E’ stata Arcigay a indirizzare ai senatori della Commissione Giustizia una nuova campagna-petizione a favore di una legge anti-omofobia e anti-transfobia. Nella petizione, si chiede inoltre l’estensione della legge Reale-Mancino a chi rilascia dichiarazioni omofobe e offensive nei confronti degli omosessuali. Nel testo è presente proprio una considerazione su questa legge, al centro di quello che viene definito “imbarazzante balletto attorno ad una non meglio identificata libertà di opinione2”. Viene chiesto, inoltre, che la Commissione Giustizia tolga dal testo di legge l’emendamento Verini‐Gitti.
La legge Reale‐Mancino è stata istituita per punire i crimini d’odio, la violenza e la discriminazione per motivi di razza, etnia e religione. Da anni stiamo chiedendo che anche le violenze e le discriminazioni ai danni delle persone gay, lesbiche e trans vengano punite al pari delle violenze e discriminazioni per razzismo, xenofobia e odio religioso. Ci appare quindi del tutto strumentale e persino offensiva questa preoccupazione rispetto alla restrizione della libertà di opinione, che mai in questi decenni è stata sollevata, e che viene paventata solo ora, nel momento in cui si chiede che anche le persone gay, lesbiche e trans vengano tutelate ai sensi di questa legge. Siamo i primi a difendere la libertà di pensiero, che riteniamo preziosa e intoccabile, principio fondamentale di ogni paese democratico, libertà che la nostra Costituzione difende in maniera cristallina. Non possiamo accettare però che la libertà di pensiero venga usata come scudo per nascondere la precisa volontà di impedire che anche in questo paese si inizi finalmente un’evoluzione culturale che porti alla fine dello stigma sociale e legalizzato che ancora pesa sulla vita delle persone gay, lesbiche e trans.
La petizione è accompagnata da un video che, come spiega Giornalettismo, raccoglie alcune delle dichiarazioni che politici e personaggi pubblici hanno reso in televisione, dichiarazioni forti che Arcigay non esita a definire omofobe. Nel video, che non mostra volti ma solo le parole, sono riconoscibili le voci di Vittorio Sgarbi, Alessandra Mussolini, Daniela Santanchè, Giancarlo Gentilini, Giancarlo Cervelli, Pino Scotto, Mariano Apicella, Romano La Russa e Padre Livio di Radio Maria. “Mentre l’Europa da diversi anni ha adottato politiche ben precise e determinate per tutelare i cittadini LGBT con reali misure di inclusione sociale – spiega il presidente di Arcigay, Flavio Romani – L’Italia è riuscita a far sistematicamente naufragare tutti i progetti di legge […]. Vogliamo una legge che senza se e senza ma, stabilisca anche per i crimini d’odio omofobico e transfobico quello che stabilisce da decenni anche per diverse altre fattispecie, come il razzismo e l’antisemitismo”.