorenzin aveva ribadito lo stesso concetto questa mattina, in occasione dell’incontro con il padre di Noemi, la bimba abruzzese di 18 mesi per cui il giudice ha autorizzato la cura: “Il metodo Stamina non esiste dal punto di vista scientifico, non abbiamo ancora le prove. Vediamo quando sarà provato o non provato. In realtà – ha aggiunto il ministro della Salute – l’altro comitato aveva già dato il verdetto, vediamo cosa farà il secondo”. Il nuovo Comitato scientifico verrà nominato, tramite decreto, nei prossimi giorni. Suo compito sarà valutare la possibilità di sperimentazione del metodo Stamina, ha confermato il ministro. Il nuovo decreto arriva dopo la decisione del Tar del Lazio. “Potevo fare appello al Consiglio di Stato o fare un nuovo Comitato. Ho scelto questa seconda strada”. Un nuovo Comitato e nuovi risultati “qualsiasi siano”, ha detto il ministro, accorciano i tempi rispetto a quelli di un appello. L’agenzia Ansa ha potuto visionare le carte dell’inchiesta di Torino condotta dal pm Raffaele Guariniello già l’anno scorso e di fatto quasi subito riaperta e integrata con altri elementi. I dati emersi sono preoccupanti. L’elenco dei rischi potenziali è particolarmente lungo ed è suddiviso in base agli step del procedimento. La biopsia midollare, la manipolazione delle cellule staminali, le reintroduzioni mediante puntura lombare, i “medicinali imperfetti”, viste anche le condizioni di lavoro, non erano esenti da controindicazioni anche gravissime: si parte da “nausea e cefalea” per arrivare alle meningiti batteriche, dagli ematomi ai traumi midollari, fino alle “localizzazioni cellulari atipiche e incontrollate” e al “rischio di insorgenza di tumori dovuti alla possibile selezione/trasformazione di cellule preneoplastiche durante le manipolazioni in vitro”. Ancora, stando all’inchiesta di Guarinello, sono stati gli scantinati di edifici di varie località italiane, e anche a San Marino, a tenere a battesimo la terapia Stamina. L’associazione presieduta da Vannoni operava in “più strutture, alcune palesemente inidonee e ricavate da scantinati”. In altri casi le sedi erano state “nascoste a San Marino nel palese intento di sfuggire ai controlli istituzionali previsti in Italia”. A Torino, peraltro, c’era già stato, il 27 marzo 2008, un “parere negativo” formulato dall’Ordine dei medici. Riguardo al caso di Noemi, quando il ministro Lorenzin ha potuto visitare il Centro nazionale di alta tecnologia in Oftalmologia mentre si trovava oggi in visita all’ospedale clinicizzato di Chieti, ha detto: “La politica deve fare la politica e deve rispettare la scienza e il metodo scientifico”. Le dichiarazioni sul metodo Stamina traggono origine dalla vicenda di Noemi. “Il servizio sanitario nazionale non può permettersi di autorizzare cure che non siano considerate tali secondo la scienza. Da questa storia difficilissima vengono fuori insegnamenti: rivedere l’assistenza ai malati e riflettere sulla necessità di rafforzare le istituzioni scientifiche. Credo che il Parlamento dovrà affrontare questi temi. Se le istituzioni prendono un abbaglio devono pagare per questo. Da parte mia, mi sento di esprimere tutta la mia comprensione che però non può diventare irrazionalità”, ha concluso il ministro. Il padre di Noemi ha poi dichiarato: “E’ stato un lungo colloquio nel corso del quale ho chiesto al ministro di far sbloccare le liste di attesa perché le persone muoiono. Se domani si scoprisse che un trattamento è efficace, chi si prenderà la responsabilità delle morti di tante persone che non vi hanno potuto accedere? Sicuramente ora torno a casa senza poter dare una risposta a Noemi. L’ordinanza del Tar c’è ma non viene rispettata. Auspichiamo che venga chiamata al più presto in modo che Noemi possa raccontare al ministro i miglioramenti che ha avuto grazie al trattamento”. Come spiega Repubblica, il ministro Lorenzin ha preso il numero di cellulare di Andrea e il papà di Noemi ha messo a disposizione i numeri di pediatri. “Ho detto al ministro – ha riferito Andrea al termine del colloquio – tutte le mancanze che ci sono state in questa storia come il Tar del Lazio che ha detto che le cartelle cliniche non ci sono. Lei – secondo le parole di Andrea – ha affermato che le ha viste, ma il Tar dice qualcos’altro”. Quindi le liste d’attesa: “ho chiesto chiaramente di farle sbloccare. Non è possibile – ha detto Andrea – che dopo aver speso 6-7 mila euro di avvocati sono ferme e le persone muoiono. Il ministro mi ha risposto che non è sua competenza sbloccare le liste d’attesa, io le ho rinnovato l’appello anche prima di salutarci”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/21/stamina-per-i-tecnici-pericolosa-e-scadente-lorenzin-incontra-il-padre-di-noemi/
“Ciao Babbo Natale, aiutaci tu”: i bimbi che chiedono la cura con Stamina
Il prossimo martedì, in occasione di una manifestazione organizzata davanti agli Spedali civili di Brescia dal comitato Pro Stamina, verranno consegnate delle lettere che i bimbi hanno scritto in occasione dell’arrivo delle Feste. Il messaggio è chiaro: “Ciao Babbo Natale, aiutaci tu”. La piccola Federica, di Salerno, che disegna un cuore in cui appare lei accanto a un albero di Natale e mano nella mano con Giovanni Procentese, in lista d’attesa agli Spedali civili di Brescia oramai da tempo, scrive: “Quest’anno vorrei la cura per il mio fratellino, con il metodo Stamina, vorrei anche che faccia l’infusione adesso. Così guarisce e torna a giocare con me e a essere felice come prima”. Ma non è l’unica a lanciare l’appello, c’è anche la piccola Ludovica, che chiede la cura per se stessa: “Ho sette anni e fino all’età di tre anni ero una bimba normalissima, mi piaceva cantare e ballare”. Colpita da Tay Sachs, malattia senza cura: “Nessun bimbo è mai sopravvissuto. I dottori dissero alla mia mamma che da lì a un anno, forse due, sarei volata in cielo… Con questa cura, posso stare seduta in passeggino anche tutto il giorno, adesso posso uscire, non ho più bisogno dell’ossigeno… Caro Babbo Natale non voglio regali preziosi o giocattoli, vorrei solo continuare e che altri bambini possano iniziare la stessa terapia”. Le madri, si uniscono ai bambini. Monica Laura S., cinque figli, racconta che l’ultimo è “speciale”: “Luce dei miei occhi, non voglio vederla soffrire…”. E ancora i genitori, a nome di Ivan D.A., due anni e mezzo, afflito da epidermolisi bollosa distrofica: “Io vorrei giocare e correre senza farmi la bua… Vorrei poter dormire tranquillo”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 15, 2013
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Stamina: via del Corso bloccata dai malati
In centro a Roma, questo pomeriggio il traffico è stato bloccato da alcuni malati tra i quali i fratelli Biviano, affetti da distrofia muscolare e diventati i simboli della protesta pro-Stamina. La manifestazione ha avuto luogo in via del Corso, all’altezza di Palazzo Chigi e aveva lo scopo di chiedere di accedere alle cure secondo il metodo Stamina. Bloccati dalla manifestazione anche Largo Chigi e il traffico in direzione di Via del Tritone, così come il traffico veicolare proveniente da Piazza del Popolo, Largo Goldoni e Piazza Venezia. La protesta è stata interrotta solo quando è giunta la notizia che verranno ricevuti da una delegazione della Presidenza del Consiglio. “Letta e la Lorenzin ci incontrino o non ce ne andiamo. Ci sentiamo presi in giro, da cinque mesi stiamo aspettando e ancora oggi non abbiamo avuto alcuna risposta”, ha detto uno dei fratelli Biviano, Marco. Alcuni manifestanti invitano gli automobilisti a scendere dalle auto per unirsi alla loro protesta. Tra gli striscioni esposti ‘Nessuno è immune dalle malattie neurodegenerative, un sì potrebbe salvare anche la tua vita’.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
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Sospesa la bocciatura di Stamina dal Tar
La bocciatura del Metodo Stamina è stata sospesa dal Tar del Lazio. Il ricorso presentato da Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation, è stato accolto dal Tar. Il ministero della Sanità aveva bloccato la sperimentazione di Stamina dopo il parere negativo della commissione degli scienziati, che ne avevano sancito la pericolosità.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 4, 2013
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Davide Vannoni: rinvio a giudizio per tentata truffa
E’ il quotidiano La Stampa di Torino a raccontare del rinvio a giudizio, chiesto dal pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi, nei confronti di Davide Vannoni per tentata truffa. Per il pubblico ministero, il guru di Stamina avrebbe “utilizzato l’Associazione Di Medicina Rigenerativa Onlus, non iscritta all’anagrafe delle Onlus presso l’Agenzia delle Entrate, e quindi priva dei requisiti, per chiedere la somma di 500 mila euro stanziata dalla Regione per lo sviluppo delle tecnologie biomediche applicabili nell’ambito della medicina rigenerativa”. Spiega il quotidiano:
Il guru delle staminali, stando alle indagini, avrebbe venduto fumo pur di mettere le mani sul contributo regionale. Vannoni, si legge nel capo d’imputazione firmato dal pm Avenati Bassi, ha “presentato un progetto privo di contenuto scientifico, asserendo che inTorino operavano dal 2006 due strutture, l’associazione stessa e la societàReGene srl nel cui organico vi erano due luminari russi, il professor Vyacheslav Klimenko e la professoressa Elena Schegleskaya”.
Vannoni avrebbe anche millantato, secondo il quotidiano:
E per rendere più credibile la sua richiesta di finanziamento avrebbe millantato la collaborazione anche di altri docenti universitari russi, ucraini e italiani, tra cui i professori Antonio Amoroso, Angelo Pera eMario Lombardo: tutti indicati come componenti del comitato scientifico creato in seno all’associazione. Comitato che “in realtà non si è mai riunito”. A sostegno del progetto, Vannoni avrebbe illustrato inoltre sei casi di pazienti affetti “rispettivamente dal morbo di Parkinson, epilessia, danni alla colonna vertebrale, ictus e sclerosi multipla”. Tutti casi inventati di sana pianta, secondo il pm.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 3, 2013
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Cariche della polizia sui malati, protestavano a Roma per Stamina
Questa mattina erano scesi in piazza per chiedere di poter accedere al metodo Stamina. Loro sono i malati e famigliari che hanno bloccato Largo Chigi a Roma, con cartelli e manifesti tra i quali si leggeva “Stamina funziona anche tu senza laurea lo puoi capire” e “Non abbiamo più voglia di morire”.
Stavolta però i malati minacciano anche di dissanguarsi in piazza, se il Governo non accoglierà la loro richiesta di un decreto d’urgenza per assicurare le cure compassionevoli con il metodo Stamina:
I fratelli Sandro e Marco Biviano, malati e da mesi in presidio permanente in Piazza Montecitorio a Roma per la libertà di cure con il metodo Stamina, stanno preparando l’occorrente per attaccarsi la flebo, togliersi il sangue e gettarlo in terra. La colpa di questo ‘dissanguamento’ annunciato, secondo i manifestanti, ricadrà sul ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il premier Enrico Letta e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Come riferisce l’Adnkronos Salute la polizia avrebbe caricato i malati e i manifestanti che stavano bloccando via del Corso. Valerio Arena, uno degli organizzatori della presidio davanti a Montecitorio dei malati che chiedono la cura Stamina, avrebbe diffuso la notizia attraverso i media.
Vannoni, presidente di Stamina Foundation, presente alla manifestazione ha detto «Il ministro Lorenzin ha bloccato la sperimentazione, ha scelto di non voler conoscere, per questo ci fa piacere incontrare scienziati curiosi come il professor Camillo Ricordi, che non sono pro-Stamina ma vogliono saperne di più» e poi ha aggiunto «Oggi c’è rabbia, perchè molte delle persone in piazza combattono ogni giorno contro la morte – ha spiegato Vannoni – chiedono un decreto d’urgenza e lo sblocco delle liste d’attesa a Brescia, dove da giugno è stato fatto un solo nuovo carotaggio. Hanno minacciato di iniziare lo sciopero della fame se entro mezzogiorno le loro richieste non verranno accolte, non so se rimarranno della stessa idea ma sembrano determinati: io non ho potuto fare altro che dire loro che Stamina non risuscita chi muore, per questo è importante che sopravvivano».
Pubblicato da tdy22 in novembre 25, 2013
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I tifosi dell’Atalanta e gli striscioni per chiedere chiarezza
Se siamo abituati a parlare di ultras in caso di scontri o di cori razzisti, oggi quelli dell’Atalanta, presenti allo stadio Atleti Azzurri d’Italia per sostenere la loro squadra contro il Bologna, hanno invece preso una posizione forte per quel che riguarda il metodo Stamina. I tifosi della Dea hanno così esposto uno striscione con scritto: “Pretendiamo Stamina! esigiamo chiarezza!” Come ricorda CalcioWeb, anche i sostenitori della Roma, in Curva Sud, hanno atuato un’iniziativa simile. Il richiamo è al ministro della salute Beatrice Lorenzin, su disposizione della quale sono stati bloccati i test sulla controversa procedura concepita da Davide Vannoni.
Pubblicato da tdy22 in novembre 10, 2013
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Ragazzo paralizzato, spera ancora in Stamina
Il metodo Stamina è stato bloccato dal ministero dopo che gli esperti non ne hanno riscontrato la validità terapeutica, eppure c’è chi ancora ci spera come Mauro Terranova, 23 anni, colpito da atassia spino-cerebellare, una malattia che avrebbe iniziato ad accusare dopo che gli era stato somministrato un vaccino per l’Epatite B. Secondo la famiglia di Mauro l’unica cura che potrebbe salvare il figlio è proprio Stamina, ma il ministero ha bloccato la somministrazione in via sperimentale della cura. Di recente è sceso in campo lo stesso Mauro, con un video appello indirizzato al ministro Lorenzin all’assessore regionale Lucia Borsellino, in cui chiede che non venga meno il suo diritto alla vita. Nelle scorse settimane ben 5mila persone avevano partecipato alla manifestazione “Anch’io sono Mauro, ora uccidi anche me”, indetta per rivendicare il diritto alla cura Vanoni per Mauro, già paralizzato per metà e che sempre più spesso ha bisogno dell’ossigeno per respirare. Il dramma continua, così come restano molti dubbi sulla cura Stamina.
Pubblicato da tdy22 in novembre 8, 2013
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“Stamina non è una terapia”, così gli Spedali Civili di Brescia
Lo ribadiscono gli Spedali Civili di Brescia, in quanto non può essere definita terapia «ed è sempre stato e resta sconosciuto» ai medici. L’azienda ospedaliera «non è mai stata, e non lo è tuttora, in grado di definire un percorso terapeutico e quindi, dopo le infusioni, di prendere in cura e monitorare le condizioni degli stessi». Lo ha precisato l’ospedale lombardo dove vengono somministrate le infusioni prodotte secondo il protocollo di Stamina Foundation, dopo l’incontro con la stampa organizzato ieri a Roma dal presidente di Stamina, Davide Vannoni.
Secondo l’ospedale, «non si può sottacere la condotta del dottor Andolina, il quale opera in stretta collaborazione con Stamina ed è pertanto a conoscenza delle caratteristiche del trattamento, e che ha sottoscritto centinaia di prescrizioni seriali cambiando solo il nome del paziente e l’indicazione della patologia, talvolta senza nemmeno visitare i pazienti. Circostanze, queste, emerse nei vari giudizi innanzi ai tribunali del Lavoro».
Gli Spedali Civili ribadiscono che le cellule staminali mesenchimali prodotte secondo il metodo Stamina «sono somministrate ai pazienti attualmente in trattamento o per ordine dei tribunali o in forza del decreto-legge 24/2013, al di fuori di una sperimentazione clinica e sotto la esclusiva responsabilità del medico prescrittore». L’ospedale ricorda anche che «la Commissione scientifica istituita dal ministero ha evidenziato la ‘inadeguata descrizione del metodo’ e la ‘insufficiente definizione del prodotto’, cioè la mancanza delle precondizioni per progettare una verifica che abbia carattere di scientificità».
«Va anche tenuto presente – prosegue l’Ao – che i pazienti, spesso provenienti da altre regioni, hanno preferito non presentarsi alle visite di controllo programmate dall’azienda ospedaliera di Brescia e rivolgersi a medici o strutture di propria fiducia, sulle valutazioni dei quali l’azienda non può in alcun modo interferire o entrare nel merito». Ma «in ogni caso l’azienda ospedaliera, nel rispetto di quanto disposto dalla legge, provvede ad inviare alle competenti autorità sanitarie i dati relativi alla somministrazione del trattamento».
Pubblicato da tdy22 in ottobre 25, 2013
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Raffaele Pennacchio: disabile muore dopo due giorni di contestazioni
Sono stati proibitivi, per i manifestanti malati, i due giorni di protesta per il diritto all’assistenza domiciliare ai disabili e Raffaele Pennacchio, medico 55enne malato di Sla e membro del direttivo del Comitato 16 novembre onlus, non ce l’ha fatta. Come racconta la vicepresidente della onlus, Mariangela Lamanna, “”Era stanco e provato per i due giorni di partecipazione alla nostra protesta”. L’uomo è morto mercoledì notte, dopo l’incontro con il governo e il presidio sotto il ministero dell’Economia. Spiega ancora Lamanna: “Raffaele si è battuto per accendere i riflettori sull’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi che hanno diritto a restare a casa con dignità e a cure amorevoli. Chi meglio di un familiare può assistere un congiunto malato grave?”. E ancora: “Mercoledì, nonostante la stanchezza, al tavolo con il governo rappresentato dal viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra, dal sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta e dal sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, Raffaele continuava a dire, ‘fate presto, noi non abbiamo più tempo’”. Era contento mercoledì sera quando è tornato in albergo, soddisfatto perchè il Comitato aveva strappato al governo l’impegno per l’aumento del fondo per la non autosufficienza e per l’assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi. “Rideva e scherzava, poi all’improvviso si è accasciato sulla sedia tra il nostro sgomento”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 24, 2013
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I malati protestano: si chiede l’assistenza domiciliare
Il Comitato 16 novembre onlus questa mattina incontra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il viceministro del Lavoro Guerra e il sottosegretario all’economia Baretta. Ma per far sentire forte la loro voce, ieri notte hanno protestato davanti al Mef a Roma per far valere i propri diritti e le proprie libertà. Tra i manifestanti, anche 30 disabili gravissimi, alcuni anche tracheotomizzati. Il vicepresidente dell’associazione, Mariangela Lamanna, ha spiegato: “La notte è stata un incubo. I malati sono molto provati ma questa prova era necessaria per sostenere il nostro progetto di assistenza domiciliare”. E prosegue: “Ieri in un primo incontro con il sottosegretario Baretta abbiamo presentato i sei punti del nostro progetto ‘Restare a casa’ per assicurare ai malati un’assistenza domiciliare degna di questo nome. Far rimanere a casa i malati di sla e di altre patologie invalidanti ha purtroppo costi enormi: molti di loro sono tracheotomizzati ed attaccati ad un respiratore”. E precisa: “Non capiamo perchè se lo Stato è disposto a spendere 90mila euro l’anno per tenere un malato in una Rsa (Residenza sanitaria assistita) gli stessi fondi non può dirottarli verso le famiglie, ovviamente dietro rendicontazione di tutte le spese sostenute”. Prosegue dunque il presidio sotto il Ministero dell’economia. “Questa notte abbiamo avuto attimi di paura per il nostro segretario, Salvatore Usala, (malato di Sla e trachoetomizzato), il suo respiratore non funzionava bene, ma poi per fortuna l’allarme è rientrato”, precisa Lamanna.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 23, 2013
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I nostri 7 giorni: giochi di contrasti
Per fortuna c’è la Nazionale. Che ci ricorda una storia comune e ci vede schierati tutti sulla stessa metà del campo. Per fortuna ci sono gli undici di Prandelli a farci gioire tutti all’unisono. Per il resto? Divisione. E’ stata una settimana all’insegna dei fronti opposti questa. E se per placare quelli all’interno del Pdl serve che Berlusconi dica “basta parlare con la stampa”, per placare quelli di un’intera nazione, almeno per 90 minuti, c’è bisogno di ricordarsi il significato di far squadra per non soccombere (magari anche con l’aiuto di un pizzico di fortuna!) Per il resto c’è chi s’indigna e chi s’indigna con gli indignati. E’ il caso di Torino, dove chi lotta contro il razzismo reagisce con violenza contro chi predica la bontà della legge Bossi-Fini. Perchè questa settimana è stata anche quella delle tante parole sull’immigrazione, della richiesta dell’abrogazione del reato di immigrazione clandestina e delle tante bare da riempire, del dramma dei morti di Lampedusa a cui si somma quello dei bambini morti e di quelli che una famiglia non l’hanno più. Ma sono stati anche i giorni in cui coloro che hanno permesso l’aumento dell’Iva non rinunciano al finanziamento pubblico dei partiti e vengono attaccatti in parlamento dai chi, tra le fila avversarie, li chiama “ladri”. E ancora, i sette giorni in cui è arrivato il secco no a Stamina e i manifestanti si sono riuniti in una veglia ed hanno crocefisso uno dei loro. Perchè se si può non ascoltare, è più difficile non vedere. Quello che non possono fare le parole, può fare un’immagine così evocativa. E scontri ci sono stati, e sono tutt’ora accesi, tra chi rifiuta i funerali al boia nazista Priebke e chi afferma che Che Guevara è stato peggio di lui. Ma per capire bene la frattura che si sta creando, forse basterebbe solo un nome: quello di Ignazio Marino. Perchè se ci possono essere fazioni e convinzioni, il primo cittadino di Roma che “litiga” con i vigili, con le stesse persone che giorno dopo giorno lo scortavano a suon di pedalate, qualcosa sembra essersi rotto nel profondo. Non è più una società spezzata, ma una stessa identità. Quel che manca, in questo gioco di contrasti in bianco e nero, è una scia di colore che possa creare un ponte, di dialogo.
E se quel primo tocco di colore fosse proprio l’azzurro? Perchè è vero che quando gli undici sono in campo i cuori battono all’unisono… ma fuori? Fuori c’è un altro genere di “unione”: quella del parlare delle Balotellate. Perchè forse Prandelli non può immaginare un’Italia senza di lui… ma lui non è scindibile dai suoi colpi di testa, che spesso si rivelano alquanto irritanti quando non incomprensibile. Come il rifiuto di essere preso a simbolo dell’anticamorra o lo scatto d’ira che gli fa dare una manata a una telecamera che lo disturba. Ma siamo uniti anche quando c’è l’indignazione di mezzo: quando vogliono toccare quel poco che ancora abbiamo, come quella pensione che è un diritto acquisito, o quando eliminano qualcosa che fa parte della nostra cultura, come lo studio della Storia dell’arte a scuola. Poi però, per i presentatori della Rai non mancano e anche per l’Alitalia si trovano soluzioni. Come se non ci fossero già abbastanza lacune da colmare, con l’Ocse ci ha relegato a maglia nera… Ma anche quella che sorge a sentire che la tragedia della diga del Vajont poteva essere evitata e che la frana fu in realtà pilotata. E scoprirlo proprio quest’anno, a 50 anni di distanza da quel dolore che nessuna quantità d’acqua riuscirà a sommergere. Per fortuna, però, ancora dentro di noi riusciamo a ritrovarli quei colori, capita quando ridiamo di cuore davanti a un video che ritrae due husky che gattonano mentre seguono un bebè oppure le infinite manovre per uscire da un parcheggio. E quando sorridiamo di tenerezza nel vedere dei cuccioli (fossero anche enormi come quelli d’ippopotamo) che prendono il latte dal biberon. Perchè anche tra rabbia e riso c’è contrasto. Un attrito che crea scintille. E quello che c’è da ricordare, allora, è che in mezzo a tutto questo bianco e nero, c’è sempre il movimento, la danza, la vita…
GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 14, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/14/i-nostri-7-giorni-giochi-di-contrasti/
“Ci hanno condannato a morte”. E il malato si crocefigge davanti a Montecitorio
La protesta dei malati per la libertà di cura con il metodo Stamina ha preso l’avvio il 23 luglio e ancora prosegue. Uno dei volti più conosciuti di questa lotta è quello di Sandro Biviano, affetto da distrofia muscolare e che oggi ha messo in atto un gesto forte tentando ancora una volta di sensibilizzare chi di dovere: si è fatto crocefiggere. E’ avvenuto nella serata di venerdì, durante una veglia di preghiera per ricordare i bimbi morti negli ultimi mesi che, nel pensiero dei malati, avrebbero potuto salvarsi se avessero fatto subito le infusioni con il metodo Stamina una volta avuta l’autorizzazione da parte del giudice. Sandro indossava una maglia con la scritta “Non ho più voglia di morire”. Sulla croce una targa con la scritta Aifa, Agenzia italiana del farmaco. Le forze dell’ordine che si trovavano in piazza montecitorio hanno tentato d’impedire che la croce venisse messa in posizione ma i manifestanti hanno iniziato ad urlare: “Dov’è la Lorenzin? Starà a dormire”. Dopo di che hanno spiegato che “crocifissione” è quella che stanno subendo loro, non solo per la decisione del ministro di ufficializzare il no alla sperimentazione ma anche per l’indifferenza verso la loro vicenda. “Ho fatto questo gesto perchè ci hanno condannato a morte, come fu per Gesù” ha detto Biviano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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Il ministero blocca Stamina e una madre tenta il suicidio
Il ministero della Sanità ieri ha bloccato il metodo Stamina e la madre di Mauro Terranova, ragazzo che soffre da dieci anni di una patologia definita «Atassia spino cerebellare» ha tentato il suicidio gettandosi dal ponte ‘Guerrieri’ di Modica. La signora Anna Carta appena aveva appreso del blocco della sperimentazione era caduta in uno stato di profonda prostrazione, per la mancanza di cure alternative e ormai priva di speranza ha cercato il gesto estremo. Non è facile infatti la vita di Mauro che non può muoversi, stenta a parlare ed è spesso colpito da crisi epilettiche. A impedire il suicidio alla signora Carta è stato un automobilista di passaggio che si è accorto in tempo di ciò che stava accadendo e ha iniziato a parlare con la donna che era ancora attaccata al passamano del ponte. L’intervento provvidenziale dei Vigili del Fuoco ha tratto in salvo la donna.
Lunedì scorso Anna Carta aveva incontrato a Ragusa l’assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino per sottoporle il ‘caso’ del figlio. L’assessore aveva annunciato una visita in Sicilia di Davide Vannoni, padre del metodo ‘Stamina’ per firmare un protocollo con questa cura in alcuni ospedali siciliani, tra cui il Ferrarotto di Catania. Sia la donna sia l’automobilista, che ha accusato un malore per l’esperienza vissuta, sono stati trasportati nel Pronto soccorso dell’ospedale «Maggiore» di Modica.
Il problema dei famigliari che si sono aggrappati a una speranza e che ora sono di nuovo soli nella drammatica realtà quotidiana dovrebbe essere un tema al centro di quei servizi al cittadino che sono alla base di una esistenza dignitosa.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 11, 2013
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STOP A STAMINA: si temono rischi per i pazienti, così il Ministero
Stop a Stamina. Si ferma la sperimentazione del controverso metodo trattamento terapeutico a base di cellule staminali mesenchimali, ovvero del midollo osseo, inventato da Davide Vannoni.
La spiegazione del ministero:
«Dopo il parere del comitato scientifico – ha spiegato la Lorenzin in una conferenza stampa – e vista la delicatezza della materia, non abbiamo voluto farci tirare la giacca da nessuno ed è stato chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato». Secondo questo parere, ha aggiunto «la sperimentazione non può proseguire» perché «il metodo non è sicuro» e ci sarebbe pericolo «per la salute dei pazienti». Il ministro si augura «che ci sia da parte di tutti rispetto per il rigore e la serietà con cui tante persone, senza pregiudizio, senza preconcetto, hanno lavorato sulla possibilità della sperimentazione».
La reazione di Vannoni il fondatore di Stamina:
«Il ministro Lorenzin e il suo comitato scientifico sono pericolosi per la salute degli italiani – ha commentato Vannoni alla notizia dello stop definitivo alla sperimentazione -. Le ragioni della bocciatura sono insignificanti».
Cosa si conosce della tecnica Stamina?
Questa tecnica prevede la conversione di cellule staminali mesenchimali, cellule solitamente destinate alla generazione di tessuti ossei e adiposi, in neuroni, dopo una breve esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo. In pratica, la terapia consiste nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro (incubazione delle cellule staminali per 2 ore in una soluzione 18 micromolare di acido retinoico), e infine la loro infusione nei pazienti stessi.
Al momento non si hanno quindi maggiori dettagli circa la metodologia e il funzionamento del trattamento Stamina e, grazie all’accordo di segretezza voluto fortemente da Vannoni, il ministero della Salute non potra’ rivelare il protocollo del metodo presentato dallo stesso Vannoni al Comitato di esperti qualche settimana fa.
Manifestazione davanti a Palazzo Chigi
Pubblicato da tdy22 in ottobre 10, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/10/stop-a-stamina-si-temono-rischi-per-i-pazienti-cosi-il-ministero/
Lorenzin contestata dai manifestanti pro-Stamina
Contestazione ieri notte ai danni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la cui auto è stata bloccata e lei costretta a scendere dai malati gravi che dal 23 luglio manifestano in piazza Montecitorio per la libertà di cura con il metodo Stamina. Uno di loro ha chiesto: “Si fermi a parlare con questi ragazzi, si stanno lasciando morire, dice di averci parlato ma non è vero. Non ha una coscienza?” Il ministro ha quindi avuto un colloquio con il ragazzo affetto da distrofia muscolare che è un po’ il simbolo della protesta, Sandro Biviano. A lui ha detto: “Io l’ho già incontrata, capisco la sua sofferenza personale e la sua malattia. Io sono la persona che ha fatto la legge per la sperimentazione del metodo Vannoni umanamente le pare che io non farei qualcosa per lei? Dobbiamo rispettare delle norme che non sono burocratiche, ma è quello che è stato valutato scientificamente”. Rapida la replica del giovane: “noi non abbiamo alternativa, non c’è una terapia”. Il ministro ha quindi sottolineato che la sua patologia “non potrebbe, neanche se funzionasse, essere curata con il metodo Stamina.” Ma la risposta dei manifestanti, in cerca tanto di una cura che di speranza e risposte da parte di una burocrazia che non dà risposte hanno ribadito: “Stiamo parlando di gente in fin di vita, ma che ci importa? Proviamo qualsiasi cosa, firmiamo tutte le carte che volete per assumerci la responsabilità”. Lorenzin ha poi sottolineato che “un trattamento, per essere cura compassionevole, deve aver passato almeno la fase uno della sperimentazione» e che «Brescia è aperta solo sulla base di una sentenza del tribunale, perchè era stata chiusa”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/03/lorenzin-contestata-dai-manifestanti-pro-stamina/
Stampato primo orecchio 3D da cellule di pecora, funziona come quello umano
Grazie alle cellule staminali di una pecora e a una stampante 3D è stato possibile creare un orecchio artificiale che funziona esattamente come quello naturale. L’organo è stato prodotto dai ricercatori del Massachussetts General Hospital. L’orecchio, disegnato da un chirurgo plastico, è stato poi stampato in tre dimensioni in polidimetilsilossano, un composto chimico alla base del silicone. Questo materiale ha permesso di perfezionare il modello. Ora il protocollo prevede che l’orecchio venga testato clinicamente e se gli esiti saranno positivi si potrà passare a operazioni di trapianto. Questa potrebbe essere una speranza per quelle migliaia di bambini che ogni anno nascono con malformazioni congenite a uno o entrambe le orecchie.
Pubblicato da tdy22 in luglio 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/31/stampato-primo-orecchio-3d-da-cellule-di-pecora-funziona-come-quello-umano/
Nature accusa Vannoni, mentre la consegna del protocollo slitta
Duro attacco della rivista Nature a Stamina.
L’indagine della nota rivista stronca Vannoni. Con un articolo dal titolo che non lascia dubbi «il trial italiano sulle cellule staminali basato su dati fallaci» Nature fa un’indagine approfondita sul metodo che il governo italiano ha finanziato a maggio scorso impiegando 3 milioni di euro per la sperimentazione clinica della terapia, dopo aver ceduto alle pressioni dei pazienti.
LE ACCUSE: Le immagini utilizzate nella domanda di brevetto presentata nel 2010 negli Stati Uniti da Davide Vannoni, e rigettata, sono anzitutto duplicati di altri paper. Un’immagine in particolare, quella piu’ importante nella richiesta di brevetto, che raffigura apparentemente due neuroni ottenuti da cellule staminali prelevate dal midollo osseo non e’ originale, ma frutto di un plagio. La figura sarebbe identica a quella di un paper pubblicato nel 2003 da un gruppo di ricercatori russo, coordinato da Elena Schegelskaya, biologa molecolare presso il Kharkov National Medical Universit, che non ha poi avuto seguito. Per Stamina quella immagine dimostrerebbe l’efficacia nel trasformare in neuroni, in sole due ore, le cellule mesenchimiali con acido retinoico sciolto in etanolo ad una concentrazione 20 micromolare. Per gli scienziati russi invece occorrerebbe una concentrazione dieci volte piu’ diluita e almeno tre giorni per trasformare le cellule in neuroni. “In realta’, si parla di neuroni che non sono neuroni”, ha detto Elena Cattaneo, esperta di staminali all’Università di Milano. Nature avrebbe dimostrato, oltre l’invalidità del metodo rigettato dall’ufficio brevetti americano, anche il presunto plagio delle immagini.
Cosa fa Stamina?
In sostanza il metodo, semplificando le varie fasi, non fa altro che estrarre cellule dal midollo osseo del paziente, manipolarle in vitro e iniettarle di nuovo nel paziente.
Chi ha sferrato l’attacco a Stamina?
L’accusa viene da alcuni ricercatori italiani, ed è stata confermata indipendentemente da un’indagine della rivista.
Lo scorso anno, ricorda sempre Nature, l’ufficio brevetti statunitense ha emesso una ‘prebocciatura’ della richiesta, che poteva essere ripresentata con nuovi dati, ma a quanto risulta Vannoni non lo ha mai fatto. “Non sono meravigliato – commenta alla rivista Luca Pani, direttore generale dell’Aifa – sapevo che non esisteva un metodo scientifico codificato”. Una sperimentazione con criteri scientifici del ‘metodo Vannoni’, finanziata con tre milioni di euro di fondi pubblici, doveva partire a luglio, ma ci sono stati dei ritardi dovuti al rifiuto di Vannoni di fornire le proprie metodologie. “Questa sperimentazione – spiega al sito Paolo Bianco dell’università Sapienza di Roma – e’ una perdita di soldi, e dà false speranze a famiglie disperate”.
Il dibattito resta aperto e la tensione sale… intanto slitta la consegna del protocollo e in mezzo resta la vita delle persone!
Pubblicato da tdy22 in luglio 2, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/02/nature-accusa-vannoni-mentre-la-consegna-del-protocollo-slitta/
Quelli che… non vogliono le staminali! Quanti interessi ci sono dietro?
In Italia il dibattito si è aperto quando il 10 aprile scorso la legge per l’uso terapeutico delle cellule staminali ai trapianti d’organo, è stata approvata in Senato e ha riscosso notevole scalpore. Ora dovrà passare al vaglio della Camera e si cerca perciò di fare pressione affinché la legge venga bocciata. Ma di cosa si tratta nel concreto e cosa si vuole veramente impedire? Quali interessi ci sono dietro?
In molti paesi del mondo l’uso terapeutico di cellule staminali di derivazione embrionale o da tessuti differenziati, è considerato dal punto di vista legale analogo all’uso di farmaci. Questo comporta che l’eventuale approvazione delle cellule staminali come strumenti terapeutici, è sottoposta a valutazioni molto severe e restrittive. Questo è necessario per la natura stessa delle cellule. Il pregio delle cellule staminali, infatti, è la loro capacità di differenziarsi in molti o tutti i tipi di cellule mature e quindi di poter rimpiazzare tessuti o addirittura organi non più funzionanti. Il problema principale connesso con il loro uso clinico è che non è facile controllare che di questa grande gamma di possibilità sia espressa esattamente quella richiesta dalla patologia del paziente: la cellula staminale, che può fare tutto, può fare una sola cosa utile al paziente, quella che gli serve, e molte altre inutili o addirittura dannose, non escluso sviluppare un tumore. Ma essendo la legge restrittiva già ai soli trapianti d’organo è chiaro che non servono altre restrizioni che a questo punto potrebbero solo impedirne l’uso laddove la legge lo consente.
Per essere più chiari un cuore trapiantato, se è sano e non viene rigettato, funziona esattamente come un cuore normale e non può causare danni “imprevisti”, di certo non diventa un tumore.
Ma quindi perché si vuole impedire l’uso delle staminali che invece potrebbero salvare molte vite umane?
Perchè il giro di affari delle staminali può diventare un vero e proprio business. Ci sono ditte o istituzioni che preparano cellule staminali per uso terapeutico come la Stamina, che potrebbe avere diversi interessi a tale proposito. Basti pensare che nel 2009 la Stamina Foundation finì sotto inchiesta per aver manipolato cellule staminali nei sottoscala in ambienti non igienici che potevano mettere a rischio la salute dei pazienti a cui tali cellule erano destinate.
Ci sono poi i medici in cerca di notorietà o animati da tante buone intenzioni che vogliono a tutti i costi fare anche la sperimentazione e quindi sono i primi a dividersi tra i contrari e favorevoli solo per mero protagonismo.
C’è poi il Vaticano che invece vuole puntare a ogni costo sulle cellule staminali di derivazione non embrionale, che però non hanno gli effetti che possono avere le altre.
Il discorso sulle staminali è sicuramente complesso, anche perché la ricerca scientifica è molto indietro, ma pare ceh ci siano troppi “cani intorno all’osso” a voler dare spiegazioni pseudo-scientifiche che nascondono solomeri interessi economici.
La nostra salute e la nostra vita possono diventare una banconota di scambio?
E’ di poche ore fa la lettera di 13 “autorevolissimi” scienziati mondiali che mettono sotto accusa il decreto sulle staminali definendolo “un attacco alle regole” base della ricerca medica, un precedente ” unico nel mondo occidentale” che rischia di varcare “il confine tra desiderio di offrire nuove cure e inganno verso chi soffre”.
E se sicuramente c’è bisogno di una attenta valutazione caso per caso e di regole specifiche che garantiscono la “filiera” con cui vengono generate poi le cellule introdotte nei pazienti, è anche vero che irrigidire tutto il sistema non garantisce un maggior controllo, ma ne blocca l’utilizzo.
D’altra parte l’organo da cui arriva la protesta, che fra l’altro chiede all’Ue di fermare il decreto italiano, viene da una associazione che conta oltre 1500 scienziati in tutto il Mondo, ma solo 13 hanno sottoscritto questo appello. Come mai se era così dannoso, tanto da minare la vita di alcuni pazienti, gli altri si sono astenuti?
Tra questi c’è il professore di Patologia alla Sapienza di Roma, Paolo Bianco, “Le cellule staminali possono offrire opportunità senza precedenti per sviluppare nuove cure verso molte malattie ad oggi inguaribili. Ma ci vorrà tempo. Ad ogni modo, solo una scienza rigorosa e dei severi controlli possono assicurare che ciò che scopre la scienza diventi una terapia sicura ed efficace”. Approvare il decreto per utilizzare i protocolli della Stamina Foundation, che come ricordano gli stessi esperti “non hanno dimostrato la loro efficacia”, potrebbe portare “ad un pericoloso precedente per i pazienti che cercherebbero di essere trattati con altre terapie a base di staminali in Europa o in altri Paesi”.
Ancora più dura la posizione di Elena Cattaneo, direttrice del centro di ricerca sulle cellule staminali dell’Università degli Studi di Milano, secondo la quale “i trattamenti basati su metodi irrazionali e non verificati, che non siano stati validati o documentati scientificamente, non dovrebbero raggiungere i pazienti. Prevenire che accada è una specifica responsabilità delle autorità competenti in materia di salute e di ogni governo, che devono anche assicurarsi di non illudere i pazienti. I malati possono essere danneggiati o addirittura uccisi da cure che non si siano dimostrate totalmente sicure ed efficaci con trial clinici rigorosi. L’uso di medicine che non abbiano seguito gli standard più alti possibili – conclude – è un comportamento irresponsabile”.
Il caso rimane aperto, anche se la stampa sembra aver preferito dargli un basso profilo. Quanto le staminali possono a oggi essere utilizzate? In che modo e in che misura? Dove in realtà si tratta solo di mero business e di truffa per i pazienti? C’è anche da dire che le staminali solitamente vengono utilizzati su quei pazienti che soffrono di patologie irreversibili come la Sla e che si affiderebbero a qualsiasi speranza che possa cambiare la loro condizione… fin dove si cura e dove invece si lucra?
Pubblicato da tdy22 in Maggio 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/04/quelli-che-non-vogliono-le-staminali-quanti-interessi-ci-sono-dietro/
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